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QUINDI  

Si   crea   così   il   rischio   della   trasparenza   intenzionale:   la   comunicazione   è   il   risultato   di   un’intenzione  

complessa  che  è  soddisfatta  nel  medesimo  momento  in  cui  è  riconosciuta  dal  destinatario.    

  Questo   atteggiamento   implica   una   distorsione   mentale,   nota   come   presunzione   della   comprensione:  

à  

nell’ascoltare   quanto   dice   l’interlocutore,   abbiamo   la   presunzione   di   capire   in   modo   automatico   la   sua  

intenzione.  

   

 

Reciprocità  intenzionale  

 

Lo  scopo  comunicativo  del  parlante  è  di  modificare  l’ambiente  mentale  del  destinatario.  

 

 Per  avere  successo,  lo  scambio  comunicativo  deve  essere  caratterizzato:  

non  solo  dalla  manifestazione  di  un’intenzione  comunicativa  da  parte  del  parlante  (m-­‐intention)    

à  ma  anche  del  suo  riconoscimento  da  parte  del  destinatario.  

à

 

Interazionismo  simbolico  di  Mead  

 

 la   comprensione   dell’intenzione   del   parlante   da   parte   del   destinatario   si   fonda   sull’uso   di   una   forma   di  

conoscenza  detta  analogia  con  il  sé  à  “Egli  è  come  me,  di  conseguenza  sono  nella  situazione  per  capire  la  

sua  intenzione”.    

 

implica   però   una   direzione   asimmetrica   della   responsabilità   comunicativa   il   parlante   appare   più  

à  

importante   rispetto   al   destinatario,   in   quanto   quest’ultimo   ha   unicamente   l’obiettivo   di   riconoscere  

l’intenzione  del  parlante  nel  modo  più  attendibile  possibile.    

 

Riassunti  di  Enrico  Serafini  

Infatti  il  destinatario  presenta  una  sorta  di  dipendenza  semantica  rispetto  al  parlante  à  il  suo  lavoro  è  di  

semplice  interpretazione  dell’intenzione  del  parlante  

 

MA  noi  siamo  di  fronte  ad  una  

 

Opacità  intenzionale:  scarto  sistematico  fra  l’intenzione  del  parlante  (non  accessibile  direttamente  in  modo  

esaustivo  e  completo)  e  il  suo  riconoscimento  da  parte  del  destinatario  (parziale  e  limitato).  

 

infatti  comanda  

Principio  del  “totum  ex  parte”:  il  destinatario  attribuisce  un’intenzione  completa  sulla  base  di  un  insieme  

ristretto  di  indizi  comunicativi    

 

Di    conseguenza  

 

 il  concetto  di   Riconoscimento   è  insufficiente  per  spiegare  l’interpretazione  del  destinatario    

 

occorre  introdurre  il  concetto  di  

 

Attribuzione  di  un’intenzione:    

 

il  ricevente  ha  l’atteggiamento  mentale  di  attribuire  un’intenzione  comunicativa  al  messaggio  del  parlante.  

È  un  processo  attivo  e  consapevole,  la  cui  responsabilità  risiede  nell’interlocutore  

   al  pari  del  parlante  egli  è  protagonista  dello  scambio  comunicativo.    

à

 

 

Alcune  proprietà  del  processo  di  attribuzione:  

E’  un   processo  autonomo,  realizzato  soltanto  dal  destinatario.  

• È  un   processo  attivo  poiché  dipende  solo  dalle  sue  abilità.  

• È  un   processo  soggettivo,  poiché  esprime  il  suo  punto  di  vista  e  la  sia  sensibilità.  

•  

L’attribuzione   di   una   certa   intenzione   a   quanto     il   parlante   dice   è   un   vincolo   comunicativo,   poiché   è   una  

predisposizione  degli  umani  in  quanto  sistemi  teleonomici  à  ipertrofia  dell’intenzionalità:  la  tendenza  ad  

attribuire  un  significato  o  un’intenzione  a  un  comportamento  casuale  o  automatico.    

 

In  questo  contesto  si  spiega  anche:  

Prospettiva   machiavellica   della   politica:   atteggiamento   mentale   di   attribuire   all’avversario  

• l’intenzione  più  malevole  e  sfavorevole,  poiché  così  facendo,  si  hanno  non  solo  maggiori  probabilità  

di  prevenire  e  di  difendersi  dalle  sue  mosse,  ma  anche  di  elaborare  strategie  efficaci  di  intervento.  

 

 

Pluralità  di  interpretazioni  dell’intenzione  comunicativa  

 

L’attribuzione  intenzionale  garantisce  una  gamma  estesa  di  gradi  di  libertà  a  disposizione  del  destinatario  

à  determina   molteplicità  delle  interpretazioni   dell’intenzione  comunicativa  del  parlante.  

 

Il   significato   letterale   (o   figurato)   di   un   enunciato   dipende   dall’attribuzione   di   intenzione   operata   dal  

destinatario;  l’interpretazione  letterale  è  una  fra  le  diverse  soluzioni  a  disposizione.    

Riassunti  di  Enrico  Serafini  

 

Si  inserisce  quindi  l’idea  di  Interpretazione  autentica:    problema  di  avvicinamento  alla  reale  intenzione  del  

parlante  attraverso  un  processo  di  graduale  approssimazione.    

 

In  questa  questione  andranno  tenuti  in  considerazione:  

Paradosso  del  significato:  ogni  individuo  non  replica  mai  il  medesimo  significato,  poiché  di  volta  in  

• volta  modifica  l’intenzione  comunicativa  in  funzione  della  situazione  e  del  contesto  immediato    

Principio   dell’assumere   per   garantito:   il   destinatario   propende   ad   accogliere   il   primo   senso  

• dell’atto   comunicativo   che   gli   viene   in   mente   e   che   non   è   immediatamente   contraddetto   da   un  

altro  significato.    

 

CONCLUDENDO:    

La  pluralità  di  interpretazioni  dell’intenzione  comunicativa  è  il  fondamento  che  dimostra  che:  

 

Il  significato  appartiene  all’atto  comunicativo  per  la  sua  posizione  intermedia  fra  i  partecipanti.    

non  è  dato  né  dall’attività  comunicativa  svolta  dal  parlante  né  da  quella  messa  in  atto  dal  destinatario,  

 bensì  dalla  loro  attività  congiunta  

 

  INFERENZA  E  ATTRIBUZIONE  DELLE  INTENZIONI  

 

Nell’attività  di  attribuzione  di  un’intenzione,    

il  destinatario  non  può  non  compi

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A.A. 2015-2016
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher enrico.serafini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della Comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Riva Giuseppe.