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COMUNICARE
La comunicazione costituisce un tema sfuggente che non si lascia facilmente circoscrivere. La comunicazione media tutti i rapporti umani. Si parla di comunicazione con riferimento ai più diversi contesti professionali ed applicativi.
Le organizzazioni produttive puntano sulla comunicazione per conquistare i mercati, per promuovere immagini, per far conoscere, all'interno, il senso delle strategie e dei cambiamenti e invitano i loro responsabili ad acquisire nuove competenze comunicative per intrattenere nuovi e più sofisticate forme di interlocuzione sociale.
Le nuove tecnologie informatiche e telematiche avranno nuovi orizzonti alla diffusione dell'informazione e alla propagazione della comunicazione a livello planetario.
Per fornire un quadro delle differenti prospettive di studio e di ricerca sulla comunicazione, occorre fare riferimento ad aree disciplinari diverse e, allo stesso tempo, superare i limiti concettuali delle varie discipline. Utilizzando
unapproccio ora disciplinare ora transdisciplinare, e possibile individuare alcuni orientamenti che hanno sostenuto lo sviluppo della teoria della comunicazione e sottolineare che ogni concezione sulla comunicazione organizzativa adotta una particolare visione della comunicazione umana. In ordine cronologico, è possibile individuare, anzitutto, una prospettiva meccanicistica. Si tratta fondamentalmente del tradizionale modello emittente - messaggio - ricevente e delle sue successive evoluzioni. Secondo questa prospettiva la comunicazione è vista come un processo di trasmissione grazie al quale un messaggio (m) viaggia attraverso lo spazio da un emittente (e) ad un ricevente (r). Successivi affinamenti hanno introdotto il concetto di fedeltà del messaggio (grado in cui il messaggio è simile all'inizio e al termine del canale), problemi (ostacolo che impedisce o rallenta il processo di trasmissione del messaggio), di rumore (interferenza nel canale di comunicazioni). Sonoquattro gli assunti alla base di questo orientamento: - Causalità: la comunicazione è una successione di nessi causa-effetto tra un soggetto ed un altro. - Transitività: è la proprietà transitiva applicata alla comunicazione. - Reificazione: il messaggio diventa un fatto concreto con proprietà fisiche e spaziali, misurabile e oggettivabile. - Riduzionismo: la complessità del messaggio comunicativo è ridotta a singole componenti. Un'evoluzione di questa prospettiva si ha con l'introduzione del concetto di feedback che indica un ritorno di informazioni ad un centro per rendere possibile un ulteriore controllo. Un primo superamento della concezione della comunicazione come mera trasmissione fisica dell'informazione si ha con il contributo di Roman Jakobson che introduce la nozione di contesto. In questa prospettiva, il processo di comunicazione si può vedere articolato nel seguente modo: il destinatore (funzione emotiva legataall'espressione affettiva del soggetto rispetto a ciò di cui parla) invia un messaggio (funzione poetica, valore espressivo del messaggio) al destinatario (funzione conativa, azione che il destinatore vuole compiere sul destinatario attraverso il messaggio emesso). Il messaggio rinvia ad un contesto verbale o suscettibile di verbalizzazione (funzione referenziale, riferimento oggetti o stati di cose presenti nella situazione contestuale) che richiede un contatto, un canale fisico e una connessione psicologica (funzione fatica, tutto ciò che serve a mantenere il rapporto tra chi comunica), e infine un codice comune tra destinatore e destinatario (funzione metalinguistica, che si attiva per verificare se il destinatore e destinatario stanno utilizzando nello stesso senso il codice). La psicologia fornisce un contributo decisivo al superamento del modello meccanicistico. L'orientamento della psicologia classica allo studio della comunicazione è fondato.sé stesso, non condividendolo con gli altri. - quadrante sconosciuto: rappresenta l'area delle potenzialità e delle risorse che l'individuo non conosce né gli altri conoscono. Questo modello aiuta a comprendere come le informazioni vengono elaborate e filtrate dall'individuo, influenzando il modo in cui comunica e risponde agli stimoli esterni.É- area ignota: indica ciò che è sconosciuto a sé stessi e agli altri, el'espressione della sfera dell’inconscio
Più organico e sistematico è il contributo della scuola di Palo Alto sullapragmatica della comunicazione. I principali studiosi di questo indirizzo partonodall' ipotesi che la comunicazione è una conditio sine qua non della vitaumana e dell'ordinamento sociale. Si ritengono che l'uomo è coinvolto in uncomplesso processo di acquisizione delle regole della comunicazione, ma ditale corpo di regole è consapevole solo in minima parte.
I presupposti teorici sul quale si fonda questa prospettiva possono essereriassunti nei seguenti punti:
- Lo studio della comunicazione si può suddividere in tre settori interdipendenti: quello della sintassi (problemi relativi alla trasmissionedell'informazione); quello della semantica (l'interesse primario è il significato); quello della pragmatica
(effetti della pubblicazione sul comportamento)- la comunicazione è una relazione tra le parti di un sistema più vasto- poiché l'uomo può percepire soltanto le relazioni e i modelli delle relazioni in cui si sostanzia l'esperienza umana, la consapevolezza che l'uomo ha di se stesso è sostanzialmente una consapevolezza delle relazioni in cui si trova impiegato- è necessario superare le approccio allo studio dei rapporti lineari, oppure direzionali e progressivi di causa-effetto: da una centratura sui processi intrapsichici occorre passare ad una centratura sull'interdipendenza sistemica individuo-ambiente- viene postulata l'esistenza di un codice, di un calcolo della comunicazione umana le cui regole sono rispettate quando la comunicazione efficaci e Violante quello che disturba gli autori risentono 5 fondamentali assiomi che sono ormai diventati patrimonio di molte organizzazioni e di molti manager:
- 1° assioma:
impossibilità di non comunicare. se si accetta che non è possibile non avere un comportamento e che l'intero comportamento in una situazione di interazione ha valore di messaggio, non si può non comunicare.
2° assioma: livelli comunicativi di contenuto e di relazione. ogni comunicazione definisce la relazione. in ogni comunicazione c'è un aspetto di "notizia" (report) e un aspetto di "comando" (command).
3° assioma: la punteggiatura della sequenza di eventi. la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti.
4° assioma: comunicazione numerica e analogica. l'uomo usa moduli di comunicazione sia numerici che analogici.
5° assioma: interazione complementare e simmetrica. tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici e complementari a seconda che siano basati sull'uguaglianza o sulla differenza.
Accanto a queste concezioni di comunicazione troviamo la
Concezione della comunicazione come incontro e scambio di significati. La comunicazione è considerata come un rapporto tra un "locutore" e un "allocatario" o più generalmente tra due o più personalità impiegate in una situazione comune che dibattono sui significati. Sempre da questo punto di vista, un ulteriore contributo deriva dalla semiotica, che ci aiuta a superare la concezione del processo comunicativo come un canale su cui si veicola un messaggio da un emittente ad un ricevente, considerando la comunicazione come un processo complesso e articolato di costruzione di senso. Un primo modello definito semiotico-informazione deriva dall'innesto del problema della significazione sul modello comunicativo di stampo meccanicistico. Il punto cruciale è dato dal processo di decodifica: il modo in cui il destinatario attribuisce senso al messaggio ricevuto può essere molto diverso da quello in cui l'emittente lo haverbali siano comprensibili e riconoscibili da tutte le persone, indipendentemente dalla loro cultura o lingua madre. Questo significa che gesti, espressioni facciali, postura e tono di voce possono trasmettere significati simili a livello universale. - La comunicazione non verbale può essere più potente della comunicazione verbale: spesso le espressioni del viso, il linguaggio del corpo e l'intonazione vocale possono trasmettere emozioni e intenzioni più chiaramente delle parole stesse. Ad esempio, un sorriso può indicare gioia o gentilezza, mentre un tono di voce aggressivo può indicare rabbia o frustrazione. - La comunicazione non verbale può essere ambigua: a volte i segnali non verbali possono essere interpretati in modi diversi da persone diverse. Ad esempio, un gesto come alzare le sopracciglia può essere interpretato come sorpresa, interesse o scetticismo, a seconda del contesto e delle esperienze personali. - La comunicazione non verbale può essere controllata o involontaria: alcune espressioni facciali o gesti possono essere controllati consapevolmente, mentre altri possono essere involontari e riflettere le emozioni o gli stati d'animo interiori di una persona. In conclusione, la comunicazione non verbale svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali. È importante essere consapevoli dei segnali non verbali che inviamo e riceviamo, in modo da poter comunicare in modo efficace e comprensibile agli altri.verbalifaccia parte di un codice universalmente riconosciuto e compreso.- la comunicazione non verbale può creare sia migliore comprensione siafraintendimento: niente e in molti casi i segnali non verbali aiutano adare un senso compiuto alla comunicazione ma, in alcune circostanze,possono creare fraintendimenti ed incomprensioni anche profonde,specialmente quando interlocutore compie inferenze “certe” rispetto alcomportamento non sempre intenzionale dell'altro.- la comunicazione non verbale ha un primato filogenetico: c'è consenso inletteratura sul fatto che le forme non verbali di espressione hannopreceduto quella verbali- la comunicazione non verbale ha un primato ontogenetico: al momentodella nascita, le principali interazioni del neonato con gli altri si fondanosulle sensazioni uditive e tattili.- la comunicazione non verbale ha il primato nell’interazione: icomportamenti non verbali caratterizzano