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7. PERSONALITA’, AUTOEFFICACIA E COPING

La personalità

La personalità è costituita dall’insieme dei sistemi psicologici che contribuiscono all’unità e

alla continuità della condotta e dell’esperienza individuale. E’ l’insieme delle proprie qualità

e inclinazioni che danno il senso della propria identità, di integrità e di unicità. Sono le

caratteristiche che ci distinguono l’uno dall’altro. E’ il sistema psicologico che emerge dalle

interazioni dell’individuo con l’ambiente e che media il funzionamento intrapsichico e le

transazioni persona-ambiente. 18

Nunnally ha classificato le principali dimensioni della personalità:

- Tratti sociali (modo in cui una persona appare agli altri)

- Motivi (bisogni, valori, forze dominanti)

- Concezioni personali (credenze e opinioni di un individuo sul suo ambiente fisico e

sociale). Rotter ha sviluppato il costrutto del locus of control; sono individuati due luoghi

del controllo, gli esterni credono che la loro esistenza sia dominata dal fato o da altre

forze, e gli interni che credono di essere in grado di controllare il proprio destino.

- Adattamento emotivo (grado e stili di adattamento o disadattamento all’ambiente)

- Dinamiche della personalità (integrazione di tratti, motivi, concezioni, stili di

adattamento formano il concetto di sé e la stima di sé

Il Modello dei Cinque Fattori descrive la personalità di un individuo lungo cinque fattori

relativamente indipendenti. Le misurazioni su questo modello hanno una maggiore validità

predittiva sulla performance lavorativa rispetto a misurazioni su modelli diversi.

E’ possibile infatti che la personalità possa predire gli esiti della prestazione lavorativa, in

particolare modo l’indicatore Coscienziosità nel modello dei Big Five è risultata un valido

predatore del successo lavorativo per diversi gruppi professionali.

Nonostante ciò i singoli fattori non consentono di distinguere la prestazione di successo da

quella inadeguata, mentre le combinazioni possono avere una maggiore validità predittiva.

Autoefficacia personale percepita

Agentività umana e capacità proattive

Il costrutto di autoefficacia personale è un importante elemento del sistema del Sé.

Secondo Bandura le persone contribuiscono al proprio funzionamento psicosociale

attraverso i meccanismi di agentività, nessun meccanismo è più importante delle

convinzioni di autoefficacia.

Questo costrutto si inquadra all’interno della Teoria social-cognitiva, secondo la quale

l’azione umana opera in una struttura che coinvolge tre fattori interdipendenti: persona,

condotta e ambiente. I fattori personali interni cognitivi, affettivi e gli eventi biologici, il

comportamento e gli eventi ambientali operano tutti come determinanti interagenti che si

influenzano l’un l’altro. Le persone sono produttori e prodotti dei sistemi sociali.

Bandura identifica le capacità personali di base in:

- Capacità di simbolizzazione: le esperienze trasformate in simboli guidano il giudizio e

l’azione

- Capacità di anticipazione: capacità di prefigurare il futuro e prevedere scenari possibili

- Capacità di apprendere per imitazione

- Capacità di autoregolazione: la persona osserva valuta e definisce i propri obiettivi,

raffigurandosi diverse possibilità e percorsi

- Capacità autoriflessiva: analisi del contesto e delle proprie esperienze. Da questa

continua interazione tra persona e ambiente risulta l’adattamento e il successo degli

individui

L’individuo è l’agent, attore, dei pensieri, dello sforzo e delle azioni, e possiede standard

personali che usa per guidare, regolare e motivare il proprio comportamento. 19

Le persone contribuiscono al raggiungimento dei futuri desiderati con l’aiuto di guide

cognitive ed autoincentivi. Maggiore è la loro abilità e preveggenza, maggiori sono i mezzi

di autoinfluenza, maggior successo avranno nel raggiungere ciò che cercano.

Il costrutto di autoefficacia personale percepita

L’autoefficacia percepita deriva dalla convinzione di essere all’altezza di una determinata

situazione; non è la misura delle competenze possedute, è la credenza che la persona ha in

ciò che è in grado di fare.

Le convinzioni di autoefficacia sono costituite, secondo Bandura, attingendo a quattro fonti

di informazioni:

Esperienze di padronaggiamento attraverso l’azione diretta: l’esperienza diretta fonda gli

• strumenti cognitivi e autoregolatori necessari per una prestazione efficace; le esperienze

di successo accrescono le convinzioni di efficacia personale. I mutamenti nel senso di

efficacia non dipendono tanto dall’esperienza in sé quanto dall’elaborazione cognitiva

delle informazioni circa le proprie capacità. La possibilità per una persona di cambiare le

convinzioni sulla propria efficacia dipenderà dalle idee pre esistenti sulle sue capacità,

sull’impegno profuso, l’aiuto ricevuto, del modo in cui le esperienze sono organizzate

cognitivamente.

Esperienza vicaria: si fonda sul modeling, il modellare le proprie capacità a seguito

• dell’apprendimento che deriva dall’esperienza e in particolare mido dall’osservazione del

comportamento degli altri.

Persuasione verbale: il feedback valutativo apprezza le nostre capacità e accresce le

• convinzioni di efficacia.

Stati fisiologici ed affettivi: le persone si basano sulle informazioni somatiche e emozionali

• per gestire più efficacemente sé stessi durante una prestazione.

Le credenze di efficacia mediano il funzionamento degli individui attraverso quattro

processi:

- Processi cognitivi (analisi della realtà e rielaborazione delle esperienze)

- Processi motivazionali (gli scenari futuri e l’anticipazione degli eventi sono trasformati in

obiettivi perseguibili e in piani d’azione)

- Processi affettivi e emozionali (credenza di essere capaci di controllare gli eventi

potenzialmente minacciosi

- Processi di scelta (se una persona non ritiene neanche di avere le capacità necessarie per

affrontare i primi tre processi non entrano neanche in azione)

La teoria dell’autoefficacia percepita riconosce la diversità delle capacità umane, considera

i sistemi di credenze di efficacia come un set differenziato di credenze nelle proprie

capacità. L’autoefficacia percepita è quindi sempre specifica ad un ambito.

Le credenze di autoefficacia sono i fattori chiave nella produzione del comportamento, le

credenze che un individuo ha rispetto alla propria capacità di controllo influenzano le

componenti cognitive, emotive e motivazionali dell’agire attraverso alcuni processi di

mediazione che sono: corso d’azione, quantità di sforzo, tempo, capacità di recuper, modo

di pensare, stress e depressione e livello di soddisfazione.

Efficacia personale e lavoro 20

L’autoefficacia personale percepita utile per comprendere decisioni e dinamiche legate al

lavoro, a proposito dell’influenza sulle scelte professionali, sulla performance individuale e

sullo sviluppo della carriera.

Le persone con maggiore autoefficacia tendono a prendere in considerazione un numero

più elevato di possibilità professionali.

Il senso di efficacia crea gli interessi attraverso il coinvolgimento in alcune attività e le

soddisfazioni derivanti, l’interesse a sua volta promuove l’impegno e favorisce l’efficacia.

Per quanto riguarda il rapporto tra autoefficacia personale e performance, numerosi studi

attestano che l’autoefficacia è un buon predittore del successo personale,

indipendentemente dal tipo di compito.

Il senso di efficacia influisce sulla risolutezza con cui vengono compiute le scelte

occupazionali e sui ripensamenti in merito alla correttezza della decisione presa.

La percezione di autoefficacia influenza le decisioni sulle attività da intraprendere, e

influenza anche le risposte emotive; soggetti con elevato senso di autoefficacia sono meno

soggetti all’ansia.

Gli strumenti per misurare questo costrutto sono numerosi, alcune scale di autoefficacia

sono: Autoefficacia percepita nel lavoro, che misura disponibilità relazionale e impegno,

Autoefficacia percepita nella ricerca del lavoro, che misura tensione propositiva,

esplorazione intraprendente, integrazione relazionale e tolleranza della frustrazione,

Autoefficacia percepita nella gestione di problemi complessi, che misura analisi del

contesto, finalizzazione all’azione, fluidità relazionale e maturità emotiva.

Il coping

Termine introdotto da Lazarus come processo legato allo stress. Inizialmente sono state

studiate le relazioni ad eventi traumatici; gran parte delle differenze individuali di

vulnerabilità nella risposta allo stress è riconducibile alle strategie di Coping utilizzate dagli

individui.

Gli approcci principali allo studio del coping sono:

- Stili di coping: incentrato sul modo in cui gli individui elaborano e gestiscono le

informazioni, oltre che le emozioni, nell’affrontare le situazioni problematiche,

generatrici di ansia e stress.

- Approccio psicoanalitico: incentrato sui meccanismi inconsci che consentono di regolare e

controllare l’ansia. Il coping è assimilabile ai meccanismi di humor e altruismo, tra i più

adattivi e adeguati

- Strategie e processi di coping: rilievo dato al coping quale risultato dell’interazione tra una

specifica richiesta dell’ambiente e fattori individuali.

Le strategie di coping sono considerate flessibili e possono essere classificate in cinque

strategie generali:

- Strategie centrate sul problema (per risolvere il problema)

- Strategie centrate sulle emozioni (per gestire la risposta emozionale evocata dalla

situazione problematica)

- Ricerca del supporto sociale (cercare aiuti concreti e di tipo affettivo)

- Coping religioso (trasformare il significato dell’avversità)

- Ricerca di significato (ristrutturazione cognitiva, rilevare aspetti positivi nella situazione

problematica) 21

Le strategie di coping possono essere proattive e non semplici risposte a situazioni

ambientali; il coping proattivo minimizza l’ammontare dello stress, aumenta il numero di

opzioni possibili. Il modello del coping proattivo è articolato in quattro tappe:

individuazione dell’evento potenzialmente stressante, appraisal iniziale, sforzi iniziali di

coping, richiesta e uso del feedback.

In questo processo individuo e ambiente sono implicati in un processo interattivo che

indica competenze e capacità complesse sul piano emotivo cognitivo e sociale.

Il coping organizzativo &e

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
31 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bene.music di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Di Fabio Annamaria.