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ALTA BASSA
Io profilo ideale si avvicina al modesto autoritario Il profilo ideale si avvicina la modello relazionale e
partecipativo
Leader é considerato come persona di buon senso Leader considerato come persona che conosce i
suoi collaboratori
Trasparenza e flessibilità
Segreto, uniformità
Prevale la conoscenza amministrativa e della regola Prevale l'ordine
formale
La cultura supporta sistema formali di pianificazione La cultura supporta sistema informali di
e controllo pianificazione e controllo
La cultura non supporta sistemai di controllo basati La sul cura supporta sistemai di controllo basati su
sulla fiducia nei confronti dei subordinati fiducia nei confronti dei subordinati
Coinvolgimento richiesto da e per iniziativa del Coinvolgimento attuato per iniziativa dei subordinati
leader
L'indice é legato ad alcune caratteristiche strutturali identificanti la configurazione
dell'organizzazione, quali ad esempio: differenze salariali, livello di centralizzazione decisionale,
altezza della piramide organizzativa, stile di direzione etc.
Il paradosso è che culture con valori elevati di distanza di potere, con un modello di leadership
forte ed autoritaria, sottolineano l'importanza di spostarsi ad un livello intermedio. Solo figure di
leader con ampia conoscenza dell'organizzazione e una lunga esperienza di gestione del potere
possono realizzare questo processo
(ii) L’AVVERSIONE ALL’INCERTEZZA è legata al fatto che noi viviamo in una situazione di
incertezza e ne siamo consapevoli.
Un’elevata incertezza crea un intollerabile senso di ansietà e la società umana ha sviluppato
strumenti per affrontarla. Questi metodi appartengono all’area della tecnica, della conoscenza e
degli artefatti; della legge e delle regole, formali o non, che guidano il comportamento.
Il confine tra il difendersi dall’incertezza e accettarla è labile. Affrontare l’incertezza appare un
processo solo parzialmente razionale e la tolleranza dell’incertezza dipende dalla personalità e
dalla cultura di un’organizzazione. Molte delle difese messe in atto servono proprio a creare
certezza.
Le società si sono adattate all'incertezza in modi differenti. I metodi per affrontare l’incertezza sono
diffusi nella società e vengono trasmessi dalla famiglia, dalla scuola e dalle organizzazioni.
Comunque, ciò che è razionale per un individuo può non esserlo per un altro e ciò che è razionale
per una cultura può non esserlo per un’altra. La personalità gioca un ruolo fondamentale nella
capacità di un individuo di vivere nell’incertezza.
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Un regime autoritario, infatti, è il risultato della fuga dalla libertà perché quest’ultima crea incertezza
nelle società in cui vi è un basso livello di tolleranza per l’ansietà. Le persone che mostrano la
sindrome da personalità autoritaria non tollerano l’ambiguità, sono rigidi, dogmatici, razzisti,
tradizionalisti e superstiziosi. Secondo tali persone non può esistere allo stesso tempo del buono e
del cattivo negli altri (dicotomizzazione), hanno un bisogno di definitezza (cioè necessitano di una
semplificazione dei processi di conoscenza), sono devoti alle istituzioni e moraliste.
La libertà implica incertezza nei propri comportamenti e in quelli degli altri, le ideologie totalitarie
tendono a ridurre questa incertezza.
Le organizzazioni tendono ad evitare l'incertezza secondo due modalità: (i) evitano le richieste che
gli eventi di lungo periodo utilizzando regole decisionali che prediligono il breve periodo e feedback
immediati, (ii) anticipano le reazioni future delle parti nell'ambiante nel quale operano.
Le regole sono la soluzione che le organizzazioni adottano per ridurre l’incertezza legata alla
imprevedibilità dei loro membri e degli attori che hanno interessi nei loro obiettivi. Derivano da
aggiustamenti passati e cercano di stabilizzare il presente e il futuro, rappresentano l’essenza dei
sistemi burocratici. Vi è una differenza qualitativa tra l’autorità delle regole e delle persone: la prima
si connette all’avversione all’incertezza, la seconda alla distanza di potere. Anche i rituali cercano
di ridurre l’incertezza, aggregare le persone e controllare il futuro.
L’avversione all’incertezza non coincide con l’avversione al rischio. L’incertezza sta al rischio come
l’ansietà sta alla paura. Il rischio è la probabilità che un certo evento accada e quando l’incertezza
è espressa in termini di rischio, cessa di essere una fonte di ansietà ma può diventare fonte di
paura. Più che una fuga da un rischio, l’avversione all’incertezza rappresenta una fuga
all’ambiguità.
Le culture avverse all'incertezza affrontano situazioni ambigue; le persone di queste culture
cercano riferimenti nell'organizzazione e nelle relazioni. Sono prepararti ad affrontare situazioni
rischiose e a ridurre l'ambiguità
ALTA BASSA
Io profilo ideale si avvicina al modesto gerarchico Il profilo ideale si avvicina la modello carismatico
Leader orientato alle rela Leader considerato come persona che conosce i
suoi collaboratpri
Segreto, uniformita Trasparenza e flessibilità
Prevale la conoscenza amministrativa e della regola Prevale l'ordine
formale
La cultura supporta sistema formali di pianificazione La cultura supporta sistema informali di
e controllo pianificazione e controllo
La cultura non supporta sistemai di controllo basati La sul cura supporta sistemai di controllo basati su
sulla fiducia nei confronti dei subordinati fiducia nei confornti dei subordinati
Coinvolgimento richiesto da e per iniziativa del Coinvolgimento attuato per iniziativa dei subordinati
leader
Le variabili contenute nell’indicatore di avversione all’incertezza sono:
• Il livello di strutturazione dell’attività
• Il livello di dettaglio delle istruzioni e delle modalità operative di un compito
• L’accordo su principi di ordine e di coerenza, anche a costo della sperimentazione e
dell’innovazione.
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L’avversione all’incertezza si calcola con riferimento ad un’intera società e non a un singolo
individuo. Nel caso in cui fosse analizzato a livello individuale, indice di avversione all’incertezza
appare negativamente correlato a quattro modelli di leadership, mentre con riferimento all’indice di
distanza di potere tali modelli risultano positivamente correlati, infatti:
- Il leader persuade i collaboratori a offrire supporto all’innovazioni
- Il leader definisce un sistema debole di controllo per assicurarsi che gli innovatori facciano un
uso corretto delle risorse dell’organizzazione e per permettere loro di agire in modo creativo
- Il leader garantisce all’innovatore autonomia dalla regole e dai sistemi dell’org
- Il leader difende l’innovatore da interferenze della gerarchia org
L’ORIENTAMENTO AI RISULTATI E ALLE PERSONE fa riferimento a come una persona impiega
il proprio tempo nell’org. Quando lo impiega per capire come migliorare le attività che sta
svolgendo ha un orientamento ai risultati, quando lo impiega per pensare alle relazioni e
all’affiliazione tra i membri ha un orientamento alle persone.
(saltata parte della ricerca McClelland fare o non fare?)
Una persona orientata al successo ha le seguenti caratteristiche:
- Cerca situazioni in cui può assumersi responsabilità e risolvere problemi. Infatti, la persona
si sente soddisfatta quando un problema viene risolto tramite i suoi sforzi personali e non
per una combinazione favorevole di eventi esterni.
- Tende a definire obiettivi stimolanti con un certo grado di rischio calcolato. Il raggiungimento
di un obiettivo routinario non porta soddisfazione mentre il non raggiungimento di un
obiettivo impossibile porta frustrazione. La persona cerca un livello intermedio per
massimizzare il senso di soddisfazione e successo
- Ricerca feedback continui e tangibili sull’andamento di ciò che fa
Un attore motivato da bisogni di successo e di realizzazione presenta un basso valore dell’indice di
avversione all’incertezza e un alto valore dell’indice di mascolinità.
Le variabili dell’indicatore dell’orientamento ai risultati sono:
- Incoraggiare il miglioramento dei dipendenti
- Creare sistemi di riconoscimento
- Premiare i comportamenti innovativi
- Assumere dipendenti che determinano autonomamente obiettivi sfidanti per la loro crescita.
Invece le variabili dell’indicatore di orientamento alle relazioni sono:
- Attenzione delle persone verso i colleghi
- Livello di diffusione di relazioni amichevoli
- Livello di diffusione del senso di generosità
- Livello di sensibilità e cura nei confronti degli altri
La dimensione individuale del COLLETTIVISMO\INDIVIDUALISMO descrive le qualità delle
relazioni tra individuo e collettività prevalenti in un particolare contesto sociale. Riflette il modo in
cui le persone vivono tra loro e le implicazioni sui comportamenti, sugli stili di vita, sulle norme
sociali e sui valori. In alcuni contesto l’individualismo è considerato come fonte di benessere, in
altri come alienante. L’individualista vede al centro della vita, del pensiero e del mondo la persona
ma questo non significa che non pone attenzione sui problemi della collettività, intesa come
somma di singoli individui.
Per una cultura individualista, l’individuo entra nella società che è una semplice unione di individui.
Infatti, i legami tra gli individui sono deboli e vedono se stessi come indipendenti dalla collettività. Il
singolo da priorità ai suoi interessi personali e enfatizza i vantaggi e gli svantaggi dell’associarsi ad
altri. Il singolo può quindi avere obiettivi personali non coerenti con quelli del gruppo e, in caso di
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conflitto, fa di tutto per perseguire i propri obiettivi e ignorare quelli del gruppo di appartenenza. Fa
il suo dovere quando il calcolo dei costi e delle opportunità manifesta benefici sicuri e ha
un’elevata autostima. La cultura individualista enfatizza l’utilitarismo, la competizione, l’edonismo,
la comunicazione solo se conveniente al singolo, la fiducia negli altri, la solitudine e il desiderio di
essere riconosciuti e riconoscibili.
Per quella collettivista, l’individuo è la società che è la radice stessa dei suoi comportamenti. gli
individui appartengono a più gruppi e sono motivati da norme, da doveri imposti dal gruppo di
riferimento, danno priorità agli obiettivi del proprio gruppo a discapito dei loro ed enfatizz