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CAPITOLO 2: IL CICLO DEL VALORE DELLE RISORSE UMANE
Il capitale umano è la fonte primaria del vantaggio competitivo delle
imprese e delle nazioni. Il ruolo delle risorse umane nella costruzione
del vantaggio competitivo è fondamentale e assume un significato
ancora più pregnante nell’economia della conoscenza.
La Dru (Direzione delle Risorse Umane) deve mettersi nelle condizioni
di imprimere una valenza strategica alle proprie attività e nel contempo
rinnovare la propria strumentazione rendendola meno burocratica, meno
formale, più a contatto diretto con le scelte della linea operativa e con le
attese dei clienti. Per spiegare come questo possa avvenire proponiamo
il ciclo del valore delle risorse umane, che si basa su quattro nodi: le
persone, le relazioni, la prestazione e la valorizzazione. Non si tratta di
uno strumento gestionale ma di un modello analitico-descrittivo delle
dinamiche che legano in sequenza le attività della Dru con la strategia.
2.1 Dalle persone al valore
Il ciclo del valore delle risorse umane non può che partire dalle persone
che sono appunto portatrici del capitale umano che si esprime attraverso
conoscenze, abilità, competenze.
Il capitale umano si costruisce attraverso i processi di socializzazione e
che avvengono all’interno
di acculturazione, della famiglia e della
comunità, di scolarizzazione, che avvengono nelle apposite istituzioni
pubbliche e private e, infine, di professionalizzazione, che avvengono
soprattutto nelle aziende e sono poi rinforzati attraverso la formazione
continua.
Il mercato del lavoro è lo strumento che rende visibili le persone e ne
consente l’allocazione presso le aziende attraverso il confronto tra le
caratteristiche offerte e quelle richieste. Le persone reperibili nel
mercato del lavoro sono solo delle potenzialità che devono essere legate
all’azienda con un contratto. Il contratto può essere inteso sia in termini
tecnico-giuridici sia in termini psicologici.
Il contratto giuridico stabilisce il tipo di rapporto che può andare dal
tradizionale contratto di lavoro subordinato fino al contratto di tipo
10
commerciale.
Il contratto psicologico attiene, invece, alle attese reciproche e, quindi,
al grado d’implicazione emotiva che la persona stabilisce con
l’organizzazione e i suoi membri.
Inoltre le persone, immesse all’interno dell’organizzazione, forniscono
una determinata prestazione. La prestazione è funzione del contesto
organizzativo e tecnologico. La valorizzazione della prestazione è
di inserire il valore generato dalla
funzione della capacità dell’impresa
risorsa umana nella catena del valore aziendale, oltre che in quella dei
clienti e degli altri stakeholder.
Il processo di valorizzazione si conclude con il ritorno di risorse
economiche e di legittimazione, consentendo la riproduzione del ciclo.
2.2 Le persone
Le persone hanno caratteristiche individuali, fisiche, psicologiche e
sociali che ne differenziano il comportamento lavorativo e, quindi, il
valore che potenzialmente sono in grado di apportare in una relazione
organizzativa. Non è comunque corretto considerare le persone solo per
questo.
Si può tuttavia considerare il capitale umano che un individuo incorpora
e le competenze che lo caratterizzano.
Boyatzis definisce la competenza come una caratteristica intrinseca d un
individuo, casualmente correlata a una prestazione efficace.
Le competenze si possono scomporre in: Motivazioni: schemi mentali,
bisogni, spinte interiori che in modo stabile orientano le azioni
dell’individuo, Tratti: caratteristiche fisiche e psichiche dell’individuo e
una generale disposizione a comportarsi in una determinata maniera in
una certa situazione, Idea di sé: rappresentazione che l’individuo ha di
se stesso, Conoscenze: informazioni, teorie, concetti, insieme di saperi
specifici e generali, Skill: capacità di mettere in atto un sistema o una
sequenza di comportamenti coerenti con l’obiettivo desiderato.
La produzione interna di competenze non è l’unico modo per mantenere
e sviluppare il vantaggio competitivo dell’impresa. Anche
l’acquisizione sul mercato può assicurare lo stesso obiettivo, purchè
11
venga garantita la cooperazione, la longevità della relazione e io
reciproco sviluppo dei contraenti.
2.3 Le relazioni
Le relazioni comprendono la definizione del contratto in senso tecnico-
giuridico, ma anche in senso psicologico, organizzativo e sociale.
Accanto al concetto di capitale umano oggi è spesso usato quello di
social capital. Mentre il capitale umano è funzione di competenze,
conoscenze e capacità delle persone, il social capital è funzione delle
relazioni che le persone attivano, di cui sono parte.
Tradizionalmente la Dru ha avuto un ruolo importante nella costituzione
della relazione(reclutamento e selezione, assunzione, inserimento) e un
ruolo minore nella sua gestione, affidata al rapporto diretto tra
lavoratore e il suo superiore gerarchico.
Più significativo il ruolo della Dru nelle relazioni collettive, costituite in
prevalenza dalle relazioni sindacali, di cui ha molto spesso la gestione
esclusiva.
Oltre al tipo di relazione risulta fondamentale la sua qualità. La
valutazione delle competenze non può prescindere dalla qualità della
Un’elevata qualità della relazione può, per esempio, sopperire
relazione.
a un meno elevato livello di competenze individuali e conferire
all’insieme dell’impresa una notevole competenza. Per contro, elevate
competenze individuali associate a una relazione inadeguata danno
luogo a una scadente competenza aziendale.
La relazione che l’organizzazione instaura con le persone può essere
caratterizzata da due dimensioni. La prima riguarda il rispetto per la
persona, che fa riferimento alla correttezza giuridica, contrattuale e
organizzativa della relazione. La seconda riguarda il coinvolgimento
cioè l’attenzione e il commitment. Combinando le due
emotivo,
dimensioni possiamo individuare quattro dimensioni: 1) la prima in
basso a sinistra si realizza quando l’impresa ha un orientamento
opportunistico, 2) la seconda, in alto a sinistra, è molto frequente nella
piccola azienda dove si cerca un coinvolgimento emotivo delle persone,
è un’azienda tecnocratica o burocratica che
3) la terza, in basso a destra, 12
rispetta le persone e le relazioni formali, ma senza alcuna implicazione
l’ultima, in basso a sinistra, si configura come
emotiva, 4)
un’organizzazione integrata.
2.4 La prestazione
Il terzo nodo del ciclo del valore delle risorse umane è rappresentato
dalla prestazione. Le persone selezionate e assunte vengono inserite
nell’organizzazione per coprire un ruolo, svolgere una mansione, fornire
una prestazione. La prestazione è funzione delle competenze delle
persone, della relazione instaurata e del contesto organizzativo e
tecnologico. L’attività direzionale e l’organizzazione del lavoro devono
intervenire per permettere che la prestazione venga erogata con uno
spirito di collaborazione.
2.5 La valorizzazione
Il quarto nodo del ciclo, la valorizzazione delle risorse umane, per
l’impresa significa l’incontro con il mercato, e quindi con il singolo
ambiente,e per la singola persona significa la riscossione del premio, sia
da un punto di vista economico che psicologico. Le persone hanno una
capacità di autogestione e di auto sviluppo delle competenze molto
maggiore di quanto non venga loro generalmente riconosciuto.
In passato l’attenzione era centrata sugli aspetti politici-istituzionali
dell’organizzazione. Oggi l’attenzione si sposta da una produttività
misurata con criteri interni di rapporto costo-risultato a una produttività
misurata in termini di valore trasferito al cliente.
Valore e vantaggio competitivo
Il vantaggio competitivo di un’impresa si basa sulla sua capacità di
generare valore i misura maggiore dei concorrenti. Questa capacità è
funzione della dotazione di asset fisici(impianti, stabilimenti, risorse
finanziarie) e asset intangibili(capitale intellettuale). Gli invisible assets,
cioè risorse intangibili o immateriali o capitale intellettuale,
il principale vettore per la creazione di valore all’interno
rappresentano
di una organizzazione complessa, poiché aumentano la capacità di
generare valore all’interno dell’organizzazione.
l’insieme di asset intangibili
Il capitale intellettuale, che rappresenta
13
che, opportunamente valorizzati, consentono di incrementare in maniera
significativa il valore dell’organizzazione e l’efficacia della sua
manovra strategica in termini di conoscenza, si caratterizza per una
tripartizione: che riguarda la dimensione relazionale dell’impresa
_ Social capital: ed
è perciò chiamato anche capitale relazionale. Riguarda il rapporto con i
clienti, i fornitori, e partner. Per questo motivo si rifà ad un approccio
aziendalista. D’altro canto riguarda anche l’approccio individualista in
quanto il capitale sociale, dunque, riguarda la struttura delle relazioni tra
persone; non è situato né negli individui, né negli strumenti fisici della
produzione, ma è il prodotto di scelte razionali dell’individuo.
_ Capitale umano: che comprende le caratteristiche del personale
dell’azienda in termini di composizione demografica, istruzione, abilità
e competenze, motivazione e così via. Le dimensioni del capitale umano
concernono le competenze(conoscenze, abilità, capacità) e il
comportamento(atteggiamento, motivazione, attitudini, valori).
_ Capitale strutturale o capitale organizzativo: che comprende la
proprietà intellettuale, gli assetti organizzativi, i sistemi gestionali e
operativi, le routine e le procedure, il modello di management e, in
sintesi, i saperi e le capacità dell’azienda. Le dimensioni principali del
capitale strutturale sono la cultura, l’organizzazione e l’innovazione.
Il sistema di Gestione Risorse Umane (G.R.U.) fa parte del “capitale
strutturale “ e, in termini di vantaggio competitivo che presenta per
l’azienda, può essere analizzato sulla base di tre caratteristiche:
a)Il valore: è dato dalla capacità della pratiche di GRU di ridurre i costi
o di aumentare la qualità dei prodotti o dei servizi;
b)La rarità: qualità riferita alla diffusione delle pratiche di GRU; se
fanno parte di un sapere manageriale corrente o episodico, difficilmente
costituiranno