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GRIGLIA MANAGERIALE
al dipendente) e l’interesse per la produzione (orientamento al compito), per trovare 5 stili di leadership
• S (basso interesse per la relazione e per la produzione) : i capi esercitano il minimo
TILE POVERO
sforzo, preoccupandosi principalmente di evitare problemi e di seguire le direttive
• S (basso interesse per la produzione e alto per la relazione) : i manager cercano di
TILE AMICALE
creare un’atmosfera sicura, confortante e familiare al fine di aumentare la produzione dei dipendenti
• S (alto interesse per la produzione e basso per la relazione) : i
TILE ORIENTATO ALLA PRODUZIONE
capi considerano l’attenzione ai bisogni delle persone come un fattore irrilevante per gli obiettivi
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• S ’ (medio interesse per il compito e per la relazione) : i
TILE ORIENTATO ALL ORGANIZZAZIONE
manager cercano di bilanciare i bisogni dei dipendenti con la necessità dell’organizzazione
• S (alto interesse per la relazione e per la produzione) : i risultati sul lavoro
TILE DI SQUADRA
derivano dal coinvolgimento delle persone, ed il fatto di avere un comune interesse negli obiettivi
dell’organizzazione conduce a relazioni di reciproca fiducia e rispetto
Un limite che accomuna tutti questi approcci è la mancata considerazione delle variabili situazionali.
20.2 - TEORIE DELLA CONTINGENZA
L’ definisce cosa le situazioni domandano ai leader: i leader devono
APPROCCIO SITUAZIONALE
esercitare funzioni completamente differenti in situazioni nelle quali i compiti sono diversi.
Pertanto, non esistono leader in assoluto, ma un leader deve saper considerare questi 5 fattori:
Caratteristiche personali del leader
Caratteristiche dei collaboratori
Caratteristiche del compito
Situazione
Caratteristiche dell’organizzazione
Caratteristiche dell’ambiente
Quindi, la leadership efficace deriva dall’interazione fra caratteristiche del leader e della situazione.
Per il (Fiedler), lo stile del leader è un attributo stabile di personalità.
MODELLO DELLA CONTINGENZA
Tramite la “Scala del collaboratore meno preferito” (LPC), si chiede agli aspiranti leader di descrivere
la persona con la quale è stato più difficile lavorare. Punteggi di elevato LPC (alto gradimento) sono
attribuiti ai leader orientati alle relazioni, mentre coloro che ottengono bassi punteggi di LPC (basso
gradimento) sono leader orientati al compito. L’atteggiamento del leader necessario per l’efficienza
della prestazione di gruppo dipende dalla misura in cui la situazione è favorevole o sfavorevole al
leader. Vi sono 3 fattori che determinano la “favorevolezza” della situazione per il leader:
⇒ R - : atmosfera di gruppo e grado in cui il leader è accettato
ELAZIONI LEADER MEMBRI
⇒ S : grado in cui le mansioni dei subordinati sono chiare e strutturate
TRUTTURA DEL COMPITO
⇒ P : grado di autorità formale e di influenza sui subordinati
OTERE DELLA POSIZIONE DEL LEADER
Il leader che è accettato dal gruppo, che ha una forte posizione di potere e che ha un compito ben
strutturato si trova in una situazione favorevole. Di contro, il leader che non è accettato, che ha una
debole posizione di potere o un compito non strutturato trova difficoltà nell’esercitare influenza.
L’efficienza del gruppo dipende dalla combinazione dello stile di leadership con la situazione del
gruppo in cui il leader si trova. Il leader orientato al compito è efficace in situazioni estremamente
favorevoli o sfavorevoli, mentre il leader orientato alle relazioni è efficace in condizioni intermedie.
In particolare, Fiedler individua le seguenti tipologie di gruppi:
• Gruppi informali con compiti strutturati e debole posizione di potere : caratterizzati da leadership
debole, hanno migliore riuscita sotto un leader direttivo e orientato al compito (basso LPC)
• Gruppi con compiti strutturati e forte posizione di potere : caratterizzati da posizioni di potere
abbastanza forte e da compiti strutturati. In tali casi è cruciale la relazione tra leader e membri:
capi con alto LPC contribuiscono al successo se i loro rapporti con gli altri membri sono buoni,
mentre quelli con basso LPC riescono meglio se i rapporti nel gruppo sono tesi o spiacevoli
• Gruppi creativi con compiti non strutturati e debole posizione di potere : i leader con alto LPC
sono più efficienti in caso di compiti non strutturati e situazioni distensive, mentre i leader con
basso LPC hanno migliori performance in gruppi che operano in condizioni sfavorevoli
• Gruppi con compiti non strutturati e forte posizione di potere : condizioni con bassa tensione
richiedono leader direttivi che esercitino una funzione di controllo, mentre situazioni con forte
tensione interpersonale richiedono leader permissivi. I leader orientati al compito sono più
efficienti in situazioni di notevole stress 40
Per la (Path-Goal), la leadership efficiente dipende da
TEORIA SUL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
quanto il leader fornisce guida, motivazione, supporto ai collaboratori nel raggiungere gli obiettivi.
House e Mitchell hanno sviluppato questo approccio partendo dalla teoria delle aspettative, per la quale
un soggetto è motivato quando ritiene che i propri sforzi contribuiranno al risultato, cioè quando:
a) Ritiene di essere in grado di portare a termine un compito (percezioni legate alle aspettative)
b) Le ricompense vengono date in relazione al livello dei risultati ottenuti (percezioni di aiuto)
c) Le ricompense confermano il valore personale (percezioni di valore)
Di conseguenza, il comportamento di un leader sarà accettabile per i collaboratori quando:
• Questi percepiscono che è fonte di soddisfazione immediata o futura
• Questi comprendono che la reale soddisfazione dipende dal raggiungimento di risultati brillanti
La teoria suggerisce ai leader una varietà di tecniche per raggiungere questi risultati:
Cercare di riconoscere ed incrementare bisogni di riuscita dei collaboratori
Aiutare i collaboratori a chiarirsi le aspettative
Ridurre gli ostacoli o le frustrazioni che potrebbero incidere sul raggiungimento degli obiettivi
Chiarire il sentiero che conduce agli obiettivi, attraverso suggerimenti o direttive ulteriori
Aumentare le opportunità che possano condurre a soddisfazioni personali derivanti dal riuscire
a lavorare in maniera efficace e soddisfacente
Integrare gli obiettivi personali dei collaboratori con gli obiettivi organizzativi
I due studiosi hanno individuato 4 stili di leadership:
⇒ C : pianificazione del lavoro e controllo (orientamento al compito)
OMPORTAMENTO STRUMENTALE
⇒ C : attenzione ai bisogni e al benessere dei collaboratori (relazioni)
OMPORTAMENTO SUPPORTIVO
⇒ C : condivisione di informazioni e volontà di cooperare (relazioni)
OMPORTAMENTO PARTECIPATIVO
⇒ C : sfida agli obiettivi, aspettative elevate (compito)
OMPORTAMENTO ORIENTATO AI RISULTATI
A differenza di Fiedler, questi 4 stili possono essere attuati dallo stesso leader in situazioni diverse.
La teoria analizza i fattori situazionali che influiscono sull’interazione tra leader e collaboratori:
• C (abilità, fiducia in sé stessi, bisogni)
ARATTERISTICHE DEI COLLABORATORI
• E ’ (natura del compito, autorità formale, missione organizzativa)
LEMENTI DELL AMBIENTE DI LAVORO
In conclusione, una leadership efficiente è in funzione di una pregressa diagnosi situazionale: poiché
l’incremento dell’efficienza deriva dall’aumento della motivazione dei collaboratori, è necessario
innanzitutto analizzare quali fattori favoriscono o contrastano il livello di motivazione del proprio
gruppo di lavoro. Solo in seguito il leader può scegliere il comportamento adeguato da adottare.
V Y
Il prescrive ai leader i comportamenti decisionali giusti in base al
MODELLO DI ROOM E ETTON
livello di partecipazione del gruppo. Partendo dall’assunto che non esiste un unico stile di
leadership valido in tutte le situazioni, il modello considera 3 criteri per determinare l’efficacia di una
decisione:
• Q : grado in cui una decisione può influenzare il tipo di lavoro nel gruppo
UALITÀ DELLE DECISIONI
• A : grado in cui i collaboratori accettano e supportano la decisione
CCETTAZIONE DELLE DECISIONI
• T EMPO RICHIESTO PER PRENDERE UNA DECISIONE
Esistono 5 stili decisionali del leader che variano in un continuum da autocratico a partecipativo:
⇒ A1 : il leader prende decisioni da solo
⇒ A2 : il leader richiede informazioni per poi decidere da solo
⇒ C1 : il leader condivide il problema individualmente con i collaboratori, senza consultarli insieme
come gruppo, per poi decidere da solo
⇒ C2 : il leader condivide il problema con l’intero gruppo in seduta comune per poi decidere da solo
⇒ G2 : il leader condivide il problema con il gruppo e prende una decisione insieme a loro
41
A questo punto il modello suggerisce le strategie per una decisione corretta, elencando 7 ruoli che
possono aiutare il leader a scegliere l’appropriata strategia decisionale:
• Ruolo del decisore in situazioni di mancanza di informazioni : l’alternativa A1 è da eliminare
• Ruolo del decisore in situazioni in cui non c’è congruenza : se i collaboratori non sono in linea con
gli obiettivi organizzativi, lo stile G2 non può essere scelto
• Ruolo del decisore in una situazione destrutturata : il metodo deve contemplare l’apporto dei
collaboratori, e pertanto gli stili A1, A2 e C1 non porterebbero a risultati ottimali
• Ruolo del decisore in situazioni che prevede accettazione : non essendo accettato uno stile
autocratico, le opzioni A1 e A2 vanno eliminate
• Ruolo del decisore in situazioni di conflitto : gli stili A1, A2 e C1 devono essere esclusi, in quanto
non permettono un confronto tra i collaboratori non dando quindi la possibilità di risolvere i conflitti
• Ruolo del decisore in situazioni in cui è richiesta imparzialità : gli stili A1, A2, C1 e C2 non devono
essere presi in considerazione, in quanto si dovrebbe permettere ai collaboratori di interagire tra loro
• Ruolo del decisore in situazioni in cui il fattore accettazione è prioritario : gli stili A1, A2, C1 e C2
non devono considerati, in quanto non permettono di ottenere una partecipazione egualitaria di tutti i
membri escludendo la possibilità di un’accettazione globale della decisione
20.3 - LA LEADERSHIP SITUAZIONALE
Nella Situational Leadership Theory (SLT), Hersey e Blanchard presentano un modello degli stili di
leadership a matrice, derivato dalla combinazione dei comportamenti supportivi e direttivi:
⇒ T (molta guida, poco sostegn