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Riassunto esame Pedagogia generale (1), prof. Moscato, libro consigliato “I figli di Medea”, di M. T. Moscato Pag. 1
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Sunto di Pedagogia generale (1), prof. Moscato, libro

consigliato “I figli di Medea”, di M. T. Moscato

Sopravvivere al conflitto coniugale

Perché ci raccontiamo ancora queste vecchie storie?

La storia di Medea ci racconta in realtà che in un conflitto coniugale non ci sono mai vincitori, ma solo

sconfitti e feriti: padri, madri e figli che custodiranno cicatrici profonde e assai lente da rimarginare. E,

per di più, è possibile che i superstiti “figli di Medea” si trasformino a loro volta in altrettanti madri e

padri che abbandonano e negano, come i loro infelici genitori.

Gli archetipi nascosti nelle figure letterarie

Il termine nell’accezione specifica del linguaggio psicanalitico di Jung, fa riferimento ad una

archetipo,

dimensione inconscia profonda della psiche umana, in cui la sfera emotivo/affettiva e quella cognitiva e

razionale non sono ancora separate o distinguibili. In particolare, costituirebbe un potente

l’archetipo in sé,

quanto inconscio “portatore di significati”, un “orientamento psichico” attivo, per mezzo del quale il

soggetto umano reinterpreta continuamente il mondo (la realtà esterna all’Io) e il proprio ruolo

esistenziale dentro di esso.

Le figure mitico archetipiche sembrerebbero dunque avere una doppia valenza: per un verso esse

“spiegano”, categorizzando, in termini cognitivi ed emozionali, l’esperienza dell’uomo, con riferimento

al suo mondo interno e al mondo esterno a lui; per un altro verso esse si “propongono” come modalità

di azione e reazione, di risoluzione dei problemi dell’esistenza, attraverso un continuo “conferimento di

senso” agli avvenimento, “senso” rispetto al quale si progetta una decisione personale considerata

eticamente “giusta”.

La centralità funzionale delle figure mitico-archetipiche sembra interconnessa, per un altro aspetto, alla

dimensione “narrativa” del pensiero umano, dimensione sulla quale filosofia e psicologia, e in parte la

pedagogia, hanno riportato l’attenzione negli ultimi decenni.

Mitizzare e “raccontare” sarebbero dimensioni parallele dell’esperienza intellettuale dell’uomo, ed

insieme il più importante elemento di costruzione e ricostruzione della solidarietà sociale, generazionale

e intergenerazionale: infatti le persone appartengono ad una cultura comune in quanto condividono le

sue mitologie e le sue grandi “narrazioni”.

Il prevalente paradigma positivista della nostra cultura aveva determinato, nell’arco del Novecento, una

dimenticanza, o una vera e propria censura, della dimensione narrativa nei processi educativi, assumendo

che le narrazioni fossero soprattutto il luogo della fantasia e dunque dell’irrazionalità e perciò di una

sorta di falsificazione della realtà.

È chiaro che – se si accetta la tesi di Jung – e si riconosce nell’archetipo in sé un orientamento psichico,

tale da generare strutture di significato in sempre rinnovate figure, è questa significatività che va indagata,

nel suo complesso dinamismo, e non un presunto contenuto originario dei miti. Fuori da questa avvertita

attenzione, si rischia sempre di piegare i miti alla propria ideologia, piuttosto che decodificarli, e se ne

riduce arbitrariamente il senso più profondo.

La falsificazione dell’Edipo

Il precedente più illustre di tale genere di falsificazione, si deve proprio a Freud e alla sua lettura del mito

di Edipo, che egli ridusse ad una pulsione sessuale del bambino nei confronti della propria madre, e nel

contempo alla paura e al senso di colpa che la pulsione incestuosa determinerebbe nei confronti del padre.

Ma nulla è più lontano dall’Edipo della pulsione sessuale e della stessa passione d’amore incestuosa: il

mito mette a tema piuttosto il destino dell’uomo e la fragilità della condizione umana, l’inevitabilità della

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Publisher
A.A. 2014-2015
2 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erica.davanzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Moscato Maria Teresa.