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SLA.
C: si va incontro a una progressiva perdita di
fibrocellule dovuta a morte delle cellule
radicolari anteriori.
Pertanto potrebbe essere lo stesso paziente del
B ma in una fase più avanzata.
D: è un tracciato di una lesione traumatica del
tronco nervoso, la maggior parte delle cellule
non è più attiva e si hanno solo piccoli
potenziali.
E: pz con distrofia muscolare di Duchenne
(tracciato miopatico) in cui sono presenti dei
potenziali muscolari di bassa ampiezza.
SOFFERENZA MUSCOLARE PROTOPATICA
In questo caso c'è un progressivo depauperamento delle fibre muscolari che compongono l'UM
indipendentemente dal fattore eziologico (miopatia acquisita o geneticamente determinata).
A differenza delle sofferenze neurogene, la quantità di UM presenti nel muscolo non si riduce
significativamente→ non c'è la rarefazione del pattern di reclutamento volontario massimale.
Ma si va incontro ad una progressiva semplificazione strutturale dell'UM: avendo meno fibre
muscolari, ci saranno meno SFAP e quindi cambierà la morfologia dei PUM.
PUM di durata minore, ampiezza minore
ed eccentuata polifasia
Durante la contrazione massimale volontaria il pattern EMG, nonostane abbia un'ampiezza ridotta, può sembrare
paradossalmente "più ricco" di quello normale: questo perchè l'elevata polifasia dei PUM fa emergere più spikes (e
quindi erroneamente sembra ci siano più PUM) e anche perchà la ridotta produzione di forza cerca, come compenso, di
reclutare subito il maggior numero di UM (=le UM sono più povere, quindi per lo stesso risultato ne ho bisogno di più).
La scarica miotonica è stata scoperta da fisiologi francesi alla fine della seconda guerra mondiale.
Il rumore percepito è quella di un “dying bomber sound” (suono di un cacciabombardiere in
picchiata). Nel momento in cui sì infigge l’ago, si scatena una scarica di contrazioni muscolari
involontarie che vanno progressivamente decrescendo. Tutte le miotonie sono causate da
anomalie dei canali di membrana. C’è quindi un’anomalia dell’eccitabilità della fibrocellula
muscolare; quindi l’elemento perturbante (l’ago elettrodo) scatena queste contrazioni.
ELETTRONEUROGRAFIA
L’elettroneurografia misura in modo passivo la velocità di conduzione del nervo periferico
analizzando le latenze dei diversi potenziali evocati.
Quindi nell’ENG si stimola il tronco nervoso e si registra il passaggio lungo il tronco nervoso del
segnale elettrico e l’attività prodotta al termine dello stimolo a livello del muscolo.
Possiamo studiare la velocità di conduzione (VC):
Motoria→stimolo il tronco nervoso a livello distale (S1) e a più livelli prossimali (S2,S3) e
• vado a registrare la risposta muscolare globale (CMAP o risposta M).
Il CMAP rappresenta la sommatoria di tutti i PUM che compongono il muscolo in esame.
E' più semplice da misurare perchè i CMAO sono di grande ampiezza (5-15mV)
Sensitiva→ si studiano nervi ad esclusiva funzione sensitiva oppure nervi misti stimolando
• (VC ortodromica) o registrando (VC antidromica) da rami nervosi che hanno perso ogni
componente motoria e contengono solo fibre sensitive, quali nervi digitali.
La velocità di conduzione sensitiva può essere quindi sia antidromica che ortodromica. La
velocità di conduzione antidromica si ottiene stimolando il nervo sensitivo prossimalmente e
registrando distalmente
I SAP sono più difficili da studiare perchè sono di piccola ampiezza (5-30μV)
Esempio: si vuolere valutare la conduzione motoria del nervo sciatico-popliteo-esterno
(SPE), stimolando a due livelli (S1 e S2) il nervo e registrando il potenziale di
unità motoria complesso (CMAP) a carico dell’estensore proprio dell’alluce.
Se si sottrae la latenza distale con la prossimale e si misura la distanza tra i due
punti di stimolazione, si può ottenere una stima precisa della velocità di
conduzione del nervo (ricordando che velocità=spazio/tempo).
Studio della VC motoria in un nervo normale costituito da tre fibre di diametro differente:
Ciascuna fibra innerva una UM i cui PUM sono rappresentati individualmente.
La stimolazione del nervo sia a livello distale (S1) che a livello prossimale (S2) attiverà tutte le
UM: dalla somma di tutti i PUM si ottiene la CMAP (Risposta M).
Però dato che la VC è proporzionale al diametro della fibra, e in questo caso abbiamo fibre di
diametro diverso, i PUM arrivano al registratore con una certa dispersione temporale:
PUM fibra diametro grosso→ arriva prima
• PUM fibra diametro piccolo →arriva dopo
•
La dispersione temporale è molto più visibile a livello prossimale (S2).
La dispersione temporale fa sì che la CMAP da stimolo prossimale sia fisiologicamente
di ampiezza lievemente minore
• di durata leggermente maggiore
•
rispetto alla CMAP da stimolo distale.
VC PATOLOGICA
danno assonale: si avrà un deficit periferico importante con una velocità di conduzione
• poco compromessa.
danno mielinico: si avrà un grave rallentamento della velocità di conduzione per
• compromissione della conduzione saltatoria da un nodo di Ranvier all’altro.
DANNO ASSONALE
In questo caso la Risposta M sarà costituita dall'unica UM sopravvissuta e ciò sia con la
stimolazione distale che con quella prossimale.
Quindi l'elemento caratteristico del danno assonale è la riduzione dell'ampiezza delle risposte
motorie e sensitive, proporzionalmente al numero di fibre danneggiate→ nel danno assonale puro
la VC non subisce riduzioni!
DANNO MIELINICO
Dato il ruolo fondamentale della mielina della conduzione saltatoria, le condizioni patologiche in
cui domina un danno primitivo e prevalentente della guaina mielinica saranno caratterizzate in
primo luogo da un rallentamento della VC nervosa.
Si può pertanto osservare un aumento della latenza della CMAP.
Precisazione:
Se il danno è omogeneo (vedi sopra) i PUM riescono ancora a sommarsi assieme e non c'è
• dispersione temporale
Se invece il danno è disomogeneo (interessa di più certe fibre e meno altre) allora oltre
• all'aumento della latenza avremo delle risposte M irregolari con PUM ridotti anche in
ampiezza (si possono sommare tra di loro fasi diverse e annullarsi).
Questo è invece un quadro di neuropatia periferica demielinizzante disimmune, in cui vengono
prodotti degli anticorpi che si legano a livello dei nodi di Ranvier e che danneggiano la conduzione
del nervo. L’EMG permette di vedere i blocchi di conduzione.
I blocchi sono caratterizzati da una netta discrepanza dei CMAP distali e prossimali:
CMAP distali di ampiezza e morfologia ampiamente conservati
• CMAP prossimali di ampiezza ridotta
•
Caso clinico: Sindrome del Tunnel Carpale
La sindrome del tunnel carpale è una complicanza di patologie reumatologiche o di mansioni
professionali. È una patologia bilaterale in cui c’è sempre un lato più colpito.
Si possono fare due tipi di misurazioni:
1) la misurazione dell’attività muscolare motoria dell’adduttore breve del pollice
2) la misurazione della componente sensitiva. Nel primo caso, mentre a
sinistra la latenza è di breve
durata, a destra (lato
sintomatico) la latenza è
molto più lunga.
Nelle fasi più avanzate di
malattia è possibile
evidenziare un danno della
componente motoria del
nervo mediano, in cui c’è
necrosi parcellare del
muscolo.
Nelle fasi iniziali però è la
componente sensitiva che
è più indicativa, perché il
nervo sensitivo ha un
diametro minore ed è molto più sensibile al danno da compressione.
In alto si vedono i potenziali evocati sensitivi e c’è una differenza di latenza e di ampiezza (il
parametro più importante è sempre la latenza)
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RIFLESSO H E ONDA F
Un’altra possibilità è quella di stimolare il nervo più prossimalmente, per diagnosticare quelle
patologie che colpiscono la radice del nervo (ad esempio patologie da compressione e patologie
immuni). In questo caso si vanno a valutare il “riflesso H” (da Hoffman) e l’”onda F”.
Nel riflesso H (riquadro b) si stimola progressivamente il nervo sciatico:
all’inizio si stimolano le fibre sensitive (diametro più piccolo) e si genera uno stimolo
• antidromico verso il midollo spinale, dove c’è un riflesso monosinaptico a livello della
cellula radicolare anteriore, con generazione di un impulso ortodromico, di cui si registra sul
tracciato la latenza (si potrebbe pensare ad una sorta di "sonar")
se si aumenta l’intensità di stimolo, si attivano anche le fibre motorie con conduzione
• ortodromica e contrazione del muscolo (onda M a latenza breve). In questo modo si
esplora il circuito monosinaptico. Questo riflesso clinicamente corrisponde al riflesso
patellare.
Nell’onda F (riquadro a) lo stimolatore va a irritare la cellula radicolare anteriore con conduzione
antidromica che genera un impulso che favorisce la contrazione del muscolo. In questo caso non c’è
nessun circuito monosinaptico, ma è un’irritazione aspecifica, con variabilità maggiore nell’onda
generata. All’onda F si fa ricorso nello studio dell’arto superiore, dove manca il circuito
monosinaptico del riflesso H.
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TECNICHE DI STIMOLAZIONE RIPETITIVA
Nel corso di una stimolazione ripetitiva del nervo (3Hz), il potenziale
di placca si riduce progressivamente in ampiezza nel corso dei
primi 4-5 stimoli fino a raggiungere un valore stabile di plateau: c'è
quindi l'esaurimento delle riserve immediatamente disponibili di
mediatore chimico fino al raggiungimento di un equilibrio dinamico fra
emissione e produzione dello stesso.
Nel muscolo normale, nonostante si riduca l'ampiezza del PP, rimane
sempre largamente sufficiente per superare il valore di soglia.
Avremo pertanto una serie di risposte M ad ampiezza e area costanti.
Ci sono patologie in cui il danno è a livello della placca neuromuscolare, il cui prototipo è la
Miastenia Gravis che è una malattia legata alla presenza di anticorpi contro il recettore colinergico
post-sinaptico (una sorta di "curarizzazione" autoimmune).
In caso di attività ripetuta il soggetto va incontro a una rapida affati