Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
Riassunto esame Pedagogia speciale, prof. Grasselli, libro consigliato L'aiuto fra solidarietà ed inganni, Montuschi Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia speciale, prof. Grasselli, libro consigliato L'aiuto fra solidarietà ed inganni, Montuschi Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia speciale, prof. Grasselli, libro consigliato L'aiuto fra solidarietà ed inganni, Montuschi Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L’AIUTO FRA SOLIDARIETA E INGANNI (Montuschi)

Tutto il libro ruota intorno al presupposto che dietro la nostra disponibilità

verso l’altro ci siano degli inganni,delle false motivazioni che noi proponiamo

a noi stessi di cui però per lo più siamo inconsapevoli. L’autore ci vuole

proprio mostrare quali sono questi inganni in modo che ognuno ne diventi

consapevole. Secondo l’autore il momento in cui noi possiamo renderci conto

di questo è quello in cui otteniamo un rifiuto da parte di colui a cui stiamo

offrendo il nostro aiuto. Esso magari ci si rivolge con aggressività, vede in noi

la causa di ogni suo problema e sostiene che noi non potremo mai capirlo.

Quello che noi dobbiamo fare in questo caso è ammettere ed accettare che in

effetti è vero che non si può capire del tutto l’altro,dobbiamo accettare quindi

la sua convinzione,questo permette di non perdersi in inutili scontri verbali. Ad

ogni modo comunque è nel momento in cui l’altro rifiuta il nostro aiuto e

questo scatena in noi rabbia, che ci possiamo rendere conto del vero motivo

per il quale vogliamo aiutare l’altro. Questo ci permette quindi di mettere in

luce i vari inganni che si nascondono dietro l’aiuto offerto.

Da questi inganni si possono delineare,secondo l’autore, tre personaggi

diversi (presi in prestito dalla psicologia transazionale):

“Il Salvatore ”: è un soggetto che ha una concezione di se stesso molto

- negativa, per cui la grandezza dei suoi gesti ha il duplice scopo di

rivalutare se stesso ai propri occhi e di ottenere un riconoscimento

sociale. Egli perciò diventa dipendente dagli altri per quanto riguarda il

proprio benessere e l’inganno sta nel fatto che aiutare gli altri ha il

significato di aiutare se stessi

“Il Persecutore” : è in pratica il salvatore che ha fallito e che quindi

- diventa persecutore della persona che vuole aiutare a tutti i costi ma

che non vuole tale aiuto

“La Vittima”: il persecutore a sua volta non vedendo riconosciuti i propri

- sforzi,il proprio aiuto,la propria generosità si trasformerà nella vittima

(colui che non viene apprezzato per ciò che fa e che quindi si

compiange)

Ma quali sono i motivi più comuni per i quali aiutiamo?secondo l’autore sono i

seguenti:

Il senso di colpa : esso non dipende da fattori reali ma da motivi

- irrazionali che derivano dall’infanzia. Nell'infanzia infatti ci si può essere

sentiti non voluti e questo può spingere il soggetto a compiere azioni

riparatorie come appunto aiutare gli altri,quasi pagare un prezzo per

acquisire il diritto di esistere

Per essere in pace con la propria coscienza

- Per il piacere di essere utili : esso si manifesta come un senso di

- soddisfazione che rimane intatto anche se non viene condiviso ,oppure

se viene frainteso o criticato. Essendo esseri umano è difficile

raggiungere una relazione perfetta di questo tipo ma rimane comunque

l’ideale a cui tendere

Per dare un senso alla propria vita

-

Ci sono degli inganni poi anche nella percezione degli altri:

Un inganno si crea quando l’individuo ha una scarsa stima di se. In

- questo caso può reagire in due modi : o si pone a un gradino più basso

rispetto agli altri oppure reagisce criticando gli altri e sentendosi

superiore. Secondo la teoria transazionale il primo modo di reagire può

sintetizzarsi così: (io - e tu più) e riguarda in genere le personalità

tenere,cinestetiche,ricche di intuito. Il secondo modo di reagire è invece

così: (io – e tu -) proprio delle persone

uditive,introverse,tendenzialmente sfidanti. Un altro modo ancora è

quello (io più e tu -) che riguarda le persone insicure del proprio valore

che mettono una maschera di superiorità di fronte agli altri per essere

accettati

Un altro inganno è quello di attribuire la colpa di quello che ci accade

- agli altri. Questo rappresenta un inganno proprio perché gli altri non

sono responsabili della nostra sofferenza e liberarcene non serve a

sentirsi meglio

Un altro inganno ancora è quello di credere he dipendiamo dagli altri :

- nell’infanzia la dipendenza è normale perché comunque oggettivamente

siamo dipendenti dai grandi ma nell’età adulta non lo è più. In questo

caso siamo dipendenti dagli altri dai loro umori,dal loro consenso e d

ciò che pensano di noi, l’unico potere che lasciamo a noi stessi è quello

di cambiare gli altri in modo che ci facciano sentire bene.In questo caso

poi la dipendenza più pericolosa risulta essere quella che viene

considerata come naturale.

In ogni caso nell’infanzia ci possono essere stati trasmetti diversi

messaggi inconsci,delle condizioni da rispettare per poter veder

riconosciuti i nostri bisogni esistenziali (da quello fondamentale di

esistere a quello di valere ed esprimere se stessi)e questi hanno influito

sul modo in cui ci rapportiamo agli altri. L’autore definisce questi

messaggi degli “ordini”. Alcuni di questi ordini sono:

Compiaci: cioè fai quello che gli altri ti chiedono o che potrebbero volere

- da te

Sii perfetto : cioè fai tutto in modo accurato e perfetto perché così avrai

- una ricompensa futura. Questo però fa si che l’individuo non sia mai

contento di se stesso e comunque prova sofferenza quando sbaglia o

non riesce a comportarsi in modo perfetto

Spicciati : cioè sbrigati a fare ogni cosa,falla il prima possibile perché

- così poi potrai goderti dei momenti tutti per te. In questo modo però si

tende poi a fare in modo frettoloso anche altre cose come addirittura il

riposo o il divertimento

Tenta disperatamente : cioè veniamo spinti a fare qualcosa che magari

- non ci va o che non riusciamo a fare e a mettercela tutta. In questo

caso comunque ci mettiamo un grosso impegno per dimostrare a noi

stessi e a gli altri la nostra buona volontà,ma comunque proviamo una

leggere soddisfazione quando non riusciamo a fare ciò che gli altri

vorrebbero noi facessimo. Mostrando di mettercela tutta evitiamo quindi

le accuse e le critiche degli altri garantendoci un minimo di libertà

riguardo ciò che realmente non vogliamo fare

Sii forte : cioè nascondi sentimenti e bisogni,non mostrarti debole. Ma

- questo comunque non elimina le proprie paure o le proprie ansie,che

ricompaiono poi attraverso disturbi psichici

-------------------------------------------------------------------------------------------------------

------------------------------------

Nella seconda parte del libro l’autore prende in esame i disagi e le difficoltà

che possono vivere i bambini e i ragazzi nella scuola:

Il bambino che non chiede: sono bambini calmi e tranquilli che però lo

- sono solo apparentemente. Questi bambini tendono a non chiedere mai

nulla,e ciò può dipendere da vari fattori: possono avere la convinzione

che non hanno diritto a chiedereo magari hanno provato a farlo in

passato ma si sono resi conto che era controproducente farlo.

L’intervento dell’insegnante in certi casi risulta fondamentale,essa infatti

può spingere il ragazzo a esprimere il consenso o il dissenso attraverso

un alzata di mano ,il passo successivo potrà essere quello di spingere il

ragazzo a motivare le proprie scelte e in seguito lo si potrà incoraggiare

a fare proposte insieme ai compagni

Il bambino che rimane indifferente quando viene offeso: in questo caso

- si tratterà di indagare quali esperienze negative hanno portato il

bambino a reagire in modo così innaturale. Un motivo può essere stato

il fatto che magari nel passato il bambino avendo vissuto situazioni

traumatiche ha provato a reagire e magari gli altri abbiano come

risposta moltiplicato il loro atteggiamento aggressivo.

Il bambino che tace e risponde con il pianto: compito dell’insegnante

- deve essere quello di spingere il bambino ad esprimere a parole le

proprie emozioni. Inoltre anche il pianto del bambino deve essere

interpretato

Il bambino che rimane in disparte durante la ricreazione: il bambino che

- vuole isolarsi tende ad isolarsi proprio in quei momenti come la

ricreazione che gli permetterebbero di divertirsi ma che richiederebbero

una serenità,un essere se stessi di cui il bambino in questo caso non è

capace. L’insegnante non dovrà mai iniziare il dialogo con il bambino

con la domanda : “perché non vai a giocare con i tuoi compagni?”

perché contiene implicita una critica. Un metodo delicato d’intervento

invece che può dare dei risultati è quello del tipo: “sono certa che stai

pensando a quale gioco proporre ai tuoi compagni” e poi “conosco un

bambino che condivide il tuo stesso interesse,proponigli di giocarci con

te” una volta uscito dall’isolamento si potrà ampliare sempre di più il

gruppo

Il bambino deriso: è questo il caso in cui l’insegnante non può esimersi

- dall’intervenire. Attraverso il dialogo con la classe deve mirare a far si

che i bambini che hanno deriso si rendano conto di ciò che hanno fatto

e ricordino episodi che a loro volta sono stati derisi e le emozioni che

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
6 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maxedeb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Grasselli Bruna.