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PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELL’ABUSO SESSUALE

La realtà dei servizi psicosociali ed educativi che si occupano attualmente della problematica

dell’abuso sessuale sui minori è costellata da vari tipi di intervento, aventi tutti obbiettivi di 2

prevenzione del disagio minorile e di tutela del benessere psicofisico dei bambini e delle loro

famiglie. Vi sono tre diversi livelli di prevenzione:

1. Si realizza prima che l’abuso sia compiuto attraverso strategie promozionali di tipo sanitario,

sociale ed educativo, mirate alla diffusione di una cultura di tutela dei minori e alla facilitazione dei

compiti genitoriali. In questa prevenzione sono coinvolte alcune istituzioni e figure professionali: la

scuola, gli insegnanti, i consultori familiari e pediatrici.

2. Gli obbiettivi riguardano la ricerca dei fattori di rischio o di predisposizione, l’identificazione di

individui o gruppi ad alto rischio e la conseguente offerta di servizi e strutture adeguate al

sostegno dei nuclei familiari più vulnerabili. La prevenzione secondaria è però attualmente poco

praticata, in quanto generatrice di interrogativi e conflittualità di non facile risoluzione. I nodi

problematici sono legati ai binomi controllo sociale/tutela della privacy e della libertà familiare,

tutela del minore/tutela del genitore non sono stati ancora affrontati in modo serio, chiaro ed

esauriente. Tale situazione rischia di ostacolare un efficace tutela dei soggetti in età evolutiva.

3. Riguarda gli interventi identificabili nella nostra realtà attuale con l’avvio del procedimento di

tutela giuridica del minore, con il provvedimento di allontanamento dalla famiglia d’origine e il

conseguente inserimento in una struttura residenziale per i minori. Verranno fatti inoltre

interventi di tipo terapeutico e riabilitativo che possono essere rivolti sia al minore vittima

dell’abuso sia ai suoi genitori e familiari coinvolti nella vicenda

Spesso si mostra un maggior investimento di risorse economiche e culturali verso l’individuazione

e la strutturazione di programmi e strategie volte a contrastare e combattere il fenomeno della

violenza sui minori quando questo si è già verificato e si incoraggia molto meno la promozione di

strategie per evitare fin dall’origine l’esplosione della violenza e dei comportamenti abusanti.

VALE:

IPOTESI DI PREVENZIONE E RUOLI EDUCATIVI

Vi è una tendenza abbastanza omogenea a rivolgere le attività preventive e di sensibilizzazione,

rispetto al tema dell’abuso sessuale, prevalentemente alla popolazione adulta. I bambini invece

risultano raramente raggiunti dai messaggi pubblicitari, dalle campagne di sensibilizzazione perché

spesso formulati con un linguaggio inadeguato ed incomprensibile.

Spesso la mancanza d’informazione o il dubbio su quello che è un comportamento normale,

rappresentano elementi che possono trasformare il bambino in una vittima d’abuso sessuale. I

bambini informati saranno meno facilmente vittime di aggressioni. L’ideale sarebbe che queste

informazioni fossero trasmesse ai bambini all’interno delle loro famiglie anche se ciò si rivela per

molti adulti un compito difficile. Tra gli argomenti che dovrebbero essere trattati nei programmi

per la prevenzione sono da privilegiare:

-l’illustrazione delle componenti dell’abuso sessuale

-la distinzione tra i contatti fisici appropriati e quelli inopportuni. 3

Dettagli
A.A. 2014-2015
40 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sonia.filippini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Amadini Monica.