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Le storie di vita: cioè una delle prime attività che viene effettuata fin dai primi
- incontri è quella in cui i conduttori si presentano ai bambini e raccontano la loro
esperienza di vita e la loro disabilità. Essi in questo modo riescono a creare un
inizio di relazione con i bambini perché si fanno conoscere, spiegano con termini
semplici la patologia che gli ha provocato la disabilità e riescono a far avvicinare
così i bambini perché essi si riconoscono in questo visto che il dolore è un qualcosa
che appartiene alla vita e quindi anche alla loro, cioè essi stessi in forme diverse la
provano nella loro vita. Inoltre questo spesso spinge i bambini a raccontare a loro
volta la loro di storia ed è così che spesso le insegnanti scoprono cose sui loro
alunni che non avevano mai saputo. Questo forse è cioè che accomuna i bambini
con i disabili e cioè il fatto che i bambini raccontino le loro di storie sta a dimostrare
che ad essi manca qualcuno che li ascolti e questo è lo stesso per i disabili.
I giochi, i canti e le rappresentazioni teatrali: riguardo i giochi quelli usati sono stati
- quello “dei ruoli” in cui i bambini vengono messi in situazioni di disabilità come
apparecchiare una tavola bendati o comunicare un messaggio senza voce, con lo
scopo di far capire le difficoltà che le persone disabili si trovano ad affrontare nella
vita di tutti i giorni ma anche il fatto che essi riescano a fare tantissime cose senza
l’aiuto di nessuno, cioè ad esempio il fatto che una persona non vedente possa non
avere bisogno di aiuto. Un altro gioco è stato il “gioco dell’oca” con lo scopo di far
conoscere ai bambini il problema delle barriere architettoniche per i disabili (es. il
fatto che una persona con la carrozzina può riuscire a scendere da un autobus con
la pedana ma magari poi non riesce a scendere dal marciapiede perché li la
pedana o comunque uno scivolo non c’è) e ciò a portato i bambini anche ad
elaborare delle loro soluzioni personali. Riguardo la rappresentazione teatrale
invece i bambini vengono spinti a rappresentare una favola come “La favola del Re
Trentatrè” che gli faccia capire il senso dell’uguaglianza ma anche della diversità e
quindi del rispetto di questa. I bambini vengono aiutati dai stessi conduttori disabili a
provare i vestiti, a recitare e questo crea un ambiente di contatto e di calore. Per le
scuole medie e le superiori le attività anche se con alcune varianti sostanzialmente
sono le stesse, ma in più viene affrontato il problema del lavoro e delle leggi in
vigore per i disabili.
Risultati ottenuti:
Al termine di tutte le attività ci si rende conto che qualcosa è cambiato, ma questo non
riguarda solo i bambini ma anche le insegnanti e gli stessi conduttori. Inoltre il progetto
fornisce un aiuto anche a quei genitori con figli disabili che spesso sono talmente presi ad
occuparsi di loro che dimenticano se stessi, e i conduttori possono essere appunto di
doppio aiuto perché da una parte svolgono il ruolo di formatori e dall’altro vengono visti dai
genitori come una dimostrazione del fatto che è possibile realizzarsi anche in una
condizione di disabilità, cioè i genitori vedono in questo i loro figli. Inoltre come abbiamo
detto questo risulta un’esperienza molto importante e formativa anche per gli stessi
conduttori, in quanto essi hanno imparato a mostrare la loro fragilità e hanno visto
amplificate nei bambini le reazioni della gente che incontravano nella loro vita quotidiana e
hanno imparato ad accettare il fatto che questo avviene non per cattiveria ma perché la
gente non conosce la disabilità e quindi hanno imparato ad accettare ciò e a ridere anche
dei loro stessi deficit e delle reazioni della gente che prima gli provocavano così tanto
dolore. Oltre tutto ciò essendo in grado di portare avanti il progetto hanno anche scoperto
in se stessi capacità prima insospettabili. Infine il progetto è stato molto utile anche per gli
insegnanti che ad esempio hanno avuto la possibilità di rivedere attraverso i conduttori
quei bambini con difficoltà che spesso avevano seguito ma che poi avevano perso alle
scuole medie o superiori, rivedendo in loro quei bambini ora adulti. Inoltre essi si sono
sentiti anche supportati in un certo modo, in quanto spesso sono costretti ad affrontare
situazioni con alunni disabili da soli e senza nessun tipo di preparazione. Infine dobbiamo
dire che in generale il progetto risulta molto utile perché in un contesto molto difficile come
è quello della scuola imparare ad accettare la diversità dei disabili significa riuscire ad
effettuare e un’ integrazione più ampia che coinvolga tutti i tipi di disagi come quelli
nascosti che stanno alla base del bullismo per esempio.
I servizi offerti dall’Università per le persone disabili e per conoscere la disabilità:
All’interno dell’Università si è cercato di sperimentare l’integrazione delle persone disabili
attraverso il contributo di ricercatori disabili e nel frattempo di formare gli studenti sulla
disabilità e così sono nati tre tipi di laboratori:
Linguaggi diversi : questo laboratorio è nato a seguito di seminari su “Pregiudizi e
- disabilità” che la cattedra di Pedagogia Speciale ha svolto in diversi anni. Nel
laboratorio a fare da guida erano proprio persone disabili che hanno insegnato agli
studenti modi diversi per comunicare come il la lingua dei segni o il Braille (per chi
non vede). Alla base di questo vi era il pensiero che ogni linguaggio ha diritto a
entrare a far parte del linguaggio in generale (e combattere quindi l’idea che alcuni
linguaggi sono migliori di altri).Infatti di solito nella società sono presenti ad esempio
il linguaggio dei segni nella televisione, però viene tollerato e non considerato come
un linguaggio con lo stesso diritto di quello verbale, quindi avviene una
trasformazione vera quando esso entra a far parte dell’Università, solo così c’è un
vero cambiamento. Inoltre si voleva cercare di analizzare le parole che descrivono
la disabilità in quanto queste spesse tendono a voler operare delle distinzioni, delle
differenze e trovare invece un linguaggio non escludente. Scopo comunque
generale del laboratorio era quello di : fornire agli studenti le competenze che
richiede il relazionarsi con persone disabili. All’inizio tutti gli studenti (disabili e non)
hanno dimostrato difficoltà a relazionarsi con l’altro ma poi pian piano condividendo
esperienze come l’insegnamento del Braille hanno sviluppato empatia e sono
riusciti a relazionarsi. Inoltre imparando questi nuovi linguaggi hanno fatto nuove
scoperte: con il Braille per esempio hanno sperimentato lo scrivere senza vedere
attraverso l’uso al posto di un foglio e di una penna di righelli, punteruoli e cartoncini
e per chi è alle prime armi ciò ha richiesto molto tempo e anche chi diventa esperto
comunque ci mette sempre più tempo di chi vede e usa carta e penna, però ci si è
resi conto che la lentezza non è una perdita di tempo nell’apprendimento perché la
memoria è in grado di aspettare anche tempi molto lunghi. Con la lingua dei segni
invece gli studenti si sono resi conto che a venir chiamato in causa principalmente è
l’uso del corpo e quindi hanno sperimentato la possibilità di sentire con tutto il
corpo, di esprimersi con questo, hanno riacquistato sensibilità.
Counseling e disabilità: ( partecipano sia studenti normodotati che studenti disabili)
- e l’obiettivo è quello di acquisire una competenza affettiva ,viene svolto all’interno di
un gruppo con la guida di una persona disabile (il Conselor e accanto a questo il
Tutor) e gli studenti possono esprimere quali sono le loro paure, dubbi, pregiudizi
che la relazione con l’alt ro suscita ed entrare in contatto anche con altre persone
con disabilità. Il tutto avviene attraverso le narrazioni come mezzo di analisi e la
drammatizzazione. Esso è nato all’interno del Tutorato per studenti con Disabilità
nella facoltà di scienze della formazione e si basa sull’idea che in ogni persona ci
siano capacità e risorse, quindi non si tratta di un aiuto finalizzato a colmare una
mancanza o un incapacità ma di un aiuto che ha lo scopo di far si che l’individuo
riesca a riconoscere le proprie capacità e risorse(le sue potenzialità),che spesso
sono bloccate da strategie apprese nel passato-e inoltre non si entra nel passato
della persona cioè non vengono usate tecniche regressive ma si agisce nel qui ed
ora( esso si basa sul modello del counseling analitico transazionale e sulla Terapia
centrata sul cliente di Rogers). Esso inoltre non si rivolge a persone con patologie
ma a tutti coloro che in un certo momento della vita si trovano ad affrontare una
difficoltà di interazione o, trattandosi di educazione, di apprendimento. Ciò che deve
fare il Counselor è: - analizzare il dolore che sta vivendo la persona e vedere se
sono presenti elementi di ripetitività o di inadeguatezza, così può riuscire ad aiutare
la persona; invece riguardo l’educazione all’affettività può essere utile mostrare alle
persone i vari tipi di sofferenza fino a smascherare il dolore per poter così aiutare la
persona – educare all’empatia (Rogers in particolare nella terapia la considera un
elemento prioritario) e il Counselor può fungere da modello di empatia – permettere
una narrazione della propria vita guidata, che permette alla persona di ricollegare i
fili che la legano alla situazione in cui ricercare la difficoltà e la soluzione e inoltre le
fa riconoscere il diritto di valere
Respiro. Il sapore della lingua straniera : si basa sull’idea che la lingua parlata
- rappresenta per ogni persona la sua identità, il mezzo con il quale esprime se
stessa, le sue origini, la sua storia familiare, ecc quindi nel momento in cui la
persona vive un disagio lo vive in quella lingua perché è con quella che esprime se
stessa e di conseguenza quella lingua che diciamo è la sua casa diventa per lei una
casa-prigione. L’ipotesi quindi con cui nasce questo laboratorio è che volgendosi
verso un’altra lingua, cercando quindi un’altra casa la persona può diciamo
superare il disagio perché usa una lingua che non le fa vivere ed esprimere questo
disagio, la persona quindi attraverso un’altra lingua può sentirsi diversa, un’altra
persona. Al laboratorio hanno partecipato 7 studenti con bisogni diversi e alcuni con
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