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CORRELAZIONI TRA ITEM. SERVE A TESTARE LA VALIDITA’ DI UN COSTRUTTO.

4. Validità relativa ad un criterio

La validità relativa a un criterio è quella caratteristica di un test che ci permette di capire quanto

adeguatamente il risultato in esso può esser usato per prevedere la prestazione futura di un soggetto in

una particolare attività o in un altro test (criterio). La variabile di maggior interesse è il risultato della misura

chiamata “criterio”. I punteggi nel test sono utilizzati come base per la previsione di un criterio. Questo tipo

di validità implica il valutare quanto i punteggi di un test corrispondano ai risultati ottenuti in altre prove e il

connettere matematicamente in qualche modo queste due serie di misure. Tale grado di connessione viene

calcolato con il coefficiente di correlazione chiamato “r di Pearson” e serve ad esprimere il livello di validità

del test (il alcuni manuali si possono trovare altri coefficienti, come quello di Spearman). Per esempio, un

test intellettivo dovrebbe essere in grado di prevedere il successo scolastico dei soggetti. In questo caso il

manuale del test dovrebbe indicare il coefficiente di correlazione tra i punteggi ottenuti dagli allievi e la

qualità delle prestazioni scolastiche alla fine dell’anno. Il livello di tale correlazione fornisce una indicazione

complessiva dell’accuratezza delle predizioni e quindi delle decisioni che si possono prendere sulla base dei

punteggi nel test.

Nel manuale tecnico che accompagna ogni test devono essere riportati i dati di validazione dello stesso, in

modo che chi lo vuole utilizzare possa essere informato sulla procedura usata dal costruttore e valutare la

pertinenza del test ai suoi obiettivi. Quanto dovrebbe essere alto il coefficiente di validità per decidere che

un test è valido? Non ci sono regole per fissare un livello accettabile. Il coefficiente di validità di un test

dovrebbe essere abbastanza alto da permettere di identificare e differenziare chi è sottoposto al test

rispetto ad un determinato attributo (es. soggetti che avranno probabilità di successo in un particolare

corso di studi).

Per criterio si può intendere una norma, uno standard, un insieme di elementi su cui basare un giudizio o

una decisione. Nel linguaggio dei test, per criterio si intende una misura diretta, ma esterna e indipendente

della “stessa cosa” che un test si propone di misurare, una misura effettuata con procedure diverse e che

costituisce un termine di riferimento per il test. Non ci sono regole fisse per stabile ciò che può fungere da

criterio. Può essere il punteggio in un altro test, una diagnosi psichiatrica, il punteggio in un esame ecc. Il

criterio deve essere affidabile, rilevante, valido e non inquinato. La chiave per la scelta di un criterio è

determinata dall’obbiettivo che si vuole raggiungere attraverso una decisione. Per esempio, l’obiettivo

dell’ufficio personale di un’azienda potrebbe essere la selezione di dipendenti produttivi; pertanto un

criterio adeguato potrebbe essere una misura della produttività.

I punteggi del criterio devono essere affidabili. Un criterio è appropriato se è pertinente rispetto alla

funzione che il test vuole misurare. Per esempio, un test che misura l’attitudine alla leadership dovrebbe

essere validato utilizzando come criterio dati ricavati da leader di gruppi o organizzazioni. Una misura di

criterio deve essere valida in funziona dell’obiettivo per cui è usata.

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Esistono 2 metodi per rilevare la validità in rapporto ad un criterio: quella predittiva e quella concorrente. I

due diversi metodi permettono di stimare la stessa quantità, cioè il grado di correlazione tra i punteggi nel

test e nel criterio.

- Validità predittiva: è ritenuta il procedimento più accurato, anche se presenta i maggiori problemi

pratici ed etici. La validità predittiva riguarda quella situazione in cui i punteggi di un test vengono

rilevati in un certo tempo (per esempio all’inizio dell’anno scolastico) e correlati con le misure di un

criterio disponibili successivamente (per esempio, le valutazioni degli insegnati alla fine dell’anno

scolastico). Una validazione di tipo predittivo si svolge in 2 fasi: 1) si applica un test ad un gruppo di

soggetti senza utilizzarne i risultati per prendere delle decisioni; 2) trascorso un certo intervallo di

tempo, si raccolgono misure della prestazione degli stessi soggetti e si correlano con i punteggi nel

test.

In questo modo si ottiene un coefficiente di validità predittiva, il cui livello esprime la maggiore o

minore probabilità di predire le prestazioni future dei soggetti. Un elevato coefficiente di validità

predittiva esprime una buona capacità di previsione del comportamento. Tuttavia, si è ancora

lontani dal disporre gli strumenti con validità predittiva molto elevata.

Il vantaggio della validazione predittiva è che essa fornisce una misura semplice e diretta della

relazione fra i punteggi del test e la prestazione nel criterio per la popolazione generale. Per questa

ragione si rende necessario che il test venga somministrato ad un gruppo di soggetti il più possibile

ampio e rappresentativo della popolazione. Nei manuali di alcuni test sono riportate correlazioni

tra punteggi nel test e quelli nel criterio di gruppi preselezionati di soggetti (lavoratori già assunti) e

ciò riduce il grado di validità predittiva del test.

(SE HAI BUONE CAPACITA’ SPAZIALI E’ PROBABILE CHE CON QUESTO VOTO SUPERARAI L’ESAME DI DISEGNO) PUO’

ESSERE CHE IL TEST SIA PREDITTIVO DI ALCUNE CARATTERISTICHE.

- Validità concorrente: è un termine generico che sta ad indicare una serie di procedure più pratiche

rispetto a quelle della validazione predittiva. Consiste nell’ottenere sia i punteggi di un test sia

quelli di un criterio in una specifica, preselezionata popolazione, e calcolare la correlazione fra le

due serie di dati. Secondo alcuni autori la differenza tra validità predittiva e concorrente sta nel

fatto che il coefficiente di validità predittiva è ottenuto in un campione casuale della popolazione

rispetto alla quale si dovranno prendere delle decisioni, mentre quello di validità concorrente è

generalmente ottenuto in un gruppo preselezionato di soggetti (impiegati assunti, pazienti in

terapia ecc.) che può differire sistematicamente dalla popolazione generale.

La validazione concorrente è facilmente realizzabile, cioè non sono necessari campioni casuali di

soggetti o il lasciar passare lunghi periodi di tempo per ottenere la misura del criterio. A volte è

possibile avere le misure nel test e nel criterio e correlarle addirittura nello stesso giorno, mentre

gli studi di tipo predittivo devono lasciar passare parecchi mesi o addirittura anni. Inoltre, alcuni

studi hanno dimostrato che i valori dei coefficienti di validità predittiva e concorrente non

differiscono sostanzialmente fra loro. Tali risultati spiegano il più frequente ricorso a quest’ultima

strategia di validazione.

La validità concorrente è utile per quei test che vengono usati per le certificazioni previste dalla

legge e in ogni caso per i test clinici e diagnostici. Tale validità permette di verificare la

corrispondenza fra le prestazioni nel test e la valutazione degli stessi comportamenti effettuata con

procedure diverse.

Un test con dimostrata validità concorrente fornisce una scorciatoia per ottenere informazioni in

brevi tempi.

LA VALIDITA’ CONVERGENTE E DISCRIMINANTE: VALUTO COSA VIENE DISCRIMINATO E QUALI SONO GLI ELEMENTI

COMUNI DEI 2 ELEMENTI PSICOPATOLOGICI.

5. Validità e meta-analisi 28

Con “meta-analisi” si intende un metodo per combinare i risultati di molteplici ricerche svolti da autori

diversi relativamente allo stesso argomento. Tale procedimento, applicato ai test, permette di stimare la

media dei coefficienti di validità ottenuti da autori diversi sullo stesso test. Per poter combinare i dati

provenienti da studi diversi è necessario che questi presentino una precisa, specifica e omogenea

definizione del costrutto misurato dal test, e che utilizzino analoghe misure del criterio.

6. Relazioni tra validità di costrutto e di criterio

Ogni strategia di validazione di un test offre informazioni sulla validità di costrutto dello stesso. Infatti,

l’idea che ci fossero diversi tipi di validità viene sostituita da una definizione unitaria di validità secondo la

quale ogni tipo di validazione è fondamentalmente validazione di costrutto. Anche nel caso in cui attraverso

una ricerca riguardante la selezione del personale si volesse determinare se un particolare test è in grado di

prevedere le valutazioni dei superiori circa le prestazioni lavorative (validità predittiva in rapporto a un

criterio) in realtà il nucleo centrale di tale studio riguarderebbe la validità di costrutto del test.

IL CRITERIO E’ L’AZIONE: QUANTO HAI PRESO A DISEGNO. DEVE ESSRE VALIDO CONCETTUALMENTE E MISURATO IN MODO

VALIDO.

7. Interpretazione del coefficiente di validità

La validità in relazione al criterio è una stima della correlazione tra i punteggi del test e la misura del

criterio. Spesso tali coefficienti risultano bassi. Tuttavia, l’effetto del test sulla qualità delle decisioni di uno

psicologo, infatti, è legato anche ad altri fattori che non necessariamente sono connessi con il coefficiente

di validità in relazione al criterio.

8. Test e decisioni

Il test costituisce solo uno dei fattori che in una situazione di selezione possono incidere e determinare la

qualità delle decisioni e quindi della prestazione professionale di uno psicologo. Altri 2 fattori vanno

considerati: il rapporto di selezione e il livello di base. Con livello di base si intende la percentuale di

soggetti che si ritiene potenzialmente possa raggiungere il successo. Il rapporto di selezione rappresenta il

rapporto tra posti e candidati, indica quanto si deve essere selettivi nelle proprie decisioni.

Una decisione rappresenta un’azione che comporta l’assunzione o la respinta di candidati di scuole, posti di

lavori, corsi universitari e di formazione ecc. Lo scopo dello psicologo nella selezione è di ridurre il più

possibile gli errori e di incrementare le decisioni corrette. Un test valido dovrebbe contribuire a

incrementare i successi e quindi la qualità delle scelte dello psicologo. Le decisioni costituiscono la fase

finale di una strategia più complessiva che segue regole formali e informali. (pag 225-234)

9. Affidabilità e validità di un test

Quasi mai i test sono perfettamente coerenti e affidabili. Questo limite delle misure psicologiche ha

rilevanti implicazioni pe

Dettagli
A.A. 2014-2015
36 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher oliverqueenarrow di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodiagnostica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Pedone Roberto.