Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Riassunto esame Psicodiagnostica, prof. Pedone, libro consigliato I test psicologici: Teorie e tecniche, Pedrabissi, Santinello Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

S S

v v

R = =

xx S S S

+

x v e

Il grado di attendibilità indica il livello di correlazione esistente tra due distribuzioni di punteggi

ottenuti dagli stessi soggetti nello stesso test, compilati in momenti differenti. Il valore può variare

da +1 (massima correlazione) a -1 (correlazione negativa  inversa), passando dallo 0 (assenza di

correlazione). Il coefficiente di correlazione può essere usato per segnalare la coerenza dei

punteggi ottenuti nei test psicologici.

Uno dei possibili modi per stabilire l’attendibilità di un test è utilizzare la procedura

“Test – retest”: somministrare per due volte di seguito lo stesso strumento allo stesso gruppo di

soggetti, con un predeterminato intervallo di tempo (max 6 mesi). Questa procedura controlla

soprattutto la stabilità dei punteggi nel tempo (coerenza)  maggiore è il coeff. di correlazione,

maggiormente affidabile è il test. Se il test è attendibile vuol dire che si è potuto prevedere il

punteggio della seconda prova, in base al punteggio ottenuto alla prima.

Una procedura come questa è consigliata quando si vuole misurare caratteristiche relativamente

stabili nel tempo  tratti di personalità.

Se i test presuppongono ragionamenti o procedure di calcolo è meglio utilizzare il metodo delle

“forme parallele”: elaborazione di due versioni, o forme parallele, dello stesso test, che risultano

il più possibile equivalenti fra loro rispetto al contenuto e alla modalità di risposta. Si compone di 3

passaggi:

1) somministrazione di una versione del test ad un gruppo;

2) somministrazione della versione parallela allo stesso gruppo;

3) correlazione fra i punteggi ottenuti nel caso 1 con quelli nel caso 2.

Il grande limite di questo metodo è rappresentato dal campionamento degli item poiché un

soggetto potrebbe ritenere più facili quelli del 1° test rispetto a quelli contenuti nella forma

parallela. Inoltre sono molto costose poiché prevedono una doppia somministrazione.

I metodi appena visti prevedono 2 somministrazioni, ma ci sono anche metodi per misurare

l’attendibilità che ne prevedono una sola

“split – half”: cioè dividere in due parti gli item del test per poi correlarne i rispettivi punteggi. La

divisione del test in due parti comparabili permette anche di avere una misura della coerenza

interna.

La difficoltà di questo metodo è proprio la divisione degli item in quanto non si può dividere prima

parte e seconda parte perché si rischia che in quest’ultima ci siano domande più difficili che nella

prima  la procedura più utilizzata prevede la divisione di item pari da quelli dispari.

L’ultimo metodo prevede la verifica della

coerenza interna”: grado di correlazione tra tutti gli item di un test. Tramite questo metodo

l’attendibilità viene misurata in base alla coerenza delle risposte date dal soggetto  un test è

definito omogeneo quando gli item che lo compongono misurano un singolo tratto; eterogeneo se

gli item misurano più di un fattore. Più un test è omogeneo, più alta sarà la coerenza interna.

Un livello accettabile del coefficiente di attendibilità di un test che prevede delle scelte riguardo le

persone dev’essere intorno a .90. E’ difficile stabilire un livello minimo assoluto, ma per ogni test

c’è un livello accettabile che dipende dall’ammontare dell’errore di misurazione che si è disposti a

tollerare nell’applicazione di un test. Validità

Validità = significatività del punteggio: ciò che il punteggio del test realmente significa.

Per conoscere quale tra i tanti test misura con più precisione e accuratezza una certa

caratteristica psicologica, bisogna controllare la validità del test ossia capire quanto è valido:

grado di precisione e accuratezza con cui misura ciò che si propone di misurare.

Non è una proprietà statica infatti può continuare ad essere confermata nel tempo grazie

all’accumulo di osservazioni cliniche o di progetti di ricerca.

Esistono 4 differenti tipi di validità che mirano ad evidenziare la validità dello strumento:

Validità di facciata: riguarda più ciò che il test sembra misurare più che quello che misura

1. realmente. Riguarda quanto convincenti appaiono le prove che il soggetto affronta. Non ha

niente a che vedere con il calcolo o l’interpretazione dei punteggi ma influenza il livello

motivazione di chi è sottoposto al test, modificandone la prestazione in quanto se un

soggetto percepisce il test come inutile, i risultati della performance saranno inaffidabili.

Validità di contenuto: riguarda quanto gli item rappresentano il comportamento che il test

2. intende misurare. Quanto il test sia un campione rappresentativo dell’area

comportamentale che esso misura. La chiarezza e la non equivocità nella formulazione

degli item contribuisce alla validità complessiva del contenuto di un test. Tale validità è

anche una questione di campionamento: gli item di un test costituiscono un campione tratto

da una più ampia popolazione di item potenziali: se tale campione è rappresentativo della

popolazione, allora il test avrà una buona validità di contenuto. Per scegliere gli item adatti

bisogna definire il campo di contenuto  la serie totale dei comportamenti che potrebbero

essere usati per valutare una specifica caratteristica psicologica.

Validità di costrutto: giudizio sull’appropriatezza delle deduzioni effettuate a partire dai

3. punteggi di un test che misura una determinata variabile, chiamata “costrutto”. Questa è

una categoria astratta usata per descrivere o per spiegare un comportamento (intelligenza,

personalità, ansia, motivazione …)  categorie non osservabili direttamente ma che sono

tratti sottostanti di un comportamento osservabile.

Ci sono varie procedure che permettono di mostrare la validità di un test:

1. test omogeneo ossia misura un singolo costrutto. Buona coerenza interna, è importante

perché assicura che il test stia misurando una sola categoria psicologica ma non permette

di capire come questa sia collegata ad altri.

2. i punteggi del test aumentano o diminuiscono in funzione dell’età o del trascorrere del

tempo in quanto il costrutto cambia con l’età  ve ne sono alcuni più stabili e altri meno.

3. i punteggi ottenuti in seguito ad alcuni eventi o al passaggio del tempo, differiscono da

quelli del pre – test.

4. i punteggi del test correlano con quelli di altri test in quanto un costrutto potrebbe

convergere con quello di altri test creati per valutare lo stesso o un simile costrutto  elevate

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fradraken di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicodiagnostica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Pedone Roberto.