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Woodworth: la psicologia deve studiare la dinamica SOR, cioè come il comportamento si produce in
interazione con l’ambiente esterno in funzione delle motivazioni dell’organismo.
Il condizionamento. Sulla base del principio del condizionamento furono elaborati 4 modelli
sull’apprendimento:
Guthrie: l’apprendimento è una modificazione del comportamento prodotta dall’associazione o dalla
contiguità tra uno stimolo e una risposta.
Skinner: accento sul condizionamento operante piuttosto che su quello classico. In quest’ultimo la risposta
è elicitata dallo stimolo (cibo-salivazione), mentre nel primo essa è emessa indipendentemente dalla
presenza dello stimolo. Inoltre, secondo Skinner il comportamento si modella (shaping = modellamento) in
funzione del programma di rinforzo scelto dallo sperimentatore.
Hull: uno stimolo evoca una risposta se la connessione tra questi due è associata alla diminuzione della
pulsione. Per Hull, la risposta è indice dell’avvenuto condizionamento, o apprendimento.
Tolman: mise in crisi questa seconda concezione di Hull, mostrando l’esistenza di un apprendimento
latente: l’assenza della risposta non implica che l’apprendimento non sia avvenuto. Furono confrontate le
prestazioni di tre gruppi di ratti nell’apprendere il percorso di un labirinto (il 1° gruppo era rinforzato con il
cibo, il 2° no e il 3° lo era a partire dal 12° giorno di prove): il 3° gruppo, da quando cominciò ad essere
rinforzato, mostrò una performance identica a quella del 1° gruppo, che fin da subito aveva appreso il
percorso. Contrariamente a Watson, Tolman ha un’impostazione molare (il comportamento dipende da
associazioni tra insiemi di stimoli e complessi di risposte, le cosiddette unità molari o gestaltiche, come le
mappe cognitive). La prospettiva cognitivistica
Il cognitivismo è un orientamento che nacque gradualmente negli Stati Uniti intorno agli anni’60. Il saggio
Cognitive Psychology di Ulrich Neisser, pubblicato nel 1967, esplicitava l’esistenza di tale orientamento.
Principi fondamentali:
1. principio delle basi biologiche dei processi psichici: la psicologia studia le strutture e le funzioni del
sistema nervoso e i processi, psichici che controllano l’adattamento;
2. principio dello sviluppo: i processi psichici si sviluppano in relazione alla maturazione del sistema
nervoso;
3. principio del costruttivismo: i processi psichici operano in modo attivo sull’ambiente, in quanto
filtrano l’informazione e la rielaborano in base a schemi di conoscenza e azione;
4. principio del mentalismo: la mente costruisce rappresentazioni (modelli mentali) del mondo che la
guidano nella sua interazione con l’ambiente;
5. principio dell’elaborazione dell’informazione: la costruzione dei modelli mentali avviene mediante
l’elaborazione delle informazioni, compiuta da unità specializzate;
6. principio della simulazione: dal momento che il calcolatore e la mente si fondano su processi simili,
l’elaborazione dell’informazione può essere simulata su macchine non organiche.
I processi cognitivi erano già stati interesse della scuola di Würzburg, formatasi intorno ad Oswald Külpe
nel 1894: tale scuola si caratterizzò per l’uso sistematico dell’introspezione.
Le teorie dell’intelligenza. I primi test per misurare l’intelligenza furono elaborati da Cattell, che introdusse
l’espressione «test mentale». Mentre i primi test erano relativi alle capacità sensoriali e motorie, gli
psicologi francesi Binet ed Henri introdussero test di memoria, immaginazione, attenzione e altre funzioni
mentali. Binet e Simon definirono come «età mentale» il livello delle capacità mentali da confrontare con il
livello intellettuale degli altri bambini della stessa età cronologica, per evidenziare un ritardo o un anticipo
nello sviluppo. Terman adottò per 1° la nozione di «quoziente d’intelligenza». Wechsler elaborò un test
intellettivo nel quale vi erano 2 scale principali: una per il quoziente d’intelligenza verbale (con prove di
vocabolario e aritmetica) e una per quello di esecuzione (composizione di cubi, completamento di figure).
La teoria dei 2 fattori di Spearman: esiste un’intelligenza generale (g) ereditaria accanto a fattori specifici
(s) relativi a capacità, conoscenze e operazioni particolari. «g» è una specie di energia che circola per la
corteccia cerebrale rifornendo vari raggruppamenti di neuroni preposti a funzioni particolari (i fattori «s»).
Thurstone: esistono 7 capacità mentali primarie relativamente indipendenti: comprensione verbale,
fluenza verbale, capacità numerica, visualizzazione spaziale, memoria, velocità percettiva, ragionamento.
Nel suo approccio fattoriale all’intelligenza, Guilford concepisce quest’ultima come un insieme di contenuti,
operazioni e prodotti dalla cui combinazione derivano 120 capacità. Guilford inoltre introduce la differenza
tra pensiero convergente e divergente. Da tale distinzione deriva l’introduzione, nella struttura
dell’intelligenza, del processo creativo come produzione divergente (idee originali).
Le teorie dello sviluppo psichico. Darwin riteneva che lo studio del comportamento infantile avrebbe
permesso di individuare degli schemi comportamentali di base, ancora relativamente immuni dalle
influenze ambientali e culturali, che potevano essere confrontati con il comportamento istintuale delle
specie animali. Bühler delinea 3 stadi dello sviluppo psichico: stadio del comportamento istintuale, stadio
del comportamento modificabile in base all’addestramento e stadio del comportamento intelligente.
Lo studio dello sviluppo psichico infantile trovò la sua sistematizzazione con l’opera di Stanley Hall e di
Baldwin alla fine dell’800. Hall diffuse l’uso dei questionari per raccogliere info sui bambini e divise lo
sviluppo in 5 stadi: prima infanzia, infanzia, giovinezza o preadolescenza, adolescenza, età
adulta/senescenza. Baldwin fu una delle principali fonti di Piaget.
Werner concepiva il mondo psichico originario del bambino come indifferenziato, autistico ed egocentrico,
e lo sviluppo mentale come caratterizzato da una indifferenziazione di partenza sia tra la mente e la realtà
esterna, che all’interno della mente. L’interdipendenza originaria tra funzioni percettive e affettive dà luogo
alle percezioni fisiognomiche, per le quali gli oggetti percepiti assumono connotazione affettiva.
L’animismo infantile avrebbe origine da questo fenomeno. Gradualmente avviene poi una differenziazione
tra la mente e il mondo esterno. La concezione di Werner fu definita teoria organismica per sottolineare la
stretta interdipendenza delle funzioni dell’organismo: sensoriali, cognitive e motorie.
Jean Piaget ha elaborato l’epistemologia genetica, una filosofia della mente fondata su basi empiriche e su
un’integrazione interdisciplinare: tale teoria della mente ha come presupposto fondamentale la nozione di
sviluppo. Piaget utilizzò metodi quasi-sperimentali, e in particolare il metodo clinico, mentre si oppose
all’utilizzo dei test e dell’osservazione pura: i primi son troppo rigidi e non consentono di adattare le
domande o i compiti per mettere in evidenza le effettive strategie di ciascun bambino; la seconda non
consente allo psicologo di manipolare i pensieri e i comportamenti del soggetto per coglierne i processi
sottostanti. Pertanto, nella scelta del metodo clinico, Piaget ha il vantaggio di unire l’osservazione alla
sperimentazione.
Lo sviluppo. Lo sviluppo psichico si delinea come un’evoluzione da strutture mentali semplici, fondate
sull’azione, a strutture sempre più complesse, fondate sul pensiero. Lungo questo sviluppo la mente
assolve una funzione di adattamento, che avviene mediante 2 processi: l’assimilazione, che permette alla
mente di incorporare nelle sue strutture gli elementi dell’ambiente esterno, e l’accomodamento, che
produce invece un cambiamento in tali strutture per gli effetti dell’assimilazione. Tra questi 2 processi si
realizza un equilibrio che consente lo sviluppo delle strutture mentali.
Per Piaget lo sviluppo mentale si dispiega in 2 periodi principali: senso-motorio (primi 2 anni) e concettuale
(2 – 12/15 anni), a loro volta suddivisibili in vari stadi. Nello stadio senso-motorio (tra i 4 e gli 8 mesi) si
apprende la permanenza dell’oggetto, cioè la convinzione che gli oggetti sono entità separate da lui e che
questi oggetti continuano a esistere anche se scompaiono dal campo visivo. Il periodo concettuale si divide
in 3 sottoperiodi ed è caratterizzato dall’introduzione del linguaggio e dei simboli nelle operazioni mentali:
1. stadio preoperatorio (2-7 anni): comprende a sua volta 2 sottostadi. Il primo, detto fase
preconcettuale (fino ai 4 anni) mostra uno sviluppo delle rappresentazioni degli oggetti, la capacità
di classificare in categorie secondo proprietà e il gioco simbolico, in cui un oggetto perde il suo
significato reale per acquistare quello prodotto nella mente del bambino; il secondo, detto fase del
pensiero intuitivo, si manifesta con un ulteriore sviluppo delle capacità di classificazione e
seriazione;
2. stadio delle operazioni concrete (7-11 anni): capacità di compiere operazioni mentali sugli oggetti
usando concetti fisico-matematici; acquisizione del principio di conservazione;
3. stadio delle operazioni formali (12-15 anni): si completa lo sviluppo mentale; utilizzo del metodo
ipotetico–deduttivo (formulazione di ipotesi, deduzione delle conseguenze ed esecuzione
dell’esperimento per verificare l’ipotesi).
Critica: lo sviluppo per stadi descritto può valere per una determinata cultura, ma non è generalizzabile ad
ogni contesto culturale. La prospettiva storico-culturale
Psicologia e marxismo. Psicologia e marxismo, pubblicato nel 1925, rappresenta il primo contributo
sistematico nell’ambito della fondazione di una psicologia marxista: in questo saggio vengono analizzate le
teorie psicologiche contemporanee e se ne riscontra l’accordo con i principi del materialismo storico e
dialettico. La teoria che incontrò maggiore attenzione fu la psicoanalisi, soprattutto da parte di Lurija. La
psicoanalisi, secondo lui, appariva come la teoria che considerava uno sviluppo condizionato
contemporaneamente da fattori biologici e sociali, pertanto la definì psicologia monistica.
La scuola di Francoforte e la teoria critica. In Germania, a Francoforte, si realizzò un altro progetto di
integrazione tra psicoanalisi e marxismo presso l’Istituto per la ricerca sociale, fondato nel 1923. I contributi
più importanti furono dati dai filosofi Max Horkheimer e Adorno, cui si affiancarono il filoso Herbert
Ma