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Riassunto esame Psicopatologia, prof. Emilio Domenico Fava, libro consigliato "OPD 2. Diagnosi psicodinamica operazionalizzata" edizione italiana a cura di Martina Conte, Emilio Fava, Alessandro Ferrari, Silvia Paola Papini e Pablo Zugliari Pag. 1 Riassunto esame Psicopatologia, prof. Emilio Domenico Fava, libro consigliato "OPD 2. Diagnosi psicodinamica operazionalizzata" edizione italiana a cura di Martina Conte, Emilio Fava, Alessandro Ferrari, Silvia Paola Papini e Pablo Zugliari Pag. 2
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MANUALE PER LA VALUTAZIONE DELL’ASSE I

L’asse I dell’OPD è costituito in maniera modulare:

- Il modulo di base si compone di 19 item che riflettono la gravità e la durata della

malattia, il modo in cui viene vissuta dal paziente, le sue resistenze e risorse.

- Il modulo della psicoterapia riflette il desiderio del paziente di intraprendere una

specifica psicoterapia, la sua capacità mentale psicologica e qualsiasi vantaggio

secondario che egli può ottenere dalla malattia.

MODULO DI BASE

1. Gravità attuale del disturbo

a. Gravità dei sintomi

Viene valutata la gravità del quadro somatico od organico sia per quanto riguarda le malattie

organiche che per quelle psicosomatiche e mentali. Viene posta attenzione anche ai problemi

relazionali, ai conflitti interpersonali e all’adattamento a livello sociale. La gravità del disturbo

dipende dal tipo, dall’estensione e dal grado del disturbo.

b. Valutazione globale del funzionamento (VGF)

Viene valutato il livello generale di funzionamento nelle aree psicologica, sociale e lavorativa e

lavorativa. Il funzionamento è classificabile su un ipotetico continuum salute-malattia mentale

(da 100 a 0).

c. EQ-5D

L’EQ-5D è un questionario eterosomministrato volto ad indagare 5 dimensioni relative allo stato

di salute: mobilità, cura di sé, attività abituali, sofferenza/malessere, ansietà-depressione.

2. Durata del disturbo

a. Durata del problema attuale

È indispensabile valutare la durata del problema descritto per valutare la gravità del disturbo e

per avere informazioni relative alla prognosi di intervento.

b. Età di esordio

Si annota l’età in cui è comparso per la prima volta il problema.

3. Esperienza e presentazione di malattia

a. Sofferenza soggettiva

Lo scopo è rilevare la sofferenza soggettiva del paziente poiché potrebbe rappresentare una

delle possibili motivazioni alla terapia. Si deve valutare la sofferenza percepita

soggettivamente, indipendentemente dalla gravità del disagio “oggettivo”. La sofferenza

soggettiva deriva dalla gravità dei sintomi, dal tipo di diagnosi, dalle procedure di trattamento,

dall’atteggiamento del paziente e della società verso la malattia. La sofferenza dovrebbe

essere verbalizzata dal paziente, oppure divenire evidente al clinico attraverso il

comportamento del paziente.

b. Presentazione di disturbi organici

Viene valutata la misura in cui il paziente fa riferimento alle componenti fisiche della sofferenza

legata alla sua malattia e la quantità di attenzione rivolta a questi aspetti. Durante il colloquio si

devono notare sia le descrizioni verbali che le componenti fisiche manifestate espressamente.

c. Presentazione di disturbi psichici

Viene valutata la misura in cui il paziente fa riferimento alle componenti psichiche della

sofferenza legata alla sua malattia e la quantità di attenzione rivolta a questi aspetti. Durante il

colloquio si devono notare sia le descrizioni verbali che le componenti psichiche manifestate

scenicamente.

d. Presentazione di disturbi sociali

Viene valutata la misura in cui il paziente fa riferimento alle componenti sociali della sofferenza

legata alla sua malattia e la quantità di attenzione rivolta a questi aspetti. Tali aspetti possono

essere formulati in riferimento a problematiche socio-familiari, a problemi lavorativi o a difficoltà

che riguardano la cerchia di amici e conoscenti

4. Concezioni di malattia del paziente

a. Concezioni di malattia basata su fattori somatici

Questo item descrive il modello conscio e soggettivo che un paziente adotta nello spiegare

l’origine e lo sviluppo della malattia. Valuta in quale misura la comprensione della malattia da

parte del paziente e basata su modello esplicativi che derivano dall’area medico-somatica. Il

paziente considera i suoi disturbi causati da problematiche di natura fisica. In questo caso è

irrilevante se le idee del paziente abbiamo o meno un riscontro medico.

b. Concezione della malattia basata su fattori psichici

Questo item coglie il grado in cui il paziente ritiene che aspetti psichici e interpersonali abbiano

avuto un effetto sulle sue problematiche.

c. Concezione della malattia basata su fattori sociali

Questo item cogli in che maniera il paziente concepisce i suoi disturbi rispetto a cause legate

all’ambiente sociale.

5. Concezioni relative al cambiamento

a. Trattamento desiderato: medico

b. Trattamento desiderato: psicoterapia

c. Trattamento desiderato: ambito sociale

6. Risorse per il cambiamento

a. Risorse personali

Questo item valuta la capacità e i comportamenti del paziente che attualmente favoriscono lo

stato di salute e lo aiutano a tollerare i suoi disturbi. Nel colloquio si valutano le attività di coping

e il grado in cui il paziente mantiene una vita attiva.

b. Sostegno psico-sociale

Valuta se il paziente è in grado di mobilitare e utilizzare le risorse di sostegno che sono

oggettivamente disponibili nel suo contesto sociale. L’attenzione principale non è tanto ai

parametri oggettivi (strutturali), ma quanto il grado del paziente di riconoscere e di disporre del

sostegno. Deve essere individuato sia il sostegno emotivo che quello mentale.

7. Impedimenti per il cambiamento

a. Impedimenti esterni

Al fine di tradurre in azioni concrete la motivazione al cambiamento del paziente è necessario

considerare alcune variabili contestuali: background sociale, atteggiamento del contesto,

mezzi, tempo, disponibilità finanziaria.

b. Impedimenti interni

Questo item comprende gli ostacoli interni del paziente che possono includere conflitti inconsci

o caratteristiche strutturali. Ulteriori limitazioni possono essere: insufficienza di risorse

emozionali o cognitive, limitate capacità di introspezione, assenza di capacità di

autoregolazione e intolleranza allo stress.

MODULO DI PSICOTERAPIA

1. Concezione del paziente riguardo al cambiamento

a. Riduzione del sintomo

La concezione del paziente relativa al cambiamento è prevalentemente rivolta alla riduzione o

all’eliminazione dei sintomi

b. Riflettere-chiarire cause / orientata sul conflitto

Si valuta fino a che punto il paziente desidera accedere a una possibile spiegazione

psicodinamica dei suoi sintomi. L’item valuta il grado in cui il paziente si focalizza su esperienze

conflittuali e in che misura il paziente desidera cambiarle con la terapia.

c. Trattamento emotivo-supportivo

Si valuta in che misura il paziente cerca sostegno emotivo e conforto, consolazione o appoggio

nella terapia.

d. Interventi attivi-direttivi

Si valuta in che grado il paziente cerca sostegno attivo e direttivo per far fronte ad una

capacità ridotta di far fronte ai propri problemi.

2. Risorse del paziente per il cambiamento

a. Capacità mentale psicologica

Questo item valuta l’apertura mentale del paziente e la sua capacità di riflettere sui propri

problemi mentali o psicosomatici attraverso valutazioni di matrice psicologica. Nello specifico si

valuta dunque la capacità di riconoscimento e di espressione dei propri processi mentali dal

punto di vista introspettivo e interpersonale.

3. Impedimenti al cambiamento

a. Vantaggio secondario della malattia

in questo item si valuta il vantaggio del paziente in termini di benefici sociali che gli derivano

dalla malattia o dalle sue conseguenze.

ASSE II – RELAZIONI INTERPERSONALI

La diagnosi di pattern relazionali disfunzionali è di massima importanza poiché problematiche

nell’area delle relazioni interpersonali costituiscono una parte rilevante dei problemi che sono

portati dai pazienti che si recano da un terapeuta. I pattern relazionali inoltre modellano la stessa

relazione terapeutica e la relazione di transfert pertanto divengono oggetto del lavoro terapeutico.

Vi è un particolare consenso nel ritenere il comportamento interpersonale come un fattore

significativo rispetto all’insorgenza e al mantenimento dei disturbi mentali.

Si ritiene inoltre che le disfunzioni nei comportamenti relazionali siano generati da conflitti

intrapsichici e dipendano dalla struttura del paziente.

In particolare è necessario specificare che per pattern relazionali disfunzionali ci riferiamo a una

configurazione che è vissuta dolorosamente dal paziente e che si ripropone frequentemente nel

suo comportamento relazionale.

Nell’OPD la diagnosi si riferisce sia ai comportamenti relazionali cosi come sono percepititi dal

paziente, sia agli aspetti relazionali che gli altri sperimentano (tra questi il terapeuta) nell’incontro

con lui.

OPD per la diagnosi si focalizza su elementi che si collocano nell’interfaccia tra interpsichico e

interpersonale.

È durante il primo colloquio che si raccolgono informazioni sull’area relazionale attraverso i

racconti degli episodi relazioni con altre persone significative. Ulteriori informazioni verranno colte

attraverso la relazione transferale e controtransferale.

Le esperienze relazionali e la loro organizzazione intrapsichica

Secondo la psicologia dello sviluppo le esperienze relazionali si sviluppano in molteplici modi e

vengono immagazzinate nella memoria ed organizzate in base alle emozioni che le

accompagnano.

Tale organizzazione soggettiva dei ricordi e le strutture di significato contribuiranno poi

all’elaborazione delle informazioni attuali e a ciò che una persona si aspetta dalle relazioni.

Le esperienze relazionali, specialmente quelle con le figure significative dell’infanzia, finiranno per

cristallizzarsi intrapsichicamente in relazioni oggettuali internalizzate. Tali schemi internalizzati

non rappresentano la realtà oggettiva, bensì l’elaborazione soggettiva si esperienze e interazioni

interpersonali (tali schemi possono avere funzione difensiva).

In particolare, la teoria dell’attaccamento assume che i bambini sviluppino degli stili abituali di

comportamento come adattamento ai tipi di relazione offerti dalle figure primarie di accudimento.

Tali pattern comportamentali tendono a stabilizzarsi divenendo “ modelli operativi interni di

attaccamento” i quali possono poi essere modificati o ampliati nelle relazioni.

Talvolta le esperienze relazionali che vengono ricordate includono immagini contraddittorie del sé

e dell’oggetto e dunque contribuiscono a generare conflitti intrapsichici.

Le esperienze immagazzinate sotto forma di rappresentazioni mentali delle relazioni possono

indurre a una predisposizione disfunzionale delle relazioni.

L’organizzazione interpersonale dei conflitti intrapsichici e della struttura

In generale si può dire che l’individuo ha interesse a utilizzare il partner relazionale per

raggiungere sicurezza, benessere e fiducia. Tuttavia vi possono essere

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
28 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MarcoGandini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Fava Emilio Domenico.