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In visrtù di queste eccezioni si pensa che nella grammatica delle lingue ci sia un principio
più iconico (quindi in parte motivato); questo principio di iconismo si verifica nell’idea di
pluralità che implica più unità, più materiale fonico rispetto al singolare (inglese =
child/children; malese-indonesiano= anak/ anak-anak con reduplicazione) per
accumulazione molto spesso, non è però il caso dell’italiano in quanto la formazione del
plurare avviene per alternanza di desinenza: bambino/ bambini.
Un’altra prospettivà che trova una motivazione nel segni linguistici è presentata dal
fonosimbolismo, secondo cui alcuni suoni sono associati per natura a determinati
significati: il suono i, vocale chiusa e fonicamente ‘piccola’ (prodotta con apertura minima
della bocca) è di solito connessa a parole che danno l’idea di piccolo (minimo, piccino; in
inglese little) ma per controesempio molte parole contenenti la i danno idea di grande
(massiccio; in inglese big) oppure parole non contenenti questa vocale danno comunque
un’idea di piccolezza (poco, corto, scarso; in inglese small). Dunque, sebbene ci siano
alcune eccezioni, queste non sono sufficienti affinchè non si consideri l’arbitrarietà una
delle più importanti proprietà della lingua.
• Doppia articolazione: sembra essere posseduta solo dalle lingue e per questo fortemente
caratterizzante. Consiste nel fatto che il significante di un segno linguistico è scomponibile
in due livelli diversi. Ad un primo livello è scomponibile in unità ancora portatrici di
significato, utilizzabili per la formazione di altri segni, si tratta di prima articolazione (gatto
è formata da “gatt” + “o”; gatt esprime che si tratta di un felino domestico mentre o che è
uno e maschile), questi elementi sono le unità minime della prima articolazione eprendono
il nome di morfemi (o monemi secondo Martinet, fu il primo a parlare di doppia
articolazione). I morfemi, ad un secondo livello, si possono ancora scomporre perdendo
però il loro significato (seconda articolazione), infatti “gatt” è scomponibile nei suoni g, a,
t, t e questi segni, privi di significato, prendono il nome di fonemi ossia unità minime di
seconda articolazione. A volte unità minime di prima e seconda articolazione possono
coincidere a seconda di come essi sono considerati: la s di sforna secondo la prima
articolazione indica l’azione del togliere, per la seconda articolazione indica il suono s. Tale
proprietà consente alla lingua una grande economicità poiché con un numero limitato di
fonemi si può costruire un immenso numero di unità dotate di significato; è anche
importante il principio di combinatorietà, che ha come fondamento la doppia
articolazione, secondo cui la lingua funziona combinando unità minori prive di significato
per formare un numero indefinito di unità con significato (segni) e proprio questo principio
permette la produttività illimitata.
• Trasponibilità di mezzo: il significante dei segni linguistici può essere trasmesso sia
attraverso il canale fonico-acustico (aria) come sequenza di suoni ma anche attraverso il
canale visivo-grafico quindi come segni su carta o qualsiasi supporto solido. Ogni
messaggio parlato può diventare scritto (e viceversa) ma il carattere orale è prevalente a
quello visivo poiché il canale fonico-acustico è primario; il parlato è prioritario
antropologicamente rispetto allo stritto poiché le lingue scritte sono necessariamente
parlate ma non tutte le lingue sono anche scritte; questo non contraddice la trasponibilità
del mezzo ma è solo un dato storico-culturale. Tutt’oggi statisticamente l’uomo parla più di
quanto non scriva. Un’altra priorità è quella ontogenetica poiché si apprende prima e
spontaneamente a parlare piuttosto che a scrivere, e in più per questa seconda capacità
c’è bisogno di un insegnamento specifico. Poi c’è la priorità filogenetica che riguarda lo
sviluppo precedente del parlato rispetto allo scritto; forma scritta: 5 millenni prima di Cristo
con i pttogrammi, vera e propria scrittura cuneiforme nel 3500 a.C., alfabetico consonantico
e privo di vocali persso i fenici nel 1300 a.C. circa; la forma parlata, dunque il linguaggio,
risale evidentemente alla paleontologia quando già gli ominidi si esprimevano oralmente
(homo habilis, homo erectus, homo di Neandertal, homo sapiens sapiens) quindi già 3
milioni di anni fa circa. Sembra infatti che già i primi ominidi possedessero i prerequisiti
biologi necessari alla comunicazione orale. In particolare il canale fonico-acustico
presentavantaggi biologici e funzionali rispetto al visivo:
a. In presenza di ariasi possono sempre emettere/ricevere suoni;
b. Non ostacolano altre attività fisiche o intellettive, si può parlare mentre si fa altro;
c. Permettono di individuare l’emittente o fonte;
d. Si ricevono in contemporanea a quando si emettono;
e. Il linguaggio è più rapido della scrittura;
f. Il messaggio vocale si può indirizzare a più destinatari insieme;
g. Il messaggio vocale non permane ad ingombrare il canale (scripta manent, verba
volant) e perciò, in qualche misura, può essere visto come svantaggio a seconda
delle circostanze;
h. L’attività parlata è altamente specializzata, ha come unico scopo la comunicazione
pur utilizzando gli stessi organi di altre azioni fisiologiche (mangiare, respirare).
Nella società moderna lo scritto ha assunto però la priorità sociale: avere una forma scritta
è un requisito fondamentale per una lingua attuale; lo scritto ha maggior utilità sociale
rispetto al parlato, è lo strumento della tradizione letteraria, veicolo dell’istruzione scolastica
e ha validità giuridica. In ogni caso scritto e parlato non sono l’uno la diretta
rappresentazione dell’altro, hanno entrambi delle peculliarità: non tutto ciò che appartiene
al parlato può essere reso allo scritto (vedi il tono della voce, la modulazione del discorso)
e allo stesso modo non tutto ciò che è scritto non può essere reso al parlato (vedi le
maiuscole, la disposizione del testo sul foglio).
• Linearità e discretezza: la linearità è una caratteristica del significante e sta a significare
che l’espressione di un segno linguistico si sviluppa in una successione nel tempo e nello
spazio in modo che non si può comprendere un messaggio se non si utilizzano prima tutti
gli elementi uno dopo l’altro, l’odrine dei segni è pertinente anche per il significato del
segno, infatti: Gianni chiama Maria è diverso da Maria chiama Gianni. Questa proprietà è
strettamente connessa alla doppia articolazione poiché la rende possibile. La discretezza
consiste nella differenza che esiste tra un segno ed un altro, esiste infatti un confine ben
preciso tra tutti gli elementi della comunicazione; le classi di suoni sono tra loro ben
distanti: pollo è diverso da bollo pur cambiando una sola lettera e dal punto di vista del
significato non hanno nulla in comune. Conseguenza della discretezza è il fatto che
intensificando il significante non si intensifica allo stesso modo anche il significato di un
segno linguistico, al contrario di ciò che avviene con grida o interiezioni: ahi! pronunciato a
bassa voce indica un dolore minore di quello designato da un AHI! gridato fortemente.
• Onnipotenza semantica, plurifunzionalità e riflessività: l’onnipotenza semantica
riguarda il fatto che con la lingua si può esprimere di tutto e ogni messaggio formulato con
altri codici è traducibile in lingua ma non il contrario, poiché è difficile dimostrare che con la
lingua si può dire davvero di tutto e che tutto si può tradurre in lingua, l’onnipotenza si
riduce a plurifunzionalità (o pluripotenza) secondo cui con la lingua si possono svolgere
molte funzioni raggruppate in una lista aperta:
a) Esprimere il pensiero (contenuti mentali);
b) Dare informazioni;
c) Instaurare, mantenere rapporti sociali;
d) Esternare sentimenti;
e) Risolvere problemi (impiego scientifico);
f) Creare mondi possibili (impiego letterario); eccetera.
Parlando di funzioni della lingua si può elaborare uno schema per raggruppare in sei classi
queste funzioni (schema di Roman Jakobson) e questo implica la presenza di almeno sei
fattori e ad ognuno di essi si associa una funzione; un messaggio linguistico che esprime le
sensazioni dell’emittente ha funzione emotiva (es: che bella sorpresa!), un messaggio
volto a specificare gli aspetti del codice ha funzione metalinguistica (tutte le lezioni di
linguistica), uno che da informazioni sulla realtà esterna ha funzione referenziale - si
riferisce al referente – (es: esistono piante carnivore), uno che vuole far agire in un certo
modo il ricevente ha funzione conativa (verbo latino conor = sforzarsi) come “apri la
porta!”, uno volto a verificare il canale di comunicazione/contatto psicologico o fisico tra i
parlanti ha funzione fatica (es: pronto?, Ciao Gianni), uno volto a sfruttare o esprimere le
potenziarità del messaggio ha funzione poetica (es: L’amor che move il sole e l’altre stelle,
Divina Commedia). Si tratta sempre di funzione prevalente poiché tutte e sei le funzioni
sono presenti in ogni messaggio seppur 5 di queste in minor misura. La riflessività è
invece la capacità del codice lingua (metalingua) di parlare di sé stesso (lingua-oggetto) e
deriva proprio dalla funzione metalinguistica descritta da Jakobson (es: gatto è sostantivo
singolare; in questo caso gatto corrisponde alla lingua-oggetto)
• Produttività e ricorsività: la produttività (apertura, non finitezza) consiste nella
possibilità di creare con il codice lingua sempre nuovi messaggi e parlare di esperienze
nuove o insistenti; essa è resa possibile innanzitutto dalla doppia articolazione e, più
precisamente, prende la forma di creatività regolare (creatività retta da regole) con
un’infinita produttività basata su un numer limitato di regolegeneralmente di semplice forma
e applicabili ricorsivamente. La ricorsività, proprietà evidente della lingua, indica
l’applicabilità teoricamente illimitata delle regole se sono presenti le condizioni in cui la
regola è applicabile. Ad esempio da una parola posso ricavarne un’altra per suffizzazione
(aggiunta di suffisso), posso ripetere l’operazione molte volte ottenendo altre parole (es:
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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