Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Mercatore. La sua carta d’Italia, del 1561, è un chiaro è un chiaro esempio di abile coordinamento
di materiali disorganici. La figurazione gastaldina dell’Italia verrà superata solo alcuni decenni più
tardi dall’Italia Nuova del Magini, edita nel 1608.
1.12 Le Carte Generali e i Grandi Atlanti
Non minore sviluppo assume la cartografia generale, alla cui elaborazione operano cartografi
italiani, tedeschi e olandesi. Tra i primi eccelle Gastaldi, con carte di paesi europei e dell’Europa
intera, dell’Asia, dell’Africa, ecc.; degli Olandesi ricordiamo Gerardo Mercatore (Gerardo Kremer e
latinizzato) per i suoi mappamondi e la grande carta dell’Europa del 1554. Gran fama ha il
planisfero mercatoriano del 1569, una “carta marina”, ma col disegno anche dell’interno dei
continenti. E’ costruita con una nuova proiezione ideata da Mercatore stesso. Sua particolare
proprietà è quella di rappresentare con una retta qualsiasi linea lossodromica, che sul globo
interseca i meridiani con un angolo costante.
Nella seconda metà del Cinquecento cominciano a comparire i grandi atlanti generali.
Il primo atlante, ossia raccolta sistematica di carte in tavole dello stesso formato, dopo quello
antico di Tolomeo, è il Theatrum Orbis Terrarum del fiammingo Abramo Ortelio comparso nel 1570.
A questo celebre atlante seguì lo Speculum Orbis Terrarum di un altro Olandese, Gerardo de Jode,
nel 1578, poi l’atlante del Mercatore uscito postumo nel 1595; esso ebbe minore successo di
7 di 25
quello orteliano. Il nome atlante, impostosi in seguito per denominare simili opere, appare per la
prima volta proprio nella raccolta del Mercatore.
In questo secolo la cartografia comincia ad affermarsi anche in Francia, per merito di Nicola
Sanson, la cui opera fu continuata dai figli. Oltre a varie carte singole pubblicò un atlante della
Francia (1650) e un atlante generale di grande formato (1658);
1.13 La Nascita della Cartografia Moderna
All’abbondante produzione di carte e atlanti del secolo XVII non corrisponde un sostanziale
progresso generale poiché spesso si ripetono modelli precedenti con qualche aggiornamento e
correzione. I segni convenzionali si erano moltiplicati per le necessità delle carte particolareggiate
in grande scala, mentre per il rilievo ci si atteneva generalmente agli elementari e disorganici
“mucchi di talpa”, figurazioni prospettiche di montagne senza effettivo rapporto con la
configurazione del terreno.
Il Settecento risolverà almeno in parte questi problemi, cominciando da una ben più esatta
definizione della forma e grandezza della Terra, con l’accertamento della sua figura elissoidica.
Determinazioni astronomiche delle coordinate geografiche ed estese triangolazioni danno vita in
questo secolo alla geodesia ed ad una corrispondente “cartografia geodetica”, cioè fondata sulla
posizione esatta di alcuni punti e nello stesso tempo “geometrica” per la precisione dei particolari
conseguita con minuziosi rilevamenti topografici. Progredisce lentamente la rappresentazione del
rilievo, per il quale si introduce il tratteggio a significare i versanti, schematicamente. Non riceve
attenzione invece l’altimetria.
1.14 La Cartografia Francese e le sue Influenze
Nella storia della cartografia il XVIII secolo caratterizzato dalla rapida ascesa dell’opera della
Francia, che conquista in breve il primato, sia per le iniziative dello stato sia per il lavoro di
eccellenti cartografi. La Francia aveva bisogno di una carta topografica omogenea per scopi più
civili che militari. Nuova era la proiezione adottata, che risulta una cilindrica trasversa. Per la prima
volta venne curata anche l’esattezza della toponomastica secondo l’uso locale.
L’esempio della Francia stimolò altri stati a procurarsi una seria cartografia topografica ufficiale.
L’Inghilterra istituì il Trigonometrical Survey nel 1791, divenuto poi l’Ordinance Survey ancora
esistente. La Svizzera costruì la sua carta tra il 1776 e il 1818.
Nel campo della cartografia generale emergono due cartografi francesi: Delisle e D’Anville.
Dall’anno 1700 compaiono un mappamondo e carte dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa, nonché di
vari paesi tra cui l’Italia. Viene ridotto definitivamente lo stiramento del Mediterraneo, perpetuatosi
da Tolomeo, si comincia a sopprimere le immaginose interpolazioni all’interno dei continenti in
effetti sconosciute o solo vagamente conosciute.
Le più importanti esplorazioni del Settecento furono quelle in Oceania e soprattutto i tre viaggi
marittimi di Giacomo Cook (tra il 1768 e il 1779), i quali, oltre a rivelare il mondo insulare del
Pacifico, riuscirono a sfatare la credenza del grande continente australe, che finalmente
scomparve dalle carte.
1.15 La Cartografia Ufficiale dell’Ottocento
I progressi conseguiti nel XVIII secolo nei procedimenti geometrici e topografici trovano il loro
pieno sviluppo nell’Ottocento, quando più o meno tutti gli stati europei cercano di fornirsi di buone
carte topografiche.
Si comincia anche ad impiantare, nel XIX, una regolare cartografia dei territori coloniali. I
rilevamenti venivano compiuti, quasi senza eccezioni, da enti di stato e perlopiù militari. Si tien
conto generalmente dell’elissoide calcolato dall’astronomo Guglielmo Bessel nel 1841, con
schiacciamento 1/299.
I segni convenzionali si vanno razionalizzando, la rappresentazione del rilievo è fatta con tratteggio
a luce zenitale od obliqua, con curve di livello; spesso si associa alle curve il tratteggio o
l’ombreggiatura (sfumo). 8 di 25
1.16 La Cartografia Topografica dell’Italia
Alla proclamazione del Regno unitario, nel 1861, il materiale cartografico era assai vario di scala,
di tipo e di qualità. Il nuovo Stato Italiano affidò il compito del rilevamento, cominciando dalle
regioni meridionali, all’Ufficio Tecnico del Corpo di Stato Maggiore, mentre nel 1872 si fondò
l’Istituto Topografico Militare, con sede in Firenze, il cui nome fu mutato nel 1882 in Istituto
Geografico Militare.
1.17 La Cartografia Generale Privata
Gli enti topografici e cartografici statali soltanto in pochi casi si occuparono anche di carte generali
o di altri paesi. La cartografia generale e la pubblicazione di atlanti rimase quindi affidata
all’editoria privata. Producono carte sia i grandi editori generici, sia case specializzate nel lavoro
cartografico.
Le esplorazioni nell’interno dei continenti si vanno frattanto intensificando e riportano materiale per
la correzione di carte anteriori e il graduale riempimento degli “spazi bianchi” dell’Africa, dell’Asia
Centrale, dell’Australia e delle terre polari.
Si intensificano anche i rilevamenti “idrografici”, ossia volti alla costruzione di carte marine,
compiuti da enti statali appositi (in primo luogo l’Ufficio Idrografico dell’Ammiragliato Britannico) ed
estesi agli oceani stessi.
Nella seconda metà dell’Ottocento, l’invenzione della litografia su pietra o su zinco sostituirà il
lungo e delicato procedimento dell’incisione in rame. Diventa facile e non troppo costosa la stampa
a più colori; scompaiono o quasi gli elementi puramente decorativi.
Lo sviluppo di un nuovo tipo di carte, le carte tematiche, ossia dedicate a rappresentare un
determinato “tema”; lo stimolo viene dal grande studioso e viaggiatore tedesco Alessandro von
Humboldt, con la prima carta delle isoterme, del 1817, e i saggi di una cartografia della
vegetazione.
Gli atlanti si rinnovano e si specializzano: grandi atlanti per la consultazione, atlanti per le scuole,
atlanti speciali di carte tematiche. Il prototipo dei grandi atlanti generali moderni è l’Atlante Stieler
(dal cartografo Adolfo Stieler) nel 1817-23. Nel 1838 uscì l’Atlante Fisico di Ermanno Berghaus.
1.18 La Cartografia Contemporanea
Nel nostro secolo la cartografia presenta diverse innovazioni, le più importanti sono: il rilevamento
topografico con metodo aerofotogrammetrico e lo sviluppo larghissimo della cartografia tematica.
Una più esatta determinazione del geoide, l’uso di nuove proiezioni geografiche, il progresso della
cartografia dei territori coloniali, la cooperazione internazionale, l’ampliamento delle applicazioni
pratiche delle carte, l’elaborazione di atlanti tematici “nazionali”, nuove tecniche di stampa e
l’automazione, cioè la costruzione di carte con l’ausilio delle apparecchiature elettroniche.
La costruzione di carte topografiche attraverso fotografie prese da punti terrestri determinati
(fotogrammetria) fu sperimentata verso la fine del secolo passato; in Italia se ne fece iniziatore
l’ing. Pio Paganini, dell’Istituto Geografico Militare, cui si debbono alcuni saggi eseguiti negli anni
1878-80.
La determinazione della figura e delle dimensioni del geoide sempre più perfette hanno condotto al
graduale abbandono del vecchio elissoide del Bessel, mentre l’Unione Geodetica Internazionale
fissava nel 1924 l’adozione dell’elissoide dell’americano Hayford (1909) con schiacciamento 1/297,
che venne denominato “elissoide internazionale” (oggi lo schiacciamento è calcolato in 1/296,25).
La fondazione nel 1961 dell’Associazione Internazionale di Cartografia ha sollecitato la
cooperazione internazionale per una carta batimetrica degli oceani e mari, decisa nel 1903,
costruita sotto l’egida del principe Alberto I di Monaco. In seguito ha fatto un rapido progresso con
l’invenzione dello scandaglio acustico, che ha perfezionato ed accelerato la misura della profondità
e consente il tracciamento diretto e continuo dei profili del fondo.
Quasi tutta in mano all’editoria privata è rimasta la produzione di carte d’uso pratico (turistiche
specialmente), didattico e strettamente scientifico, e in particolare quella di atlanti, grandi e piccoli.
Son comparsi nuovi atlanti tra cui l’Atlante Internazionale del Touring Club Italiano, uscito in prima
edizione nel 1927. 9 di 25
Capitolo 2 : Le Carte Geografiche
2.1 Le Carte Geografiche e il loro Uso
Il matematico torinese L. de Lagrange dava fin dal 1770 la seguente definizione della carta
geografica: “un disegno in piano, che rappresenta la superficie terrestre o una parte di essa”.
Le rappresentazioni cartografiche hanno usi ed applicazioni molto più vari, a cominciare dal fatto
che esse servono, oltre alla geografia, a numerose altre scienze come la geologia, la geofisica, la
botanica, l’etnologia, la demografia, la scienza economica, ecc. che hanno bisogno di localizzare
certi fenomeni.
Si è richiamato l’uso delle carte utili alla circolazione stradale con la “specializzazione” de