Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Riassunto esame Linguistica Informatica, Prof. Calefato, libro consigliato La comunicazione verbale nell'era di internet, Danesi Pag. 1 Riassunto esame Linguistica Informatica, Prof. Calefato, libro consigliato La comunicazione verbale nell'era di internet, Danesi Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica Informatica, Prof. Calefato, libro consigliato La comunicazione verbale nell'era di internet, Danesi Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica Informatica, Prof. Calefato, libro consigliato La comunicazione verbale nell'era di internet, Danesi Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguistica Informatica, Prof. Calefato, libro consigliato La comunicazione verbale nell'era di internet, Danesi Pag. 16
1 su 16
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

2. LE FUNZIONI DELLA PAROLA

La facoltà del linguaggio è la capacità intellettiva fondamentale della specie umana che lo

distingue dalle altre specie. Homo sapiens infatti si distingue tra le creature per il fatto che usa

unicamente il linguaggio per sapere le cose, per interagire con gli altri membri della specie, per

trasmettere informazioni o per immagazzinare la sua sapienza. Nel passato si distingueva tra

logos che significa parola e idein che significa idea, mente, quindi tra la capacità di parlare e la

capacità di sapere. Ovviamente il linguaggio è suscettibile e adattabile al mezzo e al canale in cui

viene usato, infatti oggi, più che mai, la parola stessa sta avendo un radicale impatto

sull’evoluzione della langue: quando cambia il modo di parlare (quando cambia le parole), cambia

la competenza linguistica (cioè la langue).

Funzioni della comunicazione

Jakobson elaborò il suo modello delle funzioni comunicative proponendo la presenza di sei

elementi costitutivi nell’atto comunicativo, i quali influenzano il flow sia del contenuto che delle

funzioni dell’atto stesso:

- Un mittente che invia o codifica un messaggio preparandolo per la sua trasmissione al suo

interlocutore;

- Un destinatario che riceve il messaggio sapendo come decodificarlo;

- Un messaggio contente informazioni selezionate;

- Un sistema di contatto che è sia l’apparato fisico usato per la trasmissione del messaggio

sia le relazioni sociali che pre-esistono tra gli interlocutori;

- Un contesto che è l’insieme di condizioni in cui la comunicazione avviene;

- Un codice che è il sistema si segni utilizzato che permettono di realizzare l’atto

comunicativo.

A questi elementi vengono associati sei funzioni generali:

1. Funzione emotiva, o espressione: motivazione psichica principale per cui si comunica. Non

c’è comunicazione senza soggettività, infatti si comunica soprattutto per motivi psico -

affettivi e non solo per scambiare informazioni. Quindi l’atto comunicativo diventa un modo

per relazionarsi con gli altri e oggi ai tempi di Internet e di Myspace il ruolo dell’emotività

diventa sempre più importante sottolineando l’importanza che il sé sta assumendo, basti

pensare al significato del nome di Facebook o Myspace.

2. Funzione conativa: effetto del messaggio di un emittente sul destinatario. Si riferisce

all’intenzione di un emittente di modificare, influenzare o condizionare il comportamento,

l’opinione o lo stato d’animo del destinatario. Rientrano i messaggi d’aiuto, di persuasione.

Infatti la rapida diffusione globale di reti come Facebook dimostra anche quanto si cerchi

oggi di farsi osservare pubblicamente e allo stesso tempo di influenzare gli altri.

3. Funzione fatica consente il mantenimento e la verifica dei rapporti sociali;

4. Funzione poetica permette di puntare sul messaggio stesso rendendolo orecchiabile come

la poesia;

5. Funzione referenziale permette di far riferimento al mondo reale e non all’atto comunicativo

stesso;

6. Funzione metalinguistica consente di far riferimento al codice usato.

L’emotività e la conatività svolgono un ruolo determinate nella formulazione e trasmissione del

messaggio. Inoltre secondo Jakobson la parole (le funzioni della parola) e la langue (le forme della

parola) formano un singolo sistema espressivo poiché la parole influenza l’evoluzione della langue.

In Jakobson la comunicazione (parole) è un’attività psico-fisica che fa parte della nostra identità e

di come ci relazioniamo con gli altri e trasforma il sistema cioè la langue.

Il dialogo

Una delle invenzioni più importanti di Platone fu il concetto di dialogo, definito come presentazione

e discussione di idee in forma di conversazione strutturata e funzionale tra più interlocutori. Per

Platone il dialogo era interazione filosofica, scientifica e didattica che imparò dal suo maestro

Socrate. Il dialogo ebbe molto fortuna nella letteratura greca. Nella cultura cristiana il dialogo

diventò mezzo apologetico, mentre nel Medioevo divenne il veicolo letterario e didattico principale

per la formazione umanistica. Galileo lo inserì nel contesto scientifico. Nell’era moderna il

linguaggio e quindi il dialogo viene ad essere considerato parte intrinseca del cervello perché

abilità in parte innata e in parte acquisita dal contesto. Secondo Bachtin è il contesto che svolge un

ruolo centrale nella comunicazione.

Ogni atto discorsivo è comunque risultato dell’attività singola di una o più persone e congiunge

emittente e destinatario.

È importante in questo considerare la prima opera fondamentale della linguistica scientifica

contemporanea di Saussure cioè” Corso di linguistica generale”. Saussure definì il linguaggio un

sistema segnico in quanto ogni parola è sostanzialmente un segno. la componente fisica del

segno, cioè i suoni stessi che formano la parola viene chiamata da Saussure significante, mentre il

concetto a cui si riferisce viene chiamato significato. Secondo lui, la langue costituisce un sistema

di segni che permette un riferimento arbitrario alla realtà, fissato da convenzioni stabilite per

facilitare la comunicazione tra gli individui. Mentre la parole è stata definita come l’atto linguistico

concreto con cui l’individuo realizza la langue servendosi del sistema linguistico per motivi pratici.

Chomsky chiamerà poi linguistic competence la langue e linguistic performance quella di parole.

Invece negli anni Ottanta cominciò a nascere un interesse pragmatico dell’atto linguistico e anche

storico-sociale. Sempre negli anni Ottanta fu dedicato un interesse importante per la metafora

come strumento fondamentale per l’atto cognitivo che porta alla creazione del messaggio

linguistico e quindi come elemento centrale della competenza comunicativa. Nacque da ciò il

movimento della linguistica cognitiva attraverso cui si fece notare quanto gli aspetti metaforici della

comunicazione sono una forma prevalente del comportamento comunicativo umano. Ad esempio

gli inglesi producono circa 3000 nuove metafore al giorno. Il solo fatto che la metafora si manifesti

regolarmente nel discorso umano e che possa essere facilmente capita rende ovvio che essa è

ben altra cosa da un’opzione stilistica.

L’autocomunicazione

Non esiste soltanto la comunicazione “mittente-destinatario”, ma anche la comunicazione “io-io”

dove il mittente trasmette un messaggio a se stesso che ha una funzione psico-culturale. Un

esempio è sicuramente il diario attraverso il quale il soggetto espone le vicende nella propria vita

analizzandole tramite varie annotazioni. I nuovi strumenti della comunicazione sono supporti

terapeutici che permettono anche di superare alcune questioni personali, e il senso distruttivo

dell’alienazione, tematica oggi trattata in molte letterature. Essa può essere definita come

privazione di potere individuale, un’assenza di significato, un rifiuto a partecipare al processo

sociale. Nell’era di Internet si sta riacquistando il senso comunitario attraverso la comunicazione

io-io-altri, altro tipo di comunicazione che vuole raggiungere un pubblico vasto ma che allo stesso

tempo racconta le vicende dell’autore stesso.

La parola interattiva

Come già detto prima, anche il silenzio è comunicativo. Il fatto stesso che non si risponde ai

messaggini, tale strategia di silenzio sembra comunicare molto più di una risposta istantanea,

anche se conflittuale. Quindi non parlare è un segno potentissimo.

La corporeità nella comunicazione da computer

L’assenza del corpo fisico nelle comunicazioni digitali ha trasferito un senso ionico della corporeità

alla parola. L’azione del corpo fa parte della comunicazione orale, ma anche di quella scritta in

quanto implica l’uso delle mani. Infatti digitale significa con le mai. Una caratteristica assai evidente

della CMC (comunicazione mediata da computer) è la simulazione del corpo attraverso l’iconicità

delle immagini. L’esempio lampante è costituito dagli emoticon e dagli smiley. Gli smiley sono

simboli grafici che rappresentano un volto stilizzato e che vengono utilizzati nei messaggi digitali

per simulare la mimica facciale. Quindi la persona che sorride o che fa l’occhiolino. Oggi i caratteri

si sono trasformati in vere e proprie faccette che permettono di esprimere lo stato d’animo di una

persona.

Un altro scopo fondamentale è quello di chiarire gli enunciati e di assicurare che il destinatario

interpreterà in modo giusto l’intenzione del mittente. Se nell’enunciato c’è uno smiley, si può

sbagliare per quanto riguarda il significato ma l’intenzione del mittente di trasmettere la sua

emozione è reale. Ci fanno anche capire le intenzioni e i sentimenti dell’autore di un testo: vediamo

il mondo come lo vede l’autore, dalla sua posizione, dalla sua ottica particolare.

Il mondo virtuale sta mutando in un mondo che simula la realtà e in molti casi permette di

sostituirla. Molti smiley riescono a recuperare un aspetto della comunicazione faccia-a-faccia che

richiede obbligatoriamente la presenza fisica. La cosa interessante è che sta emergendo un vero

linguaggio globale pittografico. Non vi è nessuna regola che definisca come rappresentare le varie

emozioni, vi sono solo convenzioni emerse spontaneamente online che hanno dato vita gli smiley.

Essi costituiscono il primo vero linguaggio universale, una sorta di Esperanto pittografico che non è

stato creato artificialmente da una singola persona. La CMC sembra avere impatti assai profondi

anche su coloro che non la usano. Sembra proprio che la CMC tenda ad attenuare i rischi presenti

nella comunicazione faccia-a-faccia.

Parola e realtà

Oggi si possono provare sensazioni corporee tramite computer che vengono esattamente

percepite come se fosse reali. In The Matrix il protagonista Neo scopre che tutto quello che lui ha

sempre ritenuto reale non è altro che una ricostruzione al computer. La virtualità del computer è

oggi molto usata in ambienti di lavoro. Nella realtà che il computer ci permette di creare ci si

muove non solo per conoscere il mondo ma spesso per fuggirlo. Da un lato il soggetto è conscio

del fatto di accedere ad un ambiente fittizio, diverso dalla realtà quotidiana, ma d’altro lato facendo

esperienze all’interno dell’ambiente, si pone nella condizione di non poter distinguere più tra eventi

interni ed eventi virtuali. La realtà esterna viene fatta fuori molto spesso per ricrearne una più

piacevole e più facilmente controllabile. La rottura con il mondo esterno porta per&og

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
16 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GianniPor91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica informatica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Calefato Patrizia.