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GORDON CRAIG
Scena come ambiente espressivo per il suo stesso movimento.
Ridefinizione totale del luogo dell'azione per rifondare il teatro.
Lo spazio del teatro è origine e linguaggio del nuovo teatro, la scena è elemento di una creazione unitaria.
1905 "The art of the theatre"
1913 "Towards a new theatre" concezione del teatro
1908-1929 Rivista The Mask
La natura è un punto di riferimento, non si deve imitarla, ma creare con l'aiuto della natura.
Si deve offrire al pubblico lo spirito, l'essenza di un'idea.
Concezione teatro: ubermarionette + screens
Supermarionetta: l'attore deve andarsene, al suo posto deve intervenire la figura inanimata della supermarionetta. Con ciò vuol dire che l'attore deve "recitare come una marionetta", trascendere i propri limiti umani mostrando così quel moto invisibile che Craig aveva intravisto nella Duncan.
Screens - paraventi mobili e componibili che possono
essere spostati—> SCENA MOBILE
Scena luogo generatore del teatro, movimento della scena stessa come essenza del teatro.
La scena è "cosa viva come l'attore", non preesiste alla rappresentazione, è essa stessa azione drammatica.
Lo spazio diventa motore dell'azione, è uno strumento linguistico ed espressivo.
Il luogo del teatro non preesiste all'opera, ne è creato; lo spazio scenico è movimento drammatico, non illustrazione del dramma.
Il problema dello spazio non è come e dove mettere gli spettatori o come creare lo sfondo della rappresentazione; lo spazio del teatro diventa quel sistema di relazioni di cui il teatro consiste.
Lo spazio del teatro è pensato come il luogo del movimento, e come luogo dell'attore per una rifondazione dell'uomo e per una società possibile, alternativa a quella borghese.
STANISLAVSKIJ 1902 Teatro Omon: progetto di Stanislavskij realizzato da Sechtel—>
luogo degli artisti del teatro, è un tempio improntato all'etica e alla disciplina anche altri spazi come Studi che fiancheggiano il Teatro d'Arte
Lo spazio del teatro è l'ambiente dell'attore, la scena genera la sala come relazione con gli spettatori, il luogo scenico è in funzione dell'azione drammatica e deve significarla.
Scena e attore sono un solo problema.
Naturalismo e simbolismo: "Creazione di un ambiente spaziale attivo che si subordina all'opera poetica. Dall'interno dello spazio scenico cambia lo spazio del teatro, con l'unità e l'omogeneità della rappresentazione, realtà autonoma e organica". (Cruciani) Pagina 15 di 71
XX SECOLO
Alla negazione degli spazi precostituiti e istituzionali si associa la crisi dell'architettura teatrale nel secolo scorso. E l'ulteriore conseguenza che ogni invenzione e composizione dell'azione drammatica produce uno spazio che non preesiste.
Lo spazio prodotto può ridursi allatrasformazione della scatola scenica, ma si può dilatare verso nuove dimensioni monumentali, onuovi assetti relazionali. In ogni caso lo spazio del teatro non viene investito e modificato in quanto spazio dellarappresentazione ma in quanto condizione di esistenza e terreno operativo.
Dalla crisi di definizione del teatro negli spazi dello spettacolo deriva—> trasformazione complessiva dei tempi e dei contesti materiali del lavoro teatrale—> diverso rapporto tra luoghi del lavoro e sedi del rappresentare
Lo spazio del teatro nel ‘900 conosce e usa i teatri esistiti nella storia e ne introietta la relatività; non ha convenzioni culturali fissate in statuti di rappresentazione (una idea di teatro univoca) esperimenta diversi spazi del teatro, come luogo, immaginario e spazio dell’agire.
L’edificio teatrale nel ‘900 non è più un monumento ma il luogo funzionale
Alla rappresentazione. Lo spazio interno è definito di volta in volta dai modi rappresentativi. Lo spazio dell'azione drammatica non è più un dato autonomo in cui collocare il dramma, ma è creato anch'esso di volta in volta. Con il '900 si pone il problema della necessità del teatro, dei bisogni sociali e individuali che sarebbe chiamato a soddisfare. Lo spazio del teatro non è più mimesi di una realtà, ma si pone e si costruisce come realtà. Gli edifici teatrali costruiti nel XX secolo oltre che poco numerosi sono soprattutto non caratterizzati, perché questo periodo non esprime una concezione della funzione sociale del teatro condivisa e che possa quindi sedimentarsi in una tipologia riconoscibile. La tendenza è verso una semplificazione e democratizzazione del modello sette-ottocentesco, dapprima con i politeama, e poi con una tipologia architettonica che è quella dei cinematografi.
deldopoguerra con una platea e balconata sovrapposta.Ci sono anche progetti straordinari come:Totaltheater di Walter Groupius 1929Si rifà all’idea wagneriana di teatro totale. Solamente progetti, non fu mai realizzato.Caratterizzato da duttilità strutturale che avrebbe permesso mobilità interna dello spazio.Scena all’italiana, centrale o anulareSe l’800 ha portato a termine il processo di centralizzazione sia architettonica che urbanisticadell’edificio teatrale, il ‘900 rovescia il processo privilegiando spazi d’intervento marginali,decentrati. Si arriva alla ricerca di luoghi alternativi e “vergini”, o all’invasione di luoghi nonteatrali. Oppure si adattano ad attività teatrali spazi neutri.La ricerca di duttilità iscritta nel progetto di Gropius è un’esigenza della teatralità novecentesca,che mal sopporta la rigidità strutturale degli edifici teatrali che è
costretta a utilizzare.Pagina 16 di 71
Ci si tiene lontani dal modello ottocentesco (IV parete, separazione pubblico di voyeurs da attori), il presupposto è quello di fare uscire lo spettatore da questa situazione di passività per farne un interlocutore attivo.
L'opzione più radicale è quella che tenta di recuperare la dimensione comunitaria del teatro delle origini, rifiutando di considerare il teatro solo un evento di comunicazione. Questa funzione comunitaria si manifesta difficilmente attraverso il teatro, che ha perso centralità antropologica.
I luoghi scelti esprimono la volontà di spezzare la frontalità tra attori e spettatori con una struttura dello spazio che di fatto rimanda alla teatralità medievale. Rilevante non è il rimando storico, ma la modificazione dei meccanismi di percezione e di fruizione dell'evento -> tendenza verso uno spazio scenico relativizzato.
La fruizione dell'evento non
può prescindere dalla percezione della presenza degli altri spettatori. (Orlando Furioso e Ultimi giorni dell'umanità di Ronconi; spettacoli Odin)
Anche quando si accetta lo spazio tradizionale del palcoscenico gli operatori teatrali ne rompono l'unitarietà.
Disarticolarsi scena unica '800esca -> compresenza simultanea sul palcoscenico di diversi ambienti scenografici.
Non sono solo le strutture fisiche dello spazio che articolano la scena del teatro contemporaneo. La luce assume una funzione spaziale importante.
Lo SPAZIO non è più un dato ma un PROCESSO.
'Mistero Buffo' Fo 69 -> scena vuota con al centro l'attore, luce fissa, spettatori sul palco.
Rappresentazione plastica di uno spazio scenico non più luogo della rappresentazione del reale a puro contenitore fisico di una fabulazione che alimenta un teatro immaginario nella mente degli spettatori.
De Marinis 'due le acquisizioni del '900
teatrale: la concezione e l'uso dello spazio teatrale come dimensione drammaturgia, parte integrante della composizione e dell'opera teatrale. La concezione e l'uso dello spazio teatrale come spazio di relazione, luogo del rapporto attore-spettatore." ANTONIN ARTAUD (1896-1948) Con Artaud la problematica dell'efficacia si radicalizza. Per Artaud con il Teatro della Crudeltà, si tratta di agire molto in profondità nello spettatore, di trasformarlo intimamente, integralmente, in maniera durevole e permanente mediante un'azione scenica che passi per i suoi sensi, muscoli, nervi, ma senza fermarsi ad essi. Accesso ad un grado di consapevolezza superiore, alla dimensione della conoscenza vera, autentica. Se all'inizio degli anni trenta, cioè nella fase inaugurale del primo Teatro della crudeltà, è ancora il regista a tenere banco nella visione artaudiana e l'attore resta in secondo piano, tra il 1934-36 vi è uno scarto cheRimette l'attore al centro della teoresi. Ragioni di questo scarto:
- Radicalizzarsi idea del teatro come azione efficace
- Cultura autentica-necessaria come "mezzo per comprendere ed esercitare la vita" "cultura inazione"
- Vero teatro scopo è spezzare il linguaggio per raggiungere la vita
Nell'attore del "vero teatro" la tecnica va molto oltre la conquista dell'azione cosciente, per riguardare il possesso e il controllo di forze, l'acquisizione di poteri che lo rendono capace di agire realmente e profondamente sullo spettatore.
Nella visione di Artaud tutto parte dal corpo e passa attraverso il corpo: la sapienza efficace dell'attore-sciamano è conoscenza reale del proprio corpo-mente.
Secondo teatro della crudeltà - progetto etico-politico di insurrezione fisica: trasformare la scena in un crogiolo in cui l'uomo possa rifare la propria anatomia.
Possa ricostruirsi un corpo. Sfondare la IV parete per arrivare alle viscere, animo, sensazioni dello spettatore. Lo spazio scenico è drammaturgicamente attivo, ma all'interno di un tradizionale spazioscenico. Progetterà uno spazio unitario della scena e sala con spettatori al centro su poltrone girevoli e scena circolare tutt'intorno su diversi livelli.
1938 "Il teatro e il suo doppio" -> cultura in azione -> cultura come protesta -> teatro come espressione della vita, espressione della cultura in azione. Teatro agito, che mostri l'invisibile. Nuovo linguaggio: azioni, suoni, movimenti, gesti. Teatro della crudeltà -> non che mostri il sangue, ma deve toccare i sensi, smuovere lo spettatore dalla sua posizione di inerzia attraverso un rinnovamento del linguaggio teatrale. Organizzare i mezzi teatrali nel teatro come simboli e restituire valenza metafisica al linguaggio, gesti, movimenti, suoni, scenografia.
BERTOLD
BRECHT fondare la IV parete per portare a una profonda riflessione sul teatro Il teatro di Bertolt Brecht è caratterizzato da una serie di innovazioni che hanno rivoluzionato il modo di fare teatro. Una delle sue principali innovazioni è stata l'introduzione della cosiddetta "IV parete". La IV parete è un concetto teatrale che si riferisce alla barriera immaginaria tra gli attori sul palco e il pubblico. Tradizionalmente, questa parete è considerata infrangibile, con gli attori che si comportano come se il pubblico non fosse presente. Brecht, invece, ha voluto rompere questa barriera e coinvolgere attivamente il pubblico nella rappresentazione teatrale. Attraverso l'uso di tecniche come la distanza emotiva e la messa in scena epica, Brecht cercava di creare una consapevolezza critica nel pubblico. Voleva che gli spettatori si distanziassero emotivamente dai personaggi e dalle situazioni rappresentate, in modo da poter riflettere in modo critico sulle tematiche trattate. Per realizzare questo obiettivo, Brecht utilizzava diversi strumenti teatrali, come l'uso di didascalie, canzoni e proiezioni. Questi elementi servivano a interrompere la narrazione e a far riflettere il pubblico sulle questioni sociali e politiche affrontate dalla pièce. Inoltre, Brecht incoraggiava attivamente il pubblico a partecipare alla rappresentazione teatrale. Ad esempio, poteva chiedere agli spettatori di commentare o discutere delle azioni degli attori durante la performance. Questo coinvolgimento attivo del pubblico aveva lo scopo di stimolare una riflessione critica e di promuovere un cambiamento sociale. In conclusione, la fondazione della IV parete da parte di Brecht ha avuto un impatto significativo sul teatro moderno. Ha aperto la strada a nuove forme di rappresentazione teatrale che coinvolgono attivamente il pubblico e promuovono una riflessione critica sulle tematiche trattate.