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SCHEMA

Gli schemi, tuttavia, possono indurre degli errori sistematici. Studi confermano che le persone ricordano

solo pochi dettagli importanti di un’esperienza e che del ricordo ricostruiscono le parti mancanti sulla

base della propria interpretazione dell’evento. Si parla di misleading post event information:

l’aggiunta di informazioni errate successive all’evento può distorcere il ricordo (falsi ricordi).

Altri esperimenti sui mostrano come le domande usate per facilitare l’esternazione

TESTIMONI OCULARI

di informazioni hanno un effetto importante sul ricordo: piccoli cambiamenti in una domanda possono

influenzare i ricordi (se la domanda contiene toni aggressivi , il ricordo assume valenza negativa ).

Alcuni ricordi episodici vengono acquisiti nel corso di esperienze personali così emotivamente forti

che restano vividi e stabili nel tempo: i ricordi attivati da eventi sorprendenti sono i .

RICORDI LAMPO

4. LA COSCIENZA

La è la consapevolezza degli eventi ambientali e cognitivi (percezione, pensiero, emozioni).

COSCIENZA

Non coincide con l’attenzione, pur condividendone il concetto di capacità limitata: possiamo essere

consapevoli di una sola cosa per volta. Le informazioni possono anche essere elaborate in assenza di

consapevolezza: un processo detto (azioni automatiche, decision making).

ELABORAZIONE IMPLICITA

Il concetto di mascheramento indica che un breve stimolo può essere mascherato da un pattern

immediatamente successivo: a certi intervalli temporali lo stimolo non viene percepito coscientemente.

Il fenomeno del priming (facilitazione) descrive invece come risposte migliori e più rapide seguano

uno stimolo se questo è preceduto da uno stimolo simile.

13

4.1 - L’ATTENZIONE SELETTIVA

L’ è il mezzo attraverso il quale diveniamo coscienti delle nostre esperienze. È l’insieme delle

ATTENZIONE

attività che modulano l'efficienza dell'attività mentale mediante processi di amplificazione (benefici) o

attenuazione (costi) del materiale da elaborare. L’attenzione può essere controllata automaticamente, in

modo involontario, o in modo volontario e cosciente. Tuttavia, non siamo coscienti di tutti gli stimoli

individuati dai nostri organi sensoriali. Il processo che controlla la consapevolezza di particolari

categorie di eventi nell’ambiente, escludendone altri, è detto .

ATTENZIONE SELETTIVA

Il termine indica il processo attraverso cui posizioniamo l’attenzione su due o più

ATTENZIONE DIVISA

compiti per portarli a termine simultaneamente (di norma sono compiti automatici e non impegnativi).

Mentre l’attenzione selettiva restringe la consapevolezza a certe esperienze, l’attenzione divisa è un

processo cerebrale che determina come la consapevolezza sarà suddivisa su differenti esperienze.

Perché non elaboriamo tutte le informazioni raccolte dagli organi sensoriali? Perché i meccanismi

cerebrali responsabili dell’elaborazione cosciente delle informazioni hanno una capacità limitata:

possono gestire solo una certa quantità di informazioni, e necessitano di un “filtro”, che controlla il

flusso informativo in ingresso. I processi attentivi fungono infatti da filtro delle informazioni: l’attenzione

è vista come un meccanismo che blocca parte dell’informazione e ne lascia passare un’altra. È quindi

un processo economico , che ci risparmia sforzi cerebrali eccessivi e/o superflui.

Gli esperimenti di Cherry sull’attenzione selettiva si concentrano sull’ : se una persona

ASCOLTO DICOTICO

ascolta 2 messaggi diversi presentati simultaneamente ad ognuna delle due orecchie, presterà

attenzione solo ad uno di essi: il messaggio disatteso non passa il filtro!

Si parla di fenomeno del cocktail party: nella confusione, ognuno è concentrato solo su ciò che vuole

sentire, a meno che qualcosa non attiri la sua attenzione (come qualcuno che urla il suo nome).

Infatti, studi indicano che alcune informazioni (il nostro nome o parole a sfondo sessuale) presentate

all’orecchio “non atteso” possono catturare inconsapevolmente l’attenzione. Pertanto, il “filtro”

dell’attenzione selettiva non è assoluto: le informazioni sensoriali trascurate vengono solo ridotte.

Esperimenti mostrano che possiamo prestare attenzione sia alla collocazione

dell’informazione sia alla natura dell’informazione, le sue caratteristiche.

Riguardo alla collocazione, uno studio di Posner sull’ mostra che

ATTENZIONE VISIVA

l’attenzione selettiva può influenzare l’individuazione di stimoli visivi: se uno

stimolo si verifica dove ce lo aspettiamo, lo percepiamo più velocemente; se si

verifica dove non ce lo aspettiamo, lo percepiamo lentamente.

Riguardo alle caratteristiche, quando due eventi si verificano quasi insieme, a volte si

riesce a vederne uno ignorando l’altro. Il sistema visivo è incline a casi di cecità

disattentiva: la mancata percezione di un evento quando si dirige l’attenzione in un altro punto.

Inoltre, la natura insolita di un evento accresce la probabilità che venga trascurato (un gorilla che

attraversa un campo di basket ha meno probabilità di essere notato di una donna con l’ombrello).

Se un display viene modificato artificialmente durante un movimento oculare o altre interruzioni, causa

una cecità al cambiamento: le persone non percepiscono cambiamenti significativi nell’immagine.

4.2 - L’IPNOSI

L’ , o mesmerismo (Mesmer), è una forma di controllo verbale sulla coscienza che permette di

IPNOSI

controllare comportamenti, pensieri e percezioni di una persona. I requisiti della sua riuscita sono

l’accettazione e la suggestionabilità del partecipante: il suo comportamento si conforma a ciò che dice

l’ipnotizzatore fino ad alterare le percezioni della realtà. Le suggestioni ipnotiche sono di 3 tipi:

Suggestioni ideomotorie : l’ipnotista suggerisce che si verificherà una particolare azione senza che ci

­ sia la consapevolezza di un’azione volontaria (sollevare un braccio)

Suggestioni di sfida : l’individuo ipnotizzato sarà incapace di compiere una normale azione volontaria

­ 14

Suggestioni cognitive/sensoriali : la persona ipnotizzata è sottoposta a distorsioni delle esperienze

­ sensoriali o cognitive (non sentire un dolore o non essere in grado di ricordare qualcosa)

4.3 - IL SONNO

Il non è uno stato di incoscienza, ma uno stato alterato di coscienza naturale, non indotto

SONNO

artificialmente. Oltre alla temporanea soppressione della coscienza, il sonno modifica alcune funzioni

corporee (movimenti oculari, frequenza respiratoria e cardiaca). Il sonno si può dividere in 2 fasi:

S NREM

• (o sonno quieto) : ritmo respiratorio e battito cardiaco regolari, muscoli attivi. L’attività

ONNO

mentale è assente o ridotta; l’EEG mostra un’attività elettrica ad alto voltaggio e bassa frequenza.

Presenta 3 stadi: dal facile risveglio (attività theta) al sonno profondo (attività delta)

S REM

• (o sonno attivo) : movimenti oculari rapidi, muscoli paralizzati (a parte rari movimenti

ONNO

involontari), ritmo respiratorio e battito cardiaco irregolari. L’attività mentale consiste nel sogno e

l’attività elettrica ha basso voltaggio ed alta frequenza (somiglia all’EEG di una persona sveglia)

Sono fasi cicliche: il sonno comprende 4-5 cicli di alternanza fra fase REM (30 minuti) e NREM (1 ora).

Il sonno NREM, specialmente nell’attività delta, è correlato alla conservazione e al ristoro di funzioni

vegetative di base. Nel corso dello stadio 4, infatti, l’attività metabolica del cervello diminuisce del

75% rispetto al livello di veglia. Pertanto, lo stadio 4 da al cervello la possibilità di “riposare”.

Il sonno REM è un periodo di intensa attività fisiologica ed è ragionevole aspettarsi che svolga funzioni

diverse dal sonno NREM. Smith ha evidenziato come animali trattati, durante lo sviluppo, con farmaci

che inibiscono il sonno REM hanno mostrato, da adulti, anomalie nel comportamento. Tali animali,

inoltre, avevano la corteccia cerebrale ed il tronco encefalico di dimensioni inferiori rispetto ai non

trattati. Ciò indica l’importanza del sonno REM nei processi di apprendimento e sviluppo cerebrale.

5. IL LINGUAGGIO

Il è la facoltà mentale che permette all’uomo di comunicare, usando una o più lingue. Le

LINGUAGGIO

lingue sono un prodotto sociale, l’astrazione di un insieme di convenzioni socialmente condivise da

un gruppo. Il linguaggio, infatti, si è evoluto grazie alle forme di relazione sociale fra i nostri antenati.

Nonostante la comunicazione non sia una prerogativa della specie umana (formiche, api), nessuno dei

sistemi simbolici impiegati da altre specie ha caratteristiche confrontabili con le lingue umane.

Perciò, il linguaggio verbale può essere considerato la risultante di vari sistemi di comunicazione più

antichi nella storia evolutiva (espressioni emotive della mimica e gestualità, già presenti nelle scimmie).

Il linguaggio è un sistema di segni, di simboli arbitrari combinati in accordo alle regole della grammatica:

un sistema simbolico di comunicazione. Tuttavia, possiamo riconoscere 2 sistemi di comunicazione:

• Sistema verbale : linguaggio verbale (aspetti fonologici, sintattici, semantici e pragmatici)

• Sistema non verbale : linguaggio paralinguistico (intercalari, risate, silenzi, borbottii, cadenza nella

pronuncia), linguaggio cinesico (gesti, posture) e linguaggio prossemico (gestione dello spazio)

Il dibattito sul rapporto tra sviluppo del e acquisizione del si rifà a 3 posizioni:

PENSIERO LINGUAGGIO

• Pensiero e linguaggio come 2 facoltà autonome : il funzionamento del pensiero è indipendente e

più complesso di quello del linguaggio (Vygotskij)

• Il linguaggio dà forma al pensiero : la forma del linguaggio determina la struttura dei processi di

pensiero, modificando il modo in cui percepiamo le cose e le ricordiamo (Sapir, Whorf)

• Il linguaggio è un prodotto della mente : i processi di pensiero influenzano la struttura del linguaggio

5.1 - SVILUPPO DEL LINGUAGGIO

Le tappe fondamentali dello vengono raggiunte molto rapidamente, ma il suo

SVILUPPO DEL LINGUAGGIO

completamento è lungo e graduale. Tutti i bambini normali nascono con la capacità propria della

specie umana di acquisire le lingue a cui sono esposti: questa capacità innata riguarda la lingua

parlata. 15

Nonostante i bambini molto piccoli sembrino altamente sensibili alle variazioni sonore del discorso,

con l’inizio

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
22 pagine
24 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher davril86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei processi cognitivi: teorie e metodi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Giannini Anna Maria.