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AGIRE PROFESSIONALE

Un contesto partecipativo poggia sulla valorizzazione della dimensione relazionale e della socializzazione, sulla co-costruzione dei significati, su uno strutturale e convinto sostegno ai processi di confronto e partecipazione servono alcune competenze:

  1. RIFLESSIVA
  2. OSSERVAZIONE
  3. DOCUMENTAZIONE
  4. VALUTAZIONE
  5. RICERCA

Accanto all'invito a tracciare una progettualità contestualizzata, si può individuare un preciso impegno alla dimensione professionale) alla luce di queste sollecitazioni e a individuare occasioni per creare una comunità educativa. Il confronto collegiale sposta la sfida della partecipazione anche sul versante della costruzione di una comunità di professionisti a partire da una postura fondamentale: quella della riflessività.

I. Sguardi riflessivi

I significati che scaturiscono dagli eventi non possono essere separati dal contesto in cui accadono, MA è in. Le scansioni quotidiane, i tempi, gli spazi,

iraggruppamenti possiedono e veicolano diversi significati educativi. In questo senso non può mancare la competenza riflessiva, prioritaria rispetto all'agire, e delle scelte di contesto può concorrere a rendere più dinamico il lavoro di progettazione e lasciar spazio a processi di ricerca condivisi. Ritornare con uno sguardo riflessivo sulle azioni quotidiane diventa essenziale per rigenerare nuove consapevolezze, fare emergere significati inediti. Preparare un progetto teoricamente perfetto, ma che non trova una piena realizzazione nella concretezza, significa non essere stati riflessivi e non essersi chiesti se quel progetto funzionasse nel contesto nel quale ci si trova: es. attività proposta poco dopo un litigio dei bambini. Per essere riflessivi è fondamentale chiedersi: un bravo educatore rivolge la prima critica a sé stesso: es. la verifica va male a tutta la classe, il problema è di tutta la classe. È importante interrogare con spirito critico con i.bambini piccoli bisogna guardare i loro atteggiamenti, i loro piccoli comportamenti, bisogna osservare la loro quotidianità e come ricevono alle nostre proposte; dobbiamo dare importanza ai dettagli che troppo spesso passano inosservati. Nei servizi educativi, non si è da soli, bisogna imparare il valore del gruppo e confrontarsi con i colleghi, senza avere paura della critica, ma aprirsi ai confronti liberi, sinceri e costruttivi e poter dire liberamente questo approccio con questo bambino, non funziona ricerca riflessiva per tracciare una cornice di significati condivisi, tale lavoro può spingersi sino a recuperare il legame con territorio e comunità attraverso le memorie che hanno concorso a dar forma alla cultura essere autenticamente partecipativi. II. Osservazione e documentazione: strumenti professionali per promuovere la partecipazione è probabilmente la più importante caratteristica di un educatore che lavora con bambini bambino, puòaprendoeducativoore e ha appena rivisto i suoi amici e vuole giocare. È importante considerare che il lavoro professionale nei servizi 0-3 è fatto più di buona osservazione, che di buona pratica è specialmente quando si lavora con bambini molto piccoli, dispositivo essenziale per cogliere il bambino reale, competente e costruttore attivo del suo percorso di crescita. Poiché il gioco rappresenta la modalità privilegiata e più significativa di espressione del mondo infantile, è: guardare udel suo carattere e utile per capire il suo modo di rapportarsi alla realtà. contesto, sulle relazioni, ma anche sé stessi come adulti. che litigano o agiscono in maniera diversa da come vorremmo: osservare ci aiuta a riflettere e ad agire in maniera NON adultocentrica. La DOCUMENTAZIONE è uno strumento strategico e necessario per riflettere sulla pratica educativa, ma anche sui processi che i bambini mettono in atto nelle situazioni di

apprendimento: è fondamentale teneretraccia di ciò che si svolge, soprattutto con i bambini piccoli, segnandosi i progressi attraverso fotografia,lavoretti, poster e allestimenti utili per raccontare anche alle famiglie (può favorire la costruzione di alleanzeeducative con le famiglie) i piccoli traguardi dei bambini che, a parole, non saprebbero raccontarlo. Inoltreserve per promuove la condivisione tra colleghe.

Nella documentazione viene chiamato in causa l' impegno delle educatrici e delle insegnanti a cogliere isignificati delle pratiche vissute dai bambini e con i bambini: ha il potere di rilanciare e difendere la valenzasociale del lavoro di cura e di educazione dei bambini.

III. Valutare e fare ricerca in contesti partecipativi

VALUTARE non è mai facile, in particolare con i bambini nello 0- ibambini e a considerarli come attori e interlocutori che possiedono una propria prospettiva. È importanteindividuare indicatori condivisi e

strumenti adeguati per cogliere i cambiamenti dei bambini. Si tratta di uscire da una visione ancora molto diffusa della valutazione rivolta anche a livello 0-6, principalmente risultati conseguiti dal singolo bambino e approcciarsi anche a valutare i risultati conseguiti dal gruppo di bambini.

che promuovono i processi partecipativi tenendo insieme gli aspetti organizzativi, relazionali, materiali e didattici. Il significato e il valore dei processi sono rilevabili ma necessitano di essere valutati dagli adulti, non sempre sono immediati e direttamente visibili ma sanno palesarsi nel tempo.

È importante anche avere un approccio corale ai processi valutativi: agisce anche come condizione indispensabile per realizzare efficaci cambiamenti e interventi innovativi, che nascono da una riflessione con GUADAGNI DI UNA VALUTAZIONE PARTECIPATIVA

garantire la promozione e il rispetto del diritto dei bambini, chiarire quali sono i loro doveri e responsabilità, coscienza dei risultati

raggiunti o da raggiungere- rendere più stabili le iniziative e le pratiche educative- identificare i supporti didattico- evolutivi e le risorse di cui i bambini hanno bisogno per promuovere il loro diritto alla partecipazione- Valutazione del bambino iarità, i progressi e le risorse. Sidifficoltà dei bambini possono essere rilevati in modo significativo attraverso prove di naturaqualitativa. È importante finalizzare il processo valutativo al riconoscimento delle loro potenzialità, in stretta relazione con i contesti in cui essi si sviluppano. La valutazione del bambino può essere personalizzata in relazione con quel bambino, bambino ed esperienza calibrata sul riconoscimento delle capacità personali del bambino- Valutazione del proprio operato educativo. È importante, far in modo che durante la propria esperienza lavorativa, ci si possa concedere di FARE RICERCA e provare a sperimentare cose nuove, nuovi metodi e approcci con i bambini:

è questo il modo migliore per uscire dalla routine, si possono inventare nuove pratiche, nuovi strumenti insieme ai bambini. La expertise può efficacemente essere valorizzata attraverso percorsi di ricerca. Fare ricerca nel proprio servizio rappresenta una possibilità di dati. Un fare educativo partecipativo e aperto alla ricerca sa rendere i bambini protagonisti, grazie all'allestimento di contesti sollecitanti. Un bambino può rimanere in ricerca se accanto a lui è un adulto ricercatore, che apre le domande, rende possibili percorsi attivi di ricerca del significato, favorisce la condivisione delle esperienze sollecitando a osservare, descrivere, narrare, fare ipotesi, dare e chiedere spiegazioni in contesti cooperativi e stessa del bambino come soggetto attivo e competente e la comprensione dei processi di apprendimento è una conquista realizzata attraverso la ricerca pedagogica e l'osservazione dell'infanzia. Il fare.

partecipativo è un fare contrassegnato da una prospettiva che rimette al centro e attribuisce nuovo valore alle interdipendenze. La partecipazione implica infatti una condivisione delle interpretazioni tra colleghe, il riconoscimento delle famiglie come parte attiva dei processi educativi.

CAP. 5 LA PARTECcomunità: è questa la vera sfida. Ciò che i bamservizio, ma che trasporteranno anche in tutti gli altri contesti che vivono: la casa, il p nellavitaI. Alleanze educative e co-educativeI servizi 0-6 sono strategici per promuovere cittadinanza attiva, perché non sono servizi individualistici oculture educative accade in modo preponderante nella relazione con le famiglie. Per questo non si può pensare di concentrarsi solo su comunità e si può dare espressione alla partecipazione.

La partecipazione produce benessere non solo nei singoli ma anche nelle comunità, produce cambiamento e nuove culture educative inclusive.

Nel dialogo tra

genitori ed educatori si confrontano culture educative diverse, saperi e pratiche di cura specifiche, registri emotivo-affettivi e copioni relazionali differenti. Si tratta dunque di un dialogo, quello con la famiglia, per nulla facile o scontato, ma anzi si tratta probabilmente della parte più delicata e complessa di questo lavoro. Servono strumenti professionali che permettono il confronto con i genitori e sicuramente la documentazione è uno tra i più significativi, in quanto consente alle famiglie di capire come si frequenta per le famiglie, un servizio educativo rappresenta una potenziale occasione per sperimentare forme di socialità positiva, fare esercizio di condivisione e di cooperazione, ovviamente anche di rispetto reciproco e di senso di appartenenza ad una comunità. II. Interdipendenze e comunità Lo 0-6 è uno strumento generativo per tutta la comunità: si ha, in questo senso, una prospettiva planetaria: la cittadinanza.

La nostra esperienza planetaria si costruisce a partire dai contesti più prossimi per comprendere che la propria esperienza è legata alle esigenze altrui. Sono uscite/gite nelle RSA degli anziani, dal fornaio, in un centro per Edgar Morin afferma la nostra capacità di vivere diverse appartenenze e dovremmo imparare a creare interconnessioni piuttosto che divisioni, vedendo nel mondo che ci circonda ciò che ci unisce (tra uomini, tra bambini, con le piante, con gli animali) e non ciò che ci divide: siamo cittadini del mondo e i bambini avrebbero diritto di sperimentare, fin da piccoli, che la loro esistenza è legata a quella degli altri. Un bambino che coglie in prima persona il legame tra la sua storia e quella delle persone e dei contesti con cui si relaziona, interiorizza quella forte interdipendenza che poi diventa capacità di riconoscersi parte attiva in tutte le ulteriori e future situazioni della vita e nei sistemi via via più ampi e plurimi.

cui entrerà in contatto. Gli scenari educativi cambieranno nel corso del divenire.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofiaceoletta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Amadini Monica.