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Argomento trattato:
Aspetti espressivi delle esecuzioni a prima vista.
Wolf ha intervistato 4 lettori di musica esperti per sapere quello
che fanno quando leggono a prima vista. Essi mostravano
incertezze quando dovevano riferire quanta musica riuscivano ad
abbracciare con una sola occhiata.
Seashoren fu il pioniere delle rilevazioni di variazioni di tocco,
tempo, intensità che caratterizzano il modo di suonare di una
persona e Shaffer ha applicato le sue tecniche di osservazione alla
lettura a prima vista.
Alcune volte le varianti tra un esecutore e l'altro sono poco
significative ma esse sono connesse alla caratteristica strutturale
del brano e questo è particolarmente importante quando nello
spartito mancano indicazioni esplicite di variazioni dinamiche e di
tempo (come nei brani di J.S.Bach ad esempio).
In alcuni brani le uniche indicazioni, oltre alle note, sono tonalità e
metro e ovviamente non si possono suonare tutte le note allo
stesso modo: anche i musicisti inesperti sanno che devono suonare
in modo espressivo.
Shaffer collegando un computer al pianoforte ha registrato
precisamente durate ed intensità date ad ogni nota da un pianista
esperto durante l'esecuzione a prima vista di una fuga di J.S.Bach.
Fece suonare 2 volte lo stesso brano dallo stesso pianista e notò
che le due esecuzioni erano simili: alcune note venivano accentate
anche se non c'era scritto e alcune misure venivano accelerate o
rallentate sempre negli stessi punti.
I cambi di velocità e d'intensità sono guidati dalla struttura del
brano musicale e l'esecutore deve valutare quali sono i momenti
tematici “chiave” del brano ad esempio se una sequenza si ripete
ad altezze maggiori indica l'avvicinarsi di un punto culminante che
induce ad un aumento d'intensità.
Questo avviene quando l'esecutore riconosce visivamente ciò che
sta suonando.
Fondamentale è l'organizzazione metrica che viene suggerita dalla
disposizione delle altezze e delle durate delle note anche se a volte
i raggruppamenti possono far emergere interpretazioni diverse
come avviene nel Concerto per cembalo di J.S.Bach dove
all'ascolto le prime 2 note sembrano in levare perchè semicrome.
In un altro esperimento presentando una melodia metricamente
ambigua da eseguire 2 volte ma spostando la seconda volta la
stanghetta mantenendo i valori originali e le diteggiature ( che
potrebbero dipendere, oltre che dalle note, dal metro) e chiedendo
agli esecutori esecuzioni senza errori, essi non si resero conto che
le 2 melodie erano identiche.
Tramite il laboratorio di Shaffer in questo caso si misero in rilievo
nota per nota, le differenze di tempo e intensità:
1-su 6 pianisti 5 suonavano la I battuta della melodia originale con
la V nota più legata delle precedenti ma nella seconda melodia
essa rimaneva come le altre.
2-Tutti cercavano di differenziare la nota successiva della mezza
misura per intensità, ritardo, legatura o con combinazioni di più
parametri diversi.
3-Tutti assegnarono al III battito della I battuta della seconda
melodia un'importanza maggiore.
Concludendo si è visto che gli esecutori adottavano stili piuttosto
individuali ma i più esperti erano i più capaci di modificare perchè
l'esperto lettore a prima vista sa anche quali parti sono importanti
per l'ascoltatore che non può percepire tutto quindi:
1- dall'esame di uno spartito l'esecutore si fa una rappresentazione
mentale del brano in cui vengono rivelate le caratteristiche da
mettere in risalto, anche l'esperto esecutore può sbagliare ma è
capace più degli altri di modificare repentinamente le scelte
iniziali (pensare che una cadenza sia la risoluzione di una frase
musicale per accorgersi durante l'esecuzione che essa non è che la
penultima cadenza non risolutiva e dover modificare subito
l'esecuzione)
2- c'è un linguaggio concorde tra esecutore e ascoltatore basato su
meccanismi primitivi con raggruppamenti uditivi “scontati”
perchè comuni a tutte le persone (soprattutto se fanno parte dello
stesso ceppo culturale).
In genere si recepiscono molto bene il senso ritmico, il metro ma
anche l'intensità.
Non è facile verbalizzare le scelte espressive per farle incorporare
ad un altro nelle sue esecuzioni e si possono comunicare meglio
per “dimostrazione” insegnando suonando più che parlando ma
per diventare esecutori esperti bisogna essere ascoltatori esperti e
per molti allievi la “dimostrazione” è inutile perchè non colgono
ciò che è dimostrato.
Rimane il fatto che i migliori insegnanti sono quelli che sanno
essere anche buoni esecutori.
La capacità di ascoltare bene e ritenere è predittiva di della
possibilità di raggiungere alti risultati musicali.
3-la programmazione motoria è un aspetto molto importante della
lettura a prima vista. I muscoli devono eseguire dei comandi che si
tradurranno in suoni espressivi e il comportamento motorio deve
essere fluido per poter raggiungere una meta espressiva.
In sostanza al pianoforte la programmazione motoria serve per far
iniziare quella nota al tempo giusto e con l'intensità desiderata e
ciò si ottiene con diversi movimenti che dipendo dalla posizione in
cui si trova già la mano ma anche da quella che assumerà per
continuare e i pianisti più esperti possono usare diteggiature
diverse e ottenere sempre il suono voluto.
L'esecuzione è interazione tra un piano mentale e una
programmazione flessibile di contrazioni muscolari e questo
spiega il motivo per cui si può sapere quale dovrebbe essere il
suono del brano suonato a prima vista prima ancora di suonarlo.
A volte non riusciamo a far fare alle mani quello che abbiamo
programmato e questo perchè sbagliamo un calcolo su un salto che
non siamo abituati a fare o perchè le dita vanno fuori posto