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EFFETTI CROSS-MODALI

Le ricerche generalmente studiano la modalità visiva e quella uditiva in modo isolato, ma nel

mondo reale spesso le persone combinano o integrano le informazioni derivanti da modalità

sensoriali diverse nello stesso tempo (attenzione cross-modale) per facilitare la comprensione. Vi

è un’importante distinzione tra:

- attenzione spaziale endogena, in cui una persona dirige volontariamente la propria attenzione

visiva verso un preciso punto dello spazio;

- attenzione spaziale esogena, in cui una persona dirige in modo involontario l’attenzione visiva

verso un determinato punto dello spazio in base ad alcune caratteristiche dello stimolo.

Gli effetti cross-modali si verificano quando il dirigere l’attenzione visiva verso un dato punto attira

anche l’attenzione uditiva e/o tattile verso lo stesso punto (o viceversa).

ATTENZIONE DISTRIBUITA

Per ATTENZIONE DISTRIBUITA si intende la capacità di elaborare informazioni provenienti da più

fonti, di prestare attenzione a più cose contemporaneamente anche se non sempre ci riusciamo.

La situazione sperimentale tipica nello studio dell’attenzione distribuita è quella relativa al doppio

compito; che consiste nel chiedere alle persone di svolgere due compiti simultaneamente. I fattori

che influenzano la prestazione nel doppio compito sono:

- somiglianza del compito (è più complicato svolgere attività che si somigliano perché

facilmente si creeranno interferenze: per esempio chiedere di scrivere un testo leggendolo e

chiedere di scrivere un testo sotto dettatura. In questo l’input è lo stesso il canale visivo)

- pratica (può migliorare significativamente la capacità delle persone ad eseguire un doppio

compito);

- difficoltà del compito (uno stesso compito può essere più o meno difficile a seconda dei casi

ad esempio leggere un testo ridondante può essere facile perché povero contenuti ma via via

che la ridondanza si riduce il testo diventa difficile perché ricco di informazioni)

Come possiamo spiegare il fatto che il livello di prestazione è in genere inferiore quando si

eseguono dei compiti contemporaneamente? 17

Teorie della capacità centrale: spiega che l’esecuzione contemporanea di due compiti

 dipende dalle richieste che ciascun compito pone a queste risorse (se sono insufficienti

allora si verifica una compromissione della prestazione).

Teorie delle risorse multiple: teorici come Wickens ritengono che ci sono diversi insiemi

 di risorse basate sulle distinzioni tra fasi di elaborazione, codici e risposte che sono:

- codifica, cioè l’elaborazione percettiva degli stimoli che utilizza in genere la modalità visiva

o uditiva;

- elaborazione centrale, che implica codici spaziali o verbali;

- risposta, che comporta risposte manuali o vocali.

Se due compiti impiegano risorse diverse, le persone dovrebbero essere in grado di

eseguire entrambi i compiti senza alcuna difficoltà.

teorie della sintesi: è un approccio basato su una sintesi tra l’ipotesi della capacità

 centrale e quella relativa all’esistenza di moduli (risposte multiple); esisterebbe quindi una

struttura gerarchica di processi in cui l’elaboratore centrale (o esecutivo centrale) si trova in

cima, mentre al di sotto vi sono meccanismi specifici di elaborazione che operano in modo

relativamente indipendente l’uno dall’altro.

Uno dei principali limiti della ricerca sui doppi compiti è quello del Blink attenzionale, ovvero

difficoltà ad impegnare l’attenzione due volte in un breve periodo di tempo per due eventi bersaglio

discreti dal punto di vista temporale Che cosa causa il blink attenzionale?

- capacità limitata (le persone dedicano la maggior parte delle risorse attenzionali disponibili al

primo bersaglio e non dispongono di risorse sufficienti per il secondo);

- soppressione (quando si osserva il primo bersaglio e viene presentato un elemento di

disturbo, non vengono elaborati ulteriori input al fine di escludere le informazioni irrilevanti dalla

consapevolezza)

ELABORAZIONE AUTOMATICA

Nell’approccio tradizionale (di Shiffrin e Schneider) è stata tracciata una distinzione tra:

a) processi controllati, richiedono l’intervento del sistema centrale di controllo e perciò

consumano risorse centrali e operano lentamente e in serie.

b) processi automatici, vanno da sé senza impegnare il sistema centrale di controllo e

operano rapidamente e in parallelo. Evidenze sperimentali hanno mostrato che i processi

automatici si sviluppano con la pratica e che di flessibilità, ciò può compromettere la

prestazione quando si verifica un cambiamento delle circostanze che definiscono una data

situazione.

Limiti dell’approccio tradizionale:

- il presupposto teorico che i processi automatici operino in parallelo e non richiedano attenzione

non è congruente con i risultati ottenuti dai test sperimentali;

- l’effetto Stroop (in cui una parola indica un colore ed è stampata con un colore diverso) secondo

l’approccio tradizionale non dovrebbe coinvolgere processi attenzionali, ma questo è stato

smentito da evidenze sperimentali;

- l’approccio tradizionale è più descrittivo che esplicativo (affermare che alcuni processi diventano

automatici con la pratica non dice molto su quello che accade).

LE TEORIE SULL’ELABORAZIONE AUTOMATICA

Teoria di Moors e De Houwer: l’automaticità è definita in base a 4 caratteristiche principali

 che la distinguono dalla non-automaticità:

- non collegata all’obiettivo;

- Inconscia; 18

- efficace;

- veloce.

Queste 4 caratteristiche non si riscontrano sempre insieme e non vi è una netta linea

divisoria tra automaticità e non-automaticità.

Teoria di Logan): cerca di spiegare, il meccanismo di apprendimento che produce

 automaticità attraverso le seguenti ipotesi:

- tutto ciò cui si presta attenzione è codificato nella memoria (codifica obbligatoria);

- il recupero della memoria a lungo termine è una conseguenza necessaria dell’attenzione,

(recupero obbligatorio);

- ogni incontro con uno stimolo viene codificato, immagazzinato e recuperato

separatamente, anche se lo stimolo è stato incontrato prima (rappresentazione dei casi);

- l’aumento delle informazioni immagazzinate nella memoria a lungo termine quando si

incontra uno stimolo molte volte produce automaticità;

- la prestazione è automatica quando si basa sul recupero immediato e diretto di soluzioni

pregresse contenute in memoria (automaticità significa quindi recupero delle informazioni in

memoria);

- in assenza di pratica, il compito di rispondere adeguatamente ad uno stimolo richiede

sforzo cognitivo ed applicazione di regole (implica recupero non immediato).

Periodo psicologico refrattario (PRP): è l’effetto che si verifica quando il secondo stimolo

viene presentato in rapida successione rispetto al primo e avviene un considerevole

rallentamento della velocità di risposta a questo secondo stimolo.

Teoria del collo di bottiglia: vi è un collo di bottiglia nel sistema di elaborazione che rende

 impossibile prendere contemporaneamente due decisioni in merito alle risposte esatte da

dare a due stimoli diversi; la scelta della risposta si verifica inevitabilmente in modo seriale,

creando così un collo di bottiglia nell’elaborazione anche in seguito a pratica prolungata. Le

evidenze sperimentali suggeriscono che:

- l’elaborazione percettiva può verificarsi in parallelo, ma la successiva selezione delle

risposte deve aver luogo in serie;

- il periodo psicologico refrattario non è in genere molto ampio, il che suggerisce che la

maggior parte dei processi (ad es. i processi sensoriali precoci) non si realizza in serie.

Cap. V Apprendimento, memoria e oblio

La memoria è:

“la capacità di ricordare informazioni alle quali attingiamo quando è necessario. È una funzione

fondamentale nella vita quotidiana e nessun processo di apprendimento sarebbe possibile senza il

funzionamento dei processi di memorizzazione”

Affinché l’informazione possa essere mantenuta in memoria, è necessario che vi sia un

apprendimento, volontario oppure incidentale, nel si possono distinguere alcune fasi:

- Codifica: elaborazione in entrata dell’informazione

- Consolidamento: si genera una traccia più stabile

- Immagazzinamento: registrazione permanente della traccia

- Recupero: richiamare l’informazione immagazzinata

La memoria non è un processo unitario ma si divide in:

- MBT = mantiene le informazioni sono temporaneamente, (ad esempio tenere a mente un

numero di telefono)

- MLT = mantiene le informazioni in modo duraturo.

Prove citate a sostegno della differenziazione tra Mbt e Mlt: 19

- Effetto recency = gli ultimi elementi di una lista sono di solito ricordati meglio rispetto a quelli

intermedi.

- l’effetto della priorità : la limitata capacità della Mbt, quando si supera il limite ogni nuova

informazione in entrata fa perdere un’informazione già presente.

- fenomeno della doppia dissociazione ;(deficit in un solo di un tipo di memoria ad es. la

“Sindrome di Korsakov”: condizione caratterizzata da una totale incapacità di conservare

le informazioni nella Mlt pur mostrando un buon ricordo immediato.

All’interno della MLT troviamo:

1)la memoria esplicita o dichiarativa, quando gli eventi vengono portati alla mente secondo un

piano intenzionale e cosciente. Essa si divide in:

• memoria episodica, ( la memoria degli episodi di una persona)

• memoria semantica, (fa riferimento alla conoscenze generali)

2) la memoria implicita o non dichiarativa = quando la rievocazione avviene in modo automatico

e non intenzionale e cosciente (es: abilità motorie, percettive e cognitive, la facilitazione e i

comportamenti derivanti dal condizionamento).

I MODELLI DELLA MEMORIA

In genere le teorie sulla memoria tengono conto della «struttura» (ovvero del modo in cui è

organizzata la memoria) piuttosto che dei «processi» (ovvero le attività che si verificano all’interno

della memoria). Vediamo quindi la struttura della memoria attraverso vari modelli:

MODELLI MULTIMAGAZZINO: Verso gli anni’60 il modello più noto di memoria a breve

termine è quello “modale o multi-magazzino di Atkinson e Shiffrin”, il quale descrive

l’architettura della memoria in termini di numero di magazzini, proponendone tre tipi distinti:

MAGAZZINI SENSORIALI MAGAZZINO A BT MAGAZZINO A LT

accolgono le informazioni ha una capacità piuttosto ha una capacità illimitata,

provenienti d

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Publisher
A.A. 2014-2015
56 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vane84sr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia cognitiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Velardi Andrea.