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CAPITOLO 3: LE SINDROMI PEDOFILE. STUPRO

Il problema delle condotte pedofile sta suscitando una reazione sociale sempre piu allarmante a

causa della violenza che accompagna questo comportamento. Sebbene le sindromi pedofile sono

come caratterizzate da “distorsioni patologiche rispetto alla norma,del desiderio e dell’oggetto

sessuale”da desiderare,nella maggior parte dei casi il pedofilo oltre ad essere ben consapevole del

proprio peculiare incremento libidico e della illegalità della sua azione è ben in grado di decidere se

resistere oppure lasciarsi andare a tale impulso,eccetto i casi di “danni psichici permanenti”.

Esempio di compromissione dell’imputabilità del pedofilo sono:schizofrenia,disturbi

dissociativi,cronica intossicazione da alcool o sostanze,demenza nelle sue varie forme,gravi deficit

a carico delle capacità cognitive.

Solitamente le fasi del pedofilo sono:1)ricerca di tenerezza,2)esercizio di potere,3)sfogo di impulsi

sadici. Possiamo distinguere:

1) i “preferenziali”azioni sul bambino,spesso per controllare situazioni che l’attore a sua volta

ha subito traumaticamente da piccolo,che nascono con la tenerezza e finiscono con la

distruttività/aggressività; essi comprendono tre sotto-tipi: Seduttivi; Introversi; Sadici;

2) i “situazionali”l’attore è attratto dagli adulti e il bambino è solo un sostituto;essi includono

quattro sotto-tipi:Repressi, Inadeguati,Indifferenti morali e gli Indifferenti sessuali;

3) “detentori non fruitori”, caratterizzati per essere produttori, trafficanti ed accumulatori di

materiale pedo-pornografico, ma non utilizzatori, unicamente per motivi di vantaggio materiale.

Criteri diagnostici per diagnosticare la pedofilia secondo il DSM-IV(2002):

• A)chi,durante un periodo di almeno 6 mesi,ha avuto fantasie,impulsi sessuali o

comportamentali ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente,che hanno comportato

attività sessuale con uno o piu bambini prepuberi(generalmente di 13 anni o piu piccoli);

• B)le fantasie,gli impulsi sessuali o i comportamenti causano disagio clinicamente

significativo o compromissione dell’area sociale,lavorativa o di altre importa menti aree di

funzionamento;

• C)il soggetto ha almeno 16 anni ed è di almeno 5 anni maggiore del bambino vittima del

criterio A.

L’aggressione sessuale può essere interpretata come mezzo per dimostrare le proprie capacità di

dominio su soggetti deboli e/o per esorcizzare una figura materna eccessivamente dominante. Il

pedofilo è da considerarsi un immaturo dal punto di vista affettivo ed un regressivo dal punto di

vista sessuale(ciò perché predilige l’individuo prepubere e ancora indifferenziato pr quanto riguarda

i caratteri sessuali secondari,ovvero quelli che differenziano negli individui adulti il maschio dalla

femmina).

Molti autori concordano su come l’abuso sessuale subito da minori possa influire su future

manifestazioni di aggressione ed abuso sessuale,in quanto contribuisce ad una maturazione distorta

della morale sessuale dell’individuo,nel far considerare lecite manifestazioni che magari,poiché

provenienti da persone con cui esiste un legame affettivo,non possono venir (subito)percepite nel

loro significato negativo. Esistono delle “distorsioni cognitive” tramite cui i pedofili intendono 10

convincere se stessi della bontà e della genuinità dei propri convincimenti,sia pur oggettivamente

distorti,es: è il bambino a non resistere fisicamente alle “avances”dell’adulto; svalorizzazione della

vittima,attribuendole ogni responsabilità; i bambini non disdegnano affatto avere un’esperienza

sessuale con gli adulti; per un bambino fare sesso con un adulto è un buon modo per insegnarlo ad

altri bambini.

Strategie di intervento per i bambini:maggiore assistenza ed attenzione istituzionale nei confronti

del ruolo sociale e della funzione della famiglia poiché molti sono i casi del disadattamento sociale

che vedono il minore come elemento a maggior rischio;sensibilizzazione mediatica con verifica

sanzionatoria a tutela dell’immagine e dei diritti del minore;migliore monitoraggio del problema

attraverso il perfezionamento delle procedure di registrazione delle informazioni internazionali di

polizia e giudiziarie riguardo alla violenza sessuale,allo sfruttamento ed al traffico minorile;piu

valide ed efficienti reti di collegamento tra enti e strutture;formazione degli operatori sociali della

scuola e degli operatori sportivi di riferimento;generale sensibilizzazione e riconoscimento verso i

segnali di allarme;prevenzione primaria delle situazioni a rischio,ecc.

Strategie di intervento per il pedofilo: vi sono due distinti scenari di intervento, su chi ha già

commesso il reato e su chi potrebbe commetterlo. Per questo è importante permettere al pedofilo di

essere aiutato senza doversi nascondere o isolare nel timore di essere pericoloso o di suscitare uno

scandalo. L’obiettivo è quello di una ristrutturazione globale della personalità e per questo è

necessario innanzitutto che vi sia una:

• “tappa cognitiva”:il pedofilo prende coscienza della sua malattia e venga fatta un’analisi

psicodinamica del suo disadattamento;

• “tappa comportamentale”: il pedofilo aderisce a nuovi modelli di comportamento piu

funzionali;

• “tappa ipnosi terapica”: il pedofilo attua una crescita maturativa attraverso l’ immissione a

livello inconscio di nuovi contenuti ristrutturati, con tecniche varie come l’ipnosi-terapia

(per l’ autostima), l’ EMDR (per rimuovere i traumi), i films, i libri, il teatro,ecc.

Sembra invece giocare un ruolo negativo l’ inasprimento delle pene perché ne aumenta la

percezione di trasgressività esistenziale. Anche i mass media operano una grande confusione e

disinformazione in relazione alla natura della Sindrome pedofila ed alle possibilità di prevenzione e

cura, considerandone unicamente come criminali e non come malati da curare i portatori. Questa

realtà impedisce a quanti, pedofili o a rischio di divenire tali dopo episodi di abuso sessuale in età

evolutiva, di chiedere aiuto senza timore di ricevere unicamente ostracismo o addirittura vendetta

sociale. In un percorso terapeutico psico-educativo e riabilitativo, da rendersi obbligatorio in

accertamento della Sindrome, la spinta libidica o pulsione anziché essere soltanto inibita

farmacologicamente o controllata istituzionalmente, può maturare ed essere orientata verso referenti

sessuali presenti in oggetti sessuali diversi dal minore attraverso la cosiddetta“evoluzione

maturativa dei referenti sessuali. Inoltre in tutti i casi giunti all’ attenzione deve essere

correttamente individuata e curata la patologia di carattere neuropsichiatrico, per esempio la

depressione o la bipolarità, della quale l’ Autore di reato sessuale è sicuramente portatore, in

maniera spesso mascherata e pur in adattamento sociale.

In Italia ci sono stati vari progetti , per esempio WOLF e FOR WOLF, e iniziative legislative tutte

con partenza dal reato ed questo è il vero fallimento, così come il percorso detentivo perché il

soggetto è solo limitato a passare tutto il giorno in cella senza operare una crescita maturativa e

senza un Educatore che consenta realmente di progettare ed attuare un percorso personalizzato e

rigeneratore. Per i detenuti a rischio sono stati creati gruppi di sostegno che sono risultati più validi

rispetto alla terapia individuale.

Nelle Sindromi pedofile sono sempre presenti nuclei di immaturità e psicopatologia, sia

nell’evidente disadattamento e sia nello stato di disagio celato sotto una apparente “normalità” di

inserimento ed adattamento sociale. Un soggetto affetto da una tipologia delle Sindromi pedofile,

senza adeguati presidi preventivo-trattamentali, non può essere in grado di controllare le proprie 11

pulsioni. Alla base di ogni comportamento a prevalenza parafilica c’è sempre una situazione

traumatizzante intercorsa durante lo sviluppo pulsionale-libidico e nel caso delle Sindromi pedofile

tali elementi traumatizzanti corrispondono a situazioni di erotizzazione precoce, con

coinvolgimento in flussi emozionali a componente di trasgressività penalizzante e sessualizzati

nella dimensione adulta.

Lo stupro: è la conoscenza carnale di una persona in modo forzato e contro la sua volontà;è una

violenza perpetrata sul corpo con valenza prettamente sessuale, un accoppiamento imposto con la

violenza a persona non consenziente o che non si trova nelle condizioni di poter esprimere la

propria volontà perché si tratta di un minore o si trova in uno stato di inferiorità fisica o psichica o

perché il colpevole si sia sostituito a un’altra persona nota alla vittima.

In Italia si è parlato di violenza carnale fino al 1966 e solo con l’art.609-bis si è cominciato a

parlare di violenza sessualechiunque,con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità

costringe a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni;il reato

si rileva inoltre quando l’abuso è rivolto a persone con condizioni di inferiorità pschica o fisica al

momento del fatto e/o quando ci si sostituisce con l’inganno ad altra persona.

Si considerano circostanze aggravanti:

1)gli atti sessuali commessi su una vittima che: al momento del fatto non ha compiuto gli anni 14;

non ha compiuto gli anni 16 quando il colpevole ne è l’ascendente o il tutore o il genitore anche

adottivo;è sottoposta a limitazioni della libertà personale; non ha compiuto i 10 anni, la pena varia

dai 7-14 anni.

2)se l’autore del reato ricorre all’uso di armi o di sostanze alcoliche,stupefacenti o di altri strumenti

o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa;simula la qualità di pubblico ufficiale

o incarico di pubblico servizio.

attualmente è in aumento rispetto ad altri reati violenti a volte è confuso con molestie, stalking o

lesioni personali.

Cassazione penale: “è stupro anche quando lei offre il profilattico e torna a far sesso con chi l’ha

violentata”(ciò al fine di evitare ulteriore danni o gravidanze indesiderate o malattie trasmissibili

per via genitale); “anche una toccata fugace al seno di una donna in topless è violenza sessuale”; “la

pacca sul sedere,anche se repentina e insoddisfacente,è violenza sessuale”.

Dati attuali: le donne che tra i 14 e i 59 anni che hanno subito uno stupro o un tentativo di stupro

nel corso della loro vita sono più di mezzo milione;le molestie risultano in gran parte perpetrate da

estranei o conoscenti;i luoghi più dif

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A.A. 2014-2015
24 pagine
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SSD Scienze mediche MED/43 Medicina legale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Franci0703 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina preventiva e psicopatologia forense e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Villanova Matteo.