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LA VELOCITÀ DELL’IMPULSO NERVOSO:

Un altro problema che si poneva al centro della discussione tra vitalisti e materialisti era la misura della

velocità di conduzione degli impulsi nervosi.

Mentre i vitalisti negavano la possibilità di misurare la velocità degli impulsi nervosi perche infinita, i

materialisti rifiutavano l’imposizione di questo limite.

- Johannes Muller, vitalista.

- Helmholtz: materialista. Stimolava il nervo e misurava il tempo che intercorreva tra stimolazione e

contrazione.

Dimostrazione che la conduzione richiedeva un tempo definito: possibilità di determinare e misurare ciò che

accadeva nel sistema nervoso.

GALL E LA FRENOLOGIA:

Gall: nel 1822, con la frenologia, cerca di combinare psicologia delle facoltà con analisi neuro – anatomo –

funzionale del cervello. Egli sosteneva che ogni facoltà psicologica abbia una sua sede cerebrale specifica e

che l’esercizio di una facoltà determinasse un accrescimento fisico dell’area cerebrale relativa.

Inoltre sosteneva che questa zona cerebrale quantitativamente accresciuta, premendo contro la scatola

cranica, la deformasse. La presenza sulla scatola cranica di asimmetrie determina le predisposizioni

dell’individuo.

Broca: nel 1861 scoprì il centro cerebrale del linguaggio articolato: rilevò che chi aveva una lesione nel piede

della terza circonvoluzione prerolandica sinistra perdeva la capacità di articolare il linguaggio, ma

conservava tutte le altre funzioni linguistiche.

Grazie a questa scoperta si riaprì il discorso della localizzazione cerebrale delle funzioni mentali e vennero

individuati altri centri la cui lesione corrispondeva alla perdita di altre funzioni mentali.

2.3) L’EQUAZIONE PERSONALE:

Bessel, astronomo, studiando un caso di astrologia (il licenziamento di un assistente che aveva sbagliato

misurazioni), formulò l'equazione personale, cercando di stabilire l'errore sistematico che ogni osservatore

compie col suo punto di vista.

2.4) DONDERS:

Donders: conduce degli studi sui tempi di reazione relativi ai processi mentali creando il metodo sottrattivo e

usandolo insieme all’introspezione per l’analisi della vita psichica. Unifica i filoni di ricerca sull’equazione

personale e sulla velocità nervosa.

Gli nacque l’idea di controllare la complessità dei processi mentali e di stimarla facendo ricorso a misurazioni

differenziali dei tempi necessari allo svolgimento dei processi mentali di diversa complessità.

Per farlo Donders propose uno schema in dodici fasi ognuna delle quali corrisponde a una parte del tempo

totale intercorrente tra stimolo e risposta:

1) azione degli elementi sensoriali negli organi di senso.

2) comunicazione con le cellule gangliari periferiche; incremento di attività richiesto per la scarica.

3) conduzione nei nervi sensoriali alle cellule gangliari del midollo.

4) incremento dell’attività di tali cellule.

5) conduzione alle cellule nervose degli organi concettuali.

6) incremento dell’attività in queste cellule.

7) incremento dell’attività delle cellule nervose dell’organo della volontà.

8) conduzione alle cellule nervose che governano il movimento.

9) incremento dell’attività in queste cellule.

10) conduzione nei nervi motori ai muscoli.

11) latenza nell’azione del muscolo.

12) incremento dell’attività sino al momento del superamento della resistenza alla risposta.

Il problema è che non possiamo determinare la lunghezza di nessuna fase.

Donders individuò tre tipi fondamentali di tempi di reazione:

- i tempi a, semplici, corrispondono a una situazione del tipo: stimolo  risposta.

- i tempi b, composti, consistono in una situazione in cui al soggetto viene somministrato uno stimolo scelto

tra due o più stimoli; il soggetto deve fornire risposte differenziate a seconda dello stimolo che gli è stato

presentato.

- i tempi c, composti, consistono in una situazione in cui al soggetto viene somministrato uno stimolo scelto

tra due o più stimoli; il soggetto deve però rispondere a uno solo degli stimoli.

I risultati dimostrano che i tempi a sono i più brevi; seguono i tempi c e infine i tempi b.

La differenza tra a e c indica il tempo necessario a discriminare tra gli stimoli.

La differenza tra c e b, indica la lunghezza del processo mentale necessario a discriminare tra risposte.

Questa fu la prima misurazione oggettiva in termini fisici di processi mentali.

Dopo Donders, merita di essere ricordato un altro famoso studio, dovuto a Exner (1873).

Exner coniò il termine “tempo di reazione” (prima era “tempo fisiologico”). Egli misurava le diverse durate che

si avevano tra la stimolazione della cute del soggetto con corrente faradica in un punto del corpo (es. piede)

e in un altro (es. mano). Suddivideva quindi la durata totale in 7 momenti :

1) il tempo necessario per la trasformazione della forza d’eccitazione in forza nervosa.

2) il tempo di trasmissione attraverso il nervo afferente sino a un centro nervoso.

3) il tempo necessario all’attraversamento del midollo spinale.

4) il tempo necessario alla trasformazione, nei centri nervosi, dell’impressione sensoriale in impulso motorio.

5) il tempo necessario all’impulso motorio per l’attraversamento del midollo.

6) il tempo di percorrenza nel nervo motorio.

7) il tempo di contrazione muscolare.

L’analisi di Exner rimaneva comunque a livello prevalentemente fisiologico e ben poco concedeva allo

“psichico”.

2.5) FECHNER:

Fechner1860: concepiva l’anima come forma di organizzazione della materia, e dotava di anima qualsiasi

materia.

Assume l’eredità di Spinoza che voleva anima e corpo due aspetti di un unico ente, l’Individuo, ed elabora la

teoria del doppio aspetto (“visione d’identità”). Alla base di questa teoria sta l’ipotesi di un parallelismo tra

spirito e materia, che sono espressioni di un’unica realtà che si manifesta ora secondo l’uno ora secondo

l’altro aspetto, come le due facce di una stessa moneta o medaglia, in funzione del punto di osservazione,

interno o esterno, da cui ci si pone.

Fechner considera la psicofisica come la dottrina delle esatte relazioni funzionali o di dipendenza tra corpo e

anima.

– psicofisica esterna studia lo psichico in relazione con il mondo corporeo esterno;

– psicofisica interna studia lo psichico in relazione con il mondo corporeo interno (il sistema nervoso).

Nel 1834 Weber, studiando il tatto e l’udito, aveva fatto una scoperta che avrebbe poi avuto una notevole

importanza per tutti gli sviluppi futuri della psicologia. Egli aveva rilevato che se si presenta a un soggetto in

una certa modalità sensoriale (tatto, udito, vista…) uno stimolo di una data intensità R, e si cerca poi di

vedere di quanto questo stimolo deve essere fatto variare perché il soggetto percepisca l’avvenuta

variazione (soglia differenziale), questa differenza appena percepibile (ΔR) non è costante ma dipende dal

valore iniziale di R.

Di fatto quello che è costante è il rapporto k (detto costante di Weber) tra ΔR e R:

∆R

 legge di Weber: k = R

La costante di Weber misura l’intensità di uno stimolo, dicendoci di quanto esso debba variare per essere

percepito come diverso da un altro, ma non ci dice niente sulla variazione (intensità) della sensazione.

La legge di Weber fu rivisitata da Fechner:

Fechner trovò che tra l’intensità della sensazione e l’intensità dello stimolo vi è una relazione che consente di

stabilire l’intensità della sensazione in base allo stimolo.

Partendo dalla legge di Weber, Fechner elabora una nuova legge (legge di Weber – Fechner) in cui sostiene

che la dimensione della sensazione soggettiva cresce in maniera proporzionale al logaritmo dell’intensità

della stimolazione.

 S = c log I (E = k log R + C  con c costante di integrazione, k costante di Weber, E sensazione, R

e

stimolo).

2.6) LE CRITICHE A FECHNER: BRENTANO E MEINONG:

Numerose critiche furono rivolte alle idee di Fechner.

Bergson: critica Fechner negando la possibilità di uno studio scientifico delle sensazioni in quanto qualità

pura e non grandezza estensiva.

Meinong: critica Fechner sostenendo che la legge psicofisica fondamentale non è una funzione logaritmica

k

ma una funzione potenza: E = c R .

Thurstone: legge del giudizio comparativo. Per uno stimolo di una certa intensità il processo discriminale

potrà assumere tutta una serie di valori, la massima probabilità di una consapevolezza corrispondente

all’intensità effettiva dello stimolo si ha per i valori intorno a una media centrale. Usa la statistica. Teorizza

l’esistenza di sette capacità mentali primarie –comprensione verbale –fluenza verbale –capacita numerica –

visualizzazione spaziale –memoria –velocità percettiva –ragionamento, tutte indipendenti tra loro.

CAPITOLO 4: LA NASCITA DELLA PSICOLOGIA SPERIMENTALE: DA HELMHOLTZ A WUNDT:

3.1) LA NASCITA DELLA PSICOLOGIA SPERIMENTALE:

Il 1879 (anno del riconoscimento accademico della psicologia) viene considerato l’anno ufficiale di nascita

della psicologia sperimentale, quando Wundt fonda a Lipsia il primo laboratorio di psicologia sperimentale.

3.2) HELMHOLTZ: ENERGIA NERVOSA SPECIFICA E INFERENZA INCONSCIA:

Helmhotz: si distacca dalla tradizione kantiana aderendo alle geometrie non euclidee che ci permettono di

concepire delle “serie di impressioni sensoriali di spazio e superficie non euclidee”.

Fece proprio il principio di Muller dell’energia nervosa specifica che affermava che la qualità delle

stimolazioni che riceviamo non dipende dal tipo di stimolazione che viene esercitata sugli organi di senso,

ma dal tipo di organi di senso che vengono eccitati.(Quindi per esempio il nervo ottico avrebbe sempre

trasmesso al cervello impulsi visivi, anche se fosse stato stimolato meccanicamente o elettricamente).

Il principio dell’energia nervosa specifica fu alla base della psicologia della percezione e soprattutto alla base

della teoria della percezione del colore e della teoria della percezione delle altezze tonali.

Per quanto riguarda la teoria della percezione del colore , Helmholtz sosteneva che la percezione del colore

derivava dall’esistenza nella retina di tre tipi di coni, che si distinguevano in base alla loro sensibilità ai tre

colori fondamentali: rosso, blu e violetto.

La mescolanza degli impulsi provenienti da ognuno dei tre coni avrebbe portato alla percezione di tutti i

colori.

La teoria spiega i deficit di percezione cromatica. Per esempio nel daltonismo (incapacità di distinguere i

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

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