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L'esperienza riflessiva si sviluppa in 5 passaggi:

1. Presa di coscienza di un dubbio, di una perplessità rispetto a una situazione

2. Formulazione di una previsione congetturale

3. Esame analitico della situazione

4. Conseguente elaborazione delle ipotesi (cercando una formulazione quanto più possibile accurata)

5. Decisione dell'azione conseguente.

Compito del processo formativo: è quello di coltivare le attitudini del pensiero riflessivo.

Dallo studio sulla pratica riflessiva di Schon, si individuano 2 livelli di riflessione:

l) Pensare a ciò che si fa = attività mentale (reflective action). Schon distingue 2 tipi di azione:

reflection-in-action: la riflessione che ha luogo nel corso dell'azione

• reflection-on-action: si sviluppa retrospettivamente

• Max van Manen aggiunge la riflessione rivolta alle azioni future.

2) Pensare i pensieri: a partire dai quali si decide la qualità dell'agire = è quell'attività mentale di

ordine superiore poiché è un riflettere sul modo in cui pensiamo.

1. Pensare a ciò che si fa.

Riflessione in azione:

La problematicità di una situazione è qualcosa che il soggetto elabora quando ha sviluppato un'attenzione radicalmente analitica

rispetto all'esperienza, che gli consente di cogliere di questa la sua alterità rispetto ai sistemi interpretativi disponibili → la vigilanza

critica sulla qualità della fenomenicità dell'esperienza è la condizione necessaria per attivare una prassi attenta alla realtà.

Se la problematicità di un caso non è qualcosa che esiste indipendentemente dall'osservatore. allora la capacità riflessiva non va

pensata come conseguente al percepire stati di incertezza ma come quella postura mentale che mette a fuoco situazioni di incertezza

→ è essa stessa che produce incertezze.

L'esercizio di “riflessione-in-azione” consiste nel pensare sui propri passi. La riflessione nel mezzo dell”azione consiste nel mettere a

fuoco il problema percepito evitando per quanto possibile quelle semplificazioni che impediscono di coglierne tutta la complessità. Si

tratta di imparare l'arte di immaginare più di una strategia risolutiva e pesare le implicazioni di ogni strategia prima di prendere una

decisione per l'azione → bisogna fare attenzione al carattere di indeterminatezza dell'agire = un soggetto è autore solo dell'inizio del

proprio agire; su ogni azione infatti intervengono retroazioni che possono modificare radicalmente il senso originario + richiede che

l'azione sia accompagnata dalla riflessione così che i soggetti divengano gli attori di un agire pensoso.

Questo tipo di riflessione implica un'interruzione o sospensione dell'agire nel momento in cui si individua una dissonanza/un elemento

problematico, tramite il “fermati e pensa”: sospendi l'adesione all'azione in atto e fermati a interrogare ciò che sta accadendo.

Implica anche un lavorare sulle emozioni. per imparare a saper stare nell'incertezza, ad accogliere l'inedito e il conflitto (non è

negativo).

Riflessione-su-azione:

o riflessione introspettiva → ricostruire il processo, analizzare ogni evento accaduto, individuare quali erano i desideri che hanno

innescato l'azione, come hanno agito nel contesto e come eventualmente si sono modificati nel corso dell'azione, e se tale

cambiamento avvenuto a cosa può essere dovuto e quali implicazioni pratiche ha comportato.

È dunque un pensare in profondità che scava nelle pieghe dell'esperienza, per capire le ragioni che hanno guidato l'azione in quella

precisa direzione, le alternative che sono state scartare e i motivi, se c'erano, che hanno orientato quella precisa scelta. → Ciò che è

necessario per il pensiero è cogliere quegli eventi, passaggi che proprio in quanto eccedenti rispetto all'ordinario danno da pensare. È

necessario pensare problematicamente, scavare nelle pieghe dell'esperienza delineando le contraddizioni in essa presenti,

individuare quelle questioni sulle quali è necessario fermarsi a pensare. Viene utilizzato un modello di riflessione strutturata costituito

da un insieme di domande che dovrebbero facilitare il pratico nel processo di esplorazione della propria esperienza, consentono di

sviluppare il modo di praticare la riflessione sull'esperienza. tramite un continuo ritorno interpretativo sul testo.

Riflessione-sull'azione-possibile

La riflessione è anche un processo di pensiero proiettato sul futuro (perché la mente ritorna al passato e anticipa il futuro) →

riflessione anticipatrice = ipotizza situazioni problematiche e rispetto a queste elabora differenti approcci risolutivi, valutando per

ognuno di essi la difficoltà di implementazione oltre che i possibili esiti. È anche un pensando a partire dalla propria esperienza.

Esito significativo della pratica riflessiva se produce una messa in discussione di quella che viene definita "competenza cristallizzata”

e con essa la tendenza a fare affidamento al sapere precostituito, per provocare invece l'emergenza di una “competenza fluida”

sottoposta a una continua ridefinizione (è possibile solo attraverso la dilatazione del tempo) → Quando lo spazio dell'agire riflessivo

si distende in un arco di tempo dilatato, allora la riflessione-su-azione si trasforma in riflessione-in-azione, perché producendo una

comprensione di ciò che è da poco accaduto consente di ridefinire continuamente l'impianto dell'intero processo educativo.

2. Pensare i pensieri.

= riflettere attorno alla vita della mente, ai processi cognitivi in base ai quali decidiamo il significato delle nostre esperienze, le

valutiamo e prendiamo decisioni sul da farsi. → Noi siamo i nostri pensieri. → Pensare i propri pensieri significa stabilire una

relazione di vigilanza critica sulla propria vita cognitiva. = interrogare la vita della mente.

La riflessione metacognitiva = è un pensiero radicalmente interrogante, in quanto impegnato a esaminare le radici del pensare stesso,

per individuare e dire quei criteri in base a i quali definiamo le nostre decisioni e formuliamo i nostri giudizi irriflessivamente, oppure,

il sostrato profondo di opinioni mute in cui è emersa l'intera nostra vita. → Rintracciare ed esaminare discorsi o semplici frammenti

discorsivi.

Tutte quelle idee che vengono assimilate senza essere anticipatamente analizzate criticamente, sono pregiudizi, cioè giudizi prematuri,

o presupposizioni (idee che sono pre-date e il cui valore è dato per scontato). Ci sono due tipi di presupposizioni:

Presupposizioni esistenziali = modi precisi di guardare al proprio essere nel mondo

• Presupposizioni professionali = modi precisi di rapportarsi alla propria esperienza professionale (è una forma di

• imprigionamento cognitivo perché i pregiudizi di cui non siamo consapevoli ci rendono incapaci di stare in ascolto).

Dal “senso comune” al “pensare con senso”

Sapere implicito = è un insieme di idee che regolano l'agire, istruzioni per comprendere e per prendere decisioni, il cui valore è dato

per scontato; condiziona le nostre scelte in maniera inconsapevole (spesso non si sa spiegare perché si è agito in un modo piuttosto

che in un altro). → Pensare sulla base di un sapere non pensato significa pensare come solitamente si pensa, senza farsi domande

ulteriori che mettono in discussione i criteri di ordine già dati.

Il sapere di senso comune è un fondo di conoscenze, regole, abitudini e convinzioni condivise al di là di una pratica riflessiva, il cui

loro valore è considerato ovvio all'interno di una certa comunità. È il luogo delle certezze, di ciò che ci rassicura nell'agire del

quotidiano. Ciò che caratterizza il sapere di senso comune è il suo essere dato per scontato. Il senso comune che identifica la comunità

cui appartiene l'educatore è un insieme di idee descrittive e regolative che formano il substrato performativo dell'agire educativo.

Bruner: pedagogia popolare = pedagogia della vita quotidiana che viene attivata automaticamente = sapere costituito da un insieme di

presupposti che orientano il processo di interpretazione dell'evento educativo e da un insieme di dispositivi metodologici dei quali non

è messa in questione la capacità di consentire una gestione efficace del processo educativo. L'adesione alle convinzioni ampiamente

condivise è essenziale: è costituito dalle idee pedagogiche, da tecniche didattiche, da modalità d'uso del linguaggio, dando per

accreditata la sua valenza formativa.

Stare nell'orizzonte del senso comune va inteso come lo stare in una necessaria condizione di economia di pensiero; non si possono

non dare per scontato il valore di certi dispositivi di codificazione dell'esperienza.

Pensare daccapo

= cioè spendere l'adesione a ogni teoria e a ogni procedura metodologica disponibile, anche a quelle guadagnate attraverso un rigoroso

processo di ricerca.

Heidegger: sgravamento di essere = affidarsi a criteri di giudizio dati per scontati sottrae dalla responsabilità di cercare una

comprensione dell'evento. mantenendo il pensiero fedele a esso. Si provoca una perdita della capacità di stare autenticamente presenti

alla propria esperienza dando voce alla propria soggettività

impegnarsi nella pratica riflessiva significa avvertire la necessità di risalire al fondamento di ogni credenza, così da mirare a

guadagnare la consapevolezza delle categorie di giudizio date per scontate. → Dà spazio alla costituzione della soggettività (= è la

capacità di prendere posizione a partire da una disanima critica dell'orizzonte simbolico cui si appartiene, di costruire significati a

partire da sé. di ascoltare e dar voce ai propri desideri). Si fa esperienza quando il vissuto diventa oggetto del pensare.

Autocomprensione metacognitiva

Stare nel mondo secondo la modalità dell'autenticità = situarsi nel mondo costruendo significato della propria esperienza e decidendo

del proprio agire sulla base di comici concettuali che agiscono tacitamente.

Non si fa della pratica l'oggetto di una riflessione critica, quindi la riflessione critica svolge un ruolo centrale nei processi formativi →

ma impegnarsi nel pensare riflessivo non è un esercizio piacevole, ma psicologicamente faticoso e politicamente impegnativo →

infatti a essere accessibili sono solo frammenti della vita della mente.

Ma la ragione umana non può funzionare. svincolata dal tessuto culturale in cui si è formata e in relazione al quale si costituisce. → Il

superamento completo di ogni pregiudizio risulta

Dettagli
A.A. 2013-2014
11 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ChiaraBrusadin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia della marginalità e della devianza minorile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Santamaria Franco.