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Regole per la formazione delle parole in italiano
C C C V spro-na-re1 2 3VC or-loC C V C stan-co1 2
Questo insieme di regole ci permette di stabilire in modo formale se una certa stringa di fonemi è ono in italiano una sillaba. Possiamo formulare ancora altre regole che ci dicono se un stringa di sillabe rappresenti o meno un parola fonologica.
In ingresso del generatore del lessico si trovano tre classi:
- lessemi elementari: un lessema non riconducibile a un altro lessema (casa, acqua...)
- lessemi latenti: possono essere considerati un tipo particolare di lessemi elementari; si tratta di lessemi che non occorrono mai come unità lessicali autonome, ma non presenti solamente come costituenti di lessemi strutturati
- formativi lessicali: vengono utilizzati nei processi di formazione dei lessemi. Non sono elementi autonomi, il loro significato non è ben definibile e vanno uniti al lessema. Tra i formativi ci sono:
- i suffissi (-oso, -are...)
- i prefissi (ri-, stra-...)
- gli infissi (formativi che entrano nel corpo del lessema)
In uscita si trovano i lessemi canonici, che sono composti da:
1. lessemi elementari
2. lessemi strutturati 32
Definizione 6.2.2 Lessemi canonici: lessemi manifestati da una sequenza fonologica e costi-tuiscono l'insieme delle unità lessicali.
Si oppongono a questi i fraseologismi (sintemi e funzioni lessicali), che presentano una strutturazione più complessa.
Possedere una lingua significa soprattutto capire e "dominare" dall'interno i processi di gener-azione del suo lessico.
Tra i processi di strutturazione lessicale consideriamo:
· processi di formazione
– derivazione
– alterazione
– composizione
– combinazione
· processi fraseologici
– sintemi
– funzioni lessicali
6.3 I processi di formazione: derivazione, composizione, combinazionee alterazione
Definizione 6.3.1 Derivazione: è il procedimento più sistematico che fa ottenere un lessema di
Una classe o sottoclasse diversa. È uso distinguere i derivati in base al loro processo di formazione, cioè indicando la classe di arrivo (quella del lessema strutturato) e la classe di origine (la classe del lessema base).
Base Derivato Tipo⇒casa accasare verbo denominale⇒arrivare arrivo nome deverbale⇒bello bellezza nome deaggettivale⇒vecchio invecchiare verbo deaggettivale⇒ aggettivo denominalecasa casalingo⇒mangiare mangiabile aggettivo deverbale⇒dolce dolcemente avverbio deaggettivale
A livello di strategia di manifestazione il processo di derivazione si avvale di suffissi. La⇒derivazione può però avvenire anche senza l'aggiunta di un formativo concreto, suffissi zero. Es. delibera è un nome deverbale da deliberare.
Particolarmente varia è la classe dei nomi deverbali che si distinguono in sottotipi; la loro⇒funzione è profondamente diversa e si distinguono con termini latini diversi. Es. scrivere• nomina agentis: scrittore/ice,
lettore/ice. . .33• nomina actionis: scrittura, lettura. . .• nomina loci: scrittoio/scrivania . . .
Spesso il semantismo rimane invariato comprare - compratore, non modificano il significato delle loro basi se non per la specificazione dovuta al tipo di derivazione.
La derivazione comporta spesso varie modificazioni nel significato del lessema base. In questi casi si parla di derivazione semanticamente marcata. Es. mangiare mangiata: essi specificano e arricchiscono il significato del verbo da cui derivano in due sensi.
Definizione 6.3.2 Composizione: processo di formazione lessicale che crea un nuovo lessema fondendo insieme due basi (lessemi elementari) oppure un prefisso e una base.
I costrutti sintattici possono trasparire più o meno chiaramente nel composto.
- Verbo+Nome: essa designa un agente o uno strumento, attraverso l’esplicitazione dell’azione e del suo oggetto.⇒ Spazzacamino: persona che spazza il camino
- Nome+Nome: indica
elementi non esiste come lessema autonomo in italiano. Altri es. ferire lat. ferre, "portare"; lat. ludere, "giocare". Il fenomeno di latenza si collaca al confine tra diacronia e sincronia.
Lo scambio interlinguistico
Il lessico è il raparto del sistema linguistico in cui è particolarmente evidente l'influenza che lingue, venendo a contatto, esercitano l'una sull'altra. Lo scambio interlinguistico che ne nasce dà luogo a fenomeni diversi:
- prestito: un lessema passa nel suo insieme (significante e significato) all'altra lingua (es. in italiano il prestito dal francese abatjour)
- calco: riguarda i lessemi strutturati; si traducono le basi e si trasferisce il procedimento di strutturazione. (lat. prae-scribere ted. vor-schreiben; rus. pred-pisat' : "ricalcano" la struttura della parola latina traducendone i singoli elementi)
Il ricorso all'uno o all'altro procedimento dipende in modo
ma mantengono una certa autonomia semantica. Ad esempio, nella combinazione "caffè latte", i due lessemi "caffè" e "latte" sono uniti per formare un nuovo termine, ma mantengono ancora il loro significato individuale. Definizione 6.3.4 Composizione: è il procedimento di formazione del lessico dato dallagiustapposizione di due o più lessemi appartenenti a classi diverse del lessico, tra i quali sistabilisce un rapporto di tipo sintagmatico.Un aspetto caratteristico della composizione è che i due elementi vengono percepiti comeun'unica entità linguistica. Il significato del composto non è la somma dei significati dei suoi componenti, ma è un nuovo significato che si sviluppa a partire dai significati dei singoli elementi. Ad esempio, nella composizione "porta finestra", i lessemi "porta" e "finestra" si combinano per formare un nuovo termine che indica una finestra che funge anche da porta. La formazione delle parole attraverso la combinazione e la composizione sono due procedimenti lessicali molto comuni nelle lingue. Questi processi permettono di creare nuovi termini per esprimere concetti specifici o per ampliare il vocabolario di una lingua.O anche uniti con un trait d'union. Es. asilo nido, uomo ragno, pesce spada . . . . Questi sostantivi formano il plurale variando il primo termine, mentre il secondo rimane invariato.
Definizione 6.3.4 Alterazione: è un processo di formazione del lessico che modifica il significato secondo categorie standard. Si realizza con l'aggiunta di un suffisso.
In italiano è molto produttivo ed esistono:
- diminutivi: cas-in-a, libr-ett-o
- vezzeggiativi: ors-ett-in-o
- accrescitivi: cas-on-e
- peggioratici: post-acc-io
Questa dimensione è tipicamente pragmatica e non semantica; riguarda la posizione dei soggetti che comunicano. Gli alterati sono molto frequenti nel linguaggio infantile. Pur riguardando i nomi, tocca anche gli aggettivi, i verbi (canticchiare), gli avverbi (pochino) e i pronomi (qual-cosina).
Numerosi lessemi, pur presentandosi come alterati, vanno considerati come lessemi elementari, perché hanno acquisito una funzione
individuate circa 50. Vengono presentati qui solo 2:
Definizione 6.4.2 Oper : esprime il rapporto tra il nome di una situazione (es. decisione) e il verbo indicante l'azione di chi mette in atto quella situazione (es. prendere).
Il valore degli elementi lessicali che svolgono la stessa funzione lessicale resta fondamentalmente lo stesso. La differenza è che fra questi elementi dipende dal nome della situazione. Sono quindi varianti fraseologiche la cui scelta dipende dal contesto sintattico in cui compaiono. Le varianti che la rappresentano cambiano notevolmente da lingua a lingua, non è possibile infatti fare una traduzione letterale. In questo senso si parla di un "funzione" particolare all'interno del lessico: si tratta di un uso semanticamente povero, dipendente, dal sostantivo indicante la situazione che compare nella frase e che riveste la posizione principale dal punto di vista del significato. Può essere rappresentata genericamente così: f l(x) = yfl
funzione lessicale, che indica la realizzazione di una situazione (x). Il verbo “y” indica l'azione compiuta da chi mette in atto la situazione.
Oper (decisione) = prestare1
Es. Anna ha preso la decisione di tornare a casa.
Non si intende prendere come afferrare; il valore di questi verbi è quasi “vuoto”, la loro funzione si riduce a quella di attualizzatori della situazione. Si tratta di varianti combinatorie.
Definizione 6.4.3 Magn: indica l'intensificazione dell'aggettivo.
Esempio Magn (ricco) = ricco sfondato
Magn (malato) = gravemente malato 366.5
All'uscita del componente lessicale Confrontando l'ingresso con l'uscita osserviamo anzitutto che non compaiono pi