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RICERCA

Un sistema di valutazione della ricerca è stato

recentemente introdotto in Italia a partire dal 2003: il

CIVR - Comitato di indirizzo per la valutazione della

ricerca.

I criteri previsti dal CIVR per la valutazione della ricerca

sono:

• qualità

• rilevanza

• originalità/innovatività

• internazionalizzazione e/o potenziale competitivo

internazionale (posizionamento del prodotto nello

scenario internazionale) 30

CAPITOLO 3

I MOMENTI DELLE DIVERSE FORME

DI RICERCA QUALITATIVA

L’esigenza di penetrare meglio nei contesti educativi ha dato impulso allo

sviluppo delle strategie di ricerca di tipo qualitativo.

La RICERCA QUALITATIVA non svolge i suoi passaggi secondo una

pianificazione rigida come quella della ricerca quantitativa.

Secondo Janesick il PIANO DELLA RICERCA QUALITATIVA è:

• olistico (comprende l’immagine complessiva del contesto sociale che viene

studiato)

• centrato sulle relazioni in un gruppo

• focalizzato sulla comprensione del contesto sociale

• richiede il lavoro sul campo e l’analisi dei dati

• interpreta il ricercatore come strumento di ricerca 31

I MOMENTI DELLA RICERCA-AZIONE

La RICERCA- AZIONE presenta momenti simili a quelli dell’ESPERIMENTO, in

quanto nasce e si sviluppa come alternativa allo stesso. Inoltre, la ricerca-azione,

nascendo proprio in ambito umanistico, risponde a tali caratteristiche e trova

buona diffusione nelle pratiche delle insegnanti.

Tuttavia la ricerca-azione è diversa dall'esperimento perché:

• il tema e il problema non vengono definiti a priori dal ricercatore, ma nascono

da una necessità o una difficoltà

• sono gli operatori a dare avvio alla ricerca, chiedendo il coinvolgimento del

ricercatore nel loro contesto per trovare una soluzione al problema emerso

• gli operatori fanno parte, insieme al ricercatore, del gruppo di ricerca.

Il gruppo deve essere formato alla ricerca e durante la formazione del gruppo:

• insegnanti ed educatori forniscono al ricercatore informazioni

• il ricercatore definisce mete comuni flessibili, a lungo termine, significative,

realistiche, giustificate

• i soggetti devono controllare le dinamiche di gruppo 32

LE FASI DELLA RICERCA – AZIONE SONO 11:

• Manifestazione del problema

• Formazione del gruppo

• Definizione del problema con il ricercatore

• Formulazione degli obiettivi della ricerca

• Individuazione delle possibili azioni (IPOTESI DI AZIONE)

• Scelta delle modalità per rilevare le informazioni

• Rilevazione iniziale

• Introduzione del trattamento

• Verifica del trattamento

• Valutazione finale

Costituito il gruppo, viene definita con precisione la difficoltà da approfondire. Si

individuano in seguito gli OBIETTIVI e le possibili AZIONI RISOLUTIVE.

Deciso l’INTERVENTO da attuare, si effettuano RILEVAZIONI IN INGRESSO, al fine di

definire la situazione di partenza, si attua l’intervento e, al termine, si verificano i

risultati. La VALUTAZIONE FINALE serve ad accertare l’efficacia del trattamento

introdotto, ricalibrare eventualmente l’intervento o ritornare sul problema con le

nuove conoscenze acquisite (ANDAMENTO CICLICO o A SPIRALE). 33

FASI DELLA RICERCA ETNOGRAFICA

La Ricerca Etnografica è un tipo di studio osservativo ispirato agli studi antropologici.

Si articola in 11 fasi:

1. Definizione della domanda conoscitiva, relativa ad aspetti della cultura di un gruppo al

centro della ricerca.

2. Scelta del gruppo da studiare e di un contesto in cui svolgere la ricerca.

3. Analisi della letteratura. La ricerca etnografica non dovrebbe procedere da IPOTESI

STRUTTURATE.

4. Partecipazione alla vita del gruppo. Il ricercatore vive per un tempo relativamente lungo

con il gruppo che intende studiare, per meglio comprendere la realtà esaminata.

Negoziazione del ruolo del ricercatore : attenzione del ricercatore a fare accettare la

propria presenza.

5. Rilevazione dei dati attraverso osservazioni, annotazioni, interviste e sondaggi. A una fase

di OSSERVAZIONE ESTENSIVA (a maglie larghe), segue, di norma, l’ OSSERVAZIONE

FOCALIZZATA (sofferma su aspetti particolari).

Gli STRUMENTI più utilizzati nella ricerca etnografica sono: osservazione libera, intervista

non strutturata, questionari a domande aperte, analisi di documenti, Focus Group. 34

Poi segue la TRIANGOLAZIONE dei punti di vista di attori che hanno ruoli diversi nel gruppo;

raccolta di manufatti, materiali, documenti , fotografie…

La lunga permanenza sul campo costituisce il maggior punto di forza della validità della

ricerca etnografica, mentre la relazione e la predominante soggettività sono gli elementi che

maggiormente rischiano di minarne l’attendibilità, anche se l’etnografo è considerato lo

strumento principale della ricerca, in quanto in grado di comprendere i soggetti attraverso

l’EMPATIA.

7. Stesura e ordinamento delle note etnografiche

8. Analisi del materiale empirico prodotto: leggere più volte gli episodi descritti, poi procedere

alla DECOSTRUZIONE del materiale empirico attraverso la suddivisione in CATEGORIE e

DIMENSIONI. Una volta suddiviso il materiale in categorie, si procede con la riaggregazione

dello stesso sulla base della CLASSIFICAZIONE scelta.

Analisi confermativa, in cui si ancorano i fatti osservati a una teoria.

9. Redazione del rapporto di ricerca

10. Ritorno sul luogo per approfondimenti e per il controllo delle interpretazioni date, facendo

conoscere il rapporto scritto agli attori.

11. Revisione o integrazione del rapporto di ricerca. 35

FASI DELLO STUDIO DI CASO

Nello STUDIO DI CASO lo studioso sceglie di concentrarsi su un «CASO UNICO»

(un singolo soggetto o evento). Il caso deve essere ben DEFINITO e SPECIFICO.

Esistono più FORME DI STUDIO DI CASO:

• forma osservativa pura (studio di caso intensivo)

• forme più vicine alla ricerca-azione o all'esperimento su casi singoli.

Si può anche distinguere tra:

• studio di caso intrinseco (ricerche in cui si sceglie un soggetto per la sua

straordinarietà ed eccezionalità)

• studio di caso strumentale (il soggetto preso in esame può consentire

generalizzazioni) ad altri soggetti o istituzioni di cui è rappresentativo)

• studio di caso collettivo (l'analisi di casi individuali viene replicata su altri

soggetti). 36

I MOMENTI DELLO STUDIO DI CASO sono:

1. Definizione dello scopo della ricerca: per avviare lo studio di caso è necessario definire in primo luogo lo

SCOPO.

2. Selezione e negoziazione dell'accesso al caso che comporta:

• la definizione del caso

• la concettualizzazione dell'oggetto di studio

• la scelta delle fonti e degli strumenti.

È necessario scegliere un caso in relazione a quelli disponibili. Si opta per casi eccezionali e devianti.

Una volta scelto il caso è necessario negoziare l’accesso alle informazioni.

Segue la delimitazione del caso sul quale condurre la ricerca attraverso la sua descrizione. Connessa a

questa operazione è la concettualizzazione dell’oggetto di studio, ovvero la scelta dei temi e degli

interrogativi da approfondire nella ricerca.

Si procede quindi con la scelta delle fonti di informazione e degli strumenti, allo scopo di descrivere il

caso nel suo contesto naturale e di rilevare interazioni spontanee.

3. RACCOLTA DEI DATI- Il lavoro sul campo che implica:

• la negoziazione del ruolo ( definizione del ruolo del ricercatore all’interno del contesto)

• la raccolta dati sugli avvenimenti e i fenomeni che si intendono studiare.

4. ANALISI DEI DATI- L’ organizzazione delle registrazioni che prevede:

• la riduzione (selezione dei materiali significativi)

• l'indicizzazione/codifica (classificazione per la sintesi e l’interpretazione dei significati)

• la triangolazione delle informazioni chiave e delle fonti

5. Stesura del resoconto 37

CAPITOLO 4

GLI STRUMENTI PER LA

RILEVAZIONE DEI DATI

A seconda della strategia di ricerca scelta, dello scopo, delle

proprietà da misurare, delle caratteristiche dei soggetti da

interpellare, il ricercatore opterà per uno o più strumenti.

Gli STRUMENTI DI RILEVAZIONE possono essere:

• STRUTTURATI: sono tipici della RICERCA QUANTITATIVA e

consentono di trasformare i dati raccolti in numeri e di usare la

statistica per sintetizzarli e metterli in relazione.

• NON STRUTTURATI: sono tipici della RICERCA QUALITATIVA

(interviste libere, focus Group, colloqui…) che consentono di

rilevare materiale verbale, narrativo e descrittivo. 38

IL QUESTIONARIO

Il QUESTIONARIO è una lista organizzata di domande che vengono poste per iscritto, nelle

stesse condizioni, a un gruppo abitualmente ampio di soggetti allo scopo di raccogliere

informazioni, di conoscere opinioni, atteggiamenti, intenzioni e azioni compiute.

I PASSAGGI per la costruzione di un questionario:

• precisare bene lo scopo generale della rilevazione: che cosa si vuole ottenere o ci si aspetta di

stabilire mediante tale questionario

• definire i temi, gli ambiti e i costrutti da indagare

• elencare le variabili da misurare e per ciascuna specificare gli indicatori

• formulare le domande in forma scritta, che possono essere:

 APERTE: quesiti che lasciano libero l’intervistato di rispondere come vuole.

 CHIUSE: quelle a cui bisogna rispondere scegliendo tra alternative obbligate. Vi sono diverse

tipologie di domande a risposta chiusa:

 DICOTOMICHE: SI/NO , VERO/ FALSO

A SCELTA MULTIPLA

 AD IMBUTO (progressivamente sempre più analitiche e dettagliate)

 CON GRADUATORIE DI RISPOSTA (ordinare le alternative a seconda delle preferenze)

 CON SCALE DI GIUDIZIO: accordo o disaccordo 39

• studiare la popolazione a cui il questionario è destinato

• definire l'ordine di presentazione delle domande per evitare affaticamento nei

rispondenti e noia. Le domande devono essere chiare, semplici e senza ambiguità.

• svolgere una somministrazione pilota su piccoli gruppi del questionario per riformulare

eventuali domande poco chiare.

• revisione del questionario

• decidere le modalità di somministrazione del questionario (diretta, per posta, per

telefono, in rete)

• svolgere i passaggi finali della messa a punto dello strumento:

 predisporre la versione definitiva del questionario

 somministrare al campione più ampio

 analizzare i risultati

 presentare le conclusioni 40

L’INTERVISTA

È una forma di conversazione in cui un esperto pone una serie di domande a un singolo gruppo

di s

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
56 pagine
18 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tonia_la di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Progettazione e valutazione di interventi educativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Luppi Elena.