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L’INTENZIONE COMUNICATIVA DA PARTE DELL’INTERLOCUTORE

Si cambia la concezione che il destinatario sia passivo e che maggiore importanza ha la

fonte/emittente.

Intenzionalismo e trasparenza intenzionale:

= il significato di un atto comunicativo dipende dall’intenzione del parlante e il compito del

ricevente è quello di riconoscere e ricostruire l’intenzione iniziale del parlante. ( obiettivo del

destinatario è quindi individuare l’intenzione originale).

Grice:

introduce definizione di significato come “ciò che si intende dire” e il principio di

cooperazione (:condivisione consapevole dell’intenzione comunicativa del significato).

C’è dunque reciproca consapevolezza tra parlante e destinatario => consapevolezza: dello

stato mentale altrui, non della presenza fisica porta trasparenza intenzionale

In realtà non è così ‘semplice’ il meccanismo perché entrano in gioco opacità,

indeterminatezza etc..

Dalla RECIPROCITA’ INTENZIONALE all'ATTRIBUZIONE dell’intenzione:

il significato di un atto comunicativo viene dato dalla sua posizione intermedia tra

partecipanti, nel processo di condivisione e comprensione.

Grice

Nello scambio comunicativo non si manifesta solo l’intenzione del parlante; fondamentale

è anche il riconoscimento da parte del destinatario, ovvero un’attività consapevole e

precisa, una partecipazione nell’elaborazione del significato.

Per esempio: INTERAZIONISMO di MEAD: fondamentale è che il destinatario comprenda

l’intenzione del parlante attraverso l’”analogia con il sé”, comprendere significa assumere che l’atto

comunicativo del parlante abbia un significato. Il destinatario è dipendente in ambito semantico

rispetto al parlante.

Eventuali errori dipendono dalla OPACITA’ INTENZIONALE che è conseguente anche al Principio

“totum ex parte”: l’intenzione del parlante è solo parziale e limitata come limitato è il numero quindi

di indizi che ha a disposizione.

Al concetto di riconoscimento si aggiunge quello di attribuzione di una intenzione (per spiegare

cosa sia l’interpretazione del destinatario dell’intenzione del parlante); esso è un processo

AUTONOMO/ ATTIVO/ SOGGETTIVO e include e regola e governa il riconoscimento (attribuendo

l’intenzione posso poi riconoscerla o meno).

(Nella ‘Prospettiva machiavellica della politica’: si attribuisce all'avversario l’intenzione malevola).

La PLURALITA’ delle INTERPRETAZIONI dell’intenzione comunicativa:

è l’attività standard del destinatario: può sempre scegliere alternativa interpretative.

Ne consegue che:

a) il significato letterale: dipende dall’attribuzione d’intenzione operata dal destinatario e

quindi l’’interpretazione letterale’ rappresenta solo una delle diverse soluzioni possibili

b) l’interpretazione autentica: consiste nell’avvicinamento all'’intenzione comunicativa

reale; è graduale approssimazione.

Solitamente entra in gioco il principio dell’”assumere per garantito” : ovvero, il destinatario

attribuisce il primo senso all'’atto comunicativo; il senso primo che non viene contraddetto.

È un processo per default ed è radicato nella regolarità dei contesti di uso e nella routine

degli scambi comunicativi.

MA

Spesso, nei giochi comunicativi, per il destinatario è importante fare un lavoro psicologico

più complesso: porsi questioni fondamentali come “perché ha fatto così? Per quale motivo

non ha detto..?” per capire l’intenzione comunicativa del parlante.

INFERENZA E ATTRIBUZIONE DELLE INTENZIONI

Il destinatario compie regolarmene processi di INFERENZA (= forma di ragionamento in

cui una ipotesi è accettabile o meno in base ad altre ipotesi considerate accettabili

inizialmente) su quanto viene comunicato: egli è in grado di elaborare una ipotesi sul

significato del messaggio, a partire da indizi comunicativi e basandosi su modelli mentali

(=rappresentazioni mentali di situazioni reali, ipotetiche o immaginarie) che servono per

prevedere gli eventi e le future mosse dell’interlocutore e per fare ragionamenti e trovare

spiegazioni a quanto viene comunicato.

Inferenza NON DIMOSTRATIVA:

Sperber e Wilson

l’inferenza dell’ipotesi non è logicamente valida ma è riuscita ed efficace; la sua forza

dipende dal grado di plausibilità o meno.

Oltre alle ipotesi logiche, esistono anche ipotesi fattuali : sono connesse a fatti contingenti

che creano l’oggetto dello scambio comunicativo.

Questo tipo di inferenza si basa su procedimenti più o meno logici perché la mente umana

cerca elementi per capire quanto è stato comunicato => attraverso regole di eliminazione

(:da premesse in cui compare un concetto a conclusioni in cui questo non compare più).

2 tipi di sistemi di regole: “modus ponendo ponens”:

( INPUT: a) P b)se P allora Q - OUTPUT: Q)

“modus tollendo ponens”: )

(INPUT: a) P o Q b) non P o non Q - OUTPUT: Q oppure P

Il destinatario tramite queste regole riesce a fare IMPLICAZIONI su quanto comunicato dal

parlante, ovvero può inferire più di quanto venga detto.

Inferenza DEDUTTIVA-INDUTTIVA-ABDUTTIVA:

Peirce

[-Deduzione: da regola a caso particolare

-Induzione: da molti casi a generalizzazione (ambito scientifico)]

-ABDUZIONE: dagli effetti alle cause

influenzata dalla fissazione comunicativa: mi concentro solo su certi aspetti e non su

altri. (principio “totum ex parte” e “dell’assumere per garantito”)

Cosa entra in gioco? LE EURISTICHE => forme di ragionamento semplificate che sono in grado di

ridurre una complessità di elementi e fornire una spiegazione. (E. della rappresentatività-E. della

conferma- E. della disponibilità)

-Ragionamento CONTROFATTUALE: “se … allora” simulazione mentale che produce un esito

diverso da quello reale.

L’uomo è quindi dotato di razionalità limitata che esplora in modo solo locale e ogni interazione è

contingente ma da questo non possiamo dedurre interazioni/intenzioni successive.

LA SINCRONIA COMUNICATIVA:

Entrambi gli interlocutori hanno medesima responsabilità nella gestione dello scambio 

c’è partecipazione e collaborazione (es. dialogo e conversazione).

Entrano in gioco concetti come: coordinazione interattiva e adattamento reciproco che

portano a processi come la SINCRONIA COMUNICATIVA (è importante la dimensione

temporale nell’organizzazione degli scambi comunicativi, ovvero i ritmi comunicativi).

Giles e Smith

parlano di “teoria dell’accomodazione comunicativa”: strategie di accomodazione

comprendono una vasta gamma di segnali linguistici e non e consentono di adattare i

nostri atti comunicativi a quelli del partner (si può procedere verso ‘convergenza’ o

‘divergenza’). LE INTENZIONI COLLETTIVE

Spesso gli atti comunicativi sono eseguiti da una collettività: la comunicazione che

coinvolge più persone.

Searle

In questi casi si esclude la concezione capitalista (intenzioni collettive=somma intenzioni

indivudali non è esatta poiché la cooperazione finale non è generata dalle singole intenzioni

e la concezione socialista (

individuali) intenzioni collettive= generate da una mente e coscienza

di gruppo non è esatta perché non esiste coscienza di gruppo).

Le intenzioni collettive sono fenomeni elementari e primitivi ma non riducibili alle singole

intenzioni individuali che svolgono solo il ruolo di mezzo (e sono interdipendenti) rispetto

allo scopo collettivo e condiviso.

In una intenzione collettiva efficace si percepisce il senso dell’altro (come intelligente e

partecipante ad un’attività di collaborazione e cooperazione) che alimenti il senso di

squadra.

CAPITOLO 5

Comunicazione NON Verbale

LA COMUNICAZIONE NON VERBALE FRA NATURA E CULTURA:

il linguaggio si innesta sulla comunicazione già presente, quella NON verbale (mimica

facciale, sguardo, prossemica, aptica…)

Origine della CNV secondo la psicologia ‘ingenua’: origine spontanea e naturale, meno

controllata e universale, esito della evoluzione filogenetica e regolata da precisi processi e

meccanismi nervosi.

‘concezione innatista e teoria neuroculturale’:

 Da Darwin, secondo cui le espressioni etc sono esito dell’evoluzione della specie

umana e quindi universali.

Per Izard: ‘teoria differenziale delle emozioni’: attraverso l’esecuzione di programmi

nervosi innati, le emozioni producono la configurazione di determinate espressioni

facciali e movimenti corporei.

Per ‘teoria neuroculturale’: esiste un ‘programma culturale’ per ogni

Ekman:

emozione in grado di attivare le espressioni facciali. I processi cognitivi possono

intervenire in base alle circostanze e indurre la comparsa di interferenze ( le regole di

esibizione che possono intensificare, attenuare, inibire, mascherare)

‘prospettiva culturalista’: la CNV è appresa dalla cultura e quindi nell’infanzia. Ci

 sono differenziazioni in base alla cultura.

‘prospettiva dell’interdipendenza fra natura e cultura’: in base alla cultura di

 appartenenza si sviluppano le strutture nervose e i processi neurofisiologici

condivisi a livello universale dall’uomo (c’è condivisione convenzionale). Anche la

coscienza e l’attenzione intervengono controllando.

RAPPORTO TRA COMUNICAZIONE VERBALE E NON-VERBALE:

L’atto comunicativo si basa su una molteplicità si sistemi si significazione segnalazione =>

ne deriva l’elaborazione del significato.

2 teorie per spiegare rapporti tra linguistico e non linguistico:

1) ipotesi di contrapposizione tra verbale e non: c’è distinzione DICOTOMICA tra il

linguistico e l’extralinguistico. L’atto comunicativo è dato dal verbale + non verbale. C’è

diatriba per il peso da dare alle due diverse componenti.

VERBALE- funzione denotativa: trasmette info in modo cosciente e preciso, soprattutto info

semantica.

è ARBITRARIO è il segno linguistico in quanto combinazione di significante e significato e

basato su di un rapporto di contiguità

è DIGITALEcodice linguistico poiché i fonemi sono distintivi e oppositivi

NON VERBALE funzione connotativa: esso esprime spontaneamente e non è controllato,

riguarda le modalità con cui le info s

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
70 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Beabi1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Lucchiari Claudio.