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Consideriamo come funzione secondaria la e quindi di trasmissione culturale
funzione di comunicazione
legata alla presenza di oggetti didattici inseparabili dall'azione dell'insegnare. L'insegnare è qualcosa più
del comunicare attraverso un sistema di rappresentazioni, viene visto anche come una ri-generazione della
conoscenza nella mente di colui che riceve l'insegnamento.
La conoscenza esiste in quanto è possesso personale del discente, per il quale essa prende sempre una forma
soggettivamente nuova anche se permane identica a se stessa.
L'azione dell'insegnante modifica anche l'esperienza di colui che insegna proprio nel momento in cui egli
tenta di agire sull'esperienza di un altro, per insegnare serve sempre ripensare la propria conoscenza,
riorganizzarla in funzione di un destinatario.
Inoltre l'oggetto di conoscenza viene riproposto, analizzato ed esplicitato in ogni momento didattico. È
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considerato significativo da colui che insegna, il docente non solo conosce e padroneggia personalmente
un determinato contenuto conoscitivo ma lo giudica degno della sua azione di insegnamento.
1. I luoghi e le forme dell'esperienza educativa
Le forme strutturali o “modelli”
Definito come quel processo di interazione che coinvolge un soggetto in età evolutiva,
l'educazione
all'interno di un orizzonte culturale dato, dentro una serie di relazioni personali con una collettività adulta e
che si conclude con il raggiungimento da parte sua di una soglia di autonomia.
I luoghi materiali e simbolici in cui l'educazione e l'insegnamento si realizzeranno sono tre:
famiglia, apprendistato e scuola e successivamente gruppo di coetanei. Questo anche se non costituisce un
luogo o una forma specifica, entra in ogni forma con diverse modalità diventando rilevante nei processi
educativi. Ogni immaturo impegnato con la propria crescita è sempre collocato in relazione con i suoi
coetanei visti come interlocutori, personali o collettivi. (presenza o no di fratelli o cugini condiziona
l'ambiente educativo familiare).
Sbagliato dire che perché esso non può promuovere e sostenere l'autonomia
il gruppo di coetanei educa
personale dei membri né di svolgere una funzione di introduzione a orizzonti culturali formali. Esso però
fornisce supporti o determina ostacoli per lo sviluppo dell'identità personale.
Tutti i modelli educativi comportano un esperienza di tipo partecipativo: il soggetto entra nel processo
educativo in quanto partecipa alla vita di un gruppo in termini di convivenza e condivisione sociale.
Il modello familiare è il modello educativo paradigmatico visto che il gruppo familiare è caratterizzato da
legami sociali di tipo istituzionale, emotivo-affettivo e anche da legami biologici.
La forma più comune e generalizzata del processo educativo è quella della partecipazione ad un gruppo
in una convivenza prolungata sin dalla nascita. Questo modello è quello familiare/partecipativo
primario
visto che questo gruppo primario è anche una famiglia: un gruppo caratterizzato da legami biologici e
simbolici, ci sono componenti di diverse età, nascono legami affettivi.
La convivenza appare la condizione della sopravvivenza della nostra specie. Il piccolo dell'uomo nasce
inerme e bisognoso di cure e quindi privo di esperienza e conoscenza. La convivenza di fasce d'età diverse
favorisce i processi di comunicazione dell'esperienza e di trasmissione culturale con modalità efficaci.
Anche la malattia e l'invecchiamento fisiologico esigono forme di convivenza solidale. La famiglia risulta
una condizione umana universale e trasversale rispetto alle varie culture. La sua esistenza attesta che la
socialità solidale costituisce un dato di natura, un bisogno e una scelta. La famiglia, in quanto materializza
al proprio interno una solidarietà fra i sessi e fra le età della vita, si configura come luogo concreto in cui si
può accogliere la vita nascente e farla crescere e accompagnare la vecchiaia e la morte.
La tendenza delle famiglie a ricomporsi e riconfigurarsi evidenzia una necessità strutturale degli esseri
umani che va ben oltre lo scopo di ridurre i costi dell'affitto e accrescere la funzionalità delle scelte
abitative. La famiglia risponde funzionalmente a tutti i suoi bisogni e assicura al proprio interno
allevamento ed educazione oltre alla protezione materiale. Fa del piccolo una creatura sociale includendolo
in un contesto sociale primario rispetto al quale egli svilupperà un senso di appartenenza. La famiglia
d'origine determina la qualità sociale di cui il piccolo sarà capace nel bene o nel male. Il processo educativo
personale non può mai prescindere dalla famiglia, istituzioni e luoghi educativi devono sempre farne i conti.
Il modello di apprendistato/noviziato legano i membri a partire da uno scopo. Tipica la bottega
dell'artigiano. Anche queste forme determinano esperienze partecipative con un immersione totale nel
tessuto.
Solo la scuola presenta una forma strutturale di tipo istituzionale. La scuola esiste con lo scopo di attivare
azioni di insegnamento ed esperienze di apprendimento e non per primari scopi di socializzazione.
I tre modelli individuati sono forme categorizzanti dell'esperienza educativa. In tutti e tre i modelli le
relazioni educative e gli insegnamenti intenzionali coesistono con esperienze casuali e involontarie.
Gruppo Primario: diversi significati di gruppi in basi alle aree disciplinari in cui agiamo. Prima distinzione tra
gruppi primari con riferimento alle dimensioni del gruppo e al fatto che i suoi componenti sviluppino relazioni
faccia a faccia. Anche all'interno di questi piccoli gruppi possono esserci soggetti diversi tra loro. Una famiglia o
una classe stabile per anni sono gruppi primari. Prima caratteristica è la qualità delle relazioni interne, 4
composizione, funzioni, compiti, bisogni che riesce a soddisfare, comunicazione. Fattori che interagiscono e
danno vita ad un esperienza.
La sociologia di gruppo studia le società umane come comunità organizzate con proprie strutture interne. Ogni
individuo è componente di più gruppi contemporaneamente. La psicologia di gruppo è una branca che studia il
comportamento dell'individuo in un contesto collettivo e il comportamento dei piccoli gruppi.
La dinamica di gruppo che si crea costituisce un modello teorico e una metodologia di lavoro ed è finalizzata ad
aspetti educativi, formativi e psicoterapeutici. L'interesse psicologico si focalizza sulle forme di comunicazione de
funzioni del gruppo.
Il modello familiare
È la forma educativa più essenziale e diffusa e con la massima efficacia didattica. Nella famiglia il bambino
apprende durante la crescita direttamente dagli adulti e sperimenta o intuisce l'utilità delle norme e delle
informazioni impartite.
L'insegnamento/apprendimento nell'ambiente familiare ha durata lunga. L'educazione scaturisce dal
semplice contatto materiale, da una esposizione del bambino alla presenza degli adulti che condividono il
suo spazio vitale. L'elemento che caratterizza in modo decisivo la forma educativa familiare è data da una
rete di interessi reciproci di identificazione. L'identificazione è un elemento decisivo dell'educazione. I
membri di una famiglia La coesistenza di diverse generazioni e generi permette espressioni di
coesistono.
cura e di solidarietà reciproca come può generare conflitti. La famiglia di presenta al nuovo nato come
entità super individuale, rispetto alla quale svilupperà un senso di appartenenza o separazione. Dal punto
di vista dello sviluppo psichico il senso di appartenenza del nuovo nato è la condizione della partecipazione
alla vita comune del gruppo familiare e il fatto che la partecipazione sia la generatrice del senso di
appartenenza. Identificazione e senso di appartenenza sono le più potenti motivazioni intrinseche
all'apprendimento.
Il processo educativo genera motivazioni intrinseche ed è sostenuto da esse, nel passaggio dalla famiglia
alla scuola il nuovo ambito non potrà avere successo didattico se non suscita motivazioni intrinseche. Le
motivazioni determinate dall'ambiente familiare sono una pre-condizione positiva e possono essere
integrate e modificate all'interno dell'ambiente scolastico.
Il contesto famigliare è decisivo anche per il suo successo o meno dell'apprendimento. Una scolarizzazione
efficace può avere un ruolo decisivo nella crescita della consapevolezza personale anche rispetto alla
propria identità culturale d'origine e alla propria esperienza familiare.
Il modello dell'apprendistato
L'essenzialità funzionale e struttura di questa forma educativa è simile al modello familiare. L'apprendistato
comporta un'esperienza di partecipazione in un mondo vitale il cui esempio è la bottega artigiana.
Nell'apprendistato il soggetto giovane viene inserito in una situazione operativa globale dentro la quale
vengono trasmessi una serie di contenuti e promosse delle abilità. Per molto tempo l'apprendistato è stato
intrecciato all'educazione familiare nel senso che il suo inizio coincideva con la convivenza tra adulti e
bambini (caccia e pesca, cucina, tessitura). Erano presenti anche forme di apprendistato istituzionalizzate.
Fonti archeologiche ipotizzano anche specifici rituali iniziatici diversi per l'accesso all'apprendistato nelle
diverse corporazioni artigiane come quella cretese arcaica. Sembra che l'adolescente non potesse
accedere, prima di essere stato iniziato, ai segreti di nessuna arte cui la società di appartenenza
riconoscesse un valore. La condizione di apprendista portava ad un assunzione di responsabilità personale,
esigeva il favore della divinità protettrice della corporazione. L'inserimento iniziatico nella società adulta,
avveniva con dell'apprendista dentro la confraternita di appartenenza soprattutto quando l'arte
l'iniziazione
o il mestiere di tramandava per eredità familiare o militare.
L'apprendistato non è necessariamente legato all'appartenenza al clan: ci sono sempre state forme di
apprendistato extra familiare. In alcuni casi scaturisce come proprio l'apprendistato generasse un nuovo
legame di solidarietà affine a quello di sangue. (Giuramento di Ippocrate).
Il modello dell'apprendistato si presenta nella storia umana con molte forme che in comune hanno
l'inserimento diretto nella situazione lavorativa. La durata del percorso di apprendistato può variare: la sua
forma si presenta come unica struttura educativa ma anche con versioni integrate non solo con il modello
partecipativo familiare ma anche con il modello dell'istruzione. Situazione pres