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Quelli relativi al livello locale, da segnalare dove si presentano, sono almeno i seguenti:
prosodia
deissi gestuale
movimenti del viso e del corpo
azioni pertinenti
informazioni relative a conoscenze condivise dai partecipanti
Nello studio sul dialogo sono confluite e proseguono oggi diffusamente – sia pure con approcci
molto lontani e diversificati – attenzioni ad oggetti diversi: parlato, scritto, lingua quotidiana, lingua
letteraria, sistemi semiotici anche distanti dalla lingua. GH elementi centrali del dialogo, che si
ritrovano più o meno significativamente nelle varie forme dialogiche, secondo una concezione
prototipica, sono quindi fondamentalmente: l’interattività, caratterizzata centralmente dalla
situazione canonica faccia-a-faccia, Ha presenza di due persone, dall’alternanza di turni, dalla
negoziazione, intenzionalità^^, basata su una disposizione ad agire in determinati contesti e
caratterizzata dagli stati epistemici (relativi a dovere, potere, sapere), dalle attribuzioni di credenze,
da codice e scopi condivisi, diversi in base al tipo di comunicazione (tra persone, persone-
computer, animali, ecc.) e dalla interazione specifica. Consideriamo ora alcuni aspetti
dell’interazione verbale umana, quella “human interaction engine” come la definisce Levinson
(2006), misto di abilità cognitive e disposizioni comportamentali tipiche del genere umano alla base
sia del sistema generale di conoscenza (cognition) che della società.
La comprensione è un fenomeno complesso, caratterizzato da gradi diversi di profondità e
completezza non sempre raggiunto. Anche nella nostra esperienza personale la comprensione è
spesso un risultato non raggiunto o un processo faticoso, non solo nei casi di dialoghi ‘difficili’
come quelli con gli anziani, gli stranieri, gli afasici, ma anche in situazioni cosiddette ‘normali’.
Diversi autori hanno sottolineato recentemente il processo tipicamente scalare e non dicotomico
della comprensione ed i vari gradi possibili del processo: comprensione/comprensione
parziale/fraintendimento/non-comprensione. Wittgenstein aveva individuato un punto cruciale, dine
a vedere, e quindi a capire, in un certo modo; nell’abitudine a vedere, e quindi a capire, in un certo
modo; nella comprensione gioca soprattutto il riconoscimento: l’insieme di patterns (o, in generale,
il frame) da applicare in circostanze nuove, sfruttando al massimo le informazioni contestuali.
Nell’interazione faccia-a-faccia la comprensione segue molte strade, sia verbali che non verbali, e
spesso riesce a superare gli ostacoli quotidiani grazie appunto alle informazioni contestuali, alla
multimodalità, alla ridondanza dell’informazione, al frequente ricorso all’abduzione ed altri
meccanismi inferenziali, alla flessibilità dell’interazione umana. Caratteristica centrale
dell’interazione umana è la negoziazione, intesa non solo come nome di un tipo dialogico specifico
(il ‘mercanteggiare’), ma come un concetto metodologico recente, sia in linguistica che in discipline
al per descrivere e spiegare l’interazione dialogica. Quando due persone padano tra di loro, non
solo negoziano il significato di ciò che si dicono, ma negoziano continuamente la loro relazione.
Nella prima prospettiva, si mette in rilievo quello che è Stato definito il processo di co-costruzione
del significato; nella seconda, i ruoli conversazionali e sociali si intrecciano ed in molti casi si arriva
ad un compromesso tra di due punti di partenza, in particolare quando si tratta di interazioni basate
su un rapporto di potere o su una ricerca di accordo, come nel caso delle transazioni commerciali.
Gli studi sul dialogo hanno rilevato tre caratteristiche fondamentali: la sequenzialità, l’interattività, la
dinamicità. La strutturazione e lo sviluppo dialogico quindi si intrecciano inevitabilmente con le
varie componenti del contesto globale e locale. Gli stessi tratti contestuali, che configurano a priori
una data situazione interazionale, si ‘integrano’ con i tratti attivati nel corso dell’interazione: non
solo, ovviamente, il co-testo, ma anche le altre componenti paralinguistiche ed extralinguistiche
che vengono rese pertinenti nel corso dell’interazione. Esaminerò i tratti contestuali pertinenti
relativamente a: setting, partecipanti/agenti, tipo di interazione.
1. Nel setting rientrano tempo, spazio, mezzo fisico di trasmissione. Se nella situazione
canonica dell’enunciazione spazio e tempo coincidono molte interazioni dialogiche sono
invece caratterizzate dalla mancanza di sincronia temporale e di condivisione spaziale.
Rispetto al tempo si è già parlato di un continuum parlato/scritto, e dei vari generi possibili
correlati ai tratti ‘misti’ indotti dalle nuove tecnologie. Tale aspetto è ancora più evidente
oggi, nella forma denominata weblogs, che mescola dichiaratamente generi diversi, anche
se normalmente esiste una scalarità e varietà relativa sia alla sincronia/asincronia del
singolo mezzo che alle caratteristiche individuali di uso. Per quanto riguarda lo spazio, la
sua mancata condivisione impedisce per lo più le utilizzazioni relative alla possibilità di
controllo visivo nel caso della radio, del telefono, della comunicazione mediata dal
computer. Per quanto riguarda il mezzo di trasmissione, le restrizioni relative all’aspetto
tecnico/fisico agiscono, anche se non rigidamente. La stessa permanenza (canonicamente
inerente allo scritto) è di fatto minima, anche se con gradazioni diverse, nelle nuove forme
di scrittura come la chat, la posta elettronica (caratterizzati da varie costellazioni di pratiche
comunicative, che lasciano molto spazio alla variabilità individuale, Nel parametro ‘mezzo
di trasmissione’ rientra anche il tipo di codice/lingua utilizzato ed il registro, che può essere
più o meno informale, caratterizzato da maggiore o minore familiarità, dalla presenza o
assenza di lessico generico o specialistico, espressioni gergali, termini ‘tabù’, e che è
influenzato naturalmente dal tipo di interazione. La commutazione di codice {code-
switching) è l’uso che i parlanti bilingue o multilingue fanno di due o più lingue in un unico
evento linguistico, sia nei passaggi da un turno di parola al successivo, sia nell’ambito di un
unico turno.
2. un altro tratto contestuale pertinente a livello di scambio dialogico, strettamente intrecciato
con il mezzo di trasmissione, riguarda i partecipanti/agenti (o interlocutori), diversi anche m
relazione al grado di coinvolgimento e responsabilità nell’interazione. Distinguiamo tra
interazioni persona-persona, persona-computer-persona (in cui rientrano anche giochi al
computer, come i Mud) e persona-macchina (in particolare i servizi automatizzati). Sulle
interazioni persona-persona, oltre alle caratteristiche individuali degli interlocutori, incidono
le loro caratteristiche sociolinguistiche, le relazioni reciproche, simmetriche o asimmetriche,
lo status di partecipazione interazionale e conversazionale, le loro credenze/conoscenze
condivise, che si accumulano nella conversazione stessa. In generale, le norme culturali
relative alla comunità di appartenenza degli interlocutori influenzano inevitabilmente sia le
forme della produzione linguistica che la possibilità di comprensione vicendevole. La
difficoltà dell’apprendimento della pragmatica di una nuova lingua è oggettivamente
notevole, perché l’appropriatezza culturale e interazionale del comportamento linguistico,
essendo variabile piuttosto che categorica, va valutata di volta in volta. Per imparare la
giusta calibrazione serve dunque molto confrontarsi con le circostanze giuste. Queste
devono essere sufficientemente numerose e varie da permettere al parlante non nativo di
inferire non solo le nuove regole ma anche la loro applicabilità relativa. Serve inoltre
confrontarsi con l’interlocutore giusto. Questo deve concedere al parlante non nativo il
beneficio del dubbio, adoperarsi a risolvere il malinteso, perseverare nell’interazione
nonostante l’incomprensione. Come fa la mamma con il bambino, ma come avviene
raramente fuori casa. Infine, tra i parametri pertinenti all’analisi degli interlocutori occorre
ricordare il numero: spesso la soglia di due stabilita dalla situazione prototipica
dell’interazione persona/persona viene superata, non solo nella CMC, ma anche nelle
conversazioni in famiglia e tra amici, nelle conferenze, alla televisione ed alla radio, in cui
gioca tra l’altro la presenza de pubblico. Il pubblico può partecipare in modi diversi al
processo comunicativo, sia attivamente che le passivamente, come recettore.
3. oltre che al setting ed ai partecipanti, che incidono significativamente sulle varie modalità di
produzione linguistica, il tipo di interazione è strettamente correlato al tipo di testo o genere
discorsivo, ed è caratterizzato dal grado di convenzionalizzazione/istituzionalizzazione, dal
compito/scopo, dall’argomento, dal formato di produzione. In generale, nelle interazioni
asimmetriche l’asimmetria stessa viene evidenziata e mantenuta tramite la gestione
tematica , il tipo di segnali discorsivi. Gli scopi dell’interazione sono prevalentemente
stabiliti su base sociale, in particolare nei casi di situazioni asimmetriche, proprio perché la
finalità è per lo più esterna e ‘ritualuzzata’. La finalità esterna può comportare: la
modificazione di uno, una presa di, l’acquisizione di un bene di consumo. Gli scopi si
intrecciano quindi strettamente con il grado di convenzionalizzazione, alto negli incontri di
servizio, e di istituzionalizzazione, basso nelle interazioni simmetriche. Quando i gradi
convenzionahzzazione e istituzionalizzazione sono elevati si seguono degli schemi di
azione linguistica relativamente rigidi e gli essi contenuti sono limitati. Occorre tra l’altro
distinguere tra lo scopo collettivo dell’interazione (condiviso da entrambi/tutti i partecipanti e
rivolto al successo dello scambio stesso) e quello individuale, proprio di ogni partecipante
all’interazione. Nel caso della compravendita, per esempio, lo scopo comune è tipicamente
quello della transazione, ma saranno diverse le posizioni di venditore ed acquirente. B tipo
di compito, realizzato per raggiungere un dato scopo dell’’interazione, incide in modo
significativo sulle modalità di produzione linguistica: dalla chiacchiera tra amici per passare
il tempo, al reperimento di informazioni (come l’orario di un treno), al dialogo terapeutico,
caratterizzato da sequenze e restrizioni del tutto particolari.. Il compito può condizionare,
inoltre, la scelta dell’argomento; così, un argomento