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I pattini a rotelle (in dialetto “I pattini”): essi nacquero quando furono creati negli

- anni 50 e 60 i cuscinetti a sfera per le motociclette o le automobili, ed era un

giocattolo molto pericoloso perché si correva a gran velocità e non aveva freni.

L’Elica volante

Volano nocino o mulinello

La scommessa dell’insetto volante L’Acrobata salterino

Giocattoli affettivi e d’imitazione:

Le bambole di pezza (in dialetto “Le pupe di pezza”): la bambola è il gioco forse più

- antico che si può far risalire addirittura alla preistoria. Nel passato le bambine le

offrivano alle divinità o venivano poste nelle tombe delle bambini dagli adulti. La

bambola infatti è l’immagine dell’uomo stesso nella quale ci si identifica, si

riconosce il proprio corpo, la coscienza della propria personalità e con la quale la

bambina rappresenta tutte le situazioni di vita vissuta e di tutti i rapporti emotivi che

la coinvolgono. Le bambole di pezza venivano costruite dalle bambine stesse che

apprendevano le tecniche di costruzione dalle nonne o dalle mamme, ed erano

spesso riempite con grano, paglia e altro e si potevano realizzare con materiale

diverso come legno, carta,erba,ecc.

Le collane (in dialetto “Collane”): venivano usate dalle bambine indossandole per

- far finta di essere signore, fare le sfilate,ecc e si potevano realizzare con semi di

zucca, fiori, conchiglie, ecc.

I vestiti (in dialetto “I Vestichi”): le bambine gareggiavano a costruire il vestito più

- bello o originale e in questo modo imparavano a svolgere anche alcune attività che

si ritenevano tipiche delle donne come tagliare, cucire, lavare,stirare,ecc.

Il materasso (in dialetto “I’Matarazzo”): era realizzato dalle bambine per poter

- mettere a dormire i loro bambolotti-neonati

L’arcolaio (in dialetto “I’ Canneglio”): antico giocattolo usato sia dai maschi che dalle

- femmine, i maschi lo usavano per far rotolare le trottole, le bambine invece per

legare in vita le bambole. Era costituito appunto da un cordoncino legato a una

canna corta che a un’estremità era intagliata in denti (a forma di merli di torre).

Pinocchio (in dialetto “Pinocchio”): era un pupazzetto, appunto Pinocchio, che

- veniva realizzato intagliando il legno e usando stoffa e fili per il vestito e i capelli e

veniva usato come gioco per rappresentare le avventure del celebre personaggio.

La maschera di zucca secca (in dialetto “La maschera di coccio”): veniva intagliata

- appunto la zucca e si giocava a mascherarsi e a non farsi riconoscere.

La pipa (in dialetto “La pippa”): veniva realizzata con le canne e i bambini vi

- giocavano fumando da questa, imitando così i grandi

L’aratro (in dialetto “Gl’Aratro”): veniva costruito dagli adulti in modo che i bambini

- giocando li imitassero e imparassero quindi il mestiere.

L’arcolaio

Giocattoli di caccia e guerra:

La mazzafionda (in dialetto “La Frezza”): era un giocattolo molto pericoloso, tanto

- che per un periodo a Sezze fu messa al bando e i vigili la sequestravano facendo le

multe. Ebbe grande diffusione con l’invenzione della camera d’aria dei veicoli, ma

poiché negli anni Cinquanta si cercava di ripararle fino a quando era possibile era

difficile per i bambini recuperarle.

Gli elastici (in dialetto “Gl’Elastichecchi”): venivano realizzati sempre con le camere

- d’aria che venivano intrecciate in modo che alle due estremità si formassero due

anelli. Con questi si giocava alla guerra oppure al tiro al bersaglio.

Gli acchiappa serpi (in dialetto “Gl’Acchiappa serpi”): questo giocattolo nasce dal

- fatto che a Sezze il capobanda di un gruppo di ragazzi dovesse dimostrare il suo

coraggio catturando un serpente e portandolo vivo in piazza per farlo vedere a tutti.

Veniva realizzato con una canna che si spaccava a metà e il serpente rimaneva

incastrato al suo interno.

Il fucile ad aria compressa (in dialetto “Gli Stoppacculo”): prende il nome dal dalla

- pallina che veniva usata come proiettile che era appunto di stoppa e che veniva

lanciata dal culo del cannoncino. Per giocare si doveva inserire nella bocca e nel

culo del cannoncino una pallina di stoppa inumidita con la saliva, che si dovevano

incastrare a pressione, a questo punto si doveva inserire lo stantuffo spingendolo

con forza, così la pallina che era davanti veniva lanciata provocando anche un forte

rumore e quella dietro passava davanti per un nuovo tiro.

L’arco (in dialetto “Gl’Acchiettero”): veniva realizzato prendendo un ramo lungo,

- dritto, flessibile e resistente alle cui estremità incurvandolo veniva legato uno spago

.

Le spade (in dialetto “le spade”): venivano realizzate principalmente con il legno

- duro di castagno, una particolare era realizzata con una stecca di ombrello.

I richiami per gli uccelli (in dialetto “I Richiami ‘gli cillecchi”): i primi richiami per gli

- uccelli furono costruiti dagli uomini primitivi per avvicinare la preda e i bambini

potevano costruirli prendendo ad esempio un osso di albicocca e forandolo,

poggiando le labbra e soffiando si produceva il suono.

I mitra (in dialetto “I’Mitra”): venivano realizzati assemblando diversi pezzi di legno

- intagliati, e si poteva aggiungere anche una cinghia per tenerlo sulle spalle

Il Fucile ad aria compressa L’acchiappa serpenti

Giocattoli musicali:

La chitarra di meliga (in dialetto “La chitara di meglica”): è un giocattolo che è stato

- ritrovato solo a Sezze, quindi è uno dei più originali del territorio, prettamente

femminile ed è costruito con una decina di canne della famiglia delle meliacee.

La chitarra con i fili del freno di bicicletta (in dialetto “La chitara co’ gli fili di

- bicicletta”): essa fu inventata da un personaggio molto noto a Sezze, un uomo che

non avendo la possibilità di acquistare una chitarra vera se ne costruì una appunto

con i fili dei freni della bicicletta e pur non avendo fatto studi musicali divenne così

bravo che veniva chiamato a suonare per i matrimoni, le feste o le serenate.

Il clarinetto (in dialetto “I’Clarinetto”): creato sempre con la canna

- Lo zuccofono (in dialetto “La tromba di coccio”): è come il clarinetto ma produce un

- suono più cupo e per realizzarlo in questo caso si usa una zucca

Il fischietto (in dialetto “I’Fischietto”): è uno strumento antichissimo usato soprattutto

- per segnalare e richiamare. Può essere realizzato con la canna oppure in metallo.

Il flauto (in dialetto “I’Cifolo”): è uno degli strumenti più antichi ed è uno dei più

- diffusi in tutto il mondo, ha origine pastorale e lo ritroviamo in diversi riti che

simboleggiano la rinascita. Viene realizzato con le canne e ne esistono di diversi tipi

: quello che si suona verticalmente e c’è una sola canna oppure quello che si suona

soffiando nelle varie canne poste l’una vicino all’altra.

L’usignolo (in dialetto “I’Fischietto a acqua”): fa parte della famiglia dei richiami per

- gli uccelli e infatti serviva per produrre il suono dell’usignolo e richiamare così

l’animale. Viene detto fischietto ad acqua perché viene usata una canna sottile in

cui si soffia che è incastrata in una più grande che viene riempita d’acqua, ed è

proprio l’acqua che con il suo gorgoglio produce il verso dell’usignolo.

Il corno (in dialetto “I’Corno”): esso veniva ricavato dalle corna di animali, da

- conchiglie o tubi vegetali ed era un oggetto principalmente di richiamo, in ogni caso

si realizza sempre tagliando la parte chiusa.

Il tamburo a frizione (in dialetto “I’Cudicù”): si poteva realizzare con zucche secche

- o barattoli o anche pentole di terracotta, che venivano riempiti per tre quarti

d’acqua, dal lato aperto si poneva fissandola una membrana e nel centro si faceva

un foro dove si inseriva una canna. Bagnando la membrana e la canna e facendo

scorrere la mano bagnata sulla canna il suono prodotto dalla vibrazione della

membrana veniva amplificato dal recipiente.

Il Kazoo (in dialetto “I’Trombono”): si costruiva prendendo una canna sulla quale si

- faceva un foro e una delle estremità veniiva chiusa con una membrana fissata con

dell’elastico. Ponendo in orizzontale lo strumento e poggiando le labbra sul foro si

parlava (non si soffiava) e appunto in questo modo si suonava

Tabella e raganella (in dialetto “La Tavella ‘gli venerdì santo e la raganella”): erano

- degli strumenti che si usavano a Sezze il venerdì santo per richiamare i fedeli alle

funzioni religiose in chiesa (in sostituzione delle campane che veniva chiuse e rese

mute in segno di lutto per la morte di Gesù) e poiché appunto molto rumorosi

divennero gli strumenti di gioco preferita dai bambini. La tavella si suona muovendo

il polso in senso orario e provocando così il battito della maniglia sulla tavola, la

raganella invece afferrando il manico e facendola roteare.

Lo Zuccofono Il Clarinetto

L’Usignolo

Tabella e Raganella

Giocattoli mobili e da trasporto:

La barchetta a vela, la barchetta a elastico e la barchetta a vapore (in dialetto

- “Barchetta a vela, co’gli ‘lastico e a vaporo”): le barchette si potevano costruire con

molti materiali come legno, carta,sughero,ecc ed è interessante notare il fatto che i

ragazzi per poterle far galleggiare e muovere dovevano per forza conoscere

determinate leggi scientifiche. Quella che aveva un vero e proprio motore era la

barchetta a vapore che appunto aveva un recipiente di latta chiuso al quale era

inserito un tubicino che terminava nell’acqua, il recipiente era riempito fino a metà

d’acqua e sotto aveva una candela che appunto produceva in questo modo vapore

e faceva muovere la barchetta.

La macchina da corsa (in dialetto “La machinetta da corsa”): si costruiva con un

- manico di scopa in legno (per la carrozzeria e le ruote) e i bambini giocavano

organizzando delle vere e proprie gare

Il Trattore (in dialetto “I’Trattoro”): anche questo veniva realizzato in legno e il

- motore si faceva con un barattolo, i bambini nel costruirlo davano libero sfogo alla

propria fantasia e giocavano imitando i lavori di campo che faceva il trattore

Il carrettino di bulbo di ciclamino selvatico e carrettino di legno (in dialetto “Caretto

- di scocciapignata e di tavola”: era un semplice carrettino che aveva per ruote i bulbi

del ciclamino selvatico che erano molto resistenti, il pi

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Publisher
A.A. 2014-2015
18 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maxedeb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ludoteconomia e programmazione delle attività e tecniche educative e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof De Angelis Umberto.