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La scenografia non viene vista solo in supporto al dramma ma arriva a costruire una sua vera e propria
drammaturgia in connessione con gli spettacoli che chiedono sorpresa, movimento.
SETTECENTO: la scenografia razionalizza il sistema produttivo: si semplificano scene ed effetti e se ne riduce il
numero. Con la veduta per angolo di Ferdinando Bibiena lo spazio creato con l'immagine scenografica non si
chiude più nell'universo della sala teatrale ma si dilata rimandando ad un esterno. Si sperimentano le piante
della sala e si articola l'arcoscenico. Si creano laboratori per la scenografia dove pre-allestire le scene, si
arricchiscono i magazzini, le quinte si manovrano con tiri e contrappesi nel sottopalco.
OTTOCENTO: l'uso del sipario tra i diversi atti rende meno necessaria la mutazione a vista, si sviluppano
tecniche e spazi per diminuire i tempi di allestimento delle scene sul palco. Diminuisce l'uso di quinte e aumenta
quello dei fondali: si affermano le scene parapettate: non con quinte ma con pareti autoportanti. La soffitta più
attrezzata fino a contenere una scena già pronta per la sostituzione, si sviluppano macchinerie idrauliche e
meccaniche per la scena. L'illuminazione a gas e poi elettrica cambia il rapporto scena-sala e i modi
rappresentativi.
5. Norme e trionfo del modello
Gli edifici teatri sono costruiti per durare nel tempo. Gli incendi erano i protagonisti della distruzione di molti
teatri, questo spiega i vari rifacimenti ma bisogna considerare anche la necessità-desiderio, che si
propagandava nel tempo, di avere luoghi teatrali più adeguati all'idea di teatro.
Le istanze della costruzione dei teatri si fanno più tecniche e ideologiche: si privilegiano i problemi dell'acustica
in un teatro in cui lo spettacolo delle macchine e della meraviglia cede il passo allo spettacolo delle passioni e
degli attori. Si pensa spazi del teatro per società diverse e sempre più comune è la critica contro i palchi per un
ritorno ad uno spazio di comunità come il teatro greco. Da qui viene riconosciuta la costruzione del Teatro
Tordinona di Roma, elaborato da Fontana nel 1671: la quinta ovoidale che comprende anche lo spazio scenico
viene vista come funzione ideologica, come forma che rende assoluto lo spazio del teatro: un teatro che si
esalta nello sfondato aprendo la visione reale del Tevere.
Altri teatri celebrati per la loro funzione sociale e teatrale piuttosto che per le soluzioni spaziali furono La Fenice
di Venezia e La Scala di Milano.
Sono anni in cui si assiste ad una progressiva separazione tra mestieri dell'architetto, dello scenografo, del
macchinista. Gli scenografi non lavorano più globalmente per lo spazio teatrale ma fanno solo le scene, la
macchineria diventa ingegneria specializzata. Il teatro viene sempre più riconosciuto come monumento della
città e si riconosce sempre più nella sua istituzione.
In Francia, metà settecento, Voltaire inizia il movimento di riforma delle sale teatrali sul modello di quelle italiane.
Soufflot costruisce il Grand Theatre di Lione nel 1753 come edificio autonomo, con entrata monumentale,
saloni e scale adeguati. La sala, a pianta ellittica troncata, si salda al profondo del palcoscenico. Teatro ispirato
all'italiana. Ma l'organizzazione della sala è francese: platea divisa in tre parti: orchestra, parterre e anfiteatro. A
Parigi, dopo l'abolizione delle patenti nel 1791 e dell'editto napoleonico che limitava a otto i teatri, gli edifici
teatrali si moltiplicano e le grandi istituzioni teatrali trovano le loro sedi (Comedie Francaise, Opera Comique).
Anche in Inghilterra dopo la chiusura tra il 1642 e il 1660 si costruirono teatri a influenza francese.
1742 a Berlino viene costruito da Von Knobelsdorf il più grande edificio teatrale autonomo d'Europa.
6. La grande tradizione
La sala teatrale barocca e settecentesca non esprime più, nell'Ottocento, il modello di teatro ma la sua tradizione
ripetuta, di grande successo e gratificante per il grande pubblico. Nel XIX secolo il teatro è visto come la via più
efficace per avere fama e onori, andare a teatro è visto come vita di società.
Il teatro dell'Ottocento è il monumento della borghesia, fondato sull'impresariato e organizzato come luogo
sociale della città. I teatri iniziano ad essere costruiti ovunque. Il teatro che più celebra la tradizione del teatro
all'italiana è l'Opera di Parigi di Charles Garnier: teatro organico e magnifico, curato nell'insieme e nei dettagli.
La scenografia trova un suo assetto istituzionale nel repertorio delle scene, in una semplificazione delle modalità
del Sei-Settecento che tende a creare atmosfere adatte al testo potenziando il realismo degli effetti illusionistici.
Dalla fine del Settecento si avvia l'uso di chiudere il sipario tra un atto e l'altro eliminando così le pratiche della
mutazione a vista. Si cerca un meraviglioso nelle sperimentazioni ottiche e meccaniche.
La scenografia diventa il punto di forza dello spazio scenico sia per le nuove possibilità tecnologiche sia per le
rivoluzioni che portano le nuove tecniche di illuminazione. Nel 1850 quasi tutti i teatri sono illuminati a gas, il
primo è l'Opera di Parigi nel 1822. Nella seconda metà dell'ottocento si diffonde la luce elettrica.
Cambia così il modo di crearlo spazio sulla scena e scena e sala si ridefiniscono.
Gli edifici teatrali, visti come monumenti urbani, si fanno sempre più grandi e si attrezzano di nuove qualità
ottiche e acustiche.
Si inizia comunque già a criticare la sala e i palchetti spronando un ritorno alle forme e al senso del teatro greco.
Il professionismo della trattatistica e della pratica nell'Ottocento nascondono in realtà l'accettazione indiscussa di
uno spazio teatrale come tradizione ed è estranea alle istanze innovative e alle diverse realtà di spettacolo
teatrale.
Lo spazio del teatro si conserva come spazio sociale e si definisce come monumento urbano.
Ci sono comunque dei tentativi di rompere il modello e le tradizioni, come il Teatro di Wagner ideato a Bayreuth,
nella seconda metà del secolo o la costruzione di teatri all'aperto come l'Arena del Sole di Bologna (1810).
Lo spazio delle rappresentazioni
Il teatro all'italiana, nella sua morfologia di spazio organizzato dall'unità di sala e scena e nella definizione
specifica al suo interno di questi due elementi, rappresenta la nostra idea di pensare il teatro e lo spazio scenico.
La sua storia si sviluppa tra il XVI e il XX secolo.
Non è comunque l'unica categoria culturale e mentale presente, si sviluppa un altro modo di pensare e
organizzare lo spazio del teatro, quello che vede la rappresentazione come nodo generatore dello spazio, delle
sue forme e dei suoi valori.
1. Il teatro medievale
I diversi spettacoli e le tradizioni di spettacolo non configurano uno spazio del teatro medievale, non sono
presenti edifici teatrali, non c'è un concetto omogeneo di palcoscenico, si usano spazi preesistenti e modalità
funzionali di base.
La distinzione iniziale era tra spettacolo itinerante e spettacolo a sede fissa, al chiuso o all'aperto.
Gli spettacoli a sede fissa sono stati raggruppati in tipologie fondamentali:
• scena piatta, alla francese, prevalente in Francia dove i luoghi deputati sono collocati uno affianco
all'altro in un unico palco
• scena volumetrica, prevalente in Germania, che prevedeva una serie di palchi singoli per ogni luogo
deputato, tridimensionali
• scena circolare, prevalente in Inghilterra, con in luoghi deputati in singoli palchi collocati in cerchio,
anche in centro
• scena italiana caratterizzata dagli ingegni in cui eccelsero i fiorentini.
Negli teatri del Medioevo non esiste una forma dello spazio del teatro e della scena e non si parla di teatri ma di
rappresentazioni agite in spazi che dalla rappresentazione stessa vengono costruiti.
L'elemento base delle rappresentazioni è il luogo deputato, polo di riferimento visivo e simbolico dell'azione ed
elemento costruttivo dello spazio teatrale. Il luogo deputato non è lo spazio dell'azione ma l'oggetto simbolico e
funzionale con cui l'azione rappresentativa entra in relazione, è uno spazio segnato. È in relazione con la platea
che diventa spazio in comune tra attore e spettatore o spazio riservato all'attore.
La presenta di più luoghi deputati dipende dalla narrazione. La successione delle unità spaziali necessita solo
del collocarsi nel tempo. Lo sguardo li fruisce nel tempo, uno dopo l'altro e costruire mentalmente il loro spazio
avvolgente.
Prima di diventare circolare o lineare, lo spazio scenico medievale, fondato sull'unità luogo deputato e sul
processo di fruizione, è uno spazio che si costruisce nel tempo. Lo spettatore lo ricompone mentalmente.
Lo spazio avvolgente è lo spazio del teatro medievale, è uno spazio che si costruisce nel tempo, nella
successione delle azioni e dello sguardo. Appartiene ad una cultura di comunità.
• La serie dei luoghi deputati crea un intervallum tra l'uno e l'altro, intervallo spazio-temporale che rimanda
ai tempi diversi delle azioni.
• La platea si orienta a definire il palcoscenico: lo spazio della scena e quello del pubblico.
• Il luogo del pubblico privilegiato si definisce con palchi e/o gradinate.
Nei secolo dell'Alto Medioevo ci sono molte attività di intrattenimento create dai mimi, histriones, musici, cantori.
La parola teatro e scena non sono dimenticate ma il loro senso è vago e non si riferiva a pratiche
rappresentative. L'intrattenitore creava il suo spazio. Il luogo a cui si faceva più riferimento era comunque la
chiesa.
Nel IX e X secolo si moltiplicarono le attività rappresentative, dai giullari alle danze e nella liturgia si introducono
varianti creative per la pasqua (Quem Quaeritis) e l'epifania. Lo spazio usato è la chiesa stessa e la struttura
processionale tende a farsi statica, incentrandosi sul sepolcro ritrovato nel tabernacolo dell'altare o a fianco
dell'altare. Il sepolcro è una modificazione di una struttura preesistente. Il percorso al sepolcro è diretto o
intervallato da altra situazioni narrative-rappresentatrice.
Nel XII e XIII secolo aumenta la tipologia e la documentazione di rappresentazioni in latino e volgare. Lo spazio
scenico viene sempre creato dalla narrazione e consiste nelle relazioni tra le sedes, tra queste e lo spazio in cui
sono collocate, tra questo insieme e gli spettatori.
Nel Jeu d'Adam il luogo è una piazza in cui si indicano luoghi e azioni. Ai due opposti paradiso, elevato e
decorato con fiori, e inferno, con macchine per fragore e fumo. Molti altri esempi in questa direzione.
Non solo la chiesa ma anche la piazza, la sala per i banchetti, la fiera, sono spaz