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LE TRE FORME STRUTTURALI
Le tre forme strutturali fondamentali, ovvero i luoghi dove si realizzano l’educazione e
l’insegnamento, sono tutte di tipo partecipativo e sono: la famiglia,
e la In queste tre strutture molto importante è il
l'apprendistato/tirocinio scuola.
gruppo di che non è una forma strutturale, ma rientra sempre in queste
coetanei,
come elemento di confronto, che spesso può anche sostituire la figura mancata della
famiglia.
- La è un modello universale (presente in tutte le culture) che prevede la
famiglia
partecipazione di un soggetto ad un gruppo primario attraverso relazioni dirette e
una convivenza prolungata, che nasce dal bisogno del “cucciolo di uomo” di essere
aiutato durante l’età evolutiva. Il senso di appartenenza in questo gruppo precederà
e influirà su tutte le esperienze e i futuri processi di identificazione del soggetto. Qui
il soggetto apprende direttamente, senza mediazioni, e la motivazione intrinseca
dell'apprendimento (la motivazione all'imparare che nasce dall'interno del soggetto,
psicologia cognitivista) è fortissima e dovuta ad ancor più forti processi di
Bruner,
identificazione per la quale i membri della famiglia non solo convivono, ma
coesistono, si appartengono, come una entità superindividuale (dialetto
mediterraneo chi sei?=chi appartieni).
- Il modello dell’apprendistato prevede invece che un soggetto molto giovane,
considerato inesperto, apprende contenuti e abilità grazie ad un maestro ritenuto
competente. Il fine è guadagnare il titolo di esperto. Per consentire l’accesso
all’apprendistato in alcune culture si faceva uso di riti iniziatici ovvero riti di
passaggio che segnano o segnavano l’ingresso di un soggetto in un gruppo di
appartenenza (lavorativo, adulto, religioso…). Questo modello si ripropone nel
dove però il soggetto è considerato già competente ed entra nel mondo
tirocinio
professionale affianco di un professionista più esperto. Il soggetto ha un’autonomia e
una responsabilità maggiore rispetto all’apprendistato. E’ un’esperienza educativa
molto forte perché il lavoro umano da una grande gratificazione nella persona che è
introdotta nella società con un forte elemento di identificazione personale. Nessuna
successiva riconversione lavorativa (successivo apprendistato o tirocinio) avrà la stessa
valenza del primo.
- La è l’unica forma strutturale istituzionalizzata. Si crea quando un gruppo di
scuola
soggetti si raccoglie attorno ad un maestro per acquisire conoscenza attraverso un
preciso iter formativo prestabilito di lunga tempistica. Alla base c’è l’idea che esista
una cultura formale, cioè un insieme di conoscenze che sono ritenute
necessariamente trasmissibili ad un soggetto. Per infatti la scuola è l’ingresso
Bruner
nella vita della ragione. La forma più arcaica di scuola è la scuola della foresta,
periodo di segregazione di soggetti bambini in età evolutiva, per ricevere dagli
anziani le istruzioni per affrontare il percorso iniziatico nella vita adulta. In seguito,
con l’introduzione della scrittura, la trasmissione della cultura si è ampliata,
costituendo 2 tipi di modelli, che oggi sono confluiti nel modello della
scolarizzazione moderna. Vi è un modello di scuola di tipo aristocratico/
meritocratico -> Un tipo di scuola contraddistinta da iter
scuola del tempio.
molto lunghi e riservati ad una stretta cerchia di persone (Di stampo orientale, di
formazione istituzionale, e a prescindere dalla nascita, se inserito in un percorso di
educazione potevi scalare il tuo grado sociale es. Daniele e Giuseppe in Egitto.) C’è
poi la aperta a una popolazione più vasta e fornisce
scuola universalistica
insegnamento di materia basilare (calcolo, scrittura e lettura).
LA SCUOLA MEDIA ITALIANA
Va dagli 11 ai 14 anni di età e si pone tra le scuole elementari e superiori. La scuola
media compare per la prima volta solamente nella riforma scolastica del sotto il
1940
nome di scuola media UNICA (che accentrò in un unico tipo di scuola i trienni iniziali
di tutte le scuole superiori), nonostante che la il sistema scolastico statale viene fondato
nel 1861 poco dopo l’unità d’Italia. E’ una scuola selettiva e meritocratica con esami di
ingresso e uscita, considerata molto prestigiosa da frequentare. Tanto che nel 1948
venne sancito l’obbligo di frequentazione scolastica fino ai 14 anni. Dopo i 5 anni di
scuola elementare, si accedeva o alla scuola media unica (grazie alla quale si accedeva
a tutti i licei e alle scuole professionali) o 3 di scuola post elementare triennale
professionale. La successiva riforma del inaugurò la scuola media UNIFICATA,
1962
perchè concentra in un unico canale la scuola media unica e le scuole professionali. Da
qui inizia una parabola di cambiamenti che porteranno una maggiore massificazione
dell’istruzione e un abbassamento livello meritocratico per accedervi: si accede alle
scuole medie senza esame; si può andare a tutti i licei con qualsiasi voto; apertura della
scuola anche a studenti con disabilità; Moti fine anni 60 ulteriore indebolimento del
rigore scolastico; riforme inconcrete e mai realizzate - Berlinguer 8 anni macroscuola -
Moratti creazione percorsi personalizzati.) Questa crisi perdura ancora oggi e le la
massificazione della scuola, l’abbassamento meritocratico, la forte presenza della
cultura consumistica e la figura più fragile della famiglia sono la causa del sempre più
diffuso insuccesso scolastico. La scuola media statale al giorno d’oggi è il caprio
espiatorio di questa diatriba a causa della sua fragilità strutturale.
- Legge istitutiva della scuola media unificata 1962 - Decreto legge del 1979
- Saggio di del 1992: DELINEA PARABOLA
Chiosso L’insorgere della scuola di massa.
MASSIFICAZIONE SCUOLA MEDIA “La crisi della scuola è la sua
massificazione” - tema della industrializzazione pasoliniana —> boom iscritti e
alfabetizzati.
C’è un momento però dove la scuola sembra consolidarsi ed è con la riforma del 1979,
che introdusse due nuovi concetti importanti: Il concetto di e di
comunità scolastica
La prima si basa sul pensiero di studioso che ha
centralità dell’alunno. Dewey,
teorizzato una scuola in cui possa partecipare la comunità locale e nello stesso tempo
la scuola stessa possa essere una comunità, che condivide progetti e finalità di tutte le
persone. Con il concetto di centralità dell’alunno gli insegnanti cominciano
concentrarsi meno sul contenuto nozionistico in sé ma sulla sua padronanza di questi e
quindi si pone più attenzione sulla formazione metodologica dell’allievo.
Brano di del 1932: Concetti della
Dewey Dalla scuola del tempio alla scuola laboratorio.
scuola universale aperta a tutti (modello italia aperto a tutti 1962), laboratorio sociale e
culturale pratico, comunità scolastica, educazione mezzo democrazia. Critica scuola
americana.
LO SCHEMA EVOLUTIVO DI ERIK ERICKSON
La crescita durante l’età evolutiva prevede, oltre allo sviluppo fisico anche
l'acquisizione di contenuti e strumenti mentali utili a comprendere il mondo in cui si
vive. uno studioso neofreudiano, ha teorizzato un possibile schema ideale
Erik Erickson,
evolutivo del soggetto in crescita, sulla base dello schema di sviluppo psicosessuale del
bambino di Per Erickson ci sono oltre i cinque nell’età
Freud. otto stadi della vita,
evolutiva, anche tre nell’età adulta, il confine tra questi è il consolidamento dell’Io. In
tutti gli stadi c'è un preciso da svolgere, che E. chiama La
compito evolutivo virtù.
virtù funge da precondizione necessaria per il passaggio alla fase successiva ed è posta
in bilico di un dinamismo interno tra l’amore e la morte che rappresentano la
possibilità di crescere o di fermarsi (Freud).
- FASE ORALE (1 anno): E’ generata dall’incontro o il non incontro con una figura
materna che si occupa del maternage materiale che può rispettivamente suscitare o
non suscitare fiducia nel bambino stesso. Questa fiducia rappresenta la virtù della
che si oppone alla sfiducia rappresentata dalla (del mondo
speranza, paura
esterno e di se stessi) che porterà il bambino al ritiro dalle difficoltà della vita.
[All’insegnante il compito quindi di stimolare la fiducia nel bambino]
- FASE ANALE (2-3 anni): generata dalla necessità di gestire il proprio corpo e che
può suscitare autonomia o nel caso contrario vergogna. L’autonomia rappresenta la
virtù della volontà (controllo del proprio: camminare, parlare, mangiare, controllare
gli sfinteri) che si oppone alla nascita del senso di repressione o di inadeguatezza.
[All’insegnante il compito di stimolare condotte in positivo che canalizzino il senso di
repressione/inadeguatezza in azioni materiali e e non nell’ostilità verso gli altri —>
“fatti una corsa bimbo”]
- FASE FALLICA (3-5 anni) E’ generata dall’incotro con le azioni pratiche della vita
che si scontrano con il senso di iniziativa e il senso di colpa. Il senso di iniziativa
generà la virtù cioè la capacità di portare a termine degli
fermezza di propositi,
obiettivi, contro l’inibizione di agire. E’ in questa fase si sviluppa il il
Super Io,
custode morale interno che risiede in ciascuno di noi e che detiene tutte le ideali
condotte di comportamento. Il super Io è generato dall’identificazione con le figure
significative, le quali, trasferiscono il proprio senso delle cose nel bambino, fino a
quando il bambino non sarà in grado di costruire un proprio senso del mondo. Nel
momento della preadolescenza, il mondo del ragazzo, i suoi simboli e i suoi
significati cambiano radicalmente, ecco perché si ripresenta la stessa dinamica fino a
quando l'Io del preadolescente non ritroverà una nuova chiave di comprensibilità
per il nuovo mondo (America).
- FASE DI LATENZA (6-11 anni). E’ generato solitamente nel periodo di prima
scolarizzazione quando il bambino si trova davanti a dover portare a termine i
compiti. Oscilla tra il dinamismo dell’industriosità e del senso di inferiorità e al
termine di questa fase si traduce nell’acquisizione della virtù della o
competenza
dell’inerzia. (oggi poco attuabile perchè all’epoca di E. la scuola elementare aveva
un ruolo educativo più forte)
- FASE GENITALE (fase