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Il conflitto esistente nell’istituzione si riproduce facilmente all’interno dell’équipe, che agisce come

fattore di assorbimento delle tensioni. Questa è una delle cause più spesso riscontrate dalla

sterilizzazione e dissoluzione dell’équipe di psicologi, e del conseguente insuccesso nel compito

intrapreso. Un altro fatto che si osserva di frequente nell’équipe è la presenza di tensioni che

tendono a produrre una forte coazione a operare nell’istituzione saltando le tappe, con l’urgenza di

passare alla pratica. Un’altra forma che può assumere il conflitto interno al gruppo è quella di una

proliferazione di problemi che esso tende a indagare e a risolvere venendo disorientato per quanto

riguarda il suo compito professionale. Tutto ciò che avviene all’interno dell’équipe deve essere

analizzato a due livelli d’interazione: quello dell’équipe in rapporto al compito e quello del compito

da portare a termine. La lealtà fra i membri e l’assoluto riserbo riguardo ai dati della ricerca, così

come il rispetto delle direttive dell’équipe, costituiscono delle premesse fondamentali.

L’inserimento di nuovi componenti nell’équipe è un problema che riguarda l’intero gruppo e ogni

resistenza a questo va attentamente analizzata. Tutte le fantasie magiche dell’équipe devono essere

risolte cosicché il lavoro venga svolto in modo etico e scientifico.

L’interruzione o la cessazione di un compito è un altro dei problemi che vanno valutati.

Le regole che devono essere osservate dall’équipe sono: non permettere che situazioni di tensione

rimangano implicite, poiché ogni dissociazione è sempre focolaio attivo di nuove tensioni; non

lasciare in sospeso situazioni e problemi noti; tutte le possibili chiarificazioni e spiegazioni non

vanno fornite in qualunque sede, ma nel preciso ambito che l’équipe deve avere istituzionalizzato a

tal fine, in modo che le aree dei diversi tipi di compito di cui il gruppo si è incaricato vengano

rigorosamente rispettate.

Conclusioni

Per riassumere: “Dobbiamo costruire una psicologia della prassi e una prassi nella psicologia”

1.3 LO PSICOLOGO NELLA COMUNITA’

Si è ripetuto più volte che sia gli psichiatri che gli psicologi devono orientare diversamente il loro

impegno professionale.

Lo psicologo ha diverse funzioni a riguardo della comunità. Ecco cosa bisognerebbe fare: superare

l’organizzazione di un’assistenza individuale e privata destinata essenzialmente alla cura, facendo

in modo che l’impegno o il peso maggiore della propria attività professionale sia concentrato sulla

popolazione (la comunità) e non sui singoli individui: promuovere il benessere non soltanto curare;

evitare di prendere il considerazione unicamente, fattori patogeni a livello individuale, valutando

invece situazioni più generali della comunità; concentrare la propria attenzione, anziché sulla

malattia, sulle condizioni quotidiane di vita; invece di creare nuove istituzioni destinate

esclusivamente alla cura delle persone ammalate, andare fra la gente e occuparsi delle situazioni di

ogni giorno, dei compiti e delle attività quotidiane e ordinarie che svolge la popolazione.

Per sintetizzare: dobbiamo concentrarci maggiormente sulla gestione e pianificazione delle

conoscenze e delle tecniche relative al rapporto interpersonale e, controllare e favorire lo sviluppo

della personalità attraverso gli eventi comuni e quotidiani, i modelli d’interazione e l’aiuto di

persone chiave o di organismi importanti della comunità.

Nell’ambito dell’igiene mentale, della salute pubblica e della psicoigiene, lo psicologo ha molteplici

compiti e funzioni.

Obiettivi e livelli dell’Igiene mentale

Gli obiettivi dell’Igiene mentale si sono andati modificando nel corso delle sue diverse tappe

storiche:

- La prima tappa (I obiettivo) corrisponde a ciò che è stato sintetizzato nella disposizione

“fare qualcosa per il malato mentale” e che si riferiva al piano assistenziale. Dopo i primi

passi volti a ottenere un trattamento più umano per il malato mentale, si sono fatti notevoli

progressi a livello d’istituzioni assistenziali, sia dal punto di vista amministrativo che

terapeutico, ottenendo un incremento della qualità e della varietà. Il punto culminante di

questo sviluppo dell’assistenza psichiatrica viene raggiunto con quella che attualmente viene

denominata comunità terapeutica.

- La seconda tappa (II obiettivo) è quella segnata dalla diagnosi precoce, sia per gli adulti che

per i bambini: l’individuazione precoce delle malattie mentali può consentire una migliore

utilizzazione dei servizi ospedalieri e il conseguimento di più fecondi risultati nei

procedimenti terapeutici.

 Questi due obiettivi dell’igiene mentale richiedono un’ampia partecipazione dello psicologo,

non soltanto per quanto riguarda la psicodiagnosi e la psicoterapia, ma anche l’adeguata

divulgazione di conoscenze che inducano la comunità a chiedere l’aiuto del medico o dello

psicologo e a combattere i pregiudizi sulla malattia mentale, egli deve inoltre essere presente per

valutare quei fattori psicologici che intervengono nella dinamica delle istituzioni assistenziali,

dei gruppi, delle relazioni e tensioni che si creano tra questi.

- La terza tappa (III obiettivo) riguarda la profilassi o la prevenzione della malattia. Allo

psicologo competono gli aspetti psicologici di tale compito, cioè tutto ciò che riguarda la

psicoprofilassi. Essa non va intesa come prevenzione o profilassi delle malattie psichiche,

ma deve essere definita come l’impiego delle risorse psicologiche per prevenire le malattie.

Nel campo della prevenzione o profilassi della malattia mentale bisogna distinguere tra

prevenzione specifica e non: la prima ha l’obiettivo di combattere una determinata causa

mentre nella seconda non possiamo intervenire su cause specifiche. Le situazioni non

mediche sono di competenza dello psicologo.

- La quarta tappa (IV obiettivo) corrisponde alla riabilitazione, che consiste nel fornire un

aiuto psicologico al soggetto guarito o parzialmente guarito, perché possa reinserirsi nella

comunità e nella famiglia. L’intervento dello psicologo si estende all’igiene nella sua

totalità.

- La quinta tappa (V obiettivo) concerne la promozione della salute e si sovrappone alla

prevenzione non specifica. La promozione della salute si afferma in modo indipendente

dalla malattia rispetto alla prevenzione non specifica che è incentrata su di essa. Inoltre la

promozione della salute costituisce il campo specifico della psicoigiene. In ogni comunità la

pianificazione deve tenere conto del grado di urgenza di ciascuno di questi obiettivi d’azione

ed elaborare determinati criteri di priorità che dipendono non solo dalla natura dei problemi

che si devono affrontare più urgentemente, ma anche dalle risorse umane, economiche e

tecniche. Deve tener conto non soltanto delle necessità impellenti ma anche obiettivi di più

vasta portata.

Molina e Adriasola elencano i seguenti indici per valutare le priorità nella pianificazione:

- Gravità del danno

- Possibilità di evitare il danno

- Costo in rapporto al danno

- Rendimento

- Atteggiamento della comunità

Caplan invece distingue:

- Prevenzione primaria: volta a ridurre il rischio di malattie mentali

- Prevenzione secondaria: mira a limitare la durata della malattia, oltre a occuparsi della

diagnosi precoce e del trattamento

- Prevenzione terziaria: tende a prevenire postumi e insufficienze e mira a favorire il ritorno

del soggetto guarito nella comunità

In realtà la classificazione di Caplan coincide con quella precedente:

la prevenzione primaria - costo in rapporto al danno/atteggiamento della comunità;

la prevenzione secondaria - gravità del danno/possibilità di evitare il danno;

la prevenzione terziaria – riabilitazione;

Un altro autore, G.S. Stevenson, distingue tre tipi di prevenzione:

1. Prevenzione presuntiva: è basata sulla modifica di una condizione associata o precedente

alla malattia che si presume etiologicamente legata a essa;

2. Prevenzione relativa: così definita perché in realtà il disturbo è già comparso nella forma

meno grave. Essa comprende tre forme; terapeutica (mira al trattamento di stadi meno seri

per prevenire altri più gravi), sostitutiva (mira a sostituire una data sintomatologia con

un’altra meno grave) e radicale (mira alla modifica delle condizioni generali, che

permettono l’insorgenza della malattia; es. cambiamento di residenza).

3. Prevenzione assoluta: consiste nell’annullamento delle cause e nell’applicazione di misure

scientifiche attraverso due modalità; razionale (si basa sull’eliminazione di cause

scientificamente dimostrate) ed empirica (è fondata su conoscenze di cui non è stata

scientificamente provata l’esattezza, ma di cui si conosce empiricamente il beneficio).

Costellazione multifattoriale

La promozione della salute, così come la psicoprofilassi e la psicoigiene, ha la sua sfera d’azione in

seno alla comunità stessa. Si cerca d’intervenire su una struttura complessa da costruire una vera e

propria costellazione multifattoriale formata da tutte le attività, istituzioni, norme e interazioni

operanti in una comunità.

Questa costellazione multifattoriale include problemi di carattere economico, sociale e culturale,

come quelli relativi all’alloggio, al lavoro, alla disoccupazione, all’alimentazione, ecc.., e la

soddisfazione di questi bisogni rientrano tra le competenze della salute pubblica e della psicoigiene.

Al di fuori del campo della salute pubblica e dell’igiene mentale, lo psicologo ha un altro vasto

terreno di lavoro che richiede una conoscenza della comunità, delle sue caratteristiche generali e

specifiche attraverso una strategia caratterizzata da determinati aspetti:

- Lavoro dello psicologo in seno alla comunità come consulente

- Lavoro in diverse istituzioni della comunità (es. famiglie, scuole, fabbriche)

- Intervento nelle varie tappe dello sviluppo della personalità (infanzia, adolescenza,

giovinezza, maturità,vecchiaia)

- Intervento nei periodi di cambiamento nel corso dello sviluppo della personalità (es. nascita,

svezzamento, pubertà)

- Assistenza e osservazione nei momenti significativi dell’esistenza quali matrimonio,

gravidanza, divorzio..

- Periodi critici della vita considerati come momenti in cui si affronta una particolare

problematica (es. immigraz

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Publisher
A.A. 2014-2015
19 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alexandra85 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia interculturale e gestione delle risorse umane e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gozzoli Caterina.