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CAPITOLO 4: SCUOLA E PREVENZIONE NEUROPSICHIATRICA E PEDAGOGICA

NEL BULLISMO, NELL’AUTOLESIONISMO E NEL RISCHIO DISSOCIALE

Il termine deriva dall’inglese bullyng ed è usato per indicare quella serie di comportamenti

caratterizzati da intenti violenti e persecutori tenuti da soggetti giovani (bambini, adolescenti) nei

confronti dei loro coetanei ma non solo. Può essere descritto come un’oppressione psicologia o

fisica ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona o da un gruppo di persone più

potente nei confronti di un’altra persona percepita come più debole. Uno studente è oggetto di

bullismo quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in

atto di uno o più compagni. Un comportamento “bullo” è un tipo di azione che mira

deliberatamente a far del male o a danneggiare; spesso è persistente, è difficile difendersi per coloro

che sono vittime. Le caratteristiche del bullismo sono: intenzionalità, persistenza nel tempo,

simmetria della relazione. Ciò che li rende forti è l’agire in branco, il consenso da parte degli

altri(da soli non hanno la forza di commettere azioni violente e temono l’isolamento) e

l’indifferenza delle vittimeesse sono sensibili, calme ma anche insicure e ansiose, se attaccate si

chiudono in se stessi e piangono; soffrono anche di scarsa autostima ed hanno un’opinione negativa

di sé e della propria situazione. Il bullismo è diretto(fisico, verbale) e indiretto( stalking, bullismo

allofobo ecc). 7

Da un’analisi del bullismo in ambito internazionale non si osservano relazioni tra bullismo e

problemi psicologici ed è emerso che a scaturire tali fenomeni sono gli atteggiamenti fin troppo

permissivi dei genitori, senza autorevolezza o senza genitori che causano una crescita non

equilibrata(infatti è solito attuare bullismo il ragazzo che vive in condizioni agiate, impulsivo,

bisogno di far dominare il proprio punto di vista) statisticheMaggiore incidenza del bullismo in

Lituania e la percentuale più bassa è in Svezia.

Interventi di recupero: il bullismo è un disagio sociale strettamente collegato a fattori individuali,

familiari, ambientali che può difetto/carenza di comunicazione può sfociare in dissocialità se non si

interviene ai primi segnali di disagio dello studente. E’ importante concentrarsi sul vissuto del

ragazzo, cercare di comprendere dapprima il suo punto di vista ascoltandolo e poi prenderlo in

carico attraverso l’invio alla Neuropsichiatria infantile lavorando con l’equipe in modo da indicare

l’intervento personale, intrascolastico ed intrafamiliare più efficace.

Il ruolo dell’educatore:è colui che realizza un’azione educativa e che contribuisce alla crescita

umana della persona attraverso la programmazione di interventi educativi idonei ed efficaci.

Alcune caratteristiche fondamentali sono:

• trasformazionalità: intervento ma lascia le cose come stanno, si cerca di fare dei

cambiamenti.

• Processualità: l’intervento non avviene all’istante

• Intenzionalità: intervento è costituito da una serie di eventi caratterizzati dalla finalità di

conseguire dei risultati in qualche modo previsti.

• Professionalizzazione: avere un certo grado di preparazione oggettiva, fondamentale un

equipe specializzata in grado di affrontare determinati problemi.

In un’ottica di prevenzione del bullismo è necessaria e fondamentale la: comunicazione efficace,

aiutare il bambino ad esprimere le proprie emozioni, a riflettere, non inibire l’aggressività ma

canalizzarla verso mete costruttive, dare regole chiare precise e motivate, insomma sapere e non

punire (saper ascoltare, saper essere, saper fare, saper divenire).

Il bullismo di matrice trans/omofobica: il bullismo si esercita spesso a danni di persone facenti

parte di gruppi socialmente stigmatizzati (persone grasse, minoranze etniche, ecc.). Il bullismo

mette in pratica le discriminazioni senza un’elaborazione che la giustifichi: “i neri puzzano”, non

necessitano di argomentazioni, hanno una teoria e una dimostrazione, si assumono in maniera

irrazionale attraverso l’esempio dei pari. Il bullismo può assumere forme differenti, vi possono

essere comportamenti di tipo verbale come deridere, insultare, ecc; oppure prepotenze come

escludere qualcuno dai gruppi di aggregazione; oppure si può giungere alla violenza fisica.

Spesso le vittime non sono colpite per il loro orientamento sessuale, ma perché il loro modo di

essere risulta inadeguato per il genere d’appartenenza. Rispetto al bullismo tradizionale, il bullismo

omo/transfobico non attacca solo il soggetto, ma si rivolge anche ad una dimensione privata come la

propria sessualità. L’aggressore si sente l’appoggio di una parte della società, dei pari, e in casi

estremi, anche di qualche insegnante clima culturale infatti può portare gli stessi insegnanti o

il

genitori ad avere pregiudizi e reagire alle richieste di aiuto dell’adolescente con negazione

sottostimando l’evento o con una preoccupazione per l’”anormalità” del ragazzo.

Effetti psicosociali del bullismo omo/transfobico: gli stessi insegnanti tendono a considerare le

aggressioni fisiche o verbali nel contesto scolastico, o fuori da esso, come delle ragazzate. Ciò fa

capire come questi siano inconsapevoli rispetto la reale gravità di questo fenomeno. Quando le

aggressioni però giungono alla forma di bullismo i danni psicologici sono molto importanti. Gli

atteggiamenti di bullismo possono far sorgere nelle vittime sentimenti di omofobia/trans fobia

interiorizzata, poiché portano loro a sensi di colpa e vergogna(non devo atteggiarmi in quel modo;

sono un errore della natura); l’autostima crolla con conseguenze pesanti in termini di depressione.

Vi è una progressiva diminuzione del rendimento scolastico dovuta ad una generale disaffezione del

8

sistema scolastico(alcuni ragazzi riferiscono di non riuscire a tornare a scuola per timore di essere

aggrediti o molestati, oppure di avvertire disagio e angoscia quando suona l’ora di ricreazione).

Raramente gli adolescenti denunciano episodi di bullismo poiché non sentono attorno a loro un

ambiente abbastanza comprensivo sulla propria “diversità”, oppure perché temono ritorsioni da

parte dei molestatori. L’esposizione ripetuta ad atti di bullismo concorrono per il rischio di suicidio

o tentativo di suicidio. Le conseguenze negative del bullismo non riguardano solo la vittima, bensì

lo stesso aggressore. Questo può tendere a sviluppare problemi comportamentali cronici,

orientandosi verso condotte delinquenziali in età adulta. Come le vittime, anche gli aggressori

tendono ad avere un ridotto rendimento scolastico.

Strategie d’intervento al bullismo nella scuola primaria e secondaria di primo grado:

bisognerebbe promuovere nella scuola un clima di rispetto per le diversità. Gli interventi

dovrebbero riguardare sia il piano personale scolastico che gli studenti. Per favorire un ambiente di

sicurezza che comunichi a ragazze e famiglie che la scuola non è disposta a tollerare forme di

violenza, le politiche scolastiche dovrebbero prevedere l’educazione sanzioni per chi compie atti di

bullismoes. individuazione da parte degli insegnanti di quei ragazzi con possibile disagio legato

all’identità sessuale; maggiore sorveglianza da parte del personale adulto di quegli spazi e momenti

della vita scolastica nei quali più spesso avvengono atti bullistici; promozione di laboratori di

tematiche della diversità sessuale per favorire la corretta informazione e operare cosi per la

decostruzione dei pregiudizi; spiegare ai ragazzi le difficoltà e i sentimenti che possono provare le

persone omosessuali e transessuali nella società.

Iniziative in ambito dell’educazione alle minoranze sessuali effettuate nella scuola italiana:

negli ultimi anni, in Italia, sono state realizzate alcune iniziative nell’ambito dell’educazione alle

diversità sessuali nelle scuole superiori di I e II grado. Da tali iniziative è emerso come i ragazzi

abbiano un sentito interesse rispetto queste tematiche ed è stato espresso tramite atteggiamenti quali

la curiosità, l’adesione, esigenza di sapere e di capire al di là dei condizionamenti sociali.

Bullismo ed auto- etero- lesionismo suicidio mascherato e manifesto: l’aggressività può scaturire

forme di autolesionismo o auto soppressionesiamo di fronte a un grande numero scuro e di

difficile quantificazione; il punto più complesso consiste nell’individuazione precoce dei fattori di

rischio (prevenzione primaria).

Aspetti applicativi propri e rischio di responsabilità professionale della professione educativa:

esiste un elevato rischio che riguarda l’errata individuazione di quei segnali d’allarme all’interno

del contesto scolastico, dove spesso vengono erroneamente interpretate situazioni di disagio

manifestate da turbe della condotta (condotte oppositive-provocatorie, autolesionistiche…) e/o

disinvestimento scolastico (improvvisa riduzione del rendimento scolastico, distraibilità..). In tali

comportamenti sono a volte nascoste delle depressioni reattive o “mascherate”, segnali di una

richiesta indiretta di aiuto, di una condizione di grave sofferenza psicologica che lo vede vittima di

relazione patologiche familiari( abbandono, maltrattamenti emotivi..). La scuola, proprio perché

deve rapportare l’azione educativa alle potenzialità individuali di ogni allievo, appare la struttura

più appropriata per far superare la condizione di emarginazione di determinate categorie come i

bambini handicappati o quelli omosessuali, ecc.

Gli strumenti di prevenzione:l’osservazione sistematica e la segnalazione agli enti preposti: da

sempre l’uomo per arrivare alla verità e comprendere la realtà che lo circonda ha utilizzato

strumenti di conoscenza quali la logica, tramite cui cerca di dare delle risposte a interrogativi

importanti, e l’intuizione, tramite cui il processo cognitivo invece appare spontaneo e non razionale.

Un altro metodo di conoscenza efficace è l’osservazione, suddivisa in scientifica(obiettiva, nel

senso che chi osserva non mette nulla di suo limitandosi a descrivere il fenomeno) e ripetibile(le

caratteristiche del fenomeno possono essere osservate e descritte in modo identico anche da altri

ricercatori). Dopo l’osservazione succede la spiegazione. L’osservazione sistematica, a differenza

di quella occasionale(usata quotidianamente ed abitualmente), viene intenzionalmente utilizzata 9

all’interno di un preciso progetto di ricerca e di

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
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SSD Scienze mediche MED/43 Medicina legale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Franci0703 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina preventiva e psicopatologia forense e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Villanova Matteo.