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GAD.
In generale, l’abbinamento di una terapia con ansiolitici al
metodo di esposizione porta a esiti peggiori rispetto alla sola
esposizione, forse perché i pazienti non hanno la stessa possibilità
di confrontarsi con le proprie paure. Una possibile eccezione è
data dal trattamento del disturbo d’ansia sociale, per il quale
sembra che un trattamento con ansiolitici abbinato a una terapia
cognitivo-comportamentale mediante esposizione dia risultati
migliori di quelli ottenuti solo con ansiolitici o solo con esposizione.
Per la maggior parte dei disturbi d’ansia però abbinare ansiolitici
a una terapia non porta alcun tipo di beneficio.
Diverso è il caso della D-CICLOSERINA (DCS), un farmaco che
favorisce l’apprendimento che è risultato essere un supporto al
trattamento di esposizione.
Cap. VII – I disturbi di tipo ossessivo-compulsivo. 29/09/2015 12
I DISTURBI DI TIPO OSSESSIVO-COMPULSIVO hanno tutti in comune
la presenza di pensieri ripetitivi e l’irresistibile bisogno di impegnarsi
in particolari comportamenti o atti mentali.
I disturbi di tipo ossessivo-compulsivo sono tre:
1. DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO – DOC –.
È caratterizzato da:
Ossessioni_ pensieri, impulsi o immagini a carattere
o intrusivo e ricorrente, che si rivelano persistenti e
incontrollabili e che appaiono a chi li esperisce del
tutto irrazionali. Nelle persone che soffrono di DOC le
ossessioni sono di tale intensità e frequenza da
interferire con le normali attività della vita
quotidiana. Le ossessioni più frequenti riguardano:
Paura di contaminarsi.
Impulsi sessuali o aggressivi.
Problemi fisici.
La religione.
La simmetria.
L’ordine.
Coloro che soffrono di ossessioni possono anche
arrivare a forme estreme di dubbio, indecisione e
procrastinazione.
Compulsioni_ sono comportamenti o operazioni
o mentali, ripetitivi ed eccessivi, che la persona si sente
costretta a mettere in atto per ridurre l’ansia causata
da pensieri ossessivi, o per scongiurare una
catastrofe.
Benché la persona razionalmente sia consapevole
del fatto che non c’è alcun bisogno di quel
comportamento, teme che vi saranno conseguenze
terribili se non esegue quell’atto. La frequenza con
cui un’azione compulsiva viene ripetuta può essere
stupefacente.
Tra le compulsioni più comuni:
Cercare di mantenere la pulizia e l’ordine.
Eseguire pratiche ripetitive alle quali la persona
attribuisce un valore magico e protettivo.
Controllare in continuazione di avere
effettivamente eseguito certe azioni.
In uno studio è stato trovato che il 78% dei soggetti con
disturbi compulsivi considerava i propri rituali “stupidi o
assurdi” ma rimaneva incapace di porvi fine.
Il DOC tende ad insorgere prima dei 10 anni o nella tarda
adolescenza/inizio età adulta.
È leggermente più frequente nelle donne.
Il quadro sintomatico appare simile nelle diverse culture.
Il DOC è un disturbo cronico.
Più dei 3/4 di coloro che sono affetti da DOC soddisfano,
nell’arco dell’esistenza, i criteri diagnostici per un disturbo
d’ansia.
Circa i 2/3 dei soggetti con DOC soddisfano anche i criteri
per la diagnosi di DDM. Molto comune in questi disturbi è
anche la co-occorrenza di uso di sostanze. Oltre 1/3 dei
soggetti con DOC presenta almeno alcuni sintomi
dell’accaparramento.
2. DISTURBO DI DISMORFISMO CORPOREO – DDC –.
Questi individui provano un’intensa preoccupazione
perché immaginano, o esagerano, un difetto del proprio
corpo. Queste persone si percepiscono brutte o perfino
mostruose. Per le donne il focus dell’attenzione si
concentra sulla pelle, fianchi, seno e gambe, mentre negli
uomini tende a concentrarsi sull’altezza, le dimensioni del
pene e i capelli.
Per i soggetti affetti da questo disturbo è difficile smettere
di pensare alle loro preoccupazioni. In media individui
affetti da DDC passano dalle 3 alle 8 ore a preoccuparsi
del loro aspetto. Si sentono obbligate ad impegnarsi in
particolari comportamenti. Nel DDC i comportamenti
compulsivi più comuni sono:
Controllare la propria immagine allo specchio.
Mettersi a confronto con altri.
Chiedere agli altri raccomandazioni sul proprio
aspetto.
Ricorrere a varie strategie per modificare o
mascherare varie parti del corpo che non
piacciono.
Curarsi molto del proprio aspetto.
Cambiarsi spesso d’abito.
Truccarsi molto.
Ricorrere all’abbronzatura o all’esercizio fisico.
Altri invece cercano di non confrontarsi con il loro
supposto difetto evitando specchi, superfici riflettenti o
luci molto vive.
I sintomi di questo disturbo provocano un estremo
malessere. Circa 1/3 dei soggetti con DDC riferisce
allucinazioni incentrate sull’aspetto fisico. 1/4 fa ricorso a
interventi chirurgici ma spesso la chirurgia non funziona, le
preoccupazioni restano.
La preoccupazione per la propria immagine esteriore può
interferire con molti aspetti della vita lavorativa e sociale
delle persone. Queste persone spesso esperiscono alti
livelli di vergogna, ansia e depressione per il loro aspetto e
comunemente producono diversi comportamenti in
risposta a queste potenti sensazioni. Circa il 40% di coloro
che sono affetti da tale disturbo non è in grado di
lavorare.
Questo disturbo è leggermente più frequente nelle donne
ma anche fra le donne si tratta d un disturbo raro.
L’esordio avviene nella tarda adolescenza. Circa il 90%
dei pazienti cui è stato diagnosticato questo disturbo non
riferisce ancora i sintomi a una anno di distanza dalla
diagnosi.
I fattori socioculturali influiscono molto sul modo in cui la
persona giudica se stessa.
Le persone con DDC sperimentano una terribile angoscia.
I sintomi e gli esiti del DDC sono simili nelle differenti culture
ma la parte del corpo sulla quale le persone focalizzano
l’attenzione può variare da cultura a cultura.
Quasi tutti i soggetti con diagnosi di DDC soddisfano i
criteri diagnostici anche un altro disturbo psicologico. La
comorbilità è frequente con:
Depressione maggiore.
Disturbo d’ansia sociale.
DOC.
Abuso di sostanze.
Disturbo di personalità.
3. DISTURBO DI ACCAPARRAMENTO.
Consiste in primo luogo nel bisogno di accumulare
oggetti. L’aspetto più grave di questo disturbo è che
queste persone non riescono poi a separarsi da tali
oggetti, anche quando non sono di alcun valore agli
occhi degli altri.
Circa i 2/3 dei soggetti che mostrano i sintomi di questo
disturbo non paiono essere consapevoli della gravità del
loro problema; mostrano un attaccamento estremo a ciò
che possiedono e oppongono molta resistenza ai tentativi
di liberarsene.
Circa 1/3 sei soggetti affetti mostra comportamenti di
accaparramento anche di animali.
Il disturbo di accaparramento può avere conseguenze
molto gravi. L’accumulo di oggetti spesso supera la
capacità di contenerli dell’abitazione in cui la persona
vive, ciò comporta diminuzione dell’igiene.
Molti familiari rompono i rapporti con queste persone
perché non sono in grado di capire questo loro
attaccamento ossessivo agli oggetti. Circa i ¾ di coloro
che soffrono di questo disturbo tendono a fare acquisiti
eccessivi e molti non sono in grado di lavorare per cui la
povertà è un fattore comune a chi soffre del disturbo di
accaparramento.
Il dispendio di denaro ad acquistare oggetti li porta
anche a perdere la casa.
Benché tale disturbo sia più comune tra gli uomini sono
molti pochi gli uomini che cercano un trattamento per
questa condizione. Questo disturbo ha inizio durante
l’infanzia o la prima adolescenza ma i quadri più gravi si
manifestano soltanto in età adulta e avanzata.
Questo disturbo non è stato riconosciuto prima del DSM-5.
Ha una frequente comorbilità con il DOC ma può anche
manifestarsi in comorbilità con altre patologie come la
depressione, il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo
d’ansia sociale; in qualche caso anche in presenza di
schizofrenia o demenza.
Eziologia dei disturbi.
Questi tra disturbi di tipo ossessivo-compulsivo sembra che siano
parzialmente sovrapponibili per quanto concerne la loro
eziologia.
Il DOC e il DDC sembrano coinvolgere in parte le stesse aree
cerebrali. Gli studi di neuroimaging rivelano che tre aree cerebrali
strettamente correlate presentano un livello di attività insolito nelle
persone con DOC:
Corteccia orbitofrontale.
Nucleo caudato.
Giro del cingolato anteriore.
Quando a un soggetto con DOC viene mostrato un oggetto che
ne scatena i sintomi l’attivazione in queste tre aree aumenta. Un
quadro simile si manifesta quando si mostrano a soggetti con
DCC fotografie dei loro volti. Il DCC sembra essere correlato con
l’iperattività della corteccia orbitofrontale e del nucleo caudato.
Ancora non sappiamo molto del disturbo di accaparramento in
quanto si tratta di una nuova categoria diagnostica.
Eziologia del disturbo ossessivo-compulsivo:
Alcune teorie cognitivo-comportamentali forniscono spiegazioni
distinte per:
Compulsioni. I modelli comportamentali mettono in rilievo
meccanismi di condizionamento operante nelle
compulsioni, le compulsioni sono rinforzate in quanto
riducono ansia.
Subito dopo un comportamento compulsivo si ha una
drastica riduzione dell’ansia soggettiva e perfino
dell’attivazione psicofisiologica.
Per quanto riguarda le compulsioni è importante
sottolineare il fatto che gli individui affetti da DOC non si
fidano della loro memoria, per questo motivo controllano
più e più volte le cose. Questi soggetti riferiscono di non
fidarsi di ciò che si ricordano. Tale mancanza di fiducia
potrebbe essere la causa che spinge queste persone a
ripetere di continuo i loro rituali.
Una teoria differente è stata quella avanzata per le
ossessioni.
Ossessioni. Coloro che soffrono di DOC si sforzano più
intensamente per sopprimere i pensieri ossessivi, ma così
facendo non fanno che peggiorare la situazione. I
soggetti con DOC tendono a credere che il pensare a
una cosa renda più probabile il suo verificarsi. Persone
con DOC spesso riferiscono di sentire un profondo senso di
responsabilità per ciò che succede. Di conseguenza i
soggetti con DOC hanno pi&ugrav