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TEORIE E CONCETTI

Tutte le volte che il ricercatore formula un problema e avanza delle ipotesi, egli

utilizza o costruisce una TEORIA e i CONCETTI che sono associati ad essa.

Pertanto, ogni volta che un ricercatore decide cosa osservare, dove e come

osservarlo, lo fa sulla base di una teoria. “Osservare” e' un procedimento

selettivo: i "dati" sono costruiti dal ricercatore e non esistono al di fuori delle

operazioni che il ricercatore compie.

Quando vogliamo progettare un intervento (mettiamo per migliorare la capacità di

apprendere da testi scritti) è la TEORIA che ci aiuta a:

 definire il nostro concetto di apprendimento,

 definire esplicitamente le variabili da osservare.

 e individuare i possibili fattori che influenzano tale comportamento, e cioè

le cause (bisogna spiegare il perché)

Sintetizzando: 

- Una TEORIA è un sistema di concetti, di definizioni e di proposizioni che

specificano le relazioni tra le variabili descrivendo i meccanismi sottostanti a

qualche fenomeno, per spiegare il fenomeno stesso. Ovviamente la teoria di

riferimento del ricercatore svolge un ruolo in ogni fase del processo di ricerca.

- I CONCETTI sono astrazioni che rappresentano fenomeni raggruppati o

classificati in un’unica categoria. Un concetto che presume 2 o più valori si

chiama “Variabile”. Esempio: la categoria “sesso” ha due valori possibili

(maschio e femmina) ; la categoria “professione” ha più valori possibili

(ingegneri, medici, giudici, professori ecc..)

- Le PROPOSIZIONI sono affermazioni circa la natura della realtà, riguardanti

la relazione tra due o più variabili; ipotesi, assiomi, postulati e teoremi sono

tutti tipi di proposizioni.

 Il percorso dalla TEORIA alla TEORIA:

1. dalla TEORIA si passa ad una IPOTESI (per deduzione)

2. dall’ipotesi si attua una RACCOLTA DEI DATI attraverso un’

“operativizzazione” che consiste nel:

- trasformare le ipotesi in affermazioni empiricamente osservabili,

- trasformare i concetti in variabili,

- scegliere lo strumento e le procedure di rilevazione

- definire il disegno della ricerca

3. Tra la raccolta e l’analisi dei dati ci sarà l’ORGANIZZAZIONE DEI DATI

4. Tra l’analisi dei dati e la presentazione dei risultati ci sarà

l’INTERPRETAZIONE DELLE ANALISI STATISTICHE

5. Infine, per induzione si torna alla TEORIA .

 Teoria del CARICO COGNITIVO (Sweller, 1988)

Lo psicologo John Sweller ha elaborato una teoria 'Cognitive Load Theory' che ha

introdotto l'importante concetto di carico cognitivo che è stato definito come “il

carico imposto alla memoria di lavoro dall’informazione presentata”: in termini più

semplici, il carico cognitivo coincide con lo SFORZO MENTALE.

 Il punto chiave della questione è che la mente umana ha dei LIMITI in termini

di capacità d'attenzione, memoria ed elaborazione di informazioni. Ogni

compito infatti, come la lettura, richiede un determinato impegno o sforzo

cognitivo, e questi limiti, che determinano l'efficacia dell'apprendimento,

sono stati presi in considerazione dalla teoria del carico cognitivo.

Secondo Sweller, il carico cognitivo (sforzo mentale) può essere suddiviso in 3

differenti tipologie, che si influenzano a vicenda:

1. Estraneo : è determinato da una cattiva progettazione del modo di presentare

l'informazione; è associato a processi che non sono direttamente

necessari per l’apprendimento e che possono essere modificati

dall’intervento didattico

2. Intrinseco : è determinato dalla naturale complessità dell’informazione che

deve essere appresa e il livello di expertise dello studente

3. Pertinente : è l’effettivo carico cognitivo determinato dallo sforzo di

apprendimento per accrescere e modificare schemi e conoscenze.

Lo SCOPO della progettazione dell'apprendimento è ridurre il carico cognitivo

estraneo : infatti la riduzione del carico cognitivo estraneo libera la memoria di

lavoro. Inoltre una buona progettazione è essenziale nell'apprendimento

multimediale perché permette di ridurre il carico cognitivo intrinseco in caso di

contenuti molto complessi.

 Problemi di RAPPORTO tra IPOTESI & VARIABILI

Per spiegare il rapporto problematico tra IPOTESI e VARIABILI, vi sono due articoli di

due autori diversi che però sono concentrati sullo stesso problema:

- 1° articolo di Lambiotte e Dansereau pubblicato su “ Journal of Experimental

Education “ nel 1992 il problema che stimola la ricerca di questi due autori è la

tendenza degli studenti ad apprendere fatti e termini in maniera meccanica senza

però saper utilizzare tali conoscenze quando devono risolvere dei problemi.

Questo problema è stato riscontrato in una ricerca al College dove gli esercizi di

laboratorio di solito integrano le letture, ma le lezioni hanno un ruolo predominante

come mezzo di trasmissione. Gli insegnanti si sentono costretti a spiegare

rapidamente contenuti e termini. Queste condizioni spesso portano gli studenti a

memorizzare meccanicamente fatti e termini che difficilmente vengono collegati a

eventi o fenomeni concreti. Di conseguenza hanno dei risultati poco soddisfacenti

nella soluzione di problemi e sono incapaci di collegare i concetti scientifici a

problemi rilevanti.

 Allora la soluzione al problema è fornire un ORGANIZZATORE ANTICIPATO :

Gli organizzatori anticipati sono uno strumento organizzativo

specifico per la didattica, che si è dimostrato efficace per

tutti gli alunni, con e senza disabilità. L’organizzatore anticipato è quindi una

mappa che espone in forma schematica collegamenti e concetti che verranno

poi presentati in un testo audio registrato.

Questo può aiutare gli studenti che hanno difficoltà a organizzare le

informazioni, per rendere il compito più facile e più efficiente, focalizzando

l’attenzione sulle informazioni importanti, ed è per questo che vengono

comunemente utilizzati in diverse discipline.

La mappa viene confrontata poi con altre 2 forme di rappresentazione : scalette e

liste di parole chiave che secondo gli autori danno una minore organizzazione ai

concetti quindi minore ricordo rispetto alla mappa.

Tuttavia, questo studio non intende risolvere il problema nell'insieme, ma gli autori

sono dell’idea che usare le mappe come aiuto alla lettura possa alleviare alcuni dei

problemi iniziali dell'acquisizione delle informazioni.

Un problema non affrontato in questo studio, però è l'uso di misure di

apprendimento più ricche come il problem solving, ovvero quel processo cognitivo

messo in atto per analizzare la situazione problemica ed escogitare una soluzione.

Tuttavia i due autori, per verificare l’ipotesi, hanno misurato la quantità del ricordo

perché permette la valutazione quantitativa e qualitativa della conoscenza fattuale

e dell'accuratezza della comprensione anche se non riguarda la capacità di utilizzare

le informazioni apprese in situazioni nuove. Quindi gli autori sostengono che le

mappe possano essere particolarmente efficaci.

- 2° articolo di Mannes e Kintsch,pubblicato su “ Cognition and Istruction” nel

1987 il problema che affrontano i due autori riguarda il fatto di stabilire se

un ORGANIZZATORE ANTICIPATO può avere un effetto “facilitante” sulla

ritenzione (memorizzazione/conservazione) di materiale testuale.

Per risolvere il problema, i due autori mettono a confronto due diverse teorie ed

ipotesi:

 la 1°a ipotesi è : La ritenzione può essere facilitata quando viene migliorata

la comprensione del testo?

Questa ipotesi è stata formulata richiamando la teoria dell’ apprendimento

significativo, cioè quella forma di apprendimento che consente di dare un

senso alle conoscenze, permettendo l’integrazione e il collegamento delle

nuove informazioni con quelle già possedute e l’utilizzo delle stesse in

contesti e situazioni differenti. Pertanto l’organizzatore anticipato (advance

organizer) migliorerà la comprensione e quindi la ritenzione del materiale

testuale. (Si differisce dall’ apprendimento meccanico che avviene invece

quando chi apprende memorizza le nuove informazioni senza collegarle alle

conoscenze precedenti, o quando il materiale da studiare non ha alcuna

relazione con tali conoscenze).

 La 2°a ipotesi è : La ritenzione può venire migliorata quando la comprensione

del testo è resa più difficile?

Questa ipotesi è stata formulata richiamando la teoria dei livelli di

elaborazione, secondo cui più numerose e complesse sono le elaborazioni

dell’informazione, più questa sarà conservata a lungo. Quindi secondo questa

teoria, se l’apprendimento è funzione della profondità dell’elaborazione

compiuta, un testo difficile che non consente un’elaborazione di tipo

superficiale sarà ricordato più facilmente di un testo facile, che da l’illusione di

capire ma in realtà non viene elaborato attivamente e attentamente.

Per verificare queste due ipotesi, i due autori hanno misurato sia il ricordo del testo,

sia la capacità di compiere inferenze e risolvere problemi a partire dalle

informazioni date dal testo.

Tra i 2 articoli, solo Mannes e Kintsch sono riusciti a prevedere e a specificare le

condizioni che consentono di applicare le informazioni in contesti nuovi:

 Infatti, nella ricerca di Lambiotte e Dansereau , il problema è stato rilevato

prevalentemente sulla variabile dipendente, cioè sulla quantità del ricordo: se

il problema che volevano affrontare era quello di favorire l’utilizzo dei

concetti scientifici per risolvere problemi nuovi, allora le misure dipendenti

avrebbero dovuto riguardare la variabile “soluzione dei problemi”.

 Invece, Mannes e Kintsch, sono riusciti a prevedere e a specificare le

condizioni che consentono di applicare le informazioni in contesti nuovi.

Infatti, è stato verificato che l’apprendimento ANTICIPATO, in soggetti in

difficoltà che però hanno una conoscenza di background appropriata,

consente:

 Un maggiore ricordo del testo base (se rende il testo facile)

 un’ elaborazione profonda necessaria per il problem solving (se rende il testo

difficile)

I soggetti con scarse conoscenze iniziali non sono capaci di compiere le integrazioni

richieste dal testo difficile. Inoltre, nel caso di Mannes e Kintsch, viene invece messa

in relazione la strategia di insegnamento col ti

Dettagli
A.A. 2014-2015
40 pagine
19 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisa90bay-votailprof di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia sperimentale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Paoletti Gisella.