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VALUTAZIONE DEI RISULTATI SCOLASTICI: QUANTO E’ GIUSTA UNA VALUTAZIONE?
WEINER lavora con un dispositivo sperimentale che prevede di offrire ai soggetti informazioni sia
circa i risultati di uno studente ad un esame, sia circa il livello di impegno e il livello di abilità. La
combinazione di queste tre fonti di variabilità dà luogo ad un piano sperimentale 2*2*2 che produce
otto tipi di studenti fittizi.
Questi otto studenti fittizi sono presentati separatamente a otto diversi gruppi di insegnanti, ai quali
si chiede loro di dare un punteggio allo studente presentato utilizzando una scala da +5 a -5.
I primi risultati hanno mostrato che un voto basso (punizione) è proporzionato alla gravità del
crimine, peggiore è l’esito di un esame peggiore sarà il voto, secondo un risultato solo
apparentemente banale. I tribunali PERSONALIZZANO la punizione nella misura in cui il
criminale presenti una MENS REA sia ritenuto direttamente responsabile del crimine di cui è
accusato. Così la severità della punizione è influenzata dalla responsabilità inferita.
Le conclusioni di WEINER mostrano che un risultato scolastico è valutato più severamente se è
considerato assente l’impegno inferito dal risultato, in rapporto alle condizioni nelle quali lo
studente ha lavorato. Anche la responsabilità inferita influenza la valutazione del risultato. Nel caso
di un risultato scadente, la mancanza di impegno associata ad alta abilità è valutata in modo
particolarmente negativo la presenza di abilità offre evidenza che l’insuccesso sia da imputare a
fattori che possono essere sotto il controllo personale ma anche perché appare immorale non
utilizzare al massimo le proprie abilità.
I giudizi sulle prove scolastiche cosi come le sentenze dei tribunali sono influenzati da almeno due
componenti : il RISULTATO e il GRADO DI RESPONSABILITA’ PERSONALE ATTRIBUITO
ALLO STUDENTE.
Giudici e insegnanti utilizzano inferenze sulla responsabilità personale nel decidere quanto
severamente punire infrazioni.
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GLI OBIETTIVI DELLE PUNIZIONI
Ricevere valutazioni negative per i risultati scolastici può essere considerata una forma di
punizione: lo studente fa esperienza di una punizione per una trasgressione.
Un aspetto riguarda gli obiettivi della punizione utilitaristico e retributivo.
Il primo considera i costi e i benefici delle punizioni, ovvero ridurre la probabilità del ripetersi dei
crimini da parte dei colpevoli o di altri nelle società, è il caso di coloro che ritengono l’inasprimento
delle pene come fattore di riduzioni dei crimini.
Il secondo obiettivo è retributivo: la retribuzione riguarda il risarcimento, la rivalsa rispetto al
crimine compiuto nel passato, piuttosto che le conseguenze future della punizione.
Questa distinzione fra gli obiettivi è applicabile nella scuola?
Se uno studente non assolve sistematicamente ai suoi doveri scolastici un insegnante può punirlo
per ridurre la probabilità del ripetersi di quel comportamento. Una medesima punizione può essere
considerata un PAGAMENTO IN NATURA per la trasgressione ad una norma della classe.
WEINER ha documentato che i suoi insegnanti si sono ispirati ad entrambi gli obiettivi nel
produrre giudizi e valutazioni sugli studenti, così come i giudici nei tribunali.
Sul versante europeo esiste una linea di ricerca che si occupa da tempo dell’influenza della
NORMA DI INTERNALITA’ il valore sociale riconosciuto ai giudizi che sottolineano
l’attribuzione all’attore della causa delle proprie condotte.
Nel caso degli insegnanti italiani i soggetti che giustificano il proprio insuccesso in termini di
MANCATO IMPEGNO sono valutati più positivamente rispetto a coloro che forniscono
giustificazioni in termini di MANCANZA DI ABILITA’. Per i primi è pronosticato un miglior
successo nella carriera scolastica futura, anche se attualmente non hanno successo a scuola,
risultano che si comprende bene all’interno dell’interpretazione della vita quotidiana a scuola come
un luogo dedicato anche alla socializzazione e all’etica di cittadini responsabili. Oltre che insegnare
a leggere, scrivere e far di conto, a partire dalla scuola primaria gli insegnanti sono chiamati alla
costruzione di alunni-cittadini.
Per contrasto gli insegnanti sembrano apprezzare quegli alunni che si mostrano consapevoli
dell’importanza dell’impegno nel raggiungere risultati scolastici positivi, anche nel caso di esiti
mediocri o negativi. Esistono interpretazioni interessanti di questa dinamica di costruzione di
giudizi sociali nei termini di UTILITA’ SOCIALE.
SCELTE DISCIPLINARI E MANIPOLAZIONE DELLE IMPRESSIONI
Nei sistemi scolastici gli insegnanti hanno differenti gradi di libertà, nella loro attività professionale,
per quanto riguarda l’amministrazione della giustizia di fronte alle trasgressioni degli studenti,
possono scegliere fra diversi tipi di intervento per motivare o sanzionare.
WEINER ha individuato come strumenti didattico-disciplinari: compiti aggiuntivi a casa, mandare
fuori aula, trattenere oltre l’orario scolastico, ignorare le richieste dell’adulto, usare criteri
differenziati per alunno, ricompensare, lodare. In sintesi, si tratta di strategie per allontanare,
ignorare, incoraggiare e favorire.
Se si propone a gruppi di insegnanti di indicare quali fra questi strumenti siano da applicare ai
diversi tipi di studenti, appare che allontanare uno studente dall’aula è indicato soprattutto nel caso
di uno studente considerato una strategia retributiva, incoraggiare e favorire sono invece indicati per
alunni considerati non responsabili dell’insuccesso.
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Nei contesti scolastici, le strategie di intervento sono influenzate dal grado di responsabilità
personale attribuita agli studenti e dagli obiettivi educativi associati a questa attribuzione.
Come rispondono gli accusati/studenti per modificare questi effetti, per mostrarsi sotto una buona
luce o almeno per mitigare le pene, per cercare di farsi assolvere o almeno per mitigare le pene,
per cercare di farsi assolvere o di ottenere le attenuanti generiche?
La gamma di attenuanti è ampia: inabilità generali, incontrollabilità, incapacità di comprendere
l’errore, incapacità di intendere e di volere, appartenenza ad altre culture.
Gli studenti mostrano condotte diversificate in funzione degli interlocutori evocati: insegnanti,
genitori, compagni. Quando si tratta di insegnanti e di genitori, la tendenza è quella di mostrare che
hanno lavorato sodo in caso di successo, mentre in caso di insuccesso viene evocata la mancanza di
abilità.
Lo schema del funzionamento socio- cognitivo è il seguente:
-lo studente fallisce lo studente comunica mancanza di impegno l’insegnante attribuisce
l’insuccesso alla mancanza di impegno l’insegnante considera lo studente responsabile
l’insegnante punisce.
-lo studente fallisce lo studente comunica mancanza di abilità l’insegnante attribuisce
l’insuccesso alla mancanza di abilità l’insegnante considera lo studente non responsabile
l’insegnante non punisce o punisce lievemente.
Se attraverso esperimenti vengono evocati i propri compagni di classe, la giustificazione più
utilizzata dagli alunni, sia per il successo sia per l’insuccesso è quella dell’impegno.
la metafora della classe come aula di tribunale appare utile ma anche potenzialmente rischiosa se
non dannosa. Essa è utile per aiutarla a comprendere che la vita quotidiana nelle scuole e nelle
classi è interpretabile come una vera e propria commedia umana, nella quale agiscono attori che
seguono e interpretano dei copioni e imparare sono soltanto alcune delle dinamiche del gioco. Le
classi sono per gli alunni luoghi dove difendere la propria reputazione presso insegnanti e
compagni, dove rendere conto non solo delle proprie prestazioni, ma anche del grado di
adattamento alle attese di insegnanti e genitori e alle norme del sistema scolastico I bambini fino
dalla scuola dell’obbligo sono chiamati al compito di imparare il MESTIERE DELL’ALUNNO: I
BAMBINI DIVENTANO ALUNNI. Si tratta dell’acquisizione di uno specifico ruolo. Le classi
sono luoghi deputati alla socializzazione nelle organizzazioni sociali, anche se gli insegnanti non ne
fanno oggetto di riflessione specifica.
DAI GIUDIZI AI VOTI ALLE NORME DI RIFERIMENTO
Nell’ambito scolastico essi si concretizzano anche in voti.
Gli insegnanti considerano in modo più favorevole gli alunni con attribuzione interna e ciò è
socialmente utile in quanto ribadisce l’importanza socializzante della responsabilità personale.
Voti o giudizi sono operazioni che ha coinvolto il nostro sistema scolastico negli anni ’80, sono
giudizi prodotti sulla base di criteri più o meno espliciti agli occhi di insegnanti, alunni e genitori.
La lettura specialistica sostiene una stretta relazione tra voti/giudizi e norme sociali.
Secondo RHEINBERG la valutazione dei prodotti scolastici è un compito degli insegnanti fin da
quando esiste questa attività professionale. Una corretta valutazione dei prodotti scolastici si deve
basare sul confronto sociale fra gli studenti, con la conseguente enfasi sulla distribuzione normale
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dei voti sugli alunni. HECKHAUSEN ha definito questo criterio di confronto NORMA DI
RIFERIMENTO SOCIALE.
GLASER aveva messo in discussione l’opportunità di accettare in modo acritico questo tipo di
norma. L’autore presentò argomenti convincenti sulla necessità di evitare che lo standard di
confronto fra studenti fossero i risultati degli altri studenti, ma un grado di performance da definire
in modo operazionale, e cioè un livello di risultato dipendente dagli obiettivi dell’insegnamento. Da
allora ogni discussione sulla valutazione scolastica si è fondata sulla messa a confronto di questi
due sistemi di riferimento normativo: NORMA DI RIFERIMENTO SOCIALE E NORMA
CRITICO-ORIENTATA.
L’argomento delle norme di riferimento può essere affrontato anche empiricamente.
Un terzo criterio di confronto nella produzione di valutazioni scolastiche: la NORMA DI
RIFERIMENTO INDIVIDUALE si basa su una prospettiva LONGITUDINALE: un risultato è
positivo se migliore di quanto prodotto in precedenza ma negativo se peggiore rispetto ad
un’occasione precedente. L’informazione cruciale è soltanto la direzione del progresso o del
peggioramento dei risultati individuali. Individuate queste tre norme, RHEINBERG sostiene che è
possibile uscire da una generica impostazione teorica e trasformare la vaga aneddotica di
osservazioni in oggetti di ricerca empirica.
Grazie agli