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3. IL FUNZIONALISMO: I “FATTORI

PERSONALI” O “FUNZIONALI”

In reazione alla psicologia tedesca e al comportamentismo, negli anni Quaranta si

sviluppo negli Stati Uniti la corrente psicologica del FUNZIONALISMO. Detta anche “New

Look”, la corrente funzionalista si concentrò non sui fattori formali della percezione, ma su

valori meno generali e più legati alla personalità individuale: i fattori “personali”.

Furono studiati sperimentalmente i seguenti fenomeni:

1) Influenza della fame sulla strutturazione visiva di macchie ambigue : studi

dimostrano che soggetti tenuti a digiuno per diverse ore tendono a percepire delle

figure ambigue o indistinte come inerenti al cibo

2) Influenza del bisogno di affermazione (ricevere un premio ed evitare una

punizione) nella strutturazione visiva di figura e sfondo: studi dimostrano la

maggiore percettibilità di figure precedentemente associate a situazioni di “premio”

rispetto a figure accoppiate precedentemente ad una “punizione”, che vengono

percepite come sfondo

3) Influenza del bisogno di denaro sulla valutazione delle dimensioni visive di una

moneta: bambini di contesti economicamente poveri tendono a sopravvalutare la

dimensione delle monete rispetto a bambini ricchi (tuttavia la differenza di percezione

nelle dimensioni sembra scaturire da caratteristiche di asocialità piuttosto che dalle

condizioni economiche)

4) Influenza del bisogno di denaro sulla valutazione delle dimensioni visive del

simbolo del dollaro, e contemporaneamente, influenza del bisogno di affermazione

e di aggressione sulla valutazione delle dimensioni visive del simbolo della

svastica: tutto ciò che ha un valore, sia piacevole che spiacevole, tenderebbe ad

assumere percettivamente maggior risalto e verrebbe sovrastimato in quanto a

dimensioni (Bruner e Postman)

5) Influenza degli interessi dominanti sulla rapidità del riconoscimento visivo di

simboli verbali: successivi esperimenti hanno evidenziato che, oltre all’importanza dei

bisogni e dei desideri, anche gli interessi dominanti della persona tendono a

determinare la velocità della percezione, accelerando o ritardando l’individuazione e il

riconoscimento degli oggetti. In sostanza, la velocità di percezione è positivamente

influenzata dall’atteggiamento, dall’interesse: le parole che coincidono con la

presenza di atteggiamenti preferenziali verso l’area di significati che tali simboli

rappresentano, vengono percepite più facilmente (si abbassa, cioè, la soglia di

2

riconoscimento ). Risultati analoghi sono stati ottenuti studiando il riconoscimento

uditivo di stimoli verbali

6) Influenza degli interessi prevalenti sul contenuto di riconoscimenti visivi illusori

di simboli verbali: presentando in modo ambiguo parole cariche di svariati significati,

Durata d’esposizione visiva necessaria per una consapevole individuazione della parola da parte del soggetto

2 prima che questi siano esattamente afferrati, i soggetti percepiscono parole che hanno

a che fare direttamente con i loro atteggiamenti. In altre parole, se le condizioni

spazio-temporali in cui è presentato lo stimolo sono precarie, il soggetto tende

ugualmente a prendere una posizione in funzione dei propri atteggiamenti. Quindi,

ancora prima di osservare, noi siamo preparati a percepire una classe di stimoli

piuttosto che un’altra. Mettiamo cioè in moto delle ipotesi percettive: strutture già

precostituite nella nostra personalità e pronte a scattare a seconda delle proprietà

dello stimolo

7) Influenza delle “censure” sulla velocità di riconoscimento visivo di simboli

verbali: le parole “tabù” vengono percepite dai soggetti a soglie maggiori, e spesso

doppie, rispetto alle parole “neutre” (McGinnies e Lazarus, classico esempio di difesa

percettiva inconscia)

8) Influenza del bisogno di sicurezza sulla velocità di riconoscimento visivo di

simboli verbali: ricerche molto importanti hanno evidenziato come la percezione

subliminale, vale a dire la percezione degli stimoli sotto la soglia di coscienza,

possa influenzare i nostri comportamenti al pari della percezione cosciente

9) Influenza della “familiarità” nella percezione : negli esperimenti precedenti (Bruner e

Postman, McGinnies e Lazarus) vi era un grande errore di fondo: ci si era dimenticati

di pareggiare una variabile, la frequenza delle passate esperienze con quelle date

parole, ossia la familiarità con le parole impiegate. Le parole familiari, infatti,

tendono ad essere percepite prima rispetto a parole non familiari, e proprio per

questo in un esperimento bisogna utilizzare parole che abbiano la stessa frequenza

d’uso nel linguaggio parlato o scritto. Ripetendo gli esperimenti citati si è notato che

le differenze nella percezione fra parole cariche d’interesse, o parole “tabù”, e parole

neutre erano notevolmente diminuite. Ciò sta ad indicare che sì le motivazioni

hanno importanza nei riconoscimenti di parole e stimoli, ma altrettanta

importanza la avrebbe anche la familiarità, la frequenza delle passate esperienze

10) Influenza delle “aspettative” nella percezione : un esperimento di Gottschaldt (1926)

sottolinea come la frequenza, la familiarità degli stimoli non rivesta un’importanza

assoluta nella percezione, ed anzi, le passate esperienze non influiscono gran che

sulla percezione se avvenute in modo ripetitivo, additivo, uniforme, senza che

potesse organizzarsi una struttura nell’esperienza. La frequenza ha la sua importanza,

ma non in modo sommativo, aggregativo, bensì inserita ed organizzata in uno

schema cognitivo, o sistema di aspettative. Ha importanza cioè la particolare

organizzazione che lo stimolo subisce da parte della struttura cognitiva del

soggetto: l’individuo, organizzata l’esperienza secondo certi schemi, si attende un

certo tipo di stimolo, e quindi questo viene facilmente riconosciuto. Dunque

l’aspettativa è un fattore importante nella formazione di ipotesi percettive

11) Influenza del bisogno di consenso sociale sulla valutazione del movimento : fra i

fattori delle ipotesi percettive non vi sono solo fattori personali, ma anche fattori che

corrispondono alla motivazione sociale dell’individuo. Secondo studi di Asch, i

giudizi percettivi sono molto uniformi quando sono espressi in situazione di

collettività, ed i giudizi estremi tendono a scomparire. Tuttavia, se questo giudizio

estremo è espresso da soggetti più conosciuti, con maggior “prestigio”, riesce a

trascinare la percezione degli altri: il gruppo manifesta una capacità di orientamento

percettivo, sensibile alla suggestione da prestigio. Dunque, anche il consenso

sociale può essere fattore d’ipotesi percettiva. È chiaro che vi sono dei limiti alla

suggestionabilità del gruppo sociale, ma, specialmente di fronte a stimoli ambigui, un

giudizio estremo permette di far agire la suggestione da prestigio. In una stimolazione

ambigua, perciò, il fattore consenso sociale può anche prevalere sugli altri fattori

personali

12) Influenza del bisogno di consenso sociale sull’altezza visiva : Asch ha anche

studiato sperimentalmente le condizioni dell’indipendenza e della sottomissione alla

cosiddetta “pressione di gruppo”, in particolar modo alla pressione che si esercita

sull’opinione del singolo allorché gli altri sono da lui percepito come contrari alla

realtà conosciuta individualmente. Anche il giudizio sulla lunghezza di segmenti si

presta rivelare la sensibilità alla suggestione: se tutti i membri di un gruppo si

pronunciano in direzione “contraria ai fatti” (mediante precedenti accordi), tranne uno, il

soggetto critico, l’effetto di suggestione è debole se i membri del gruppo schierati

contro il soggetto sono uno o due. Nel passaggio da due a tre membri contrari, l’effetto

di suggestione aumenta potentemente. L’indipendenza o la cedevolezza di fronte al

gruppo possono tuttavia derivare da posizioni e procedure psicologiche differenti

13) Influenza del bisogno di consenso sociale sulla valutazione dell’ampiezza di un

quadrato: una situazione di gruppo può agire anche sulla percezione della

medesima figura (un quadrato): stimolo non ambiguo, ma valutabile con relativa

variabilità individuale riguardo alle dimensioni. Si è notato che un gruppo

democratico (bambini educati con metodi moderni, attivi e collaborativi) presenta una

certa variabilità individuale, mentre in un gruppo autoritario (bambini educati con

metodi rigidi e rapporti di sudditanza fra allievi e insegnante) tutti i giudizi si radunano

intorno ad un unico ristretto settore. Si nota che un’educazione di tipo autoritario,

anziché favorire l’evoluzione individuale, orienta in modo determinante la personalità

del soggetto verso il conformismo

Molti autori hanno esaminato la personalità di soggetti caratterizzati da educazione

familiare autoritaria. La rigidità dei loro meccanismi psichici non consente zone di

ambiguità: questa intolleranza alle ambiguità si riflette nell’aggressività verso i gruppi

di minoranza, ma possono essere studiate anche le sue conseguenze a livello

percettivo. Bambini caratterizzati da personalità rigida hanno ipotesi percettive ben

definite e molto rigide: nella loro storia personale, questa posizione di rigidità è stata

assimilata come la miglior difesa possibile nell’ambiente eccessivamente frustrante

costituito dalla famiglia autoritaria.

Queste esperienze confermano l’importanza che i fattori sociali rivestono nella

formazione della personalità e, di conseguenza, nell’atteggiamento percettivo.

Risultati analoghi si hanno dagli studi sui soggetti ossessivi, caratterizzati da fobie ed

idee fisse: sono individui perfezionisti, poco tolleranti verso se stessi e la realtà

circostante, anch’essi caratterizzati da rigidità comportamentale, ideativa, intellettiva e

percettiva. Pertanto, in questi soggetti tutta la personalità, in tutti i suoi atteggiamenti e a

tutti i livelli, tende ad essere ossessiva.

Si può quindi concludere che anche la percezione è un aspetto del comportamento

globale, è parte integrante della personalità: noi percepiamo in modo strettamente

personale. La personalità interviene nella presa di coscienza della realtà, che viene

organizzata secondo fattori formali e colorata da fattori personali, allontanandosi

quindi dall’obiettività, dalla veridicità, a vantaggio di una miglior economia particolare

dell’organismo.

Partendo dalla constatazione che nella percezione intervengono fattori p

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
17 pagine
20 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher davril86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei processi cognitivi: teorie e metodi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Giannini Anna Maria.