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SCHEMA
Gli schemi, tuttavia, possono indurre degli errori sistematici. Studi confermano che le persone ricordano
solo pochi dettagli importanti di un’esperienza e che del ricordo ricostruiscono le parti mancanti sulla
base della propria interpretazione dell’evento. Si parla di misleading post event information:
l’aggiunta di informazioni errate successive all’evento può distorcere il ricordo (falsi ricordi).
Altri esperimenti sui mostrano come le domande usate per facilitare l’esternazione
TESTIMONI OCULARI
di informazioni hanno un effetto importante sul ricordo: piccoli cambiamenti in una domanda possono
influenzare i ricordi (se la domanda contiene toni aggressivi , il ricordo assume valenza negativa ).
Alcuni ricordi episodici vengono acquisiti nel corso di esperienze personali così emotivamente forti
che restano vividi e stabili nel tempo: i ricordi attivati da eventi sorprendenti sono i .
RICORDI LAMPO
4. LA COSCIENZA
La è la consapevolezza degli eventi ambientali e cognitivi (percezione, pensiero, emozioni).
COSCIENZA
Non coincide con l’attenzione, pur condividendone il concetto di capacità limitata: possiamo essere
consapevoli di una sola cosa per volta. Le informazioni possono anche essere elaborate in assenza di
consapevolezza: un processo detto (azioni automatiche, decision making).
ELABORAZIONE IMPLICITA
Il concetto di mascheramento indica che un breve stimolo può essere mascherato da un pattern
immediatamente successivo: a certi intervalli temporali lo stimolo non viene percepito coscientemente.
Il fenomeno del priming (facilitazione) descrive invece come risposte migliori e più rapide seguano
uno stimolo se questo è preceduto da uno stimolo simile.
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4.1 - L’ATTENZIONE SELETTIVA
L’ è il mezzo attraverso il quale diveniamo coscienti delle nostre esperienze. È l’insieme delle
ATTENZIONE
attività che modulano l'efficienza dell'attività mentale mediante processi di amplificazione (benefici) o
attenuazione (costi) del materiale da elaborare. L’attenzione può essere controllata automaticamente, in
modo involontario, o in modo volontario e cosciente. Tuttavia, non siamo coscienti di tutti gli stimoli
individuati dai nostri organi sensoriali. Il processo che controlla la consapevolezza di particolari
categorie di eventi nell’ambiente, escludendone altri, è detto .
ATTENZIONE SELETTIVA
Il termine indica il processo attraverso cui posizioniamo l’attenzione su due o più
ATTENZIONE DIVISA
compiti per portarli a termine simultaneamente (di norma sono compiti automatici e non impegnativi).
Mentre l’attenzione selettiva restringe la consapevolezza a certe esperienze, l’attenzione divisa è un
processo cerebrale che determina come la consapevolezza sarà suddivisa su differenti esperienze.
Perché non elaboriamo tutte le informazioni raccolte dagli organi sensoriali? Perché i meccanismi
cerebrali responsabili dell’elaborazione cosciente delle informazioni hanno una capacità limitata:
possono gestire solo una certa quantità di informazioni, e necessitano di un “filtro”, che controlla il
flusso informativo in ingresso. I processi attentivi fungono infatti da filtro delle informazioni: l’attenzione
è vista come un meccanismo che blocca parte dell’informazione e ne lascia passare un’altra. È quindi
un processo economico , che ci risparmia sforzi cerebrali eccessivi e/o superflui.
Gli esperimenti di Cherry sull’attenzione selettiva si concentrano sull’ : se una persona
ASCOLTO DICOTICO
ascolta 2 messaggi diversi presentati simultaneamente ad ognuna delle due orecchie, presterà
attenzione solo ad uno di essi: il messaggio disatteso non passa il filtro!
Si parla di fenomeno del cocktail party: nella confusione, ognuno è concentrato solo su ciò che vuole
sentire, a meno che qualcosa non attiri la sua attenzione (come qualcuno che urla il suo nome).
Infatti, studi indicano che alcune informazioni (il nostro nome o parole a sfondo sessuale) presentate
all’orecchio “non atteso” possono catturare inconsapevolmente l’attenzione. Pertanto, il “filtro”
dell’attenzione selettiva non è assoluto: le informazioni sensoriali trascurate vengono solo ridotte.
Esperimenti mostrano che possiamo prestare attenzione sia alla collocazione
dell’informazione sia alla natura dell’informazione, le sue caratteristiche.
Riguardo alla collocazione, uno studio di Posner sull’ mostra che
ATTENZIONE VISIVA
l’attenzione selettiva può influenzare l’individuazione di stimoli visivi: se uno
stimolo si verifica dove ce lo aspettiamo, lo percepiamo più velocemente; se si
verifica dove non ce lo aspettiamo, lo percepiamo lentamente.
Riguardo alle caratteristiche, quando due eventi si verificano quasi insieme, a volte si
riesce a vederne uno ignorando l’altro. Il sistema visivo è incline a casi di cecità
disattentiva: la mancata percezione di un evento quando si dirige l’attenzione in un altro punto.
Inoltre, la natura insolita di un evento accresce la probabilità che venga trascurato (un gorilla che
attraversa un campo di basket ha meno probabilità di essere notato di una donna con l’ombrello).
Se un display viene modificato artificialmente durante un movimento oculare o altre interruzioni, causa
una cecità al cambiamento: le persone non percepiscono cambiamenti significativi nell’immagine.
4.2 - L’IPNOSI
L’ , o mesmerismo (Mesmer), è una forma di controllo verbale sulla coscienza che permette di
IPNOSI
controllare comportamenti, pensieri e percezioni di una persona. I requisiti della sua riuscita sono
l’accettazione e la suggestionabilità del partecipante: il suo comportamento si conforma a ciò che dice
l’ipnotizzatore fino ad alterare le percezioni della realtà. Le suggestioni ipnotiche sono di 3 tipi:
Suggestioni ideomotorie : l’ipnotista suggerisce che si verificherà una particolare azione senza che ci
sia la consapevolezza di un’azione volontaria (sollevare un braccio)
Suggestioni di sfida : l’individuo ipnotizzato sarà incapace di compiere una normale azione volontaria
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Suggestioni cognitive/sensoriali : la persona ipnotizzata è sottoposta a distorsioni delle esperienze
sensoriali o cognitive (non sentire un dolore o non essere in grado di ricordare qualcosa)
4.3 - IL SONNO
Il non è uno stato di incoscienza, ma uno stato alterato di coscienza naturale, non indotto
SONNO
artificialmente. Oltre alla temporanea soppressione della coscienza, il sonno modifica alcune funzioni
corporee (movimenti oculari, frequenza respiratoria e cardiaca). Il sonno si può dividere in 2 fasi:
S NREM
• (o sonno quieto) : ritmo respiratorio e battito cardiaco regolari, muscoli attivi. L’attività
ONNO
mentale è assente o ridotta; l’EEG mostra un’attività elettrica ad alto voltaggio e bassa frequenza.
Presenta 3 stadi: dal facile risveglio (attività theta) al sonno profondo (attività delta)
S REM
• (o sonno attivo) : movimenti oculari rapidi, muscoli paralizzati (a parte rari movimenti
ONNO
involontari), ritmo respiratorio e battito cardiaco irregolari. L’attività mentale consiste nel sogno e
l’attività elettrica ha basso voltaggio ed alta frequenza (somiglia all’EEG di una persona sveglia)
Sono fasi cicliche: il sonno comprende 4-5 cicli di alternanza fra fase REM (30 minuti) e NREM (1 ora).
Il sonno NREM, specialmente nell’attività delta, è correlato alla conservazione e al ristoro di funzioni
vegetative di base. Nel corso dello stadio 4, infatti, l’attività metabolica del cervello diminuisce del
75% rispetto al livello di veglia. Pertanto, lo stadio 4 da al cervello la possibilità di “riposare”.
Il sonno REM è un periodo di intensa attività fisiologica ed è ragionevole aspettarsi che svolga funzioni
diverse dal sonno NREM. Smith ha evidenziato come animali trattati, durante lo sviluppo, con farmaci
che inibiscono il sonno REM hanno mostrato, da adulti, anomalie nel comportamento. Tali animali,
inoltre, avevano la corteccia cerebrale ed il tronco encefalico di dimensioni inferiori rispetto ai non
trattati. Ciò indica l’importanza del sonno REM nei processi di apprendimento e sviluppo cerebrale.
5. IL LINGUAGGIO
Il è la facoltà mentale che permette all’uomo di comunicare, usando una o più lingue. Le
LINGUAGGIO
lingue sono un prodotto sociale, l’astrazione di un insieme di convenzioni socialmente condivise da
un gruppo. Il linguaggio, infatti, si è evoluto grazie alle forme di relazione sociale fra i nostri antenati.
Nonostante la comunicazione non sia una prerogativa della specie umana (formiche, api), nessuno dei
sistemi simbolici impiegati da altre specie ha caratteristiche confrontabili con le lingue umane.
Perciò, il linguaggio verbale può essere considerato la risultante di vari sistemi di comunicazione più
antichi nella storia evolutiva (espressioni emotive della mimica e gestualità, già presenti nelle scimmie).
Il linguaggio è un sistema di segni, di simboli arbitrari combinati in accordo alle regole della grammatica:
un sistema simbolico di comunicazione. Tuttavia, possiamo riconoscere 2 sistemi di comunicazione:
• Sistema verbale : linguaggio verbale (aspetti fonologici, sintattici, semantici e pragmatici)
• Sistema non verbale : linguaggio paralinguistico (intercalari, risate, silenzi, borbottii, cadenza nella
pronuncia), linguaggio cinesico (gesti, posture) e linguaggio prossemico (gestione dello spazio)
Il dibattito sul rapporto tra sviluppo del e acquisizione del si rifà a 3 posizioni:
PENSIERO LINGUAGGIO
• Pensiero e linguaggio come 2 facoltà autonome : il funzionamento del pensiero è indipendente e
più complesso di quello del linguaggio (Vygotskij)
• Il linguaggio dà forma al pensiero : la forma del linguaggio determina la struttura dei processi di
pensiero, modificando il modo in cui percepiamo le cose e le ricordiamo (Sapir, Whorf)
• Il linguaggio è un prodotto della mente : i processi di pensiero influenzano la struttura del linguaggio
5.1 - SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
Le tappe fondamentali dello vengono raggiunte molto rapidamente, ma il suo
SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
completamento è lungo e graduale. Tutti i bambini normali nascono con la capacità propria della
specie umana di acquisire le lingue a cui sono esposti: questa capacità innata riguarda la lingua
parlata. 15
Nonostante i bambini molto piccoli sembrino altamente sensibili alle variazioni sonore del discorso,
con l’inizio