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SETTING DELLA POLIS PER RIPENSARE LA PSICOPATOLOGIA
L’analisi di gruppo pone l’accento sulle prospettive di guarigione, volta al futuro. E’ quindi
importante fermarsi ad osservare i fattori presenti nella società che influenzano la costituzione
dell’identità individuale sia in direzione della sofferenza psicologica, sia del suo contenimento
(Foulkes parla di psico-patologia sociale), soprattutto nel mondo odierno dove sono avvenuti
grossi cambiamenti, sia a livello mondiale( fantasmi di guerre nucleari), sia a livello nazionale,
sia a livello individuale( cambiamenti delle famiglie, delle condizioni economiche..). Questi
cambiamenti determinano una sensazione di “mancanza” e di assenza collegata ad una precaria
struttura dell’identità. La gruppoanalisi si muove con un “progetto postpsicoanalitico” , il quale
si propone di dialogare con le sofferenze individuali e dei gruppi a partire dalla costruzione
condivisa di nuovi codici di significazione.
Livello transpersonale viene chiamato politico ambientale perché:
Passaggio da una cultura di coppia cultura di gruppo
Il gruppo rappresenta lo spazio reale e simbolico del transito da una dimensione diadica del
dialogo ad una aperta alla relazione e alle reti comunicative da esse determinate, dai processi di
individualità a quelli di socialità. Nella polis (luogo di scambio simbolico in cui la progettazione
sa essere agorà del pensiero produttivo e critico) questo transito è rappresentato dal passaggio
dalla dimensione in gruppo a quella di gruppo.
La prima dimensione (in gr, predominante la cultura di coppia) guarda alla convivenza come
una precisa definizione dei ruoli e delle funzioni in modo dogmatico.
La cultura di gruppo si fonda sulla circolazione dei ruoli e sulla possibilità di una co-crescita dei
processi di comunicazione e pensiero e valorizza la soggettività gruppale.
di espressione e di “agito”
Nel livello politico ambientale trovano spazio anche i conflitti. Essi
possono essere rappresentati nel gruppo, che è capace di trasformare il sintomo in una
storia(simbolo), rendendolo parlabile e analizzabile sotto forma di tema, quindi anche il dolore
psichico psicopatologico trova spazio, e può essere elaborato. L’essere umano si caratterizza per
questa sua necessità a simbolizzare, ad andare oltre la semplice risposta-stimolo, alla ricerca del
senso da dare alla propria esistenza nel mondo→ nel setting si può parlare di vita simbolica (no
↓
fx simbolica) I simboli introducono in uno stato di
coscienza e di esperienza diretto, spontaneo, irragionevole e incomunicabile. Sono esperienze
non trasmissibili per via logica o discorsiva, pur rimanendo realtà collettive, sono come punti di
una rete invisibile che ci unisce ma che non sappiamo spiegare.
UNA CONCLUSIONE POSSIBILE:L’EUDEMOLOGIA
Politico=
forma più avanzata e complessa poiché organizzatore del transito dall’esistenza sociale alla
coesistenza (fra soggetti e soggettività)
capacità di far dialogare sogg e contesti
“altro”, all’interno del gruppi analitici
fondazione di uno spazio
Eudemonologia
“scienza della felicità” (supera la scienza del malessere)
La ricerca del bene (eu-) umano e terreno passa sia per il rispetto delle leggi (euprassia) , che
per l’etica degli affetti, come pure per la capacità di saper scegliere bene (eubulia). Un
percorso che prevede una mente sociale capace di raccogliere questo invito alla felicità
Eupsiche→ possibilità di far propria l’idea di comprendere le ragioni della sofferenza
dell’altro sia la base stessa per a fondazione della polis, delle sue ragioni e della sua
convivenza, è la possibilità, necessità di transitare dalla psicologia alla psichica, sul suo modo
di proporre la convivenza.
CAPITOLO 4 NELL’AZIENDA
AZIENDALIZZAZIONE DELLA POLIS E COSCIENZE COMUNITARIE
DERIVE DEL PROCESSO DI “AZIENDALIZZAZIONE” DELLE ISTITUZIONI SOCIALI
Servizi sanitari pubblici vengono fatti rientrare nel titolo di Azienda per ragioni esclusivamente
di mercato.
Rischi:
Immaginario distorto di come il sistema sia in grado di ottimizzare costi e ricavi
Perdere di vista la peculiarità culturale e il compito primario delle istituzioni sociali e in
particolare quelle di servizio. Il loro benefici si dovrebbero misurare in termini di
servizi/benefici prodotti per le persone e la comunità, e non sul guadagno
Non saper apprezzare però ciò che viene di positivo, efficacie e utile dalle organizzazioni
aziendali ↓
La cultura di servizio e l’orientamento al cliente
1. Consiste nel concepire ogni atto di lavoro come proteso a produrre ed erogare un servizio per
qualcuno, e, nel caso delle organizzazioni pubbliche, ai cittadini. Questa necessità per le
imprese di sviluppare relazioni di servizio nasce dall’esigenza di acquisire nuovi differenziali
competitivi, non basati esclusivamente sul prodotto. Questo costringe a ripensare radicalmente
le funzioni gerarchiche.
2. La cultura della competenza
il nucleo attorno al quale l’organizzazione è costruita, è rappresentato dalle peculiari
competenze in grado di assicurare i servizi per i quali l’azienda esiste ( le core-competence)
3. La cultura degli obiettivi e i sistemi di sviluppo delle risorse umane
Un’azienda sana tenderà ad avere regole e processi espliciti e trasparenti su tutti gli aspetti che
riguardano l’amministrazione e lo sviluppo delle risorse umane, inoltre lo sviluppo è
direttamente collegato e orientato alla realizzazione degli obiettivi a tutti i livelli e in tutte le
articolazioni organizzative. Inoltre queste aziende hanno realizzato che la soddisfazione del
clienti esterni è strettamente correlata al grado di soddisfazione del personale che vi lavora
all’interno.
Disagio Della Cultura Industriale
Prevalenza assoluta della finanza/economia su tutte le altre istanze, sia politiche, sia etiche, sia
sulle culture “tradizionali”
Il capitalismo si appoggia sull’apparato “scientifico-tecnologico” portando all’estreme
conseguenze le logiche della razionalità efficiente e strumentale, alimentando forte illusioni di
dominio e di controllo delle tecnologie
il profitto e l’interesse personale,
Obiettivo ultimo è spesso il profitto
Ipercompetizione liberista sia nel campo economico-commerciale, sia in quello delle relazioni.
Determina sfiducia nelle istituzioni, accentuando forme di individualismo in cui troviamo
soggetti sempre più isolati e sempre più in difficoltà nel mettersi in relazioni con gli altri
↓
La difficoltà di identificare gli altri come altri simili-a-sé- e la sfiducia nelle istituzioni finiscono
per distruggere il senso di appartenenza alla comunità, generando una sorta di depressione
comunitaria; il gruppo è solo un gruppo di lavoro per far qualcosa, è un team intercambiabile
secondo le circostanze e le performances richieste, la sua storia deve essere breve e di successo,
non deve avere legami di appartenenza e di identità, anche perché essi sarebbero d’impiccio per
il successo sul fare
LA CONDUZIONE GRUPPOANALITICA DI UN GRUPPO INTERMEDIO IN
AZIENDA
Il metodo gruppoanalitico e le dimensioni del gruppo
Principi fondamentali
di espressione individuale all’interno dei vincoli sociali e spazio temporali del setting
-Libertà
-la volontarietà di partecipazione
-mancanza di gerarchia di comando, la guida non direttiva del conduttore e il sui modello
operativo, o teoria della tecnica
Ogni gruppo ha le sue caratteristiche costitutive e dinamiche specifiche.
Il metodo grupooanalitico prevede si applica sia al piccolo e sia al grande gruppo:
PICCOLO GR
Esempio: il piccolo gr terapeutico si presta:
all’emergenza delle complessive dinamiche delle famiglie originarie dei pz, alla costituzione di
un forte clima di intimità, di contenimento reciproco e sostegno, assume una valenza
parafamiliare e di famiglia “buona” o “esperienza familiare correttiva o sostitutiva” molto caldo
e rassicurante. Al centro della specificità del setting troviamo la matrice personale e le relazioni
con la matrice familiare.
GRANDE GR
Al primo livello troviamo i processi sovra e trans personali, mentre secondo livello vi è la
dimensione personale.
Più i gr sono grandi e più la sfida alla capacità dell’individuo di trovare uno spazio differenziato
e personalizzato è potente. Il contatto tra le persone può divenire necessariamente virtuale ( per
esempio se le persone sono distanti geograficamente), mettendo il soggetto in una posizione di
disagio.
All’interno del Grande gr si costituisce il Gruppo Intermedio O Mediano:
L’individuo costruisce relazioni con le persone più prossime, con le quale egli comunica
Si “forma” il gr intermedio,
abitualmente. un gr non molto esteso (da 10 a 50 persone), il quale
media la dimensione e il vissuto individuale con l’appartenenza all’intero MACRO gruppo
complessivamente dall’organizzazione. E’ questo il luogo nel quale può essere
costituito
massimamente efficacie costruire uno spazio di cura, di visualizzazione dei processi
psicodinamici, di ascolto e di comprensione, disponibile per coloro che ne fanno parte.
Spazio che non può essere lo stesso della ordinaria vita organizzativa.
Solitamente questi spazi non sono predisposti e risulta improbabile e marginale la possibilità di
aprire spazi di espressione ed elaborazione. I vissuti individuali e di gruppo si riversano negli
interstizi informali o si insinuano nei processi lavorativi e nei flussi comunicativi e relazionali
dell’organizzazione.
ESPERIENZA DEL GRUPPO MEDIANO DELL’UFFICIO FORMAZIONE( raccontata dal
responsabile dell’ufficio)
Obiettivo: individuare e predisporre concettualmente ed operativamente uno specifico spazio di
comunicazione ed elaborazione dei vissuti del gr. Di lavoro
Motivazioni iniziali
Nasce l’idea di destinare uno spazio alla libera comunicazione (fare una riunione periodica).
Questo sarebbe stata la soluzione a tante difficoltà createsi nel tempo e in atto erano evidenti a
tutti:
Esisteva un problema storico e strutturale dell’ufficio. Erano presenti due unità: un gruppo di
1. proffesional (i formatori) e un reparto amministrativo e di supporto; i rapporti tra i due erano
mediati dal capo ufficio ma dato il loro differente status e collocazione organizzativa, tendevano
naturalmente a costituire due culture fortemente differenziate che avrebbero potuto sfociare in
–sci