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EMORRAGIA DEL NUCLEO CAUDATO
Interessa la testa nel nucleo caudato e ha un quadro simile all'ESA (cefalea, vomito, alterazione
della coscienza, rigidità nucale e rari e lievi deficit focali):
interessa frequentemente e precocemente i ventricoli (in questo caso però non ha un
• chiaro significato prognostico negativo)
compare idrocefalo
•
In genere l'esito è benigno e con scarsi postumi.
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EMORRAGIE TALAMICHE
grave deficit sensitivo controlaterale
• possibile deficit motorio controlaterale (se viene coinvolta anche la capsula interna)
• deficit delle funzioni cognitive
• afasia se coinvolto l'emisfero dominante
• modificazioni comportamentali (se coinvolto il talamo anteromediale)
• paralisi dell'oculomozione verticale (Se coinvolto il mesencefalo)
•
Prognosi variabile, in relazione alla dimensione dell'ematoma; se c'è idrocefalo si fa derivazione
ventricolare.
Possibili postumi sono l'ipoestesia dolorosa controlaterale deficit cognitivi di grado variabile.
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EMORRAGIA PONTINA
E' spesso massiva ed è causata dalla rottura di un'arteria perforante della basilare.
L'esordio è brutale e si manifesta con:
coma
• tetraplegia
• anomalie dell'oculomozione
• alterazioni del respiro e cardiache
• exitus in poche decine di minuti o poche ore
•
La prognosi dunque è pessima, può essere migliore se l'emorragia rimane confinata al tegmento
(caratteri simili alle sindromi alterne).
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EMORRAGIA CEREBELLARE
Il quadro clinico comprende:
vertigini
• disturbi dell'equilibrio
• dismetria omolaterale
• cefalea
• disfagia
• disartria
•
Quindi è importante porre dd con le disfunzioni vestibolari.
Se l'ematoma supera i 3 cm di diametro si verifica spesso, dopo un apparente decorso
benigno, una compressione sul tronco cerebrale
E' fondamentale quindi fare una stretta monitorizzazione del quadro
clinico-neuroradiologico e l'intervento evacuativo precoce
Se c'è compressione del tronco avremo deficit dei nervi cranici, segni di lesione troncale e
idrocefalo.
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ECI A SEDE ATIPICA
EMATOMA INTRACEREBRALE LOBARE
E' caratterizzato da un versamento ematico intraparenchimale, circoscritto, a livello della sostanza
bianca dei diversi lobi cerebrali.
L'eziopatogenesi è variabile e spesso non è in relazione con l'ipertensione, in genere:
età giovanile/adulta→ MAV (angioma artero-venoso, angioma cavernoso)
• età senile→ angiopatia amiloide
•
Il quadro clinico differisce molto in base al distretto interessato e all'estensione dell'ematoma.
La prognosi è generalmente migliore rispetto all'ematoma del putamen.
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Approccio terapeutico
1) Per prima cosa bisogna differenziare un ictus ischemico da uno emorragico: TC cranica
Alla TC l'emorragia appare come una massa iperintensa e bianca come l'osso.
2) Se si tratta di un'emorragia, stabilire la sede e l'entità
3) Se ci sono MAV, l'iniezione di mdc permette di evidenziare strutture vascolari dilatate o
serpiginose
4) La RM è meno sensibile nel diagnosticare l'emorragia in fase acuta, ma può essere utile per
evidenziare MAV
5) Angiografia in pazienti giovani e normotesi
Trattamento
In primis se il paziente è in TAO, sospendere la terapia e somministrare eventualmente vitamina K e
concentrati di fattori della coagulazione.
In base all'entità del volume dell'ematoma si cerca:
rimuovere il maggior quantitativo possibile di coagulo ematico, il prima possibile per
• limitare al massimo il danno al tessuto circostante
trattare la lesione strutturale associata
• trattare l'idrocefalo con derivazione ventricolare
• N.b: per le emorragie cerebellari di diametro >3cm è indicato il trattamento chirurgico
• precoce; così come per qualsiasi compressione sul tronco: la decompressione chirurgica
immediata può salvare la vita e limitare il danno funzionale residuo.
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EMORRAGIA SUBARACNOIDEA (ESA)
E' il versamento emorragico tra la pia e l'aracnoide, costituisce solo il 5% degli eventi
cerebrovascolari acuti ma è l'evento più grave.
La mortalità è alta (circa 65% nel primo mese) e tra i sopravvissuti possiamo contare una disabilità
nel 50% dei casi.
Eziopatogenesi
1) Malformazioni vascolari di tipo aneurismatico: sono la causa più frequente di ESA.
Aneurismi congeniti o sacciformi: sono responsabili del 75% di ESA non traumatica.
•
In genere si trovano a livello delle biforcazioni delle arterie intracraniche, soprattutto nel
circolo carotideo (85% degli aneurismi); si tratta di un'evaginazione peduncolata della parete
arteriosa malformata.
Anche se l'1% della popolazione presenta un aneurisma cerebrale, nella maggiorparte dei
casi rimane asintomatico per tutta la vita.
Aneurismi acquisiti: possono essere associati ad emboli settici (es. endocardite batterica)
•
o ad emboli neoplastici (Es. mixoma cardiaco, coriocarcinoma) e in questi casi vanno in
genere nei rami periferici delle arterie cerebrali determinando un quadro misto detto
emorragia cerebromeningea.
Oppure possono essere legati a dissecazione della carotide interna, dell'a. vertebrale o ancora
a malattie sistemiche (Marfan, vasculiti, coartazione aortica)
2) Malformazione vascolari non aneurismatiche: es. MAV e fistole durali
3) Traumi cranici: responsabili dell'ESA post-traumatica. L'ESA è frequentissima nei casi
casi di gravi traumi cranici con perdita di coscienza prolungata.
4) ESA con angiografia negativa (sine materia): non si riesce a determinare l'alterazione che
ha causato l'emorragia. Possono essere ESA limitate alle cisterne perimesencefaliche.
N.b: l'assenza di un aneurisma nell'angiografia eseguita in fase acuta, in sedi diverse dal distretto
perimesencefalico, può significare che l'aneurisma c'è ma è compresso dall'ematoma o dal
vasospasmo→ ripeto angiografia a distanza
Fisiopatologia
La rottura dell'aneurisma può essere:
spontanea
• favorita da fenomi di congestione: ad es. sforzo fisico intenso, defecazione, coito, ecc..
•
Il rischio di rottura aumenta con l'aumentare del diametro dell'aneurisma: per questo è fondamentale
conoscere le dimensione per predire il rischio di rottura.
Dimensioni aneurisma Rischio di rottura
<1cm BASSO
1-2,5cm MEDIO
>2,5cm ALTO
L'ESA può essere molto abbondante e invadere massivamente lo spazio subaracnoideo e
intraventricolare con notevole aumento della PIC→ può comparire idrocefalo.
Sintomatologia
In genere l'aneurisma è asintomatico fino alla rottura (unica eccezione gli aneurismi giganti).
Invece le MAV provocano spesso disturbi neurologici fin dall'età giovanile, soprattutto crisi
epilettiche parziali o generalizzate.
La rottura dell'aneurisma dà sintomatologia ACUTA:
cefalea violenta ad esordio iperacuto: si tratta di una cefalea che il paziente non ha mai
• sperimentato prima
Ogni cefalea ad esordio acuto, che si verifichi in pazienti non
cefalalgici o con caratteristiche atipiche in pazienti affetti da altri tipi
di cefalea, impone la massima attenzione e adeguati accertamenti.
dolore alla nuca e tra le scapole: "colpo di pugnale rachideo"
• vertigine
• vomito
• perdita di coscienza di breve durata
•
Successivamente compaiono SEGNI DI SOFFERENZA MENINGEA:
rigidità nucale
• decubito a canna di fucile
• segni di Kernig e di Brudzinski
• fotofobia
• iperpatia
•
All'E.O.N. possiamo evidenziare un ampio spettro di condizioni cliniche come ad esempio:
deficit sensorimotorio
• paralisi IIInc
• alterazioni del fundus: emorragie a fiamma attorno al disco (per aumentata PIC)
• compromissione delle funzioni cognitive
• coma
•
Diagnosi
Sospetto clinico→ TC cranica senza mdc: nella maggiorparte dei casi si evidenzia sangue nello
spazio subaracnoideo
N.b: La positività della TC diminuisce con il passare del tempo a cusa del "lavaggio" del sangue
subaracnoideo, inoltre nel 4% dei casi la TC può risultare negativa se il sanguinamento è minimo.
Se la TC è negativa ma c'è un forte sospetto clinico, allora si procede con la rachicentesi.
In caso di ESA il liquor avrà un colore ugualmente rosato in tutte e 3 le provette raccolte.
Una volta raccolto il LCS procedo alla centrifugazione:
liquor supernatante limpido→ emorragia recente
• liquor supernatante xantocromico → emorragia di qualche giorno
•
Dopodichè si procede con lo studio dei vasi cerebrali con angiografia digitale.
Una volta evidenziato l'aneurisma o il MAV si procede alla chiusura endovascolare tramite
posizionamento di spirali trombogene.
Complicanze dell'ESA:
risanguinamento
• vasospasmo arterioso: la vasocostrizione riduce il CBF e quindi dà sofferenza ischemica
• del parenchima cerebrale e rischio di infarto cerebrale.
idrocefalo (soprattutto se la raccolta ematica è estesa e interessa il basicranio)
• crisi epilettiche
• iponatriemia da inappropriata secrezione di ADH
• complicanze cardiache
•
Terapia
E' fondamentale la chiusura dell'aneurisma per ridurre il rischio di risanguinamento precoce e
a distanza.
Esistono essenzialmente due approcci per chiudere un aneurisma:
approccio endovascolare (minor invasività, miglior decorso post-operatorio, possibilità di
• intervenire su aneurismi non aggredibili chirurgicamente o a rischio di lesioni ischemiche)
clippaggio chirurgico ( maggiore stabilità del clippaggio, nelle fomre concomitanti di
• ematoma intraparenchimale si può drenare al contempo)
Indipendentemente dal tipo di chirurgia scelta, l'importante è intervenire il prima possibile.
Inoltre bisogna consigliare al paziente che ha superato l'emorragia di condurre uan vita non troppo
faticosa e quindi di evitare violenti sforzi muscolari e prolunga