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I METODI DI RICERCA IN PSICOLOGIA DI COMUNITA'

La psicologia di comunità utilizza un approccio “meno rigoroso” rispetto alla ricerca sperimentale

classica. Questo perché cerca anche di cogliere le sfumature dei contesti di vita, spesso poco

evidenziabili dagli strumenti classici di ricerca.

Validità, quantità, qualità → Lewin introdusse il concetto di ricerca-azione secondo cui il processo

conoscitivo diviene un'azione sociale proprio nel momento in cui la popolazione target della ricerca

è coinvolta. Il modo di sviluppare conoscenza può essere suddiviso in vari approcci in base al grado

di collaborazione tra ricercatore e partecipanti alla ricerca. Un ulteriore modo per distinguere diversi

modi di fare ricerca è quello tra ricerca quantitativa e qualitativa; in quella quantitativa rientrano

gli studi basati sull'analisi di numeri con ricorso alla statistica, in quella qualitativa si fanno rientrare

le principali forme di ricerca “sul campo” basate sull'osservazione partecipante. Una delle

caratteristiche della psicologia di comunità è quella di adottare disegni di ricerca misti. Questo

paradigma propone un ruolo del ricercatore meno asettico e distaccato, dove la costruzione di un

rapporto fiduciario con il target è fondamentale anche in una prospettiva di cambiamento. È

importante integrare metodi quantitativi e qualitativi. Questioni essenziali a cui la ricerca di

comunità dovrebbe dare delle risposte.

Come si conosce una comunità? → Conoscere un contesto significa definirlo, quindi cosa osservo e

con chi. Per ridurre le distorsioni si adotta lo strumento dell'osservazione partecipante dove

l'osservatore passa un certo lasso di tempo all'interno della comunità (antropologia), questa modalità

è stata da questo campo modificata in ricerca partecipata; accoglie la partecipazione diretta del

ricercatore alla vita della comunità. Il vero problema non è come e con quali strumenti conosciamo

la comunità, ma come essa, attraverso un processo partecipato, possa conoscersi, anche grazie a

strumenti che la ricerca sociale mette a disposizione. Questa modalità è antitetica rispetto alla

diagnosi-osservazione di comunità che raccoglie fatti, indicatori, caratteristiche sociali e costruisce

un quadro cognitivo (diagnosi). Tra la ricerca partecipata e una diagnosi esiste un continuum

all'interno del quale spostarsi e che può rivelarsi utile a seconda della comunità che intendiamo

studiare oppure della disponibilità finanziaria. Il livello di partecipazione dipende dagli obiettivi

della ricerca. Esistono degli aspetti della comunità a cui lo psicologo è solitamente interessato: gli

aspetti strutturali (com'è composta), gli aspetti relazionali (come si comportano, forme di

partecipazione) e aspetti di gestione (regole, controlli, relazioni di potere). Si possono analizzare

diverse caratteristiche: solitamente si considerano 8 profili di diverse caratteristiche in grado di

schematizzare e semplificare gli aspetti centrali della comunità territoriale. Le caratteristiche sono:

territoriali (fisiche e urbanistiche), demografiche (popolazione), economiche (occupazioni e fonti di

reddito), dei servizi (tipologia, organizzazione e diffusione), psicosociali (attori presenti e

caratteristiche delle relazioni che intrattengono), istituzionali (istituzioni presenti), antropologiche,

storiche e culturali (storia, cultura, valori di una comunità), del futuro (credenze speranze e paure).

Queste consentono una comprensione globale del territorio per capirne limiti e risorse.

Gli strumenti per conoscere una comunità: lo psicologo di comunità ha a disposizione diverse

tecniche e strumenti d'indagine. Si possono suddividere in base al “contatto” che il ricercatore ha

con la comunità di interesse. Ci sono quelli a nessun contatto che sono gli strumenti ricavabili da

indicatori e database già disponibili, vengono cercati dati già esistenti per creare una prima

immagine della comunità. Sono strumenti quantitativi ma anche qualitativi (racconti, libri, articoli).

Forniscono un'immagine complessiva della situazione e permettono di capire la rilevanza o

l'esistenza di un problema. Iniziare un progetto d'intervento o di ricerca senza questi dati può far

prendere decisioni sbagliate. I limiti sono l'affidabilità perché i dati non sono sempre aggiornati. Gli

strumenti a minimo contatto riguardano metodi di osservazione del contesto fisico-strutturale. Il

contatto è minimo, sporadico e occasionale. C'è un'osservazione qualitativa, meno strutturata,

oppure quantitativa, utilizzando griglie di osservazione. Rimangono dubbi sul fatto se tali dati siano

oggettivi o soggettivi, o fortemente condizionati dalle caratteristiche di chi li raccoglie. Negli a

moderato contatto esiste un contatto intenzionale, anche se circoscritto, tra ricercatore e soggetti.

Questi sono costituiti a questionari e scale self-report, si distinguono tra quantitativi e qualitativi.

Questi strumenti sono i più utilizzati in ambito psicologico e ne esistono in letteratura una gran

quantità e varietà. Gli strumenti a elevato contatto (interviste individuali o di gruppo come i focus

groups), dove il coinvolgimento della popolazione in esame è considerevole. Tali strumenti riescono

a entrare maggiormente in profondità e sono molto più adatti a creare le condizioni per coinvolgere

i soggetti in successive attività d'intervento.

La ricerca epidemiologica → Tra i vari metodi a disposizione per conoscere una comunità e rilevare

l'entità di fenomeni e coglierne le determinanti c'è la ricerca di natura epidemiologica. Valido

strumento per stimare la prevalenza di problemi psichiatrici e psicosociali, risorse e punti di forza.

Fondamentale per comprendere l'entità di un problema è evidenziare i fattori di rischio e protettivi.

E possibile rilevare frequenze, diffusione e incidenza di fenomeno patologici e non, ma soprattutto

verificare fattori socio-ambientali connessi per inquadrare la problematica in un contesto più ampio.

Buone stime richiedono campioni accurati numericamente rilevanti e costosi. La rilevanza riguarda

la possibilità di stimare la reale diffusione nella comunità di un tipo di disagio. Esistono altre

modalità (nessun contatto), più indirette ma sicuramente meno dispendiose, di misurare l'incidenza

e la prevalenza dei problemi: lavorare sui dati forniti dai servizi e l'uso di indicatori indiretti. Questo

tipo di indicatori rischiano di rappresentare una sottostima dell'incidenza reale del fenomeno.

Quali sono i metodi più adeguati per cogliere la complessità e per indagare gli effetti dei contesti?

→ Il metodo dei modelli gerarchici lineari (Hierarchical Linear Modeling, HLM).

La metodologia HLM: l'unità di analisi: gli studi empirici sull'effetto dei contesti sono per loro

natura gerarchici, dal momento che gli individui sono raggruppati all'interno di gruppi che possono

essere di diverso genere. Una difficoltà metodologica e concettuale è quale sia il livello di analisi

più appropriato sul quale condurre le analisi, ovvero il gruppo o l'individuo. Problemi statistici

dell'analisi a un livello: quando si cerca di rispondere a domande di ricerca che sono per loro natura

multilivello con metodologie “tradizionali” a un solo livello esistono tre problemi fondamentali.

l'”aggregarion bias” (bias dovuto all'aggregazione dei dati) si verifica quando una variabile assume

significati diversi se considerata a livello individuale o di gruppo. Quando i dati degli individui sono

raggruppati in unità sovraordinate è possibile incorrere in una stima scorretta dell'errore standard

(misestimated standard errors), dovuta all'assunzione impropria dell'indipendenza delle

osservazioni. Un'ulteriore difficoltà risiede nell'eterogeneità dell'inclinazione della retta di

regressione. Rispetto ai metodi convenzionali di analisi a un solo livello, l'utilizzo di HLM permette

di giungere alla soluzione delle tre problematiche.

La ricerca valutativa → La valutazione dei progetti ha diverse finalità e risponde a diversi quesiti

inerenti i progetti. Principalmente si distingue tra:

1.valutazione ex ante, in cui ci si interroga su come il progetto è stato definito e scritto, sulla

coerenza tra finalità e obiettivi specifici.

2.valutazione di processo e monitoraggio, in cui ci si interroga circa i processi che caratterizzano il

progetto (se ci sono ostacoli, se sta raggiungendo il target designato).

3.valutazione di efficacia, in cui si stabilisce se il progetto è stato efficace, se ha raggiunto gli

obiettivi prefissati.

Rispetto a metodologie per la valutazione di efficacia dei progetti, alcuni sostengono che

l'oggettività e la validità dei risultati di un progetto possano essere garantiti solamente utilizzando

dati di tipo quantitativo e disegni rigorosi come i disegni sperimentali o quasi-sperimentali. I

disegni di ricerca sperimentali sono quelli che riescono a garantire i più alti livelli di validità

interna: sono caratterizzati dalla presenza di un gruppo sperimentale (che riceve un trattamento,

partecipa a un progetto psicosociale) e un gruppo di controllo. Si distinguono per il fatto che i

soggetti sono casualmente attribuiti a uno di questi due gruppi (non sempre facile o possibile). I

disegni sperimentali sono nati per applicazioni in contesti di laboratorio e non sono facilmente

realizzabili per chi opera nel territorio in situazioni di realtà complesse. I disegni quasi-

sperimentali, pur dividendo i soggetti in un gruppo sperimentale e di controllo, non prevedono

l'assegnazione causale dei soggetti. È utile nella valutazione dell'efficacia di interventi su intere aree

locali, città o comunità. Sono diversi i disegni quasi-sperimentali che si possono adottare per la

valutazione dei programmi di prevenzione, uno dei più utilizzati è il disegno con gruppo di

controllo non equivalente e doppia rivelazione. I due gruppi devono avere caratteristiche il più

possibile simili. Un altro disegno di ricerca è quello delle serie temporali interrotte. Si avvale dei

cambiamenti nel tempo come criterio per interpretare gli effetti di un intervento e richiede numerose

misurazioni prima e dopo l'introduzione del programma. Risulta simile al disegno sperimentale su

soggetto singolo utilizzato però su gruppi o comunità. La superiorità e i vantaggi dei disegni di

ricerca sperimentali o quasi-sperimentali nell'individuazione degli effetti causali legati a un

intervento è riconosciuta, nonostante le limitazioni.

Limiti e progr

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
31 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlexVolpe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia di comunità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Santinello Massimo.