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NFLUENZA ORMATIVA
vicine, al fine di ottenere approvazione sociale o evitare disapprovazione sociale. Questa
condizione porta le persone ad una acquiescenza pubblica, ma non a un’accettazione privata
I I
⇒ : quando un individuo si trova in situazioni ambigue utilizza i giudizi e i
NFLUENZA NFORMATIVA
comportamenti degli altri come fonti di informazioni. Questa condizione porta le persone alla
conversione (accettazione pubblica e privata)
La conseguente conformità che l’esperienza di gruppo tende a produrre produce fenomeni come:
Deindividuazione : completa sommersione nel gruppo con smarrimento dell’identità personale
Pensiero di gruppo : ragionamento distorto dall’intenzione di raggiungere conclusioni unanimi
Secondo la , la pressione verso l’uniformità, quella
TEORIA DEL BISOGNO DI CHIUSURA COGNITIVA
verso la stabilità delle prospettive nel gruppo condivise, l’aumento del favoritismo per l’ingroup
e la discriminazione verso i membri devianti sono manifestazioni del grado in cui il gruppo è al
-
centro dell’interesse dei membri ed è riconducibile alla .
SINDROME DEL GROUP CENTRISM
2. BISOGNO DI CHIUSURA COGNITIVA
L’influenza affettivo-motivazionale (scopi, desideri, umore e sentimenti) sull’attività cognitiva è un
fenomeno reale. Secondo Kruglanski, l’ si basa su 3 fattori motivazionali:
EPISTEMOLOGIA INGENUA
• Bisogno di strutturazione (tendenza ad accettare ogni conclusione che evita situazioni ambigue)
• Timore d’invalidità (paura di ritenere valida una conclusione che invece non lo è)
• Preferenza per le conclusioni desiderabili tra quelle possibili
In base a questi 3 fattori, Kruglanski prospetta 2 dimensioni inserite in un continuum:
⇒ Propensione alla chiusura/all’evitamento della chiusura dell’attività cognitiva
⇒ Connotazione aspecifica/specifica della motivazione a cercare/evitare la chiusura cognitiva
(la “direzione” specifica è rappresentata da un esito desiderato o dall’evitare un esito indesiderato)
Quindi, il bisogno di chiusura/protrazione dell’attività conoscitiva può essere, nella sua connotazione
“aspecifica”, una caratteristica disposizionale (frutto di socializzazione e cultura), mentre il bisogno
“specifico” di chiusura/protrazione dell’attività conoscitiva è innescato da variabili situazionali:
- Pressione temporale
- Caratteristiche disturbanti o improprie dell’ambiente
- Affaticamento del conoscente
- Istruzioni che svalutino l’interesse del compito da eseguire
- Necessità del conoscente di garantirsi più spazio per decisioni successive
- Esigenza del conoscente di passare rapidamente all’azione
- Contemporanea attivazione di interessi alternativi nel conoscente
Di contro, variabili che attenuano il bisogno di chiusura cognitiva sono:
1
- Istruzioni che enfatizzino l’interesse del compito
- Alta accountability (maggior timore di essere valutati)
Pertanto, il bisogno di chiusura cognitiva corrisponde al desiderio degli individui di avere una
risposta sicura ad una domanda e alla loro avversione per l’ambiguità. Ciò induce:
• T ’ : bisogno di urgenza nel giungere ad una conclusione, unito alla
ENDENZA ALL URGENZA
tendenza ad afferrare la prima soluzione che consente di chiudere il processo cognitivo
• T : tendenza al mantenimento delle proprie opinioni nel tempo
ENDENZA ALLA PERMANENZA
2.1 - EFFETTI INDIVIDUALI E RELAZIONALI
Kruglanski osservò diversi effetti che la chiusura cognitiva esercita sui processi di :
GIUDIZIO SOCIALE
• Tendenza all’urgenza (seizing)
• Tendenza alla permanenza (freezing)
• Maggiore influenza delle prime informazioni (effetto primacy)
• Maggior uso di stereotipi
• Ridotta ricerca di informazioni nel prendere una decisione
• Maggiore sicurezza della validità della scelta (rigidità di pensiero)
• Preferenza per l’uso di stime numeriche come valori di ancoraggio
Diversi studi hanno altresì mostrato la mancanza di accountability (timore di essere valutati) e le
condizioni di scarsa motivazione spingono le persone alla chiusura cognitiva.
Si ritiene invece che, tra gli effetti ella chiusura cognitiva sulle , vi siano:
RELAZIONI INTERPERSONALI
• Minore capacità di empatia nei confronti delle persone con cui si interagisce
• Minor capacità di tenere conto, nelle comunicazioni, delle caratteristiche degli interlocutori
• Maggior utilizzo di termini astratti nelle conversazioni
• Tendenza a servirsi di rappresentazioni mentali di un’altra persona significativa del proprio
passato nella descrizione delle caratteristiche di una nuova persona incontrata nel presente
3. CENTRISMO DI GRUPPO
Il bisogno di chiusura cognitiva influenza i processi di formazione e mantenimento delle conoscenze
individuali, i quali, a loro volta, influenzano i processi di formazione e funzionamento del gruppo.
G C
La sindrome di è costituita da un insieme di condotte atte a formare e
ROUP ENTRISM
mantenere una stabile concezione condivisa della realtà, attraverso la ricerca di con sensualità
e di omogeneità accompagnata dal desiderio che il modo di esistere del gruppo non cambi, dalla
tendenza a sostenere una leadership forte atta a dare e mantenere unità al gruppo e dal vivere
sentimenti positivi verso il proprio gruppo e negativi verso i gruppi rivali.
A livello di formazione delle conoscenze, un elevato bisogno di chiusura cognitiva incrementa le
seguenti dimensioni del group-centrism:
P ’
⇒ : il bisogno di chiusura induce un aumento del desiderio di
RESSIONE VERSO L UNIFORMITÀ
consenso, finalizzato a difendere la visione condivisa della realtà. La pressione verso
l’uniformità include sia il tentativo di influenzare gli altri membri del gruppo, sia la disponibilità
ad accettare l’influenza di costoro.
P
⇒ : in una strutturazione autocratica il consenso è
REFERENZA PER UNA LEADERSHIP AUTORITARIA
più facile da ottenere poiché deriva dall’accettazione da parte di tutti delle opinioni del leader.
Analizzando la distribuzione della dominanza nello spazio discorsivo, De Grada osservò che,
nei gruppi composti da membri con bisogno di chiusura elevato, i membri dominanti manifestano
un numero maggiore di turni mantenuti (numero di volte in cui il parlante mantiene la parola
nonostante il tentativo degli altri di interromperlo) e di turni ottenuti (numero di volte in cui ciascun
2
membro della discussione prende il turno di parola). Dunque, il loro stile discorsivo appare
nettamente più autoritario di quello esibito dai membri meno dominanti.
Pierro, utilizzando l’IPA di Bales, osservò che, nei gruppi ad elevato bisogno di chiusura cognitiva,
si rileva una netta asimmetria: sia intermini di numero di atti emessi che di numero di atti ricevuti,
alcuni membri manifestano una centralità nettamente maggiore rispetto ad altri. Questa asimmetria
è positivamente correlata con l’influenza all’interno del gruppo.
Più in generale, gruppi con elevato bisogno di chiusura cognitiva manifestano una netta
tendenza a sviluppare strutture comunicative centralizzate, a ruota , mentre i gruppi con
basso bisogno di chiusura sviluppano strutture comunicative meno centralizzate, a rete .
Allo stesso modo, il bisogno di chiusura cognitiva incoraggia l’utilizzo di quelle che Raven chiama
basi di potere “hard”, atte a consentire rapidamente il raggiungimento dell’uniformità di
opinioni (evitamento del confronto, controllo), piuttosto che le basi di potere “soft”, che
consentono ai sottoposti maggiore autonomia (rallenta il raggiungimento del consenso).
Per Pierro, l’aumento di ampiezza del gruppo può innescare modalità più rapide di decisione
per giungere ad un rapido consenso, favorendo quindi l’incremento del bisogno di chiusura.
Infine, si nota la tendenza dei leader prototipici ad influenzare maggiormente i membri con
forte bisogno di chiusura cognitiva: un leader prototipico aggiunge ulteriore omogeneità al
gruppo e stabilità alla concezione condivisa della realtà.
F ’ / O ’
⇒ : il favoritismo verso l’ingroup
AVORITISMO VERSO L INGROUP STILITÀ VERSO L OUTGROUP
nasce dal desiderio di possedere una stabile visione condivisa del mondo. Di conseguenza, il
bisogno di chiusura cognitiva promuove altresì atteggiamenti di ostilità verso l’outgroup.
Gioca un ruolo cruciale la similarità percepita fra gruppo e sé: i gruppi omogenei attirano le
persone con bisogno di chiusura cognitiva elevato grazie alla loro attitudine a porsi come
fornitori di realtà condivisa. Pertanto, la presenza di un elevato consenso interno nel gruppo di
appartenenza incrementa sia i livelli di attrazione per l’ingroup che di repulsione per
l’outgroup.
In altre parole, nei membri con bisogno di chiusura elevato, la lealtà verso l’ingroup dipende dal
grado in cui esso fornisce un solido senso di realtà: gli individui con bisogno di chiusura
elevato sono attratti dall’omogeneità interna dei gruppi e respinti dalla loro diversità interna.
In accordo con questa osservazione, gli individui con bisogno di chiusura cognitiva elevato
preferiscono gruppi con confini impermeabili rispetto a gruppi con confini permeabili, poiché
questi ultimi sono portatori di una visione del mondo potenzialmente poco stabile.
Il bisogno di chiusura influenza pure il mantenimento delle conoscenze acquisite, incrementando:
R
⇒ : i membri con elevato bisogno di chiusura tendono ad esercitare
IFIUTO DEI MEMBRI DEVIANTI
pressioni sui membri devianti, provando ostilità e rifiuto nei loro confronti. Questo perché,
dando più valore al consenso, li porta a reagire con più forza alle minacce ad esso portate.
R
⇒ : la defezione di alcuni membri è una
EAZIONE NEGATIVA VERSO CHI ABBANDONA IL GRUPPO
minaccia alla realtà condivisa cui il gruppo fa riferimento. Pertanto, maggiore è il bisogno di
chiusura cognitiva, maggiore è la minaccia percepita nei confronti della realtà condivisa dal
gruppo, e maggiori sono le reazioni negative verso i membri che abbandonano il gruppo.
R
⇒ : può essere intesa in un duplice modo:
ESISTENZA AL CAMBIAMENTO
• Conservatorismo politico : v’è una correlazione positiva tra bisogno di chiusura e tendenza a
posizioni politiche conservatrici (religiose, nazionaliste) e/o autoritarie (di destra)
• Resistenza al cambiamento organizzativo : il