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MODELLO CIPP
(Stufflebeam, 2005)
context,
input,
process,
product
(Contesto, Input, Processo, Prodotto).
Parlett e Hamilton (1972) → elaborano il MODELLO ILLUMATIVE
Il Modello Illuminative riguarda la valutazione di programmi innovativi e vuole fornire
informazioni anche sul processo di progetti innovativi e non solo sui risultati. Si oppone al modello
comparativo classico.
Hanno definito ILLUMINATIVE la loro tipologia di valutazione, perché il suo scopo è quello di
METTERE IN LUCE i processi relazionali tra i partecipanti , il loro vissuto e le loro percezioni nei
confronti del nuovo programma, oltre ai problemi e alle questioni che spesso nascondono od
ostacolano i tratti significati del programma.
La valutazione illuminative è prettamente indirizzata alla descrizione e all’interpretazione dei
fenomeni , e non alla loro misurazione e predizione.
Uno stesso progetto può assumere una forma diversa in ciascuna situazione in cui viene attuato.
Questo per la diversità e complessità degli ambienti di apprendimento (= intreccio di variabili
culturali, sociali, istituzionali e psicologiche).
→ quindi i progetti innovativi non possono essere separati dagli ambienti di apprendimento
di cui divengono parte.
Le dimensioni, gli scopi e le tecniche della valutazione dipendono da molti fattori:
le preoccupazioni dei committenti
la natura e lo stadio in cui è l'innovazione
il numero delle istituzioni/insegnanti/studenti coinvolti
il livello di collaborazione e il grado di accesso alle informazioni rilevanti
il tipo di esperienza del ricercatore
il tempo disponibile per la raccolta di dati, il tipo di rapporto richiesto
l'ammontare dello stanziamento per la valutazione.
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La valutazione illuminative è una strategia generale di ricerca adattabile ed eclettica
→ il problema viene osservato da una molteplicità di angoli visuali
approccio di "triangolazione"
( ).
Tale tipo di valutazione consta di 3 fasi:
1) i ricercatori osservano
2) i ricercatori indagano
3) i ricercatori tentano di spiegare
→ cominciando da una base ristretta di dati, i ricercatori restringono poi l'ampiezza della loro
indagine per concentrare sempre più attenzione sulle questioni che emergono
("messa a fuoco progressiva" ).
I dati vengono raccolti in 4 aree:
OSSERVAZIONE
INTERVISTE
QUESTIONARI E TEST
FONTI DI DOCUMENTAZIONE E SFONDO
Tale valutazione si concentra più sulla componente relativa alla raccolta di informazioni che sulla
componente decisionale della valutazione.
Il valutatore indirizza la sua relazione a 3 gruppi diversi:
i partecipanti del progetto
gli sponsor del progetto, il comitato di supervisione o l'autorità scolastica locale;
gli esterni interessati (altri ricercatori, autori di curricoli..).
Il ricercatore non prende decisioni → il suo compito è quello di fornire una comprensione ampia
della/e realtà che condizionano il progetto.
IL MODELLO "ILLUMINATIVE"
(Parlett e Hamilton, 1972):
messa il luce dell’efficacia
triangolazione
complessità degli ambienti di apprendimento
raccolta di informazioni attraverso procedure di ricerca
osservativa 8
1973-1983 ETA' DELLA PROFESSIONALIZZAZIONE
→
Questo decennio viene, invece, denominato ETÀ DELLA PROFESSIONALIZZAZIONE, in
quanto il campo della valutazione si pone come un ambito professionale distinto da quello della
ricerca.
→ vengono pubblicate riviste sull'argomento, fondate Associazioni, attivati corsi universitari sulla
metodologia della valutazione di programmi e progetti, distinta da quella della ricerca educativa.
Un altro importante approccio della prima metà degli anni settanta è la cosiddetta
Goal Free Evaluation
→ (Scriven, 1973) : propone una valutazione centrata sugli ESITI
effettivi (opposta ad una centrata sulla
comparazione obiettivi-risultati).
Gli esiti attesi rischiano di essere fuorvianti se
assunti come riferimento e come base di
partenza.
La raccolta delle informazioni deve uscire dalla
gabbia dei risultati attesi e deve essere effettuata
con i vari strumenti disponibili per arrivare poi
ad un giudizio di valore sul progetto.
Stake → MODELLO RESPONSIVE DI STAKE
Modello che si oppone alla valutazione dei progetti innovativi o del curricolo stabilite a priori e
basata sulla definizione sistematica degli obiettivi e sul loro raggiungimento.
Per Stake porre il problema in termini di obiettivi più o meno raggiunti è troppo restrittivo → le
dimensioni da prendere in considerazione sono molteplici (economiche, sociali, politiche,
giuridiche, storiche..).
Secondo Stake la valutazione è RESPONSIVE se:
1) si orienta più direttamente verso le attività, piuttosto che agli intenti del programma;
2) se risponde alle esigenze di informazione del pubblico;
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3) se tiene conto dei differenti sistemi di valore delle persone quando sono presentati i successi e gli
insuccessi del programma.
A differenza della tradizione valutativa (che prende più in considerazione gli esiti degli studenti al
termine dell'esperienza educativa), Stake prende in considerazione:
i dati antecenti
→ ogni condizione esistente prima dell'insegnamento-apprendimento che si
possa correlare agli esiti;
le transazioni
→ incontri di studenti con l'insegnante, di studente con studente, d'autore con
lettore, genitori con consulente, il succedersi di impegni che abbraccia il processo educativo;
gli esiti o dati finali
→ complesso di informazioni che comprendono anche una misurazione
dell'impatto dell'istruzione su insegnanti, amministratori, consulenti e altri.
Anche per quanto riguarda l’approccio del ricercatore, Stake individua delle differenze definendo:
VALUTATORE PREORDINATO: il ricercatore classico.
VALUTATORE RESPONSIVE: il ricercatore che adotta il suo modello.
Per quanto concerne il ruolo del giudizio nel rapporto di valutazione, Stake afferma:
→ i valutatori cercheranno e registreranno le opinioni di persone particolarmente qualificate che
anche se sono soggettive, possono essere utili e raccolte in modo obiettivo, prescindendo dalle
opinioni di chi le sollecita.
Per la raccolta dei dati, Stake ha messo a punto uno schema, formato da tredici riquadri.
In esso compaiono:
un riquadro relativo alla giustificazione teorica del programma;
due matrici: di cui una descrittiva e una relativa ai giudizi.
All’interno della matrice descrittiva vi è un ulteriore suddivisione fra:
intenti: gli effetti desiderati, previsti e anche quelli temuti;
osservazioni: trascrizione dei dati osservati
Nella matrice dei giudizi, invece, le affermazioni sono classificate come:
standard generali
giudizi specifici 10
In entrambe le MATRICI vengono considerati sia i dati antecedenti, sia le transazioni, sia gli
esiti. Questi 3 elementi forniscono sempre INFORMAZIONI.
Di fatti, nel modello Responsive di Stake è importante l'uso di molteplici (e anche contraddittorie)
fonti di informazioni .
Numerose informazioni portano ad un processo usato per convalidare le osservazioni
Tale processo è chiamato triangolazione.
È importante constatare che, attraverso questo processo, da un lato si mettono in relazione dati
antecedenti, transazioni ed esiti («contingenza»), dall'altro si determina la congruenza tra intenti e
osservazioni. IL MODELLO "RESPONSIVE"
(Stake, 1967)
valutazione di processo, in relazione alle intenzionalità
esplicite ;
degli attori (attese);
dati antecedenti –transazioni –dati finali/esiti (persone,
tempi, spazi);
MacDonald → DEMOCRATIC EVALUATION: la valutazione è in primo luogo
un'attività politica.
valutazione democratica
La “ ”
costituisce per la comunità un servizio di
informazione sulle caratteristiche del
programma/progetto.
NEGOZIAZIONE e
ACCESSIBILITA’
= concetti chiave.
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Cardinet (1975) → MODELLO ALLARGATO (<< ÈLARGIE>>) :
Cardinet dà molta importanza agli aspetti sociologici, economici, giuridici,
politici, filosofici, ecc.
Egli afferma che «Il metodo sperimentale, utilizzato nei laboratori, non basta
alle necessità della pedagogia»
pertanto le informazioni devono estendersi a un campo più ampio di
quello considerato tradizionalmente: la sperimentazione si trasforma così
in ricerca-azione,
Nella RICERCA-AZIONE, il ricercatore è uno degli elementi della
situazione che osserva, e l'oggettività diventa accordo interpersonale tra i
partecipanti sul progetto innovativo.
VALUTAZIONE ALLARGATA = VALUTAZIONE OLISTICA
modello allargato
I punti fondamentali del sono:
la finalità dell'educazione : essa è prima di tutto pratica, al servizio dell'insegnamento. La
valutazione allargata (chiamata olistica da Wulf) ha cioè lo scopo di fornire ai diversi patner del
sistema scolastico le informazioni di cui hanno bisogno per migliorare il sistema stesso.
il ruolo dei partner nella valutazione : a differenza della pratica tradizionale non è più il
"valutatore" che valuta; si vuole invece considerare i differenti punti di vista dei responsabili/dei
membri del sistema
→ il valutatore mette a loro disposizione informazioni che da soli non sarebbero in grado di
procurarsi;
l'oggetto della valutazione : Oltre ai risultati dell'apprendimento Cardinet fa riferimento anche
alle conseguenze che l'innovazione comporta in relazione alla formazione degli insegnanti, ai
rapporti insegnante/alunno, alunno/alunno, al curricolo nascosto etc.;
gli strumenti e le procedure da utilizzare : esse sono molteplici. Cardinet distingue gli
strumenti in:
strumenti del ricercatore: questionari standardizzati, schede di osservazione, colloqui
strutturati, analisi del contenuto, interviste libere, osservazione partecipante, resoconti
soggettivi, gioco dei ruoli, forme di documentazione..
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strumenti dell'insegnante: sociogrammi, liste dei problemi, tecniche di animazione di
gruppo...
→ importante per ciascun strumento e procedura tener conto delle condizioni e problemi
connessi al loro uso.
MODELLO ÉLARGIE (ALLARGATO) (Cardinet, 1975)
Approccio interdisciplinare (variabili educative, psicologiche,
sociali, economiche, storiche, giuridiche…).
Attenzione ai risultati nell’applicazione di un’innovazione, ma
anche agli impatti che essa provoca sugli attori e sulle relazioni
fra