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5) 2, 3, 4 → funzioni rappresentative;
6) 1, ma anche 6 → funzioni di controllo sul governo
7) 5, 6 → funzioni di policy making
5.3. Le funzioni di rappresentanza
dal punto di vista della rappresentanza i parlamentari (il parlamento) rappresentano la nazione (o il popolo).
Così formulato questo modello ha però scarsa utilità empirica. In particolare vengono sorvolati alcuni aspetti
importanti:
− chi è il soggetto dell'azione rappresentativa? I parlamentari individuali o il parlamento nel suo
complesso? → il parlamento nel suo complesso si configura come la sommatoria di tutti questi
soggetti
− qual'è l'oggetto della rappresentanza? → il concetto di popolo e nazione deve in questo caso lasciare
il posto ad una molteplicità di entità distinte, che si compongono ed intersecano in vario modo
(raggruppamenti territoriali, correnti di pensiero,... → pluralità di domande che hanno necessità di
essere ridotte entro limiti definiti dalla convivenza sociale, delle compatibilità finanziarie, ecc).
− Qual'è la relazione tra rappresentanti e rappresentati? → rimane da verificare quale sia il grado di
stringenza del controllo dei rappresentati sui rappresentanti e quali siano invece i margini di
indipendenza che esso lascia al rappresentante. Resta rilevante il dilemma di Burke tra delegate e
trustee, cioè tra delegato vincolato ad un mandato dei rappresentati e un fiduciario con ampia libertà
di azione.
Il parlamento non è la sede esclusiva della rappresentanza.
Le specificità del circuito parlamentare sono tuttavia tali da renderlo difficilmente sostituibile all'interno del
disegno democratico, ciò perchè:
7. il parlamento realizza il contesto di comunicazione e di controllo istituzionalizzato tra cittadinanza e
la classe politica più articolato e sistematico;
8. le istituzioni parlamentari, per la loro struttura, consentono alla rappresentanza un assetto pluralistico
e contemporaneamente offrono meccanismi formali e informali di riduzione e moderazione del
pluralismo. Il carattere assembleare del parlamento realizza un contesto propizio alla presenza di una
pluralità di interessi, opinioni e punti di vista, che gli altri luoghi della politica non sanno offrire.
Mentre nell'elezione diretta della presidenza il processo elettorale riduce drasticamente la pluralità delle
posizioni determinando un unico vincente, il parlamento rende possibile rinviare la riduzione della pluralità
di alternative ad un momento successivo a quello elettorale e quindi proietta tale pluralità all'interno del
processo decisionale.
All'interno del parlamento troveranno quindi espressione continuativa una pluralità di posizioni politiche che
potranno variare tra l'estremo di due posizioni coese e l'altro estremo di una atomizzazione di posizioni
definite primariamente in termini di vari tipi di interessi particolari.
9. I parlamenti si pongono come un fondamentale fattore di regolazione di quello che è indubbiamente
l'elemento più delicato e critico della democrazia moderna: la competizione pluralistica.
Il contributo delle assemblee parlamentari al contenimento del conflitto politico (i soggetti del quale sono in
larga parte rappresentati al suo interno) si realizza da un lato attraverso una sofisticata ritualizzazione del
conflitto stesso che attribuisce alle parti opposte (quindi anche alle minoranze) ruoli, poteri e forme
espressive specifiche, dall'altro incentivando una certa misura di collaborazione tra le parti stesse.
Gli incentivi ad una carta misura di cooperazione tra le forze politiche rappresentate nel parlamento nascono
dalla forma organizzativa stessa dell'istituzione e dalle sue responsabilità decisionali.
I parlamenti sono macchine molto pesanti, a causa di:
• dimensioni;
• carattere poco generico, che consente a tutti i singoli membri larghe possibilità di intervento;
• carattere pubblico e dialogico delle procedure.
L'opposizione ha in mano la risorsa “tempo”: per chi governa può risultare più proficuo, se non necessario,
accedere ad una certa cooperazione con essa.
Quanto all'opposizione, a favore di una sua possibilità di cooperazione gioca la possibilità di realizzare in
questo modo almeno parte del proprio programma, contenendo così gli effetti negativi della confitta
elettorale.
La rilevanza del ruolo delle istituzioni parlamentari nel contenimento del conflitto tra gli attori politici
emerge con chiarezza dall'esame di alcuni casi estremi, come ad esempio i partiti nati per contestare la
democrazia rappresentativa e parlamentare, quali i partiti socialisti europei tra fine '800 e inizi '900.
il parlamento se non ha un ruolo esclusivo nella svolgimento della funzione rappresentativa, svolge però un
ruolo strategico di garanzia di alcuni aspetti critici di tale funzione (pluralismo e controllo del conflitto).
4.4. La funzione di controllo sul governo
Il secondo grosso nodo funzionale è quello che concerne il rapporto tra istituzioni parlamentari e di governo.
La teoria democratica classica di stampo normativo interpreta generalmente questo tema attraverso la
categoria funzionale del “controllo parlamentare sull'esecutivo”. Questa formulazione risente di un contesto
storico e vedeva i parlamenti affermare la propria pretesa di controllo su governi espressi dal potere
monarchico.
Nel contesto della piena democratizzazione il suo significato diviene più ambiguo e perde parte del suo
significato a meno che non si intenda per governo più la sua faccia burocratica che quella politica.
Dunque la sorveglianza del parlamento sugli apparati burocratici dello stato è quanto più si avvicina al
significato originario del concetto di controllo del parlamento sul governo. Ma, in presenza di un governo
politico a capo di quegli apparati, viene a crearsi una competizione tra le due autorità (parlamento e governo)
per il controllo sulla burocrazia.
Il controllo sul governo nei sistemi presidenziali:
Nei sistemi presidenziali la forma di governo determina la separazione tra le due istituzioni e in modo
particolare quando la maggioranza parlamentare e quella presidenziale non coincidono. Salvo che si
fronteggino due poteri entrambi legittimati democraticamente. Da questo caso deriva una duplice direzione
della relazione di controllo: come il parlamento p legittimato a controllare l'esecutivo utilizzando i propri
poteri legislativi e d'inchiesta, così la presidenza democraticamente eletta è autorizzata a controllare il
parlamento ricorrendo al suo potere di influenza e di veto (caso statunitense tra Congresso e Presidente).
Il controllo sul governo nei sistemi parlamentari:
Tra la fine del '800 e l'inizi del '900 nei paesi europei non è più possibile interpretare parlamento e governo
come due entità distinte.
Il dato da cui bisogna partire è quello della “compenetrazione” piuttosto che della separazione tra le due
istituzioni. Dovendo il governo contare sulla fiducia implicita o esplicita del parlamento, tra la maggioranza
di governo (o in alcuni casi la minoranza vincente) e il governo stesso si stabilisce un nesso strettissimo.
Così, da un lato, il governo può essere visto come espressione del parlamento, dall'altro costituisce il
maggior organo di direzione politica del parlamento attraverso la leadership che esercita sulla maggioranza.
A questo si aggiunge la coincidenza del personale politico delle due istituzioni: salvo limitate eccezioni di
governi tecnici (che in alcuni paesi assolvono compiti di transizione in caso di difficoltà) la compagine
ministeriale dei paesi parlamentari sono in netta maggioranza compose di parlamentari in carica (o
dimissionari quando vi è incompatibilità costituzionale tra carica ministeriale e parlamentare).
Che ne è allora della nozione di controllo?
Se si prende in considerazione il soggetto de controllo, ossia il parlamento, si può parlare di un controllo sul
governo solo in un'accezione più strutturale che funzionale: tale controllo determina il carattere parlamentare
del governo stesso (governo di parlamentari, che si appoggia sulla maggioranza parlamentare).
Ma al di là di questo significato e riferendosi ad attività specifiche (sorveglianza, scrutinio, inchieste,...)
bisogna specificare le articolazioni interne del parlamento.
Bisogna distinguere tra maggioranza e opposizione e, eventualmente all'interno della prima, tra vertici e
base.
Se il carattere parlamentare del governo porta questo alla guida della maggioranza, la funzione di controllo
(scrutinio pubblico delle attività di governo) sarà prerogativa delle forze di opposizione, mentre dalla
maggioranza ci si aspetta un appoggio pubblico al governo.
Se invece, il governo è un'espressione riduttiva delle posizioni della maggioranza stessa, saranno invece i
settori minoritari di questa (backbenches) che potranno sviluppare un'azione sul governo più simile a quella
dell'opposizione (tramite pressioni e consultazioni in privato col governo).
In senso tecnico dunque la funzione di controllo del governo da parte del parlamento è essenzialmente svolta
dalle minoranze parlamentari.
Strumenti di cui le minoranze possono disporre:
− Strumento della pubblicità;
− Possibilità di ostacolare e rallentare l'attuazione dei programmi del governo, magari realizzando
alleanze di fatto con settori scontenti della maggioranza.
− Strumento di voto (es. mozioni di censura al governo o ministri o sfiducia a leggi di iniziativa
governativa), che sarà in questi casi sarà usato dall'opposizione non tanto per la sua efficacia nel
determinare una caduta del governo, quanto per la possibilità di far venire allo scoperto le tensioni
interne alla maggioranza.
− La funzione legislativa
La dimensione funzionale più emblematica associata alle assemblee parlamentari è quella legislativa.
La forma di produzione normativa di rango più elevato è attribuita nel disegno costituzionale di tutti i paesi
democratici al parlamento. Ciò non esclude altri provvedimenti normativi, ma le decisioni parlamentari
hanno preminenza gerarchica.
Come vengono approvate le leggi non coincide necessariamente con il chi effettivamente le scriva.
I momenti fondamentali del processo legislativo del parlamento sono l'iniziativa legislativa e la
deliberazione.
Per entrambe le procedure si ripropone la distinzione tra aspetti procedurali e aspetti sostanziali.
Iniziativa legislativa:
6. Aspetti procedurali: l'iniziativa legislativa è prerogativa o dei parlamentari o del governo (salvo
limitate eccezioni). Nei governi parlamentari anche l'iniziativa g