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Le persone non musiciste ricordano i rapporti tra i suoni (durate e altezze) ma
solo se contiene strutture familiari ( la musica che si conforma alle regole
dell'armonia tonale diatonica è più facile da ricordare per gli ascoltatori
occidentali).
In sostanza il musicista riesce a rappresentare la complessità delle sue
componenti strutturali mentre l'uomo comune rappresenta ciò che è in primo
piano o immediatamente adiacente.
Il musicista ha inoltre una consapevolezza maggiore dei termini con cui può
nominare le strutture e ciò lo aiuta nella memorizzazione e lo aiuta anche a non
soffermarsi troppo su ciò che conosce bene potendo così occuparsi di altri
aspetti ( ad esempio nella lettura a prima vista non deve decidere che dita usare
nella scala che gli è familiare ma può pensare all'espressività e scorrere con gli
occhi alla fase successiva).
Nella composizione le strutture scelte dal musicista devono essere organizzate
per dare senso al tutto, nell'improvvisazione le scelte delle strutture devono
essere rapide e collocate all'interno di un tessuto dato.
L'apprendimento della musica avviene in più fasi:
1-dalla nascita e quotidianamente attraverso l'ascolto e la riproduzione di brevi
canzoni, è questa la fase in cui in una determinata cultura le conoscenze
diventano universali.
2-In seguito inizia l'acquisizione di abilità più specializzate e fa sì che alcuni
membri di quella società diventino musicisti.
Le componenti delle abilità musicali hanno delle precise localizzazioni celebrali
essendo la musica un linguaggio e come tale si è cercato di studiarla anche dal
punto di vista della psicologia cognitivista ma essendo questa una disciplina
ancora molto giovane ci sono aree buie.
Argomento 2
Il linguista Chomsky e il musicologo Schenker sono arrivati alla medesima
conclusione:
il comportamento umano deve avere alla base la capacità di formare delle
rappresentazioni astratte.
Musica e linguaggio condividono caratteristiche comportamentali e formali ed
entrambi sono organizzati in Fonologia, Sintassi e Semantica.
La Fonologia si occupa del modo in cui una varietà infinita di suoni viene scelta
per costituire un numero determinato di suoni che servono alla comunicazione.
La Sintassi si occupa di come queste unità si organizzano.
La Semantica si occupa del significato che si viene a costituire con queste
organizzazioni.
L'affermazione più importante di Chomsky è stata che tutti i linguaggi hanno la
stessa struttura a livello profondo. La medesima cosa afferma Schenker per il
linguaggio musicale.
E' ovvio che il linguaggio musicale non è un linguaggio naturale perchè non lo
usiamo per fare affermazioni, porre domande o mettere in relazione gli oggetti
ma Schenker sostiene che in un brano ci sono strutture profonde (ursatz) che
accomunano un gran numero di composizioni tonali ma tali strutture non è detto
che garantiscano una buona musica.
Tra le teorie di Chomsky e Schenker ci sono però 3 punti di contrasto:
1- Un Ursatz è un piccolo brano musicale banale ma compiuto in sé, nel
linguaggio le strutture profonde non sono frasi accettabili.
2- Le trasformazioni di un Ursatz producono una musica lunga e complessa, nel
linguaggio le trasformazioni producono frasi deboli e corte.
3-Le differenze maggiori tra i brani musicali si hanno a livello di superficie e
non nel profondo, nel linguaggio le differenze stanno tutte nel profondo.
Concludendo però possiamo dire che nella comunicazione sia linguistica che
musicale si ha prima l'intuizione della struttura profonda che guiderà parole e
note
Argomento 3
Con l'educazione musicale si acquisiscono abilità specifiche: un bambino
possiede una serie di capacità musicali che con l'educazione si sviluppano in
abilità varie (vocale, strumentale, compositiva, ecc).
Ogni abilità ha i suoi problemi educativi ma prima di tutto è bene introdurre i
principali concetti relativi all'acquisizione di di abilità:
1-l'acquisizione di abilità implica l'acquisizione di abitudini e quindi di
automatismi.
L'automatismo non richiede una grande attività mentale ma prima che ci si
automatismo dobbiamo operare controlli intenzionali.
2-l'acquisizione di abilità è il passaggio da una conoscenza fattuale (sapere
cosa) a una procedurale (sapere come).
Questo passaggio è molto breve per svolgere compiti semplici ma è molto più
ampio per suonare uno strumento musicale.
3-condizione fondamentale dell'apprendimento è la motivazione.
4-ripetizione e feedback: si diventa sempre più abili se ripetiamo lo stesso
compito perchè durante le ripetizioni scartiamo i fallimenti ( per diventare
esperti sono richieste migliaia di ore d'impegno).
Fasi di acquisizione di abilità
1- Fase cognitiva:avviene la codificazione delle informazioni utili per suonare
(con mediazione verbale)
2-Fase associativa: nell'esecuzione del compito gli errori vengono rilevati ed
eliminati.
3-Fase autonoma: miglioramento graduale
In questa fase si affollano molte informazioni per cui è difficile far fronte a tutte
e ci si scoraggia facilmente.
È necessario apprendere un gradino alla volta e l'insegnante è fondamentale per
la programmazione del lavoro soprattutto per i bambini più piccoli perchè sa
quali sono gli aspetti che appresi immediatamente aiutano successivamente
nello studio.
Solo chi ha un'ampia pratica di abilità specifica è in grado di di escogitare
esercizi utili.
Il passaggio dalla fase cognitiva a quella associativa comporta l'applicazione di
qualche conoscenza procedurale. Questa è espressa a parole (mediazione
linguistica) ed in modo molto semplice.
Le regole devono avere una gerarchia di scopi e sottoscopi (lo scopo principale
potrebbe essere quello di suonare il Do col clarinetto ma se non ho le dita nella
giusta posizione non ci riesco quindi per prima cosa devo imparare a metterle
correttamente inoltre i principianti tolgono le mani per cambiare nota e
ripartono sempre da capo, gli esperti no perchè ciò comporta uno spreco di
energie.
Se l'esecutore si trova in una posizione idonea per suonare quel Do ha
raggiunto il sottoscopo.
Una volta suonato il Do passo ad un altro scopo superiore e così via.
Ogni sottoscopo non deve perdere di vista lo scopo superiore e non deve
dimenticare quelli precedenti che avevamo raggiunto.
L'oblìo dello scopo spiega perchè chi apprendere non riesce a padroneggiare
tutti gli aspetti dell'esecuzione che sono tanti.
Tutto ciò fa riferimento al Sistema di produzione di Anderson che ha affermato
come il raggiungimento di un comportamento complesso è un insieme di
elementi semplici e precisi.
In tutto ciò c'è un aspetto cruciale: ogni aspetto deve diventare automatico e
l'organismo umano possiede capacità illimitate nell'apprendere abilità.
Per Anderson è la Memoria di servizio che ci aiuta a far riaffiorare
all'occorrenza qualcosa che sapevamo
Le regole di produzione incorporano sia gli stati mentali che gli scopi interni,
ad esempio le regole di produzione di un suonatore di clarinetto incorporano sia
le conoscenze specifiche come quelle delle dita che servono per suonare un do
medio che l'esperienza che lui ha costruito nel suonare quel do.
Le regole possono influire sul comportamento se esse ci fanno agire di
conseguenza. L'insieme completo delle regole di produzione incorpora un
insieme di procedure richieste nella memoria di servizio. Molte di queste regole
non servono solo per suonare il clarinetto ma servono per suonare tutti gli
strumenti musicali. L'apprendimento di queste procedure porta
all'apprendimento.
Newell e Simon nel 1972 hanno realizzato un sistema di calcolatori che
incorpora questi principi che hanno denominato General Problem Solver.
È una strutturazione di scopi ed ogni scopo è un insieme di sottoscopi da
realizzare durante il percorso.
Anche se non ci sono prove certe sembra che noi siamo nati già con un insieme
di regole di produzione e lo scopo più grande e più generale non ha senso senza
quello specifico (e viceversa). Rimane il fatto che il patrimonio delle
conoscenze si amplia quando si usa ripetutamente e con successo una regola di
produzione quindi Ripetizione e Feedback sono le pietre angolari di ogni
apprendimento.
Una regola di produzione una volta inserita nel sistema è immensamente
potente e quindi prima d'incorporarla il Sistema deve essere sicuro che ne valga
la pena. La prova migliore è data dalla ripetizione della situazione che la
richiede e gli esperti hanno verificato che si ottengono rapidi progressi solo con
esercizi ripetitivi che vanno al di là della piacevolezza. A tal proposito per
ottenere scopi che abbiano valore l'alunno deve rendersi gradevole uno sforzo
spiacevole.
Il Feedback è essenziale per impedire che si formino produzioni dannose,
destinate all'insuccesso ed esso si ottiene in due modi:
feedback interno col quale l'allievo è in grado di rilevare da solo il risultato e
feedback dell'insegnante che lo aiuta nella correzione.
L'esercizio efficace deve essere Distribuito e non Massivo ( sette ore di
esercizio da eseguire in una settimana si fanno una al giorno e non tutte in un
solo giorno.
L'esercizio distribuito consente di apprendere tecniche che valgono nel tempo e
che possono essere applicate in contesti diversi.
L'insegnante ha il compito di guidare l'alunno in questo processo di
apprendimento ma ci sono momenti in cui è più utile non rimarcare l'errore e
“passarci sopra” e sarà sempre il maestro a decidere cosa fare in questi casi
evitando di scoraggiare l'alunno.
Non è banale paragonare l'insegnante al giardiniere che deve curare la pianta,
farla stare dritta ma la natura di quella pianta è indipendente dal giardiniere.
Lo stesso alunno si rende conto delle sue difficoltà e che le dita vanno “per
conto loro”.
Più l'allievo acquisisce esperienza e più la sua struttura delle conoscenze
differisce da quella di qualsiasi altro, alla base del successo però deve esserci un
insegnante e stesso metodo, stesso alunno ma insegnante diverso ottiene
risultati diversi.
I buoni insegnanti sono quelli che forniscono efficacemente i feedback e gli
incoraggiamenti che i bambini cercano durante i processi di acquisizione
dell'abilità di lettura.
L'ambiente è altres