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Il sistema nervoso per comunicare si serve di sostanze, i mediatori chimici, che permettono il passaggio dei segnali nervosi da
un neurone all’altro: dopamina e noradrenalina. Tra le famiglie di sostanze capaci di produrre sensazioni di piacere c’è
l’oppio, usato per i suoi effetti psicoattivi e antidolorifici. La morfina si distingue per l’attenuazione del dolore e la produzione
di uno stato di euforia.
Anche l’arte da piacere. Si possono distinguere 2 strade: un desiderio di esperire un’opera d’arte e uno stato di grazia o
“piacere esterico”(questo stato potrebbe essere dovuto alla produzione di endorfine).
E’ un fatto che la nostra percezione ama l’ordine e cerca di dare ordine alle sensazioni visive. Scoprire ordine dà piacere
visivo. Cézanne ha scritto che la realtà si può ridurre a cilindri, sfere e coni.
Tra le caratteristiche fisiche di animali o persone che vengono giudicate più piacevoli, vanno ricordate le caratteristiche
infantili. Questa preferenza è motivata dai sentimenti di tenerezza e protezione tipici del comportamento materno o paterno.
Nell’uomo questo schema è caratterizzato da una testa grande, guance grassocce, contorni tondeggianti ecc…
L’esistenza di un giudizio estetico con valenza universale: se il cervello è simile in tutti gli uomini, anche la sua maniera di
rispondere allo stesso stimolo sensoriale sarà con molta probabilità paragonabile. Alcune tendenze estetiche di ordine e
regolarità sembrano essere proprie anche di certi animali.
5. Dipingere la distanza.
Un oggetto di date dimensioni dà luogo a un’immagine retinica tanto più piccola quanto più l’oggetto è lontano. Per distanze
non superiori a una decina di metri, gli oggetti ci appaiono nella loro solidità.
• Legge di costanza di grandezza. Le dimensioni apparenti di un oggetto rimangono pressoché invariate quando l’oggetto si
allontana o si avvicina da noi;
• Legge di costanza dell’angolo. Le dimensioni degli oggetti vengono rappresentate proporzionalmente più piccole al
crescere della loro distanza.
Indizi di profondità:
• Visione binoculare della profondità. Se si guardano 2 punti a distanze diverse, ad esempio il punto P, a sinistra, più vicino,
e il punto Q, a destra, più distante, le immagini di P e Q sulla retina dell’occhio destro sono più distanti tra loro che non le
immagini di P e Q nell’occhio sinistro.
• Parallasse da movimento. Quando ci spostiamo lateralmente con la testa o con il corpo, la posizione degli oggetti posti a
diverse distanze da noi cambia. Queste diverse immagini dello stesso oggetto, che si susseguono nel tempo, costituiscono
un’importante informazione per la ricostruzione percettiva della terza dimensione.
Indizi pittorici di profondità:
Possono essere usati per simulare la terza dimensione.
• Grandezza relativa. La grandezza di un’immagine diviene più piccola via via che l’oggetto si allontana;
• Convergenza apparente delle rette parallele. Si verifica una convergenza per le immagini di rette parallele che si
allontanano dall’osservatore (binari);
• Altezza rispetto all’orizzonte. Più un oggetto è lontano da noi, più alta è l’immagine nel campo visivo;
• Gradienti. Una successione di oggetti uguali tra loro e via via più lontani dà luogo a immagini retiniche di dimensioni
decrescenti, cioè a un gradiente di grandezza.
• Sovrapposizioni. Gli oggetti che coprono parzialmente altri oggetti ci appaiono più vicini;
• Trasparenza. Un oggetto attraverso il quale ne traspare un altro ci appare più vicino;
• Luci e Ombre. Danno, soprattutto le seconde, degli indizi di profondità;
• Prospettiva aerea. Tra noi e gli oggetti distanti in un panorama s’interpone uno stato di atmosfera che dà luogo a un
fenomeno di diffusione della luce.
E’ solo verso la fine del Medioevo che l’interesse per la rappresentazione dello spazio riaffiora prepotentemente. Appaiono i
primi segni di uno spazio tridimensionale che si evolveranno fino all’innovazione della prospettiva rinascimentale. Con
Leonardo viene attribuito un ruolo importante alla prospettiva aerea per la rappresentazione della distanza nelle scene
all’aperto.
Trompe-l’oeil: (soffitto della chiesa di S. Ignazio a Roma) Questa impressione di enorme profondità si modifica però
grandemente e dà luogo a notevoli distorsioni se il punto di osservazione non è quello indicato sul pavimento.
L’anamorfosi appare nel 1600 e indica delle immagini deformate tanto da essere indecifrabili, ma che viste da un certo punto
dello spazio si ricompongono svelando la figura nelle sue normali proporzioni.
La prospettiva non è completamente sostenuta dalle leggi della rappresentazione. Il fatto che le immagini prospettiche
si modifichino al crescere della distanza in accordo con le variazioni di dimensioni dell’immagine retinica non è sufficiente ad
attribuire alla prospettiva la valenza di visione naturale dello spazio. La realtà è quella della nostra