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La  maggioranza  dei  soggetti  destrimani  mostra  chiaramente  di  preferire  figure  in  cui  il  centro  

di   interesse   è   spostato   a   destra.   L’interpretazione   più   ovvia   è   che   in   questo   caso   l’osservatore  

volge  lo  sguardo  verso  la  destra  del  quadro,  cosicché  la  maggior  parte  del  quadro  si  trova  a  

sinistra  della  direzione  dello  sguardo  e  quindi  si  proietta  sull’emisfero  destro.  

I  due  emisferi  cerebrali  e  la  storia  dell’arte  

Si   può   pensare   che   le   distinte   funzioni   dei   due   emisferi   cerebrali   possano   portare   a  

conseguenze  diverse  nell’osservazione  di  opere  d’arte.  

Per   esempio   la   pittura   medievale   si   rivolgeva   all’osservatore   con   un   linguaggio   altamente  

simbolico,   il   cui   significato   era   noto   a   chi   guardava,   che   poteva   così   leggere   e   capire   il  

messaggio.   Si   tratta   di   un   vocabolario   scarsamente   conosciuto   all’osservatore   moderno,   se  

non  specialista.  

Nel  Rinascimento  invece  la  rappresentazione  figurativa  sembra  adottare  un  codice  più  visuo-­‐

spaziale  e  quindi  più  proprio  del  lobo  destro.  

Inoltre   i   personaggi   cominciano   a   far   trapelare   i   loro   sentimenti.   Dunque   ancora   sembra  

giocare   un   ruolo   fondamentale   il   lobo   destro,   il   lobo,   oltre   che   dello   spazio,   anche  

dell’emozione  e  dell’immaginazione.  

Si  potrebbe  dire  che  la  pittura  del  Rinascimento  piace  per  la  sua  perfezione  e  che  la  gioia  che  

essa   suscita   è   simile   a   quella   che   si   prova   nella   risoluzione   di   un   problema   scientifico.   La  

pittura  del  Rinascimento  coinvolge  più  in  senso  intellettuale  che  emotivo.  

10. Il  pittore  malato  

[Capitolo  interessante.  Leggere  e  comprendere.]  

11. Arte,  fotografia,  cinema  e  televisione  

Guardare  un  quadro  

Quando   ci   troviamo   davanti   ad   un   quadro,   la   nostra   attenzione   si   sposta   più   o   meno  

inconsapevolmente  da  un  punto  del  dipinto  all’altro,  poi  ad  un  altro  ancora,  e  così  via.  Questi  

spostamenti  dell’attenzione  guidano  i  movimenti  dei  nostri  occhi,  così  che  dapprima  sostiamo  

con  lo  sguardo  sul  punto  del  quadro  che  ci  interessa  (pausa  di  fissazione)  e  poi  li  muoviamo  

rapidamente  per  portare  lo  sguardo  sul  nuovo  centro  di  attenzione  e  così  via.  

I   movimenti   dello   sguardo   indotti   dallo   spostamento   dell’attenzione   (movimenti   saccadici)  

hanno  ampiezza  variabile,  e  quindi  durata  variabile,  ma  sono  in  ogni  caso  molto  veloci.  Questi  

movimenti  saccadici  si  verificano  simultaneamente  nei  due  occhi,  e  con  la  stessa  ampiezza  e  

velocità.  

Ci   possiamo   domandare   perché   uno   spostamento   dell’attenzione   induce   uno   spostamento  

dello  sguardo.  Ciò  avviene  perché  normalmente  vogliamo  vedere  con  la  massima  nitidezza  ciò  

che   in   quel   momento   ci   interessa;   poiché   la   nostra   capacità   di   distinguere   i   particolari   fini  

degli  oggetti  è  massima  nella  piccola  regione  centrale  della  retina,  la  fovea,  gli  occhi  vengono  

ruotati  in  modo  che  l’immagine  del  centro  di  interesse  si  formi  nella  fovea  di  ciascun  occhio.  

Tutto  il  resto  del  quadro  osservato  rimane  in  quel  momento  meno  percepibile,  perché  la  sua  

immagine  si  forma  sulla  retina  periferica:  qui  la  visione  è  più  povera  di  dettagli,  più  indistinta.  

Normalmente   ci   sembra   però   che   tutto   ciò   che   ci   circonda,   o   tutto   il   quadro   che   stiamo  

osservando,   sia   contemporaneamente   presente   davanti   a   noi   in   tutta   la   sua   ricchezza   di  

particolari.   Ciò   è   dovuto   evidentemente   al   risultato   della   ricomposizione,   con   l’aiuto   di   un  

processo   di   memoria,   delle   immagini   acquisite   successivamente   durante   le   pause   di  

fissazione.  

Dipingere  il  movimento    

Il   movimento   è   una   qualità   primaria   della   percezione,   non   è   riconducibile   a   sensazioni   più  

elementari.   Mentre   fisicamente   il   moto   è   uno   spazio   percorso   in   un   certo   tempo,  

percettivamente   il   movimento   non   è   riconducibile   alla   percezione   di   spazi   e   tempi.   Vi   sono  

infatti  nel  sistema  visivo,  vie  nervose  specializzate  per  il  movimento.se  per  cause  patologiche  

si   verifica   una   lesione   di   queste   aree,   la   visione   del   movimento   viene   compromessa,   pur  

rimanendo  normale  la  visione  di  forme,  colori,  ecc.  

Il  pittore  a  scuola  dal  fotografo  

[Paragrafo  storico.  Leggere.]  

Dalla  posa  all’istantanea  

[Paragrafo  riempitivo.  Leggere.]  

Dipingere  il  movimento:  ancora  a  scuola  dal  fotografo  

[Paragrafo  storico.  Leggere.]  

Cinema  e  televisione:  l’apparenza  del  movimento  

Come   il   nostro   sistema   visivo   ha   dei   limiti   nella   risoluzione   spaziale,   così   anche   in   quella  

temporale.   Se   una   luce   viene   lampeggiata   due   volte   consecutive   con   un   intervallo   di   tempo  

abbastanza  lungo,  i  due  lampi  di  luce  ci  appaiono  come  due  eventi  successivi  separati.  Se  però  

l’intervallo  di  tempo  si  accorcia,  non  riusciamo  più  a  vederli  come  eventi  separati  nel  tempo,  

ma   ci   appaiono   come   un   unico   lampo   luminoso;   al   di   sotto   di   un   certo   intervallo   di   tempo  

avviene  quindi  un’integrazione  temporale  dei  due  lampi  di  luce.  

Un   principio   conseguente   e   di   fondamentale   importanza   è   il   movimento   apparente:   se   due  

punti   luminosi   a   una   piccola   distanza   tra   loro   vengono   presentati   alternativamente   a   breve  

intervallo  di  tempo  l’uno  dall’altro,  non  si  vedono  i  due  punti  apparire  alternativame

Dettagli
A.A. 2014-2015
21 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesca.porta.90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della percezione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Caterina Roberto.