vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La ricerca educativa come strumento di trasformazione della realtà educativa
Nel 1977 con il Council for Adult Education si afferma per la prima volta in modo esplicito che la ricerca educativa deve trovare il suo scopo nella trasformazione della realtà educativa e che perciò il ricercatore non può essere considerato neutrale e oggettivo. Si ribadisce la necessità della compartecipazione dei soggetti della realtà presa in esame, dove il ricercatore è pienamente coinvolto. Le discrepanze che emergono dall'esperienza quotidiana dell'insegnante diventano gli incipit della ricerca partecipativa, che si sviluppa intorno all'individuazione del problema e alla costruzione del gruppo di lavoro e di ricerca. In questo modo, la comunità professionale diventa una comunità euristica. Il ricercatore ha il ruolo di orientare il ragionamento sulle ragioni della scelta dei contenuti da prendere in esame nella ricerca formativa.e, in quanto anche potenziale formatore, egli supporta l'esplicitazione dei saperi in modo da formalizzare l'esperienza, aiutando gli insegnanti a cogliere lo scarto tra l'aspettativa e quanto osservato. Il principale compito del ricercatore è quello di far emergere i taciti dei docenti attraverso l'uso di strumenti di ricerca di tipo qualitativo: questa fase è importante per proseguire nella ricerca, ma purtroppo molto spesso viene trascurata. La ricerca viene confusa con l'introduzione di innovazioni didattiche o con cambiamenti riguardanti l'organizzazione scolastica. La R-A in Italia spesso si è confusa con il forte movimento di innovazione della nostra scuola avvenuto dagli anni '60 (Movimento di Cooperazione educativa, etc), che diede forte impulso al cambiamento senza dare il via a processi di ricerca vera e propria. In Italia, alcuni studi sono stati fatti da Pellerey (2005), Trombetta e.Mastromarino (1988) e Damianosull’educational evaluation research(2006). Si è sviluppato un filone di ricerca intesa comevalutazione formativa. Il rischio è quello di rispondere a richieste di formazione proposte da soggettifinanziatori che non sempre corrispondono ai bisogni e alle questioni care agli operatori.
Una volta definito il focus di ricerca è necessario condividere con i docenti le scelte metodologichee accompagnare gli insegnanti nel percorso di ricerca. Bisogna:
- Definire degli obiettivi da condurre insieme;
- Gestire la comunicazione;
- Esplicitare il confronto tra posizioni differenziate;
- Prendere in carico la risoluzione di problemi o dubbi;
- Sviluppare il confronto tra aspettative e dichiarazioni di intenti dei docenti.
Il ricercatore assume un ruolo complesso perchè offre al gruppo sia le proprie competenze euristichee metodologiche, sia quelle pedagogico-didattiche.
Il percorso verso la RFNegli ultimi
decenni si è fatta strada una nuova forma di dialogo tra scuola e ricercatori: la ricerca collaborativa, nata in Canada negli anni '90, mira a definire le diverse expertise dei soggetti coinvolti, facendo in modo che i ruoli rimangano distinti senza sovrapporsi. Le differenze tra R-A (ricerca-azione) e ricerca collaborativa consistono proprio nel chiarimento dei ruoli e nella diversa distribuzione dei compiti e delle funzioni: nella seconda, agli insegnanti non viene richiesto di diventare esperti nel metodo o nell'uso di strumenti d'indagine, mentre vengono comunque coinvolti nella restituzione e nella discussione dei risultati. La ricerca collaborativa procede in questo modo: - Insegnanti e ricercatori convergono su un problema ritenuto rilevante, elaborando un obiettivo condiviso (co-situare la ricerca); - Si accordano sul disegno di ricerca: gli insegnanti riflettono sulla propria esperienza, i ricercatori mettono a punto e applicano una metodologia di ricerca rigorosa, scelgonoGli strumenti più adatti all'analisi dei dati e alla co-produzione e co-discussione della sintesi.
Negli ultimi decenni si è delineato un nuovo filone più collegato alla formazione dei docenti: la formazione-azione. La formazione e l'acquisizione non sono più considerate esiti indiretti o marginali della ricerca-partecipativa, ma obiettivi a cui si tende venendo a delineare l'ambito della ricerca-formazione. La ricerca-formazione (definizione di Bove) è un processo di maturazione di competenze e di sensibilità professionali basato sull'intercambio, sul dialogo, che esula dalla mera formazione di base. La R-F è una ricerca diretta a attivare le risorse del contesto che:
- Mette in atto procedure di ricerca mirate alla costruzione della consapevolezza dei partecipanti;
- È volta alla costruzione della professionalità insegnante;
- Concepisce il ricercatore principalmente come
facilitatore e formatore. Alcuni autori hanno sviluppato altri filoni di ricerca: si parla di Ricerca-Azione-Formazione in ambito svizzero-canadese, che propone un modello ricorsivo delle tre finalità: ricerca, per contribuire allo sviluppo della conoscenza pedagogica; azione, per provocare un cambiamento; formazione, per generare trasformazione consapevole nei partecipanti. Questo nuovo filone sposta ulteriormente il rapporto e l'equilibrio fra il ruolo del ricercatore e quello del docente. Il ricercatore assume anche un ruolo formativo, con l'inserimento di obiettivi, fasi e metodologie formative nel disegno della ricerca, La Ricerca-Formazione, Asquini. Finalizzate al coinvolgimento dei soggetti che fanno parte del progetto. Il processo euristico e conoscitivo è perseguito nella collaborazione reciproca, è co-generato da tutti i soggetti cui si riconoscono competenze diverse e complementari. Il ricercatore, al fine di sostenere la pratica riflessiva dell'insegnante,
deve agire nei seguenti modi: - riflessione in un'ottica di mediazione; - Definire gli obiettivi del percorso di ricerca e - Promuovere il confronto tra opinioni e prospettive differenti; - Gestire la comunicazione tra i partecipanti; - Accompagnare il confronto tra teorie e dichiarazioni di intenti e pratiche effettivamente messe in atto, in modo da evidenziarne coerenze e discrepanze; - Raccogliere materiali, formando e sostenendo i docenti nella pratica di documentazione; - Restituire e discutere l'analisi dei risultati. - Lo sguardo formale e distaccato del ricercatore e quello coinvolto ed esperienziale dell'insegnante trovano una compensazione reciproca in una dimensione di riflessione collaborativa sulle cosiddette buone pratiche. È il ruolo strategico della relazione interpersonale insito nel lavoro collaborativo che garantisce un'indagine più ampia e profonda. Ricercatore e insegnante sono portatori di competenze distinte, ma entrambe essenziali alraggiungimento di un obiettivo comune, e insieme contribuiscono allacomprensione e alla trasformazione delle pratiche di insegnamento e apprendimento.- Dimensioni metodologiche nella ricerca formazione (Cardarello)
Una metodologia di formazione
La R-F nasce come una formazione in servizio: in questo caso la formazione non si limita alle forme canoniche di conferenza, lezione, seminario o laboratorio, ma include un vero lavoro di ricerca valutativa e di indagine fatto dagli insegnanti stessi. La Vannini situa la R-F nei contesti, sottolineando le somiglianze che ha con la R-A.
Una ricerca congiunta come un "metodologia del fare ricerca nelle scuole e con gli insegnanti, Il CRESPI definisce R-F orientata alla formazione/trasformazione dell'agire educativo e didattico e alla promozione della riflessività dell'insegnante".
La RF è una pratica congiunta, quindi se il primo obbligo è quello di precisare cosa si debba intendere per ricerca,
Il secondo è quello di definire quali passaggi connotino una ricerca congiunta. Tipologie di RF e "miglioramento".
Esistono varie tipologie di R-F:
- Di stampo valutativo, tradizione e ottimi esponenti anche in Italia grazie alla crescente diffusione di pratiche di valutazione e autovalutazione del nostro sistema scuola (Egle Becchi e Università di Pavia);
- La Ricerca-Formazione, Asquini.
- Conoscitiva, quando scuole o gruppi di docenti si rivolgono a ricercatori per un esame o una raccolta di dati, intorno alla loro realtà (es. per monitorare un'innovazione realizzata o indagare un aspetto controverso del curricolo);
- Innovativa, quando si progetta un intervento di trasformazione per migliorare una pratica, con il supporto dell'università;
Tutte le tipologie hanno come punto centrale il miglioramento del contesto e si distinguono 11 tappe che sono poi riconducibili
utilizzando il tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:- Scelta dell'aspetto da indagare/valutare- e dello strumento;
- Realizzazione della ricerca;
- Restituzione e discussione dei dati;
- Elaborazione del progetto di miglioramento;
- Realizzazione e verifica del progetto di miglioramento.
Il miglioramento è un momento stesso della ricerca e pertanto deve essere sottoposto a controlli da parte dei ricercatori.
Le origini di una ricerca possono essere di natura politico-organizzativa. Nella ricerca valutativa, ad esempio, gli amministratori intendono valutare la qualità dei servizi. Il primo scopo non è conoscitivo, quanto formativo, cioè promuovere, aumentare e diffondere la cultura dell'inclusione. In altri casi, la R-F nasce per l'aspirazione di insegnanti o dirigenti di disporre di conoscenze su un argomento indotto dalla normativa ministeriale, ad esempio, cosa si intende per didattica per competenze. In ogni caso, l'intento formativo viene perseguito.
oltre alle precisazioni teoriche, attraverso la costante azione di indagine empirica corrispondente a quei nodi teorici e dunque alla loro traduzione operativa. L'origine è diSi possono individuare due principali svolgimenti del disegno e del processo: nel primo tipo conoscitivo-valutativo con intenzione formativa; nel secondo caso la cornice è un corso o attività di formazione che si trasforma in una ricerca congiunta sull'argomento. Una seconda caratteristica consiste nel costante raccordo tra dati empirici riscontrabili e operazioni di riconoscimento teorico e concettuale della loro identità. Il valore trasformativo della RFMolti hanno denunciato l'inutilità della ricerca empirica e del sapere accademico: si sono quindi affermate tradizioni di ricerca non accademica condotta congiuntamente tra ricercatori e practitioners al fine di elaborare un sapere utile, circoscritto e contestualizzato. Ha l'impressione, in Italia soprattutto, c